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lunedì 31 dicembre 2018

Buon 2019! Un anno pieno di bolle per tutti



Buon Anno 2019
E
Tantissime buone bolle

a

Tutti


Composizione di Salvatore Fabiano

Foto di Salvatore Fabiano
Immagine di Fabrizio Gandino

Buon 2019!


Fine anno, tempo al solito di bilanci, auguri, progetti.
E in questa giornata mi piace ricordare ognuno di voi e tutti insieme.
Ognuno perché singolarmente siete persone uniche: caratteri talmente diversi tra loro, con talenti specifici. Ognuno perché ognuno di voi mi ha dato molto, in insegnamenti, nel comportamento, in spensieratezza e in riflessioni.
E tutti insieme, perché io sono una solitaria, anche in montagna vado quasi sempre da sola e in acqua non si può, ma vi ho visti, ho visto la vostra disponibilità tra voi e verso di me. Non datela per scontata: non è cosa frequente. Ho visto amicizia tra voi. Ho visto ognuno così diverso essere accolto da tutti gli altri, ognuno valorizzato nelle sue capacità e aiutato nelle sue difficoltà.
Ho visto persone singole essere capaci di essere gruppo, certo per la passione che è comune a tutti, ma anche al di fuori di essa.
Inoltre, non nego che fare le cose da soli sia bello, ma condividere le emozioni vissute insieme è un’altra cosa.
A me vedere tutto questo dà gioia e serenità.
Lasciatemi un saluto particolare per Simonetta: ci sei sempre, pur non entrando in acqua. Certo ti piace il sole e l’aria del mare. Ma ci sei, controlli la posizione di chi si è immerso, non ti fai banalmente i cavoli tuoi. E per me sapere che quando esco ti ritrovo lì e domandi com’è andata e ti interessi è motivo di allegria ulteriore e di tranquillità. Quindi grazie Simo!

A voi che leggete auguro di trovare o essere in un gruppo di questo questo tipo, con persone tanto pazze fuori dall’acqua come attente e coscienziose in immersione.
A tutti un augurio di un 2019 che riempia i vostri occhi di bellezza.



Elena


DiveSystem , quando un lavoro diviene passione e amore per la qualità


Ok chiariamo subito, non mi hanno pagato :)
Era il 15 di Dicembre 2018, Massy, Miky Elena ed io ci siamo messi in viaggio alla volta di Follonica, meta la sede della