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martedì 16 ottobre 2018

Quella volta che …: Tuffo d’Ottobre a “Punta Galera” e “Picchi di Pablo”


Sabato 13 Ottobre 2018, autunno inoltrato, ma per noi forzati delle bolle, “l’acqua non è ancora ghiaccia”, anzi è più calda che a giugno di quest’anno, quindi perché non fare un bel Full Day?
Meta delle nostre peregrinazioni autunnali, l’Isola d’Elba.

Grazie all’organizzazione minuziosa della nostra Tina Gori, che per questo tuffo si è affidata a Stefano Sub di Porto Azzurro.
Sveglia alle 4.00 a.m. … si lo so, in un altra vita devo scegliermi uno sport assai più comodo, appuntamento con Mike alle 5.00 e via verso Pistoia a raccogliere gli altri due membri della spedizione, il resto del gruppo lo incontreremo all’imbarco del traghetto a Piombino.
Qui inizia così così, Samuele causa un infortunio sul lavoro viene all’appuntamento, ma solo per dare forfait per evidenti ragioni impossibilitato, si prosegue alla volta di Larciano per raccogliere Massy.
Il viaggio prosegue senza ulteriori incidenti ...a parte Massy che dice di essersi scordato la cintura dei pesi e ritorna in casa a prenderla…, io e Mike attendiamo sino a sospettare che stia fondendo il piombo in quell’istante, visto il tempo che ci mette, ma si riparte.
selfie pre-immersione
Arriviamo a Piombino con un buon anticipo, in biglietteria si ritrova il resto del gruppo, colazione e via sul traghetto, inganniamo il tempo con un passatempo noto solo a noi sommozzatori ricreativi, una pratica nota come “perculamento pre-immersione” , selfie varie ecc, che ci volete fare? I nostri cervelli sono ormai in perenne narcosi da azoto.
Capo Horn
La "Capo Horn" di Stefano Sub
L’arrivo a Rio Marina ci presenta una giornata con un meteo a dir poco fantastico per questa stagione, un pulmino ci aspetta per la trasferta a Porto Azzurro, sede di ormeggio della Capo Horn, la barca del Diving a cui ci siamo appoggiati in questa occasione.
Il tempo di salire a bordo ed eccoci già pronti a montare lo scuba, salpiamo e dopo poco iniziamo a vestirci, c’è un po’ d’onda lunga, ma niente d’impossibile.





Punta Galera -Isola d'Elba
Punta Galera

È una giornata stupenda, il sole brilla alto, appena un po’ di brezza, si...un po’ d’onda come detto, e sotto scopriremo pure con un po’ di corrente, acqua a temperatura di 22°, il primo sito sarà Punta Galera .
La costa si presenta come una scogliera piuttosto ripida con una vecchia installazione mineraria sulla sommità, la barca di un altro Diving è ormeggiata sulla boa, il che ci costringe a dover pinneggiare un po' con le onde e a doverla aggirare per poter scendere sulla catena.
Si scende in acqua, e qui ragazzi...una visibilità da urlo, avvisto il primo dei due pinnacoli di roccia che caratterizzano questo sito che noi percorreremo in esterno in interno disegnando una sorta di doppia esse, per esplorarne ogni anfratto.
Saraghi
Sarago fasciato e Sarago Pizzuto
Io indugio in ogni cavità cercando gli oggetti della mia passione, i molluschi; a questo proposito trovo alcune tane di polpo per il momento vuote, caratterizzate da quei muretti di sassolini vicino ai buchi e dai gusci delle conchiglie vuote poco dinanzi.
Buttando un occhio in una cavità vedo un Sorbolo di mare (Lima lima) circondato da alcune Castagnole rosse, provo una ripresa, ma lo shaker del capogruppo ci richiama all’ordine.
“Carlino” guida l’immersione che si svolge piuttosto quietamente riservando sorprese ad ogni angolo; siamo immersi in mezzo a banchi di Castagnole e di Castagnole Rosse, oltre ad altro novellame di varie specie, banchi di saraghi
Castagnole rosse tra le gorgonie
fasciati, qualche dentice, un paio di murene in parete, un polpo ...e dove ci sono tante castagnole ecco arrivare i Barrracuda!
Fin Tanto che ci muoviamo al riparo dei pinnacoli degli scogli la corrente è tollerabile, ma non appena fuori ci sospinge verso il mare aperto, cosa che ci costringe a “Raschiare il fondo”.
Riusciamo tuttavia, a ritornare alla catena della boa di ormeggio tutti senza colpo ferire, sia pure con un ritardatario all’appello.
Qui inizia il solito cicaleggio, “Hai visto quello?”, “Hai visto quell’altro”, “Ti ho segnalato i Barracuda!” ecc… il tutto condito da the e biscotti e qualche focaccina….
Il tempo di cambiare le bombole, ed eccoci muovere verso i Picchi di Pablo, con un apprezzabile sosta di superficie, più che necessaria; durante la precedente immersione si sono toccati i 30 metri, e nessuno di noi ha accumulato deco, ma con la prossima immersione bisognerà fare molta attenzione.
Banchi di saraghi
I Picchi di Pablo sono da un certo punto di vista un immersione piuttosto semplice,: una sola grande, splendida parete che digrada da 5-6 metri sino a 40 più o meno, l’acqua è piuttosto chiara e la visibilità più che apprezzabile.
La corrente? Quella un po’ si fa sentire, ma è gestibile, dove la parete incontra l'arenile si apre una caverna con del sedimento sul fondo e probabilmente all’interno dei gamberetti, si è deciso prima di scendere, che chi fa le riprese andrà per primo in modo da non rischiare che qualche movimento sbagliato possa sollevare del sedimento.
Questa volta io passo, sinceramente di accumulare deco non ho tutta sta gran voglia, i Picchi di Pablo saranno ancora lì l’anno prossimo e mi riprometto di visitare la caverna in quell’occasione.
La mia decisione viene ricompensata, da Massy che richiama me e Miky sulla presenza di una murena in tana sulla parete verticale a picco.

