I subacquei sono dei drogati, infatti sviluppano presto dipendenza dalle immersioni è un dato ormai conclamato.
Neppure le condizioni meteo avverse riescono a fermarli, loro devono immergersi, e non importa se non esiste una piscina disponibile per dargli l'illusione di potersi librare tra i fondali...loro devono immergersi a prescindere.
Ecco di seguito la prova fotografica di quanto può essere devastante una crisi d'astinenza da immersioni.
le crisi possono arrivare ovunque e non c'è verso, a volte si è vittime di miraggi e dell'illusione della vista di nuovi fondali....neppure i sub più esperti sono al sicuro.
Subacquei....gente seria!
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
CRONACHE DI SUBACQUEI DI SUPERFICIE - Questo blog nasce dal desiderio di condividere le sensazioni, le emozioni, nate da una passione, la subacquea ricreativa. Differenti voci ed esperienze, come diverse sono le nostre formazioni e il nostro vivere il mare. Ci accomuna l’amore per il mare, il rispetto per la natura, il desiderio di diffondere la cultura della sicurezza. https://subacqueodisuperficie.blogspot.com/2018/10/eccoci-quinoi-perche-subacquei-di.html
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domenica 30 dicembre 2018
Y 40 la piscina più profonda del mondo...ma non è il mare
Domenica 25 Novembre
2018, la tribù del “Casio Divers Group” e Del “C.S.D” si
sposta in massa in quel di Montegrotto Terme (PD) per il PADI Day .
In realtà è una
buona scusa per trovarci tutti insieme, o perlomeno la maggior parte
di noi, l’idea di immergersi nella prima piscina al mondo
specificatamente studiata per subacquei e apneisti, oltre ad essere
la piscina più profonda al mondo per uso civile (Credo ne esistano
simili anche nelle sedi dei principali centri di addestramento delle
agenzie Aerospaziali per addestramento degli astronauti) ci lascia un
po’ perplessi a dire il vero.
C’è di buono che
l’attrezzatura te la forniscono in loco e vi è in sede un
esposizione di Acqualung (uno degli sponsor della struttura) e di
Dive System (di cui parleremo più avanti).
La Y-40, è
la piscina più profonda del mondo: la struttura è situata a
Montegrotto Terme in provincia di Padova, in piena cornice dei Colli
Euganei , il
suo logo non è scelto a caso, infatti ricorda la
figura dell'apneista in posizione verticale, ma è la profondità
massima della vasca la sua principale attrattiva, ovvero circa
quaranta metri, precisamente 42 m.
Qui Umberto Pellizzari dicono sia di casa.
Nell’atrio è
visibile una galleria fotografica con tutte le fasi della sua
costruzione e inaugurazione avvenuta 5 giugno 2014. La piscina ha
battuto il primato di piscina più profonda del mondo che prima
apparteneva alla Nemo 33 di Bruxelles (Belgio).
La sua morfologia è
varia e comprende gradoni di diverse profondità: 4, 5, 8, 10
e 12
metri, all'interno dei quali sono stati ricavati anche percorsi e
ambienti che simulano l'immersione in grotta. La piscina infatti è
prevalentemente utilizzata a scopi formativi per subacquei
professionisti.
Venendo a noi, la
trasferta è stata organizzata come al solito, dalla nostra
efficentissima Tina Gori; alcuni di noi vi erano già stati, gli
altri beh, erano incuriositi dall’idea di potersi immergere in
acqua termale (36° C) senza muta e sino a 42 metri.
Appena arrivati,
oltre ad un caldo piuttosto umido, siamo stati accolti dal classico
odore “di piscina”, ma sicuramente quel che le vetrate
mostravano dell’interno della vasca era di un certo effetto.
