CRONACHE DI SUBACQUEI DI SUPERFICIE -
Questo blog nasce dal desiderio di condividere le sensazioni, le emozioni, nate da una passione, la subacquea ricreativa. Differenti voci ed esperienze, come diverse sono le nostre formazioni e il nostro vivere il mare. Ci accomuna l’amore per il mare, il rispetto per la natura, il desiderio di diffondere la cultura della sicurezza. https://subacqueodisuperficie.blogspot.com/2018/10/eccoci-quinoi-perche-subacquei-di.html
Presuntuoso,
come tutti quelli della tua razza, come puoi essermi mancato? E si
avevo notato la tua mancanza e non solo la tua.
Sono stato
costretto, come altri, prima il lavoro, poi il clima e poi c’è
stata la pandemia, è stato necessario per preservarci.
Di nuovo la
vostra presunzione, certi eventi, fanno parte del ciclo della vita,
la morte stessa ne è una componente e consente alla vita di
rinascere più forte e rigogliosa.
Forse hai ragione,
ma sono solo un piccolo uomo…
Tanti piccoli
uomini… fanno a volte un grande problema.
Sembra ti dispiaccia
rivedermi qui…
No non è vero
che mi dispiaccia, ma neppure il contrario, sei uno dei tanti
abitanti di questo “mio” mondo. Tu vieni qui consapevole dei
rischi, cosciente delle tue responsabilità e ricompense; hai fatto
una scelta, ed in cambio tu hai visione e consapevolezza di quello
che la maggioranza dei tuoi simili può solo immaginare.
Io? un abitante?
Credevo di essere un ospite al più.
Tutto è nato
da qui e qui in qualche modo ritorna e ritornerà ancora, tu, quelli
come te e anche quelli che pensano di esserlo e pure coloro che non
mi hanno mai visto.
Sì è vero… è una grande verità, posso tornare allora?
Ogni volta che
vuoi e puoi, le regole le conosci, io non sono né buono, né
cattivo, io esigo il rispetto che mi è dovuto per me e per la vita
che preservo… dato che ci sei non mi dispiacerebbe se ogni tanto ti
portassi via qualche sgradito ricordo che la tua specie rilascia con
troppa noncuranza, non lo fai per me, lo fai per te.
Certo! Come sempre d’altronde…
Ascolto il cadenzato ritmo del mio respiro mentre mi sposto,
inframmezzato dal gorgoglio delle bolle, mi guardo intorno, grato di
quel blu… Sono tornato in Mare.
Si ringrazia Marco Moretti per i suoi splendidi scatti
Era il giorno dopo ferragosto dell’estate del 2016, si era
deciso insieme alla solita comitiva di amici, di fare un tuffo e un
po’ di snorkneling in località Mangiabarche, sull’isola di
Sant’Antioco.
L’idea era quella di fare una nuotata sino al faro
del sito omonimo, il nome non era stato scelto a caso. Questo tratto
di costa è particolarmente insidioso per alcune secche e per il
Maestrale che può spingerti come niente sugli scogli, quando soffia
davvero. Il faro è spesso il soggetto di molti fotografi sia con il
mare calmo che in tempesta, da qui il nome: “Mangiabarche”.
Sebbene credo che oggi il faro non sia più operativo, la sua
presenza è comunque un monito, sul luogo si trovano ancora i resti
di una postazione della contraerea della seconda guerra mondiale. Ero
piuttosto stanco a dire il vero, mi ero immerso al mattino, quindi
armato di rete maschera, pinne e coltello avevo deciso di farmi un
giretto tra gli scogli a “Far Patelle”, lasciando agli altri il
vezzo di raggiungere la roccia del faro, rischiando di farsi
travolgere dai soliti diportisti estivi improvvisati (il cielo li
strafulmini!).
Si a me piacciono le patelle e la patella può essere
degustata cruda o cotta (intera o
sminuzzata) in una salsa con aglio, peperoncino, vino bianco e
prezzemolo per condire la pasta, meglio se secca, tipo spaghetti o
linguine. Lo so è un po’ duretta, rispetto alle vongole, ma io la
trovo più saporita e comunque dovete sapere che malgrado le
informazioni nutrizionali sui molluschi gasteropodi come la patella,
siano piuttosto limitate a causa della scarsità di consumo su scala
nazionale, il suo apporto energetico è moderato,
attorno alle 100kcal.
