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giovedì 22 novembre 2018

Buio Pesto





 "Dopo l'istante in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima"

Jacques Cousteau

Abbiamo deciso d'impeto, Salva, il “Batta” ed io, notturna a Calafuria, è un venerdì sera, il tempo di arrivare sulla scogliera e sta cominciando a fare buio.
Ed ecco la prima sorpresa di stasera, saremo solo in due, Batta ha dimenticato il Gav, gli diciamo di noleggiarne uno al Diving, ma è superstizioso, dice che se successo vuol dire che è destino e rinuncia, ci farà assistenza da terra.
È davvero un buio pesto questo e solo vicino agli scogli c'è un chiarore diffuso dato dall'illuminazione della strada e di qualche locale, l'acqua è trasparente e cristallina, provo tutte e tre le torce che ho con me, Salva fa lo stesso, con la differenza che ne avrà sette, una personale più le altre della sua attrezzatura da cineoperatore.
Si attivano anche i nostri segnalatori luminosi sulle rubinetterie delle bombole, precauzione quasi inutile, penso, visto che il mio compagno ha un “santuario” di luci attorno alla cinepresa.
Io porterò il pallone di segnalazione, attivo la luce stroboscopica, le ultime raccomandazioni e domande sui controlli fatte dal Batta che ci assisterà a riva e poi si entra in acqua.
Calarsi dentro in questo fresco abbraccio, il peso sulla schiena della bombola che si attenua, uno degli erogatori che inizia a “bollire” aria viene girato e smette subito, un ulteriore controllo ai manometri, tutto ok si pinneggia in superficie verso l'uscita del golfo.
Sono tranquillo, sto parlando con il mio compagno, anche se ho una sottile inquietudine, nonostante il mare calmissimo, l'acqua piacevolmente tiepida, allontanandoci dalle luci della strada il buio è davvero pesto.
Il cielo è coperto e sopra di esso vi è solo una falce di luna, certo conosciamo quasi ogni singolo sasso di questo posto durante il giorno, e la risacca ci dice che siamo prossimi alla punta d'uscita del golfetto, poco sopra si staglia la figura amica della Torre di Calafuria, poco più in là i rumori della musica del locale adiacente al Diving.
È questo il punto che abbiamo scelto per la discesa, sarò io apripista avendo il pallone che segnala ai naviganti e alla nostra assistenza a terra la nostra posizione, tutte e due le torce accese, un ultima occhiata alle bussole e poi si scende.
Erogatore in bocca, il rumore del mio respiro comincia a coprire quasi tutto il resto, sovrastato solo da quello del soffio d'aria del mio jacket che si svuota per consentirmi di andare sotto.
Di nuovo vengo abbracciato, ma questa volta dall'oscurità più completa, il fascio di luce della torcia appesa ad uno degli spallacci proietta verso il basso, ci vogliono alcuni secondi prima che inquadri i sassi familiari del fondo, aggiungo un po' di aria nel Jacket e freno la discesa, arrivo in punta di pinne.
Giro lo sguardo in alto, verso la superficie, un indistinto nero rotto ogni tanto dal lampeggio della stroboscopica su di esso, il mio compagno plana poco distante da me, alcuni secondi mentre registriamo i cinghiaggi e poi dati i proverbiali “OK” tradizionali si va per la direzione stabilita in precedenza.
Non dovrebbe essere una immersione particolarmente fonda sarà intorno ai 20 metri circa, sarà il mio compagno a condurre, visto che è alla ricerca di alcune creature che si trovano agevolmente solo di notte.
Intorno a noi ci sono alcune sardine sospese nel buio, non si muovono neppure quando illuminate, di giorno le vedresti volteggiare all'unisono in branco, e mentre il cineoperatore si attarda sull'infiorescenza di uno spirografo io faccio il mio primo incontro: Beroe Ovata.
