1 giugno 2019
Quest'anno il calendario ci ha fregato,
il “ponte del 2 giugno” cadeva in pieno fine settimana, ma questo
credete sarebbe bastato a fermare noi intrepidi subbi? Ovviamente no!
La nostra Tina Gori aveva programmato
per questo weekend un uscita all'isola d'Elba, avremmo fatto base per
il pernottamento a Capoliveri, e appoggiandosi al Diving Capo Horn,
ci aspettava una due giorni di immersioni lungo i fondali dell'isola.
Per l'occasione erano presenti “Parra”,
“Massy”, “Carlino”, “Salva”, Renato, Michele, Elena,
Luca, Samuele, Sandro e suo fratello ed io; Roberto Puzzarini e
Gianni Mattarozzi disertano l'uscita con noi, ma sono ampiamente
scusabili, loro andranno in gommone ad immergersi a Pianosa, li
troveremo al nostro ritorno (e magari Roberto ne vorrà parlare, lo
spero).
La partenza è alle 8.45 dal molo in
fondo alla spiaggia, tutta l'attrezzatura è stata caricata la sera
precedente, dopo colazione, il tempo di salutare il Puzza e
Mattarozzi che partono, a noi non resta,che sciabattare pigramente
sino al moletto. Qui incontriamo Parra e Massy che saranno con noi
solo per questi due
tuffi.
tuffi.
Si monta subito lo scuba appena in
barca, qui apprendiamo che la nostra prima meta sarà lo Scoglio
Remaiolo; non ci sono mai stato prima, si trova oltre Punta Galera,
dove invece avevo fatto un tuffo l'anno scorso. La scelta è stata
ragionata, abbiamo con noi alcuni Open, quindi sarà opportuno avere
delle profondità accessibili anche per loro senza penalizzare per
questo i gruppi che possono e intenderanno spingersi entro i
parametri Advanced e Deep.
Il sito di immersione, come già detto
si presta a diversi gradi di difficoltà, il fondale parte da quota 0
(lo scoglio vero e proprio) sino a digradare in alcuni punti ad una
profondità che va a circa 55 metri.
Il mare a dire il vero è leggermente
mosso, niente di impossibile, solo bisogna stare un po' attenti, la
discesa non presenta grossi problemi, i gruppi sono stati decisi
prima, io sono con Michele, il Secci e suo fratello, mentre Luca,
pratico del posto sarà la nostra guida.
Non appena scesi, non ho neppure il
tempo di accendere la telecamera, che una murena di dimensioni
piuttosto ragguardevoli si allontana da noi nuotando velocemente
fuori tana, cominciamo bene!
La visibilità è, nota dolente, in
alcuni tratti un po' “Calafuriana”, tutto ribolle di vita, a
parte la minutaglia pelagica a cui questi fondali ci hanno abituato,
Castagnole (Chromis chromis), Donzelle (Coris juilis), Sciarrani
(Serrabus scriba), Saraghi (Diplodus vulgaris e Diplodus rafinesque),
Donzella pavonina (Thalassoma pavo), mentre negli anfratti stazionano
a gruppetti Re di triglie (Agopon imberbis) e Castagnole rosse
(Anthias antias).
Ovunque c'è qualcosa che si muove, sto
guardando delle Corvine (Sciaena umbra) passare in gruppetto tra i
saraghi, che Luca richiama la mia attenzione verso il basso, nel blu,
tre grossi Dentici (Dentex dentex) si allonatanano da noi.
In parete tenacemente abbarbicate,
diverse stelle arancio (Hacelia attenuata) ed io faccio anche il mio
primo incontro con una Pseudochama Agripina integra. Sul Lato sud vi
è una costa rocciosa che digrada piuttosto rapidamente, possiamo
osservare delle splendide gorgonie, spesso accompagnate da piccoli
nudibranchi, Flabelline (Flabellina Affinis) per lo più, io
individuo anche una Vacchetta (Discodoris astromaculata) alla base di
una di esse ...però...
Purtroppo l'intero fondale è una sorta
di moquette gialla che ricopre ogni cosa, sarà un po' il contraltare
di questi due giorni di immersioni qui, alla base di una formazione rocciosa ecco emergere le antenne di due aragoste ...mitico!
Ci è stato detto che quest'anno le
mucillaggini si sono presentate con un mesetto di ritardo, e senza
nessuna violenta mareggiata, sono in sostanza ancora tutte lì
intonse; si tratta di un fenomeno una volta piuttosto raro nel medio
e basso Tirreno, ma che oggi sta divenendo una costante a causa dei
cambiamenti climatici, che non risparmiano più nulla e nessuno.
Questo influirà sulla durata
dell'immersione, infatti dopo neppure 35 minuti ne abbiamo quasi
tutti abbastanza ed iniziamo a risalire.
Durante la sosta di superficie abbiamo
il tempo di riprenderci, cambiare le bombole e scambiarci le
rispettive opinioni; ci si muove alla volta dei Picchi di Pablo, una
garanzia.
Il nome del sito deriva da due
formazioni rocciose, due pinnacoli, che si ergono su una parete di
roccia per 35-40 metri. Ci ero stato l'anno scorso qui, seconda
immersione della giornata, come qui oggi, bisognerà fare attenzione,
anche se cercherò di stare meno in profondità, caricare deco qui
sarà un attimo, qualche minuto di sosta sulla catena a “spurgare”
azoto o idea che sarà quasi inevitabile.
Con un occhio al computer inizio
l'immersione, provo a scendere subito alla grotta dove sono soliti
esserci dei gamberetti, ma qualcuno è passato prima di me
lasciandomi un torbo notevole, pazienza.
Mentre costeggio la parete, in una
crepa, Luca richiama la mia attenzione, una splendida Musdea (Phycis
phycis) pinneggia quasi immobile a testa in giù, prestandosi a
riprese e scatti.
Qui la parete verticale poco si presta
alla proliferazione e sosta della mucillaggine, per nostra fortuna.
Anche qui è un ribollire di movimento di fauna pelagica, ci muoviamo pigramente scrutando ogni anfratto e tana alla ricerca di qualche immancabile sorpresa, di nuovo avvisto un paio di grossi dentici muoversi in alto sopra me di me in controluce.
Qualche Ricciola (Seriola dumerili)
cerca di confondersi tra i saraghi enon manco di notare qua e là dei
piccoli cespi di Parazoantus e Corallo nero.
Bella immersione davvero, si ritorna
alla catena, prevedibilmente affollata, sembra di stare dentro una
bottiglia di acqua gassata, si riemerge un po' alla volta cercando di
liberare rapidamente la scaletta.
Un po' stanchi, ma ancora eccitati ci
si libera del gav e della muta, è l'ora della pappa, ottima ed
abbondante, a bocca piena con il solito cicaleggio “Hai visto
quello, hai visto questo?”, Salvatore che fa il giro con la sua
macchina per far vedere le sue riprese, finendo immancabilmente di
scoprire di aver inquadrato qualcosa che era sfuggito primariamente
alla sua attenzione.
Questa prima giornata di immersioni si
era chiusa tutto sommato positivamente.
La sera si cena in albergo, e si festeggia a sorpresa un emozionatissimo Renato che non se l'aspettava, dopo giretto in paese, ma a letto presto, domani è di nuovo ora...
La sera si cena in albergo, e si festeggia a sorpresa un emozionatissimo Renato che non se l'aspettava, dopo giretto in paese, ma a letto presto, domani è di nuovo ora...
To be Continued...
Buone bolle
Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro, Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro, Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Sottomuta : 2,5 mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°
Diving di appoggio: Stefano Sub
Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”
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