La vasca a 15 metri di profondità dà l'accesso alla parte più
profonda, ovvero una sorta di pozzo del diametro di 6 metri che
raggiunge la profondità massima di 42 metri. All'interno della vasca
erano presenti boe fissate a vari punti del fondo con sagole che
permettono la discesa e risalita controllata con riferimenti visivi. Ma non solo, per il “PADI DAY” erano presenti alcuni “singolari”relitti”: una cinquecento Fiat (un simbolo, una pallida imitazione di quello attuale), un vespone Piaggio e alcune scenografie in perfetto stile “American Graffiti” . Notiamo subito che una parte della vasca è anche attraversata da una galleria realizzata in vetro temprato percorribile al suo interno che conduce agli spogliatoi e alle scale che danno accesso alla vasca vera e propria.
Apprendiamo dal briefing che la piscina ha una capacità di 4 300 metri cubi e contiene acqua dolce di origine termale che sgorga a 85 C° e che viene
raffreddata fino ad una temperatura di 34 °C. La sua morfologia è varia e comprende gradoni di diverse profondità: 4, 5, 8, 10 e 12 metri, all'interno dei quali sono stati ricavati anche percorsi e ambienti che simulano l'immersione in grotta. La piscina infatti è prevalentemente utilizzata a scopi formativi per subacquei professionisti.
Ok siamo d’accordo, per noi “subbi” il mare è il mare...qui solo “Pesci piastrella” :D ma che ci volete fare? Siamo indiscutibilmente dei drogati d’acqua, senza speranza e senza possibilità di redenzione, ed ogni scusa è buona per stare insieme a fare bolle… anche se, ad essere sinceri, immergersi senza muta, senza pesi non è proprio una cosa scontata. Esperienza da ripetere? Forse, ma non subito, per carità di Dio, una struttura notevole e dalle possibilità didattiche infinite, ma concedetemi e perdonatemi...il mare è un altra cosa.
Comunque un esperienza da fare.... io Fatta! ;)
Link Utili:
Hotel Millepini
Y-40
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
Giglio di mare
Sopra
Sopra e sotto:
Specie: Antedon mediterranea
Il giglio di mare è
una pianta piuttosto diffusa in alcune spiagge di Alghero. La prima
volta che l’ho visto, lì nella sabbia, me ne sono innamorata,
perché amo le bulbose in genere e per il suo candore che riflette i
raggi del sole: immaginate estate assolata e calda e questi fiori
immacolati che sembrano sfidare con la loro bellezza ambienti
difficili, in questo caso sabbia, vento e acqua salata – me le
immagino bagnate dalle gocce di mare durante le mareggiate -, oltre a
quella piovana come a dire: in ogni luogo, in ogni situazione si può
vivere appieno e portare bellezza.
E’ bellissimo
vedere un “prato” di Pancratium maritimum fioriti ad un passo da
dove ti immergi o fai un bagno o ti sdrai a prendere il sole. A me dà
un senso di calma e di… speranza.
Lo chiamano anche
narciso marino, con quale condivide la stessa famiglia, quella delle
Amaryllidaceae.
I semi sono
leggerissimi e spinti dal vento possono arrivare all'acqua dove
galleggiando possono andare a colonizzare nuovi siti.
Sembrerebbe che sia
menzionato perfino nel Cantico dei Cantici ed è emozionante per me
sapere di condividere questa meraviglia insieme a milioni di uomini
che leggono lo stesso Libro da secoli e che qualcuno lo abbia tenuto
così tanto in considerazione da immortalarlo nel Canto d'Amore per
eccellenza.
Foto di Elena
Famiglia:
Amaryllidaceae
Genere:
Pancratium
Specie:
P. maritimum
Bibliografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Pancratium_maritimum
http://www.torredelcerrano.it/archivio-news/il-giglio-di-mare-la-pianta-che-nuota.html
http://www.torredelcerrano.it/archivio-news/il-giglio-di-mare-la-pianta-che-nuota.html
Sotto
Stavo
“tranquillamente” ravandando sul fondo: il mio assetto era
peggiore di quello ancora pessimo di oggi e cercavo di capire come
riuscire a non arare la sabbia, neanche fossi una cercatrice di
oggetti preziosi perduti nel mare, quando mi passa davanti un'alga
rossa. La osservo un momento, poi sposto l'attenzione altrove. Il mio
buddy mi richiama, si avvicina all'alga, la sfiora e questa si muove.