Una medusa senza filamenti, cava all'interno, di forma vagamente falliforme, nella sua trasparenza dalla sommità sino ai bordi è segnata da piccole linee che occasionalmente percorsa da uno scintillio elettrico. Di lì a poco Salva mi raggiunge, mi scosto e gli lascio filmare questa piccola meraviglia.
Io mi guardo intorno, ovunque è un fervore di di vita,: i saraghi fasciati in caccia, le triglie a rovistare sul fondo, scorfani immobili nei loro riflessi aranciati vicino ai sassi e i Re di Triglia (Apogon Imberbis) prossimi alle loro tane.
Gli sguardi volano spesso ai manometri e alla posizione del mio compagno e poi il nostro primo di molti incontri simili questa notte: il polpo (octopus vulgaris) .
A vederlo esanime in pescheria non lo direste, ma i suoi movimenti in acqua sono una delicata danza e nuota con una fluidità perfetta.
Le nostre luci lo attraggono e frastornano, poi un bruciore al polso mi distrae, poco sotto il computer da immersione, un guanto ha ripiegato il bordo indietro lasciandomi un centimetro di pelle scoperta, illumino con la torcia intorno a me ed eccola: poco in là, il terrore di bagnanti, la Medusina Viola (Pelagia noctiluca), bellissima ed evanescente, nel totale buio, con quella caratteristica croce bioluminescente in testa.
Un occhiata al manometro e un altra alla bussola, senza quest'ultima e senza riferimenti certi qui sotto ci perderemmo nonostante, di giorno questo luogo non abbia quasi segreti per noi.
Lenti prendiamo la strada per il ritorno, ma ci fermiamo a “dare la precedenza” a un gruppo di grossi cefali (Mugil cephalus) che attraversa fulmineo davanti a noi, mi giro verso il mio compagno che mi fa il segno di “ok”, è riuscito a riprenderli.
Perdo di vista il mio compagno in acqua un paio di volte, e in quelle occasioni mi rendo conto dell'effettivo buio pesto che mi circonda, abbasso il fascio della torcia verso il basso e mi guardo intorno calmo e l'unica luce disponibile, ed eccolo laggiù che si attarda su una polpessa (Octopus macropus Risso) che non è la femmina del polpo bensì una specie a sé stante.
No...lo so questo è un Polpo non una polpessa :)
Anche lei nel muoversi ha una grazia insospettabile per queste creature.
Meno male...che stiamo rientrando, io sto lottando con il mulinello del pallone che si è impigliato già un paio di volte...non è il mio e mi ci trovo male.
Il nostro ultimo incontro è costituito da due seppie (Sepia Officinalis), una minuscola grande poco meno dell'ultima falange del mio pollice, e l'altra di circa 10 cm di lunghezza con una parte della pelle superiore strappata, sicuramente a causa di un predatore che non è riuscito ad averla vinta con lei.
La riemersione è dolce l'aria in superficie è inaspettatamente calda, il mio compagno commenta concitatamente i nostri vari “hai visto quello?”, “hai visto quell'altro?”.
Il bruciore sul polso è intenso, ma sopportabile, non ho uno stick all'ammoniaca appresso e non avrò acqua calda sino a casa...pazienza sopporterò.
L'amico rimasto a terra ci chiama, tutto è andato a meraviglia, ci aiuta ad uscire, la parte più difficile sarà svestirsi dalla muta, si è alzato un certo venticello e noi siamo umidi, ma ne è valsa la pena.
La serata Continua a Livorno in casa di amici, anchessi sub, si sarebbero uniti a noi ma gli impegni di lavoro glielo hanno impedito, appena arrivato in casa tuffo il polso sotto il rubinetto dell'acqua calda, a vedere se riesco a neutralizzare in parte il veleno della medusa.
Terminiamo questa notte con una piacevole chiaccherata davanti ad un monumentale piatto modello “Monte Fuji”, di carbonara fumante, che ci hanno preparato mentre Salva sfotteva amichevolmente la padrona di casa chiamandola “Sirena di sughero” (per il suo assetto in acqua), humor subacqueo e tante risate.