La porzione di carboidrati
raggiunge i 6g per 100g di parte edibile, così come per le proteine:
17,5g. I lipidi risultano scarsi, intorno agli 1-2g,
ma non è possibile risalire ad informazioni più dettagliate sulla
natura degli acidi grassi e sulla quantità di colesterolo.
Dal
punto di vista micronutrizionale si evidenziano un ottimo apporto di
ferro (oltre il 3%), fosforo, potassio e sodio.
Sto scrivendo mentre si avvicina l’ora di cena...credo si noti.
Avevo cominciato a scandagliare gli scogli alla mia sinistra
risalengoli fin dove una complessa rete di massi creava delle pozze
irregolari d’acqua profonda, l’ideale per pesci che si vogliono
rintanare e sopratutto inaccessibili da terra a cusa della mancanza
di accessi. In un apertura avevo avuto la fortuna di trovare in
bellavista una conchiglia disabitata di Erosaria spurca (Linnaeus,
1758) cosa che all’inizio, mi aveva sorpreso non poco, visto che
era un assolato pomeriggio, quel tratto non era in ombra e le cipree
sono notoriamente fotofobiche.
La raccolsi assicurandomi che fosse
vuota e continua il mio giretto, in cerca di patelle (quel tratto di
costa abbondava di Patella caerulea e Patella
ulissyponensis)
e non faticai a trovarne abbastanza per un piatto di linguine. Fu a
quel punto che negli anfratti tra gli scogli vidi un movimento, poi
un altro ed un altro ancora. Occhi sporgenti spiavano le mie mosse,
per ritrarsi immediatamente furtivi
tra
gli anfratti come facevo per avvicinarmi o anche semplicemente per
guardarli. Rimasi immobile studiando quelli che ormai avevo
identificato come granchi, ma di un genere che non avevo mai visto
prima.
Mi
colpirono subito i colori inusitati, i granchi che avevo visto
qui sino ad ora erano i classici granchi di laguna, con il carpace
verde, qualche Granchio favollo, Capre di mare (Granceola), ma questo
davvero mi era sconosciuto. Era piuttosto schiacciato nel carpace e i
suoi colori erano stupendi, sia sulle gambe che sul carpace aveva
dei colori che spaziavano dal marrone al rossiccio con striature
giallo vivo. Purtroppo non avevo la fotocamera con me, quindi appena
gli altri tornarono gli descrissi l’animale, ma nessuno di loro, lo
conosceva. Per diverso tempo mi sono chiesto che cosa avessi visto,
la risposta mi arrivò dal libro di Egidio Trainito, “Atlante di
Flora & Fauna del Mediterraneo”. Eccolo qui! Il
granchio Corridore
Atlantico (Percnon
gibbesi)!!
I
miei amici quasi tutti isolani, avevano ragione a saperne poco, si
tratta di una recente introduzione nel Mediterraneo, quella che viene
definita aliena (come abbiamo già visto per la Donzella pavonina).
Si tratta di un artropodedel subphilum dei crostacei,
della classe dei malacostraci,
dell’ ordine dei decapodi,
del sottordine dei reptanti
brachiurie
all’ infraordine dei granchi.
Artropodi
significa “possedere zampe articolate” e il
philum degli artropodi è il più vasto del regno animale in generale
e sottomarino.
Il corpo è segmentato con tre regioni: capo,
torace e addome tutte e tre (salvo rari casi: paguri) rivestite da un
esoscheletro duro a protezione. Nella crescita, l’animale perde la
vecchia corazza e ne acquista una nuova con l’indurimento della
cuticola sottostante la vecchia.
L’ordine dei decapodi
raccoglie tutti i malacostraci che hanno dieci zampe distribuite in
cinque paia.
In quanto appartenente ai decapodi
reptanti è un crostaceo capace di movimenti di
deambulazione orizzontale prodotta dagli arti preposti con presa sul
substrato e non da nuoto.
La sua morfologia lo colloca tra i
brachiuri, definizione
che designa i crostacei in cui la coda (che assolve
peraltro alla funzione di “cestello di raccolta” delle uova
fecondate) ha proporzioni minime rispetto al torace, sotto il quale
rimane normalmente ripiegata.