Forte penso io, evidentemente c'è una piccola corrente. Fabrizio (il
buddy) nota che non ho capito nulla e ripete il gesto e finalmente mi
si accende una lampadina (ebbene sì, sono lenta): quella cosa si
muove! Finita l'immersione Fabrizio mi dice che è un giglio di mare
e io lo guardo molto perplessa: i gigli di mare li conosco e non sono
così! Una volta a casa mi metto alla ricerca della strana creatura
su libri ed internet. Ebbene QUESTO giglio di mare è un Antedon
mediterranea. Buffo invertebrato davvero. Lo vedrei bene in un film
horror però: il suo movimento ha un che di inquietante e mi
aspetterei di vedere all'improvvisono una grande bocca piena di denti
aguzzi che vuole mangiarti, e non sarei tranquillissima a trovarmi in
una prateria di questi gigli!
Foto di Marco Moretti |
Sopra e sotto:
sopra una pianta che
“nuota”
sotto un
invertebrato che pare un'alga qualsiasi ad un'occhiata distratta.
Giglio di mare fotografato a Calafuria (LI) |
Famiglia: Antedonidae
Genere:
Antedon Specie: Antedon mediterranea
Bibliografia
Gianni Neto, Flora e
fauna marina della costa livornese, Editrice La Mandragora, 2004
giovedì 22 novembre 2018
Buio Pesto
"Dopo l'istante in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima"
Jacques Cousteau
Abbiamo deciso d'impeto,
Salva, il “Batta” ed io, notturna a Calafuria, è un venerdì
sera, il tempo di arrivare sulla scogliera e sta cominciando a fare
buio.
Ed ecco la prima sorpresa
di stasera, saremo solo in due, Batta ha dimenticato il Gav, gli
diciamo di noleggiarne uno al Diving, ma è superstizioso, dice che
se successo vuol dire che è destino e rinuncia, ci farà assistenza
da terra.
È davvero un buio pesto
questo e solo vicino agli scogli c'è un chiarore diffuso dato
dall'illuminazione della strada e di qualche locale, l'acqua è
trasparente e cristallina, provo tutte e tre le torce che ho con me,
Salva fa lo stesso, con la differenza che ne avrà sette, una
personale più le altre della sua attrezzatura da cineoperatore.
Si attivano anche i nostri
segnalatori luminosi sulle rubinetterie delle bombole, precauzione
quasi inutile, penso, visto che il mio compagno ha un “santuario”
di luci attorno alla cinepresa.
Io porterò il pallone di
segnalazione, attivo la luce stroboscopica, le ultime raccomandazioni
e domande sui controlli fatte dal Batta che ci assisterà a riva e
poi si entra in acqua.
Calarsi dentro in questo
fresco abbraccio, il peso sulla schiena della bombola che si attenua,
uno degli erogatori che inizia a “bollire” aria viene girato e
smette subito, un ulteriore controllo ai manometri, tutto ok si
pinneggia in superficie verso l'uscita del golfo.
Sono tranquillo, sto
parlando con il mio compagno, anche se ho una sottile inquietudine,
nonostante il mare calmissimo, l'acqua piacevolmente tiepida,
allontanandoci dalle luci della strada il buio è davvero pesto.
Il cielo è coperto e
sopra di esso vi è solo una falce di luna, certo conosciamo quasi
ogni singolo sasso di questo posto durante il giorno, e la risacca ci
dice che siamo prossimi alla punta d'uscita del golfetto, poco sopra
si staglia la figura amica della Torre di Calafuria, poco più in là
i rumori della musica del locale adiacente al Diving.
È questo il punto che
abbiamo scelto per la discesa, sarò io apripista avendo il pallone
che segnala ai naviganti e alla nostra assistenza a terra la nostra
posizione, tutte e due le torce accese, un ultima occhiata alle
bussole e poi si scende.
Erogatore in bocca, il
rumore del mio respiro comincia a coprire quasi tutto il resto,
sovrastato solo da quello del soffio d'aria del mio jacket che si
svuota per consentirmi di andare sotto.