Data Immersione: 9 Ottobre 2015

P.s. Le foto sono di un altra notturna, sto ancora aspettando che Salva mi faccia vedere il girato di quella notte


Attrezzature:

Computer: PUK Mares
Gav: OK 3000 Freeshark
Octopus: Primo stadio MR2 Mares, M5 Oceanic,  Secondi stadi Mares Rebel – Seacsub
Muta : Monopezzo umida 5mm Iceman
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da terra - Calafuria (LI)
Temp. Acqua: 24 C°



Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"



domenica 18 novembre 2018

Entrare in acqua...ma quale didattica?

Ok ti sei finalmente deciso a fare un corso da sub... magari sei in un villaggio/resort ( e allora hai poco da scegliere) e cogli l'attimo, oppure decidi di fare un corso vicino a casa prendendoti i tuoi tempi... Ti informi su chi tiene i corsi, dove ed orari...se sei in una grande città l'offerta non ti manca...ma quale didattica scegliere?
Mi sono dato la briga di guardarmi intorno, per capire quante scuole e didattiche fossero fiorite negli ultimi anni e sono rimasto sorpreso per numero e tipologia.
Padi, SSI, SNSI, Fipsas, Fias, Nadd, Raid, ecc andiamo a vederne alcune brevemente:
Padi acronimo di Professional Association of Diving Instructors organizza corsi a vari livelli e con diverse specializzazioni, dal livello base fino a Course Director. È una delle didattiche per subacquea ricreativa più diffuse al mondo.
SSI, Scuba School International è stata fondata nel 1970 negli Stati Uniti ed è attiva sul territoio italiano dal 1990. I corsi dell'organizzazione seguono i dettami della Rsttc, che Ssi ha introdotto per prima in Europa. Tra le novità della Ssi vanno segnalati l'Universal Referral Program, introdotto nel 1999, il Passport program, in collaborazione con la Naui, e il "Programma di autostudio": il kit dell'allievo contiene sempre una videocassetta che consente di svolgere la parte teorica da soli. In seguito l'istruttore, dopo aver effettuato alcune verifiche sull'apprendimento dell'allievo, lo segue nelle lezioni in acqua.






La canadese Acuc, (America Canadian Underwater Certification), associata Rstc, organizza corsi a tutti i livelli, con rilascio di brevetti internazionali. Ha rapporti di collaborazione con numerose altre didattiche sul territorio nazionale italiano.


 La Confederation Mondiale des Activités Subaquatiques (Cmas) e una confederazione a carattere mondiale che riunisce associazioni, federazioni subacquee e organizzazioni scientifiche di tutto il mondo, le quali organizzano corsi e programmi didattici seguendo le indicazioni della Cmas. I brevetti Cmas sono riconosciuti in tutto il mondo e coprono tutti gli aspetti dell'attività subacquea: sportivo, tecnico e scientifico. in Italia la confederazione opera tramite le federazioni affiliate.
RAID è l'agenzia di formazione subacquea con maggior crescita al mondo con uffici regionali, centri immersione e istruttori pronti a fornire formazione subacquea completa di programmi accademici on-line dal principiante a tutti i livelli istruzionali. RAID offre formazione per corsi dallo snorkeling agli apparati a circuito chiuso.

La Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, e affiliata alla Cmas e al Coni. Organizza corsi di apnea e per sommozzatori dai livelli base fino alle specializzazioni nelle varie discipline, come biologia, archeosub, utilizzo della camera iperbarica, corsi istruttori. Recentemente la Fipsas ha introdotto un nuovo corso di immersione per disabili e di immersione con miscele iperossigenate. Si occupa anche di agonismo, organizzando i campionati italiani di pesca subacquea, di tiro a segno subacqueo, di caccia fotografica subacquea, di fotografia subacquea.






PSS Worldwide si occupa di diversi sport, studiando e regolamentando i programmi di addestramento, producendo i relativi materiali didattici e persino realizzando programmi televisivi dedicati alla didattica sportiva.
Nel settore delle attività di immersione PSS Worldwide ha iniziato a operare negli anni '90, con esperti che lavoravano nel mondo della didattica subacquea già da venticinque anni con molteplici esperienze professionali: dagli studi universitari specifici alle consulenze tecnico-commerciali per produttori di attrezzature subacquee, dalla formazione degli istruttori alla gestione di catene di diving, dalle consulenze ai tour operator alla realizzazione di manuali didattici a tutti i livelli, dalla conduzione di programmi snorkeling per alunni delle scuole pubbliche alla sperimentazione in immersione di nuovi algoritmi decompressivi per subacquei tecnici.
FIAS,  Federazione Italiana Sport Acquatici è dedicata allo sviluppo di corsi ad altissimo contenuto didattico, nonchè alla sicurezza in mare e alla salvaguardia dell'ambiente. La FISASUB è una fra le federazioni artefici nella "costruzione" della C.I.A.S. (Confederazione italiana attività subacquee) a cui fanno capo le maggiori didattiche Italiane





La Snsi (Scuba Nitrox Safety International) organizza corsi ricreativi aria (Air Program), Nitrox e rebreather. L'Air Program prevede corsi dal livello Open Water Diver (con opzioni Nitrox e muta stagna) al livello istruttore (Open Water Instructor). I corsi Nitrox Diver e Nitrox Instructor sono relativi alle miscele ricreative 32% e 36%. I corsi Rebreather Diver e Rebreather Instructor sono relativi ai modelli semichiusi "Ray" e "Dolphin" Drager. La Snsi è un'agenzia didattica internazionale riconosciuta da Rstc.

