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venerdì 5 ottobre 2018

Eccoci qui...noi... Perchè "subacquei di superficie"?



Foto di Marco Moretti
Foto di Marco Moretti
Scoglio delle Scole
Isola del Giglio (GR)
18 giugno2018

"Mi raccomando, rispetta la tua quota del limite di brevetto, 18 metri, e ricordati che noi siamo subacquei di superficie"



Ma sopratutto, perché "Sottosopra la superficie"? Beh perché parleremo di subacquea ricreativa, ma anche e sopratutto di mare e persone, del loro rapporto con il mare, di cui la subacquea non è che un aspetto.
Come dichiaravo nell'intestazione, questo blog nasce dal desiderio di condividere le sensazioni, le emozioni, nate da una passione, varie saranno le persone che contribuiranno a questa pagina, con scritti, foto, filmati, idee e proposte, come diverse sono le nostre formazioni, estrazioni e la nostra esperienza. Ci accomuna non una passione, ma l’amore per il mare, il rispetto per la natura, il desiderio di diffondere la cultura della sicurezza per questo sport a lungo ritenuto erroneamente estremo ed elitario. Cosa mi propongo, anzi cosa ci proponiamo di fare? Vorrei contagiarvi, prendervi per mano e portarvi con noi, in un mondo fatto di suoni ovattati, movimenti lenti, di silenzi rotti solo dal nostro respiro e dal gorgogliare delle bolle, un mondo che occupa la maggior parte del pianeta su cui viviamo, un mondo di cui ignoriamo in massima parte la composizione e l'estensione. Vorrei farvi conoscere, luoghi, creature, persone e instillare un po' di quella sana curiosità che accende e tiene viva una mente. Vorrei farvi innamorare, e farvi sentire davvero parte di qualcosa di davvero molto più grande di noi... e magari riuscire a far capire che rispettare il mare è rispettare anche  noi stessi.
Perchè "subacquei di superficie"? La risposta arriva dal mio corso di Brevetto Open Water, quando alla mia prima immersione da neo brevettato sul relitto della Eurobulker IV, uno dei Dive Master che mi aveva seguito, Roberto Puzzarini, mi fece alcune raccomandazioni.
"Mi raccomando, rispetta la tua quota del limite di brevetto, 18 metri, e ricordati che noi siamo subacquei di superficie". Si trattava di una nave carboniera, la Eurobulker di 16.000 tonnellate di stazza e lunga 180 metri, in rotta di attracco al porto industriale di Portovesme (CI), incagliata e affondata in zona "Secco Grande" al largo dell'Isola di San Pietro.
La profondità massima di quella immersione fu per l'appunto 18 metri, cosa che il responsabile dello Shardana Diving di Calasetta (CI) mi fece rispettare scrupolosamente. Da allora però quel termine, "Subacquei di superficie" mi rimase impresso ed esprime in modo piuttosto esaustivo ed intuitivo le differenze tra noi subacquei ricreativi e i subacquei tecnici. Per chi non conosce le differenze, brevemente spiegherò che i primi hanno un range massimo di profondità di 40 metri, mentre per i secondi si va oltre e con l'ausilio di miscele e attrezzature speciali per la respirazione.
A onor del vero dovete però pensare, sempre che vi sembrino pochi, che 30 metri corrispondono in altezza,  circa ad un palazzo di 10 piani, quindi fare le cose bene ed in sicurezza non è decisamente un optional.
Ora, assennatamente molti tra voi che leggete, senza aver dimestichezza con le immersioni, penseranno che serve una buona dose pazzia per mettere tra te e la superficie una simile distanza d'acqua, senza avere le branchie. Forse ... e forse no... personalmente credo di rischiare assai di più ad andare in bici o correre lungo una statale trafficata di mezzi di ogni genere, e detto per inciso, persino la qualità dell'aria che respiro potrebbe essere migliore.
Ma la verità è che tutto questo è marginale, quelli come noi scendono sott'acqua per far parte per un limitato periodo di tempo di un mondo che al resto dei nostri simili è solo dato immaginare e questo ci ripaga di ogni fatica.
Spero di avervi incuriosito abbastanza ed invogliato nella lettura dei prossimi contributi, buona lettura e buone bolle a tutti voi.

Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"


Foto di Tina Gori






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