Di nuovo vengo
abbracciato, ma questa volta dall'oscurità più completa, il fascio
di luce della torcia appesa ad uno degli spallacci proietta verso il
basso, ci vogliono alcuni secondi prima che inquadri i sassi
familiari del fondo, aggiungo un po' di aria nel Jacket e freno la
discesa, arrivo in punta di pinne.
Giro lo sguardo in alto,
verso la superficie, un indistinto nero rotto ogni tanto dal
lampeggio della stroboscopica su di esso, il mio compagno plana poco
distante da me, alcuni secondi mentre registriamo i cinghiaggi e poi
dati i proverbiali “OK” tradizionali si va per la direzione
stabilita in precedenza.
Non dovrebbe essere una
immersione particolarmente fonda sarà intorno ai 20 metri circa,
sarà il mio compagno a condurre, visto che è alla ricerca di alcune
creature che si trovano agevolmente solo di notte.
Intorno a noi ci sono
alcune sardine sospese nel buio, non si muovono neppure quando
illuminate, di giorno le vedresti volteggiare all'unisono in branco,
e mentre il cineoperatore si attarda sull'infiorescenza di uno
spirografo io faccio il mio primo incontro: Beroe Ovata.
Una medusa senza
filamenti, cava all'interno, di forma vagamente falliforme, nella sua
trasparenza dalla sommità sino ai bordi è segnata da piccole linee
che occasionalmente percorsa da uno scintillio elettrico. Di lì a
poco Salva mi raggiunge, mi scosto e gli lascio filmare questa
piccola meraviglia.
Io mi guardo intorno,
ovunque è un fervore di di vita,: i saraghi fasciati in caccia, le
triglie a rovistare sul fondo, scorfani immobili nei loro riflessi
aranciati vicino ai sassi e i Re di Triglia (Apogon Imberbis)
prossimi alle loro tane.
Gli sguardi volano spesso
ai manometri e alla posizione del mio compagno e poi il nostro primo
di molti incontri simili questa notte: il polpo (octopus vulgaris) .
A vederlo esanime in
pescheria non lo direste, ma i suoi movimenti in acqua sono una
delicata danza e nuota con una fluidità perfetta.
Le nostre luci lo
attraggono e frastornano, poi un bruciore al polso mi distrae, poco
sotto il computer da immersione, un guanto ha ripiegato il bordo
indietro lasciandomi un centimetro di pelle scoperta, illumino con la
torcia intorno a me ed eccola: poco in là, il terrore di bagnanti,
la Medusina Viola (Pelagia noctiluca), bellissima ed evanescente, nel
totale buio, con quella caratteristica croce bioluminescente in
testa.
Un occhiata al manometro e
un altra alla bussola, senza quest'ultima e senza riferimenti certi
qui sotto ci perderemmo nonostante, di giorno questo luogo non abbia
quasi segreti per noi.
Lenti prendiamo la strada
per il ritorno, ma ci fermiamo a “dare la precedenza” a un gruppo
di grossi cefali (Mugil cephalus) che attraversa fulmineo davanti a
noi, mi giro verso il mio compagno che mi fa il segno di “ok”, è
riuscito a riprenderli.
Perdo di vista il mio
compagno in acqua un paio di volte, e in quelle occasioni mi rendo
conto dell'effettivo buio pesto che mi circonda, abbasso il fascio
della torcia verso il basso e mi guardo intorno calmo e l'unica luce
disponibile, ed eccolo laggiù che si attarda su una polpessa
(Octopus macropus Risso) che non è la femmina del polpo bensì una
specie a sé stante.
No...lo so questo è un Polpo non una polpessa :) |
Anche lei nel muoversi ha una grazia
insospettabile per queste creature.
Meno male...che stiamo
rientrando, io sto lottando con il mulinello del pallone che si è
impigliato già un paio di volte...non è il mio e mi ci trovo male.
Il nostro ultimo incontro
è costituito da due seppie (Sepia Officinalis), una minuscola grande
poco meno dell'ultima falange del mio pollice, e l'altra di circa 10
cm di lunghezza con una parte della pelle superiore strappata,
sicuramente a causa di un predatore che non è riuscito ad averla
vinta con lei.