IDEA,  International Diving Educators Association e nata nel 1952 e opera in Italia dal 1992. I livelli dei corsi sono tre: base, avanzato e professionale. Ognuno di essi si articola in tre corsi specifici. Due le formule per la formazione istruttori: una in cui il candidato, dotato di una solida formazione di base, prende parte solo alle prove di ammissione e all'esame finale; I'altra prevede la possibilità di essere seguiti fin dall'inizio da un instructor trainer.

Come potete vedere ho provvisto ciascuna delle didattiche citate del rispettivo link di collegamento, per capirci di più.
di seguito c'è questa tabella aggiornata alla data odierna che è desunta dagli specchietti che le varie didattiche danno dei loro corsi, così da fare un rapido raffronto, potrete notare alcune differenze, specialmente in ambito profondità a cui si viene abilitati. Per alcune poi non esistono brevetti DEEP (40 metri, la profondità massima per un ricreativo), ma solo corsi di specializzazione.


Spero di aver aiutato ad ampliare la panoramica

Buone Bolle!

Fabrizio Gandino 
"Subacqueodisuperficie"







giovedì 8 novembre 2018

Il Momento perfetto


"Lento mi adagio sul fondo bilanciando l'aria che mi serve per equalizzare il mio peso a quello dell'acqua, una sistemata alle cinghie.

Solo con il rumore del mio respiro, mi guardo intorno, il momento perfetto, il mondo non esiste, meccanicamente giro la testa verso l'alto dove il chiarore è maggiore."

scatto di Tina Gori


È stato un inverno lungo, l’acqua ancora fredda, temerario mi sono affidato alla semistagna e sto “pedalando di pinne insieme agli altri in mezzo al golfetto di Calafuria, cullato dall'acqua, nelle orecchie il chiacchericcio affannato dei miei compagni, le gambe che spingono e quella sensazione di vuoto sotto di me.
Ogni tanto mi giro sulla pancia per guardare di sotto com’è la visibilità, l’acqua fredda si fa sentire in quel perimetro compreso tra la maschera ed il cappuccio.
Finalmente l'arrivo, un ultimo ennesimo controllo, le cinghie che mi costringono,
sembriamo tutti dei grassi batraci, mentre ci guardiamo tra noi, ognuno memorizza la configurazione dell'attrezzatura dei compagni e del compagno con cui farà coppia, ognuno mentalmente aspetta il segnale del nostro apripista per la discesa, quello che porta il pallone.
Metto su la maschera e infilo in bocca il boccaglio, mi giro di nuovo, lo faccio sempre, guardo la discesa del mio compagno tra le bolle prodotte dal suo erogatore, aspetto che raggiunga il fondo prima di girarmi nuovamente.
Il segnale di ok viene dato per l'inizio discesa, aspetto il mio turno, l'erogatore in bocca, il suono potente del rilascio dell'aria, quello del gav che si sgonfia, quella sensazione come di due mani invisibili che lentamente ti tirano sotto.
Il battito del cuore accelera percettibilmente, i suoni cambiano e divengono leggermente ovattati, il rumore delle bolle e quello intervallato ad esse del mio respiro, sono i miei compagni in quella fase.


foto di Fabrizio Gandino


Meccanicamente compenso anticipando una fastidiosa sensazione sugli orecchi e continuo a scendere, guardo in basso.
Uno, due colpetti al vis e immetto aria nel giubbotto, non voglio sembrare Ironman che arriva a terra facendo una ragnatela di crepe, qui alzerei solo del sedimento dal fondo, rallento la discesa e mi appoggio delicatamente in punta di pinne.
Lento mi adagio sul fondo bilanciando l'aria che mi serve per equalizzare il mio peso a quello dell'acqua, una sistemata alle cinghie.
Solo con il rumore del mio respiro, mi guardo intorno, il momento perfetto, il mondo non esiste, meccanicamente giro la testa verso l'alto dove il chiarore è maggiore.