Video della murena in parete ai Picchi di Pablo (Isola d'Elba)
Clikka per il video della Murena in parete

Ancora banchi di Saraghi fasciati e qualche Sarago Pizzuto, e qualche Cernia Bruna che si scosta infastidita al nostro passaggio.
Olga, che era scesa alla grotta, poco dopo riuscirà ad immortalare uno scorfano degno di nota, mentre Carlino vigila su tutti...e sul suo computer. I primi 25-30 minuti di immersione sono passati e stiamo tutti lentamente risalendo da un po’ gradatamente lungo la parete in un sorta di zig-zag verticale, con gli occhi costantemente sui manometri e sul computer.
Il resto dell’immersione è un ozioso guardarsi intorno a quote ben più alte, circondati dalle onnipresenti Castagnole.
il nostro Carlino ...grande Dive Master
Carlino
Qualcuno di noi ha preso qualche minuto di deco da fare, era inevitabile credo, ma nulla di esagerato, la sicurezza innanzitutto.
Uno dopo l’altro cominciamo a risalire in barca, di nuovo il solito cicaleggio, “Hai visto quello?”, “Hai visto quell’altro”,...direte voi “Ma non vi stancate mai di questo?” ...no buona parte di questo sport si basa sulla condivisione dell’esperienza, è quello il fulcro che ci unisce.
Se io da solo avessi visto un barracuda e non lo avessi segnalato anche agli altri perché potessero vederlo come me, la mia gioia, la mia soddisfazione sarebbe fortemente penalizzata, mutilata, dimezzata; arriverà l’inverno, e con esso lo stop stagionale delle immersioni per la maggior parte di noi, ma non per questo smetteremo di vederci, di sentirci, di sederci attorno al tavolo di una cena, di una pizza e saremo lì a ricordare un giorno come oggi e quell’esperienza che ci ha unito ancora una volta.
Come fulmini riponiamo tutta l’attrezzatura nelle ceste, infatti è il “Pappa Time” in questo caso una sontuosa insalata di pasta fredda, salumi e formaggi  a cui facciamo onore come
Massy e Giampa
se si prospettasse una carestia :P .
Lo sguardo di alcuni di noi va alle nostre videocamere e macchine digitali, il tempo di mangiare e si scorre qualche anteprima, il tutto mentre la nostra imbarcazione, la Capo Horn, rientra a Porto Azzurro.
Si scaricano i borsoni delle attrezzature, un caffè insieme agli altri (fortunelli che si fermano anche domani) e noi tre “Forzati delle bolle”, ci apprestiamo a partire per Portoferraio, dove ci aspetta il traghetto…
Il rientro, ci vede in stato semi-comatoso, ma siamo felici e soddisfatti, in traghetto c’è chi dorme, chi aggiorna il suo stato dal cell…Poi il viaggio verso casa, interrotto da una fermata per la cena.
Un altra immersione vissuta insieme, un altra avventura da ricordare, da condividere, pensando alle prossime.




Buone Bolle



Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"




















Attrezzatura:

Gav : OK747 Freeshark
Muta : Semistagna SeacSub 6,5 mm
Guanti : SeacSub 5 mm
Cappuccio: SeacSub 3mm
Sottomuta: Tribord 2,5 mm
Calzari: Rofos 5mm
Maschera: Italica Seac Sub
Pinne : Mares Avanti 4
Erogatori : Primo stadio Mr12 Mares + Oceanic CDX5 
                   Secondo stadio Mares rebel + SeacSub X-10
Computer: Puk Mares



Riferimenti Utili:

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