La riemersione è dolce
l'aria in superficie è inaspettatamente calda, il mio compagno
commenta concitatamente i nostri vari “hai visto quello?”, “hai
visto quell'altro?”.
Il bruciore sul polso è
intenso, ma sopportabile, non ho uno stick all'ammoniaca appresso e
non avrò acqua calda sino a casa...pazienza sopporterò.
L'amico rimasto a terra ci
chiama, tutto è andato a meraviglia, ci aiuta ad uscire, la parte
più difficile sarà svestirsi dalla muta, si è alzato un certo
venticello e noi siamo umidi, ma ne è valsa la pena.
La serata Continua a Livorno in casa di amici, anchessi sub, si sarebbero uniti a noi ma
gli impegni di lavoro glielo hanno impedito, appena arrivato in casa tuffo il polso sotto il rubinetto dell'acqua calda, a vedere se riesco a neutralizzare in parte il veleno della medusa.
Terminiamo questa notte
con una piacevole chiaccherata davanti ad un monumentale piatto
modello “Monte Fuji”, di carbonara fumante, che ci hanno
preparato mentre Salva sfotteva amichevolmente la padrona di casa chiamandola
“Sirena di sughero” (per il suo assetto in acqua), humor subacqueo e tante risate.
P.s. Le foto sono di un altra notturna, sto ancora aspettando che Salva mi faccia vedere il girato di quella notte
Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 3000 Freeshark
Octopus: Primo stadio MR2 Mares, M5 Oceanic, Secondi stadi Mares Rebel – Seacsub
Muta : Monopezzo umida 5mm Iceman
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da terra - Calafuria (LI)
Temp. Acqua: 24 C°
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
domenica 18 novembre 2018
Entrare in acqua...ma quale didattica?
Ok ti sei finalmente deciso a fare un corso da sub... magari sei in un villaggio/resort ( e allora hai poco da scegliere) e cogli l'attimo, oppure decidi di fare un corso vicino a casa prendendoti i tuoi tempi... Ti informi su chi tiene i corsi, dove ed orari...se sei in una grande città l'offerta non ti manca...ma quale didattica scegliere?
Mi sono dato la briga di guardarmi intorno, per capire quante scuole e didattiche fossero fiorite negli ultimi anni e sono rimasto sorpreso per numero e tipologia.
Padi, SSI, SNSI, Fipsas, Fias, Nadd, Raid, ecc andiamo a vederne alcune brevemente:
Padi acronimo di Professional Association of Diving Instructors organizza corsi a vari livelli e con diverse specializzazioni, dal livello base fino a Course Director. È una delle didattiche per subacquea ricreativa più diffuse al mondo.
SSI, Scuba School International è stata fondata nel 1970 negli Stati Uniti ed è attiva sul territoio italiano dal 1990. I corsi dell'organizzazione seguono i dettami della Rsttc, che Ssi ha introdotto per prima in Europa. Tra le novità della Ssi vanno segnalati l'Universal Referral Program, introdotto nel 1999, il Passport program, in collaborazione con la Naui, e il "Programma di autostudio": il kit dell'allievo contiene sempre una videocassetta che consente di svolgere la parte teorica da soli. In seguito l'istruttore, dopo aver effettuato alcune verifiche sull'apprendimento dell'allievo, lo segue nelle lezioni in acqua.
La canadese Acuc, (America Canadian Underwater Certification), associata Rstc, organizza corsi a tutti i livelli, con rilascio di brevetti internazionali. Ha rapporti di collaborazione con numerose altre didattiche sul territorio nazionale italiano.
La Confederation Mondiale des Activités Subaquatiques (Cmas) e una confederazione a carattere mondiale che riunisce associazioni, federazioni subacquee e organizzazioni scientifiche di tutto il mondo, le quali organizzano corsi e programmi didattici seguendo le indicazioni della Cmas. I brevetti Cmas sono riconosciuti in tutto il mondo e coprono tutti gli aspetti dell'attività subacquea: sportivo, tecnico e scientifico. in Italia la confederazione opera tramite le federazioni affiliate.
La Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, e affiliata alla Cmas e al Coni. Organizza corsi di apnea e per sommozzatori dai livelli base fino alle specializzazioni nelle varie discipline, come biologia, archeosub, utilizzo della camera iperbarica, corsi istruttori. Recentemente la Fipsas ha introdotto un nuovo corso di immersione per disabili e di immersione con miscele iperossigenate. Si occupa anche di agonismo, organizzando i campionati italiani di pesca subacquea, di tiro a segno subacqueo, di caccia fotografica subacquea, di fotografia subacquea.
PSS Worldwide si occupa di diversi sport, studiando e regolamentando i programmi di addestramento, producendo i relativi materiali didattici e persino realizzando programmi televisivi dedicati alla didattica sportiva.
Nel settore delle attività di immersione PSS Worldwide ha iniziato a operare negli anni '90, con esperti che lavoravano nel mondo della didattica subacquea già da venticinque anni con molteplici esperienze professionali: dagli studi universitari specifici alle consulenze tecnico-commerciali per produttori di attrezzature subacquee, dalla formazione degli istruttori alla gestione di catene di diving, dalle consulenze ai tour operator alla realizzazione di manuali didattici a tutti i livelli, dalla conduzione di programmi snorkeling per alunni delle scuole pubbliche alla sperimentazione in immersione di nuovi algoritmi decompressivi per subacquei tecnici.
FIAS, Federazione Italiana Sport Acquatici è dedicata allo sviluppo di corsi ad altissimo contenuto didattico, nonchè alla sicurezza in mare e alla salvaguardia dell'ambiente. La FISASUB è una fra le federazioni artefici nella "costruzione" della C.I.A.S. (Confederazione italiana attività subacquee) a cui fanno capo le maggiori didattiche Italiane
La Snsi (Scuba Nitrox Safety International) organizza corsi ricreativi aria (Air Program), Nitrox e rebreather. L'Air Program prevede corsi dal livello Open Water Diver (con opzioni Nitrox e muta stagna) al livello istruttore (Open Water Instructor). I corsi Nitrox Diver e Nitrox Instructor sono relativi alle miscele ricreative 32% e 36%. I corsi Rebreather Diver e Rebreather Instructor sono relativi ai modelli semichiusi "Ray" e "Dolphin" Drager. La Snsi è un'agenzia didattica internazionale riconosciuta da Rstc.
IDEA, International Diving Educators Association e nata nel 1952 e
opera in Italia dal 1992. I livelli dei corsi sono tre: base,
avanzato e professionale. Ognuno di essi si articola in tre corsi
specifici. Due le formule per la formazione istruttori: una in cui il
candidato, dotato di una solida formazione di base, prende parte solo
alle prove di ammissione e all'esame finale; I'altra prevede la
possibilità di essere seguiti fin dall'inizio da un instructor
trainer.
Come potete vedere ho provvisto ciascuna delle didattiche citate del rispettivo link di collegamento, per capirci di più.
di seguito c'è questa tabella aggiornata alla data odierna che è desunta dagli specchietti che le varie didattiche danno dei loro corsi, così da fare un rapido raffronto, potrete notare alcune differenze, specialmente in ambito profondità a cui si viene abilitati. Per alcune poi non esistono brevetti DEEP (40 metri, la profondità massima per un ricreativo), ma solo corsi di specializzazione.
Spero di aver aiutato ad ampliare la panoramica
Buone Bolle!
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
Mi sono dato la briga di guardarmi intorno, per capire quante scuole e didattiche fossero fiorite negli ultimi anni e sono rimasto sorpreso per numero e tipologia.
Padi, SSI, SNSI, Fipsas, Fias, Nadd, Raid, ecc andiamo a vederne alcune brevemente:
Padi acronimo di Professional Association of Diving Instructors organizza corsi a vari livelli e con diverse specializzazioni, dal livello base fino a Course Director. È una delle didattiche per subacquea ricreativa più diffuse al mondo.