foto di Fabrizio Gandino
Il Sole occhieggia in Superficie


La luce del sole mi occhieggia da lontano nel baluginio dei riflessi della superficie una decina di metri più su, accendo la torcia illuminando qualche pesce curioso, il fascio lo fa esplodere di colore, semplice fisica che si trasforma in magia.
Io creatura di terra ed aria, sono di nuovo solo con il mio respiro in questo paesaggio alieno, diverso ogni volta, prestato per la breve durata dell’immersione a quel mondo dal quale tutti siamo provenuti.
Io il mio respiro e basta, il cuore batte di nuovo più lento, pace assoluta, il momento perfetto che vorrei si dilatasse all'infinito.

foto di Roberto Puzzarini
Sono secondi che a me paiono minuti, ma presto questo incanto si spezzerà, l'aria qui è preziosa e ci si muoverà... però lasciatemi congelare nel tempo questo momento che è, e resterà solo mio.


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"


lunedì 5 novembre 2018

Bagni di Lucca: Dentro il Canyon

Foto di Salvatore Fabiano
rampa di accesso al sentiero
"Nel contesto di una natura mozzafiato, il fiume inizia a scorrere lento dentro una gola scavata nella roccia dall'acqua, nei millenni."


Dovete sapere che essere un sub ricreativo, se la “prendi bene” equivale a divenire una sorta di drogato, devi entrare in acqua sempre e il più possibile.
Detta così suona come una sorta di forma di dipendenza, ma credetemi è così nel senso buono del termine, in fondo si tratta di un attività sportiva, che se condotta correttamente dà molte soddisfazioni a chi piace il mare e vuole vivere con esso un rapporto più profondo.
Foto di Salvatore Fabiano
io nel torrente Lima
Ok, c'è chi si immerge anche in lago e in fiume, personalmente nel primo mai stato, ma mi riservo di visitare un sito su cui ho messo gli occhi da tempo, forse l'estate prossima, per il fiume beh...
In località Scesta di Bagni di Lucca (LU), il fiume Lima, affluente del Serchio, esiste, vicino alle Strette di Cocciglia, un sito di immersione piuttosto inusuale.
Nel contesto di una natura mozzafiato, il fiume inizia a scorrere lento dentro una gola scavata nella roccia dall'acqua, nei millenni.
Bisogna andarci d'estate per una serie di ottime ragioni, prima fra tutte l'esplosione di verde dei boschi circostanti e l'acqua più calda in quel periodo (15° Brrrr!) che permette ai più arditi di scendere anche con una semistagna.
Panorami mozzafiato
Il paesaggio subacqueo è senza eguali; certo qui vita se ne vede poca per davvero, a me è capitato di vedere giusto dei grossi girini e basta, manco na' trota, però l'effetto che si crea per effetto del termoclimo che scalda in superficie l'acqua attirando in alto la sospensione, dona all'acqua una visibilità come in aria, quando poi il sole è a picco sul canyon...ragazzi!
Tutte le diverse sfumature dal verde all'azzurro più chiaro ed intenso, ad ogni curva lo scenario cambia, si trovano vere e proprie camere di roccia liscia levigata, con un pavimento di ciottoli e
foto di Salvatore Fabiano
atmosfere particolari e giochi di luce
rischiarate a giorno, in altre la visuale è decisamente più buia (qui portarsi una torcia non è mai un errore) e il paesaggio assume contorni dalla migliore cinematografia dell'orrore degli anni 80'.
Capita ad esempio, di trovare un intero albero con ancora tutte le foglie attaccate, precipitato sotto e passare tra i suoi rami, una sorta di scheletro tetro, nulla di pericoloso sia chiaro, i passaggi sono sempre larghi e agevoli, ma un piccolo brivido (o era “l'acqua ghiaccia”?) vi verrà.
Poi... alzate lo sguardo alla superficie e li in certi tratti potete quasi vedere come se non esistesse l'acqua sopra di voi ma un vetro.
Io ci sono stato in un pomeriggio d'estate, Calafuria non era praticabile, causa meteo, quindi Salva e Batta che c'erano già stati altre volte mi convinsero della bontà di questa immersione.
Foto di salvatore Fabiano
Scesta - Bagni di Lucca