Come molti granchi, la muta (il
cambio della corazza) avviene spesso durante la crescita dell’animale
: i maschi approfittano della muta delle femmine per l’accoppiamento,
mentre le femmine approfittano della muta del maschio (sprovveduto)
per cibarsene. Non solo le femmine del granchio, se siete tra
Febbraio e Marzo in Veneto vi consiglio di provare le Moeche… e mi
saprete dire. Originario
delle coste orientali americane, dalla Florida al Brasile(ma si ritrova anche su quelle del versante del Pacifico,
anche se non tutti sono d’accordo nel considerarla la stessa
specie), questo colorato granchio, il suo primo avvistamento risale
al 1999 nelle acque di Linosa. Si ritiene possa essere arrivato con
le acque di zavorra delle navi, ma non si escludono le correnti
oceaniche, visto che, le lave di questo alieno sono piuttosto
resistenti. Il segreto del suo successo? Pare essere un “vegano”
convinto. Indubbiamente favorito dal riscaldamento del Mediterraneo
e dalla mancanza di competitori, il nostro granchio corridore
atlantico si è adattato benissimo al suo nuovo mare dove predilige
le coste rocciose ricche di anfratti in cui si infila agilmente
sfruttando il suo corpo appiattito e scomparendo rapidamente alla
vista. Sembra, tuttavia, che con il tempo la specie stia perdendo la
sua iniziale diffidenza dato che è sempre più facile vederla
davanti alle tane anche grazie alle dimensioni di tutto rispetto che,
tra carapace e zampe, possono superare i 10 cm di larghezza. La
rapida espansione e la colonizzazione delle coste del Mediterraneo e
dell’Italia insulare è stata agevolata non solo dalle capacità di
adattamento della specie alle nuove condizioni ambientali,
ma anche dalle sue abitudini alimentari che l’hanno portata ad
occupare una nicchia ecologica libera. Tuttavia c’è chi l’ha
osservato in cattività predare dei pesci quindi le sue abitudini
alimentari sono ancora materia di discussione, di sicuro è
fortemente adattabile nella sua dieta. Buone Bolle!
Oggi parliamo del pluripremiato fotografo Andrea Izzotti, un
autentico cacciatore di emozioni. Viaggiare, ricordare, emozionare
sono il suo credo, parliamo di lui in merito alla sua ultima
pubblicazione: “Zena: Storia di un Orca”. É Domenica 31 Maggio,
ho avuto una settimana pesante, e il pomeriggio del sabato è stato
stracolmo di impegni. Mi ero proposto di seguire la diretta Facebook
della presentazione del libro, ma non ce l’ho fatta. Sempre su FB
mi compare la notifica del compleanno di Andrea Izzotti e mentre gli
faccio gli auguri, mi viene in testa l’idea di fargli qualche
domanda sul suo libro.
Ci provo, Andrea a detta di molti è un tornado di energia positiva, non esagerano affatto, quel che segue è solo una conferma.
Andrea Izzotti
SubacqueodisuperficieBuon Compleanno,Buongiorno e Buona Domenica, causa lavoro ho perso l'evento di
Ieri. Volevo scrivere qualcosa sul tuo libro sul mio blog e sapere se
esce solo in forma elettronica o anche cartacea, visto che non amo
particolarmente il formato elettronico, vorrei acquistarlo per me. Ho
un piccolo Blog di Subacquea dove parlo delle mie esperienze, del
mio gruppo, delle mie letture a volte. Potresti, se ti fa piacere
raccontarmi qualcosa di più sul tuo
libro, su come è nata l'idea?
Andrea Izzotti
Ciao Fabrizio grazie per avermi scritto
Il libro esce in
forma cartacea (consigliata per via delle illustrazioni dell'artista
Paco Caamano)
L'idea mi è venuta
quando le orche sono state a Genova a dicembre 2019.
S. Andrea
Izzotti fa riferimento al caso del branco di orche comparso a
Portofino, che riempì le pagine dei quotidiani, rompendo il
monopolio dei rapporti di guerra della pandemia del Covid19
A.I. Alcune
informazioni le puoi avere dalla diretta di ieri ma ti sintetizzo qui
qualcosa
Avevo fatto due
spedizioni in Patagonia (una infruttuosa l'altra quasi) nel 2015
-2016 per osservare le orche che si spiaggiano per catturare i
cuccioli di otaria
immaginati la mia
sorpresa quando mi hanno "restituito" la visita in Italia!