SSI, Scuba School International è stata fondata nel 1970 negli Stati Uniti ed è attiva sul territoio italiano dal 1990. I corsi dell'organizzazione seguono i dettami della Rsttc, che Ssi ha introdotto per prima in Europa. Tra le novità della Ssi vanno segnalati l'Universal Referral Program, introdotto nel 1999, il Passport program, in collaborazione con la Naui, e il "Programma di autostudio": il kit dell'allievo contiene sempre una videocassetta che consente di svolgere la parte teorica da soli. In seguito l'istruttore, dopo aver effettuato alcune verifiche sull'apprendimento dell'allievo, lo segue nelle lezioni in acqua.
La canadese Acuc, (America Canadian Underwater Certification), associata Rstc, organizza corsi a tutti i livelli, con rilascio di brevetti internazionali. Ha rapporti di collaborazione con numerose altre didattiche sul territorio nazionale italiano.
La Confederation Mondiale des Activités Subaquatiques (Cmas) e una confederazione a carattere mondiale che riunisce associazioni, federazioni subacquee e organizzazioni scientifiche di tutto il mondo, le quali organizzano corsi e programmi didattici seguendo le indicazioni della Cmas. I brevetti Cmas sono riconosciuti in tutto il mondo e coprono tutti gli aspetti dell'attività subacquea: sportivo, tecnico e scientifico. in Italia la confederazione opera tramite le federazioni affiliate.
RAID
è l'agenzia di formazione subacquea con maggior crescita al mondo
con uffici regionali, centri immersione e istruttori pronti a fornire
formazione subacquea completa di programmi accademici on-line dal
principiante a tutti i livelli istruzionali. RAID
offre formazione per corsi dallo snorkeling agli apparati a circuito
chiuso.
La Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, e affiliata alla Cmas e al Coni. Organizza corsi di apnea e per sommozzatori dai livelli base fino alle specializzazioni nelle varie discipline, come biologia, archeosub, utilizzo della camera iperbarica, corsi istruttori. Recentemente la Fipsas ha introdotto un nuovo corso di immersione per disabili e di immersione con miscele iperossigenate. Si occupa anche di agonismo, organizzando i campionati italiani di pesca subacquea, di tiro a segno subacqueo, di caccia fotografica subacquea, di fotografia subacquea.
PSS Worldwide si occupa di diversi sport, studiando e regolamentando i programmi di addestramento, producendo i relativi materiali didattici e persino realizzando programmi televisivi dedicati alla didattica sportiva.
Nel settore delle attività di immersione PSS Worldwide ha iniziato a operare negli anni '90, con esperti che lavoravano nel mondo della didattica subacquea già da venticinque anni con molteplici esperienze professionali: dagli studi universitari specifici alle consulenze tecnico-commerciali per produttori di attrezzature subacquee, dalla formazione degli istruttori alla gestione di catene di diving, dalle consulenze ai tour operator alla realizzazione di manuali didattici a tutti i livelli, dalla conduzione di programmi snorkeling per alunni delle scuole pubbliche alla sperimentazione in immersione di nuovi algoritmi decompressivi per subacquei tecnici.
FIAS, Federazione Italiana Sport Acquatici è dedicata allo sviluppo di corsi ad altissimo contenuto didattico, nonchè alla sicurezza in mare e alla salvaguardia dell'ambiente. La FISASUB è una fra le federazioni artefici nella "costruzione" della C.I.A.S. (Confederazione italiana attività subacquee) a cui fanno capo le maggiori didattiche Italiane
La Snsi (Scuba Nitrox Safety International) organizza corsi ricreativi aria (Air Program), Nitrox e rebreather. L'Air Program prevede corsi dal livello Open Water Diver (con opzioni Nitrox e muta stagna) al livello istruttore (Open Water Instructor). I corsi Nitrox Diver e Nitrox Instructor sono relativi alle miscele ricreative 32% e 36%. I corsi Rebreather Diver e Rebreather Instructor sono relativi ai modelli semichiusi "Ray" e "Dolphin" Drager. La Snsi è un'agenzia didattica internazionale riconosciuta da Rstc.