Fondamentale arrivare li con una sola auto, non è che ci fosse tutto sto gran parcheggio, scaricate le attrezzature, ci siamo cambiati e preparato gli scuba nel portico di un antica chiesetta in pietra (merita essere vista), poco sotto il piano stradale da cui si accede da una stradicciola pavimentata a ciottoli e pietre,  dividendo lo spazio all'ombra con un gruppo di scout (specie non autoctona che infesta quei boschi ahahahah!). Li attaccato c'è il vecchio ponte in pietra, che permette di dare uno sguardo di sotto e rendersi conto di quanto sia profondo il canyon.
Si accede al luogo di immersione, un ansa che si allarga fino a formare un grosso laghetto (chiamato non senza una ragione “Laguna Blu”) costeggiato da una spiaggetta sassosa, che fa da ingresso alla gola di pietra calcarea tra le rocce, oltrepassando il ponte, passando dinanzi alla sede del Canyon Park
Foto di Fabrizio Gandino
Laguna Blu
– Parco Avventura e poi giù per un sentiero (anche questo più trafficato di una autostrada a ferragosto durante una “partenza intelligente”, di scout, escursionisti e patiti del canyoning su gommoncini.
Sì perchè ragazzi, questo posto è piuttosto conosciuto da queste parti, il Canyon Park poi offre tutta una serie di attività anche per i “non subbi”, è assolutamente normale durante l'immersione alzare lo sguardo e vedere (dove l'acqua lo consente), tavole e gommoni passarti sopra la testa e al termine della traversata della gola, che sfocia in un ansa chiusa tra le rocce a picco in una vista mozzafiato (parola che ricorre spesso pensando a quel posto), qualcuno passare sopra di voi su un ponte tibetano.
Foto di Antonio Battaglini
Tornando al ragguardevole pomeriggio in questione, optai per la saggia decisione di portare giù prima lo scuba montato e le pinne e poi scendere vestito con il resto dell'attrezzatura, scelta che visto il gruppo di scout presenti (era la stagione riproduttiva?), si rivelò basilare per la mia sopravvivenza, visto il caldo torrido appena mitigato dalla frescura del bosco.
Entrati nella Laguna Blu, ci si inabissa subito con un rapido dislivello di circa quattro metri verso il fondo della gola del canyon, e qui comincia l'avventura fatta di paesaggi a dir poco stupendi.
Come ho detto precedentemente, qui vita subacquea ne vedi poca, se sei fortunato forse qualche trota e dei girini, ma per il resto la sensazione è stupenda in ogni passaggio.
Foto di Fabrizio Gandino
Salvatore Fabiano
Capita durante l'immersione di trovare qualche oggetto caduto a qualche esursionista o trascinato giù dalla pioggia nel dirupo, recuperatelo e portatelo su come abbiamo fatto anche noi, vedetelo come un piccolo prezzo da pagare per continuare a mantenere questo posto incontaminato com'è oggi.
C'è gente che fa questa immersione anche quattro, cinque volte a stagione, quel che mi lascia perplesso è che sono gli stessi che trovano la scogliera di Calafuria, troppo faticosa... parliamone...quel sentiero con l'attrezzatura indosso ucciderebbe un toro.
Per il resto, credo che le immagini che ho postato qui, parlino da sole; un esperienza da fare? Sicuramente sì, ma non esiste un diving lì, quindi ragazzi le bombole ve le dovete portare da casa, a patto di portarsi una muta che ti tenga al caldo e non sentire il freddo è un immersione
Foto di Salvatore Fabiano
Canyon del fiume Lima
tranquillamente alla portata di un Open, non c'è il rischio di perdersi e nel punto più fondo l'acqua supera di poco i nove metri, con dei consumi accettabili basta anche una bombola da dieci litri.
Arrivati al fondo e riemersi, avete la scelta: o vi reimmergete e rifate il percorso al contrario, o pinneggiate in superficie lasciandovi trasportare dalla flebile corrente (ma qui ve la vedrete con tutto quel che galleggia in quel momento sul torrente).
Spero di avervi fatto venire la curiosità quindi Buone Bolle!

Data Immersione: 10 luglio 2016

Attrezzature:

Computer: PUK Mares
Gav: OK 3000 Freeshark
Octopus: Primo stadio MR2 Mares, M5 Oceanic,  Secondi stadi Mares Rebel – Seacsub
Calzari : 2,5 mm Seac Sub
Calzari Scarpa: 5mm Tribord
Muta : Hyperterm 6,5mm Mares
Sottomuta: 2,5mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da terra - Scesta - Bagni di Lucca (LU)
Temp. Acqua: 14 C°

Fabrizio Gandino
"Subacqueo di superficie"

Foto di Tina Gori