2 giugno 2019
Sveglia presto...ci tocca, tra la
partenza intorno alle 8,45 e il fatto che tutto il bagaglio deve
essere pronto al nostro rientro per partire e riprendere il traghetto
del rientro. Abbondante colazione, sfottò d'obbligo a Salvatore, che
per fortuna ha un gran senso dell'umorismo e risponde a tono :D.
L'imbarco avviene senza incidenti, una
cosa appare subito chiara, il mare non si è calmato particolarmente
da ieri, qui la scelta ricade su Capo Calvo.
La Cala di Capo Calvo si trova a sud
est del golfo di Porto Azzurro, il fondale alterna sabbia a posidonia
con qualche sperone di roccia che vi emerge. La squadra questa volta
è composta, oltre che dal sottoscritto, da Elena, Luca e Michele.
Viene calata una sagola con un
gavittello, la corrente di superficie non è fortissima, ma è
piuttosto fastidiosa.
Attraversiamo un pianoro sabbioso, per
raggiungere un area densamente popolata di Gorgonie rosse intorno ai
30 metri di profondità.
Che dire il posto sarebbe davvero uno
spettacolo, ma questo infame tappeto giallo di mucillaggine che
ricopre qualsiasi cosa.
Le gorgonie sono tante, belle e non a
profondità elevate, ma aimè con questa disgustosa parrucca in cima.
La visibilità è a tratti, ed è un
vero peccato perchè c'è una luce solare ottima e verrebbero delle
riprese decenti se l'oeratore fosse un po' meno scarso (io) e si
vedesse qualche metro in più, insomma visibilità “Calafuriana”.
Anche qui vediamo alcune flabelline,
tenacemente attaccate ai rami rosso porpora, stagliarsi in mezzo ai
filamenti e di nuovo vedo una vacchetta solitaria, qua e là qualche
spirografo e su alcune pareti, cespi di Parazoantus e rami di falso
corallo nero (Gerardia savaglia).
Tutt'intorno la solita fauna pelagica
fatta per lo più di castagnole, donzelle e qualche triglia.
Luca ogni tanto si ferma e libera
qualche gorgonia dalla sua parrucca bionda, speriamo presto che una
mareggiata risolva un po' questa situazione.
Risalendo incontriamo un po' di
posidonia, alle onnipresenti donzelle, si uniscono saraghi e Perchie
(Serranus cabrilla); ad un certo punto un pescetto blu mi saetta
dinanzi, ne parlerò dopo con Luca ma non riuscirò
nell'identificazione finchè non arrivo a casa, si tratta di un Tordo
codanera (Symphodus melanocercus), il fatto che sia in livrea
riproduttiva, mi dice che ho avvistato un maschio ed è compatibile
con il fondale roccioso che ha eletto a suo habitat.
Risalendo di profondità la situazione
migliora notevolmente, non tanto per la mucillaggine, ma per la vita
pelagica che si libra sopra di essa.
Al rientro sulla catena, incontriamo il
gruppo che si è spinto un po' più in fondo di noi, Salvatore
riprende tutti, solito documenta le nostre immersioni, il suo girato
ci permette spesso di renderci conto di cose appena intraviste o
sfuggite del tutto.
Fortunatamente la corrente è per lo
più di superficie, con qualche accorgimento il rientro non è
particolarmente difficoltoso, altra cosa il moto ondoso che ci fa
ballare un po' e rende poco simpatico issarsi su per la scaletta.
La sosta di superficie è d'obbligo e
si cerca una posizione appena un po' più riparata, per poi muovere
alla volta della meta successiva: punta delle Cannelle.
Il sito si trova sulla punta nord del
golfo di Porto Azzurro, anche qui la corrente non scherza, si decide
in sede di breafing, di scendere sulla parte interna, la barca viene
ormeggiata a ridosso della scogliera sottraendola così al vendo e
dandoci così una relativa calma.
La discesa è facile, puntando verso il
largo si attraversa un pianoro che difrada verso il basso, arrivando
passando uno sperone di roccia, ad un panettone che dal fondale
(saranno circa 40 metri) si erge per 10 metri interamente coperto di
gorgonie rosse.
Ragazzi spettacolo! Qui forse a causa
della sua esposizione al mare aperto e alla corrente, la mucillaggine
è sempre presente, ma in misura nettamente minore.
Anche qui (mi ripeto) è un ribollire
di vita: castagnole, donzelle, saraghi, perchie, ho visto un bel
dentice, corvine, qualche zerro(Spicara maris) con la caratteristica
macchiolina nera, e delle piccole lampughe (Coryphaena hippurus).
Si nuota sino al “Panettone di
gorgonie”, ma qui la corrente si fa davvero sentire e tende a
strapparti alla parete, per cui si rientra verso il pianoro.
Sulle pareti è un fiorire continuo di
parazoantus, che finalmente ci mostra un giallo diverso e decisamente
più piacevole.
Sono quasi sull'ancora che sto
girellando cercando qualcosa da riprendere, quando salvatore mi
chiama, a pochi metri dall'ancora mi indica qualcosa: uno
scocciatissimo polpo in tana, ammassa sassi dinanzi a sé e soffia
acqua con i suoi sifoni in direzione di Salva.
Risaliamo soddisfatti e senza aver
caricato deco per la stragarande maggioranza di noi, è stata una
splendida immersione anche questa.
Concludendo:
E' stato un bel weekend di immersioni,
passato tra amici e uno splendido mare, una buona organizzazione,
purtroppo per la mucillaggine non c'è nulla da fare, questo discorso
meriterebbe un respiro più ampio, visto che il fenomeno una volta
sporadico, ora invece è ciclico, è dovuto agli sconvolgimenti
climatici.
Ragazzi che vi devo dire?....tocca
ritornarci! :D
Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro, Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro, Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Sottomuta : 2,5 mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°
Buone bolle
Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”