S.Lo
ricordiamo tutti credo si fu un grande evento, anche se il
piccolo pare non ce l'abbia fatta,
quindi hai fatto
quasi un istant book durante la quarantena?
Il lungo viaggio delle orche di Genova
A.I. No il
libro in realtà l'ho scritto prima. Mi è venuta l'idea e dopo
tutte le ricerche per far combaciare date e "personaggi"
mi ci è voluto poco per scriverlo. Più tempo la preparazione
concreta dell'edizione con le illustrazioni di Francisco Caamano
un'artista che ho conosciuto in Baja California Sur, Messico
Il libro racconta
di altre orche "famose" come Keiko (Free Willy), Tilikum,
ma anche Granny e Old Tom. Ovviamente ci sono licenze poetiche e di
narrazione (che spiego poi nella parte finale).
S. Beh
credo ci stiano (e qui vi rimando ai link a fondo pagina)
A.I. Quindi
anche se tutti sappiamo come è andata a finire io ricreo la storia
di Zena della "piccola" Zena sin dalla sua nascita
racconto del suo primo figlio e de(i) viaggi, ma non ti voglio dire
altro se no ti rovino la lettura.
S.No
no assolutamente...non ci provare...me lo leggo
Diretta FB della presentazione del Libro
A.I.
Sicuramente l'uomo (il polpo con 4 tentacoli) ha un'impatto decisivo
S.Bella
definizione per descrivere l’Uomo, polpo con 4 tentacoli…
A.I. e da
Old Tom in poi (cerca la vera storia su google) il rapporto è via
via cambiato, Zena lo chiama anche "il mezzo polpo".
S.Bellissima definizione, sono molto affezionato a quei
cefalopodi ho tenuto delle lezioni ai bimbi di una scuola
elementare e d’infanzia su di lui.
A.I. la
figura del polpo c'è in altri passaggi del libro.
e qui Andrea ci
cita un passaggio del suo libro
A.I. “Cos’è
l’inganno, Granny?”, le chiedo. “L’inganno è quando fingi
di non essere quello che sei, come quando il polpo diventa uguale
alle rocce e non lo vedi più”, mi risponde.
E poi in altri
brani dove Zena si interroga sulla sua vita
S.Basta
non anticiparmi altro fammelo scoprire sto’ libro! mi hai messo
addosso una curiosità tremenda
L’intervista
volge al termine, ho delle reminiscenze di una cosa letta molto
tempo fa proprio sulle orche, provo a chiedergli se Andrea lo
conosce, e lui mi fa un ultimo regalo, ma questa è un altra
storia...
Per la realizzazione del Libro, Andrea Izzotti si è avvalso di collaborazioni di grande spessore: oltre al già citato artista messicano Francisco Caamaño, Alberto Bof, italiano di Genova ormai da anni a Los Angeles dove ha collaborato musicalmente con grandi firme dello spettacolo (Lady Gaga, Chiara Ferragni solo per citarne alcuni) che ha realizzato la parte musicale del video di presentazione, il prof Alessandro de Maddalena (Biologo specialista nello studio degli squali in Sudafrica e Australia e di biologia dell'orca in Norvegia) che ha scritto la prefazione.
Tornando a noi, il libro è un'auto produzione come un altro
precedente, disponibile in italiano, inglese e spagnolo; è
distribuito a Genova dal negozio
Old Tom in una foto dell'epoca
Corderia Nazionale, oppure
tranquillamente ordinabile su Amazon. Se siete subbi come noi allora
vi consigliamo anche l’altra sua pubblicazione, “Racconti dal blu
e altri colori” anche questa disponibile sia in formato
elettronico, sia in quello tradizionale. Il Libro promette bene,
tant’è che a dicembre 2019 era tra i primi posti nelle vendite di
Amazon come regalo. Per quel che mi riguarda l’ho ordinato e spero
di riceverlo presto per poterlo leggere. Consiglio vivamente di guardare la diretta di cui troverete il link sotto, che non potrà fare a meno di incuriosirvi ulteriormente e spingervi a leggere questo libro, che si presenta come un opera indirizzata a grandi e piccini, ma che come avrete modo di sentire, riscuote diversi consensi anche da ricercatori accademici.
Old Tom che aiuta i pescatori durante una battuta di caccia alla balena