Come potete vedere ho provvisto ciascuna delle didattiche citate del rispettivo link di collegamento, per capirci di più.
di seguito c'è questa tabella aggiornata alla data odierna che è desunta dagli specchietti che le varie didattiche danno dei loro corsi, così da fare un rapido raffronto, potrete notare alcune differenze, specialmente in ambito profondità a cui si viene abilitati. Per alcune poi non esistono brevetti DEEP (40 metri, la profondità massima per un ricreativo), ma solo corsi di specializzazione.
Spero di aver aiutato ad ampliare la panoramica
Buone Bolle!
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
giovedì 8 novembre 2018
Il Momento perfetto
"Lento mi adagio sul fondo bilanciando
l'aria che mi serve per equalizzare il mio peso a quello dell'acqua,
una sistemata alle cinghie.
Solo con il rumore del mio respiro, mi
guardo intorno, il momento perfetto, il mondo non esiste,
meccanicamente giro la testa verso l'alto dove il chiarore è
maggiore."
È stato un inverno lungo, l’acqua
ancora fredda, temerario mi sono affidato alla semistagna e sto
“pedalando di pinne insieme agli altri in mezzo al golfetto di
Calafuria, cullato dall'acqua, nelle orecchie il chiacchericcio
affannato dei miei compagni, le gambe che spingono e quella
sensazione di vuoto sotto di me.
Ogni tanto mi giro sulla pancia per
guardare di sotto com’è la visibilità, l’acqua fredda si fa
sentire in quel perimetro compreso tra la maschera ed il cappuccio.
Finalmente l'arrivo, un ultimo ennesimo
controllo, le cinghie che mi costringono,
sembriamo tutti dei grassi batraci,
mentre ci guardiamo tra noi, ognuno memorizza la configurazione dell'attrezzatura dei compagni e del compagno con cui farà coppia, ognuno mentalmente aspetta il segnale
del nostro apripista per la discesa, quello che porta il pallone.
Metto su la maschera e infilo in bocca
il boccaglio, mi giro di nuovo, lo faccio sempre, guardo la discesa
del mio compagno tra le bolle prodotte dal suo erogatore, aspetto che
raggiunga il fondo prima di girarmi nuovamente.
Il segnale di ok viene dato per
l'inizio discesa, aspetto il mio turno, l'erogatore in bocca, il
suono potente del rilascio dell'aria, quello del gav che si sgonfia,
quella sensazione come di due mani invisibili che lentamente ti
tirano sotto.
Il battito del cuore accelera
percettibilmente, i suoni cambiano e divengono leggermente ovattati,
il rumore delle bolle e quello intervallato ad esse del mio respiro,
sono i miei compagni in quella fase.
Meccanicamente compenso anticipando una
fastidiosa sensazione sugli orecchi e continuo a scendere, guardo in
basso.
Uno, due colpetti al vis e immetto aria
nel giubbotto, non voglio sembrare Ironman che arriva a terra facendo
una ragnatela di crepe, qui alzerei solo del sedimento dal fondo,
rallento la discesa e mi appoggio delicatamente in punta di pinne.
Lento mi adagio sul fondo bilanciando
l'aria che mi serve per equalizzare il mio peso a quello dell'acqua,
una sistemata alle cinghie.
Solo con il rumore del mio respiro, mi
guardo intorno, il momento perfetto, il mondo non esiste,
meccanicamente giro la testa verso l'alto dove il chiarore è
maggiore.
Il Sole occhieggia in Superficie |
La luce del sole mi occhieggia da lontano nel baluginio dei riflessi della superficie una decina di metri più su, accendo la torcia illuminando qualche pesce curioso, il fascio lo fa esplodere di colore, semplice fisica che si trasforma in magia.
Io creatura di terra ed aria, sono di
nuovo solo con il mio respiro in questo paesaggio alieno, diverso
ogni volta, prestato per la breve durata dell’immersione a quel
mondo dal quale tutti siamo provenuti.
Io il mio respiro e basta, il cuore
batte di nuovo più lento, pace assoluta, il momento perfetto che
vorrei si dilatasse all'infinito.
Sono secondi che a me paiono minuti, ma
presto questo incanto si spezzerà, l'aria qui è preziosa e ci si
muoverà... però lasciatemi congelare nel tempo questo momento che
è, e resterà solo mio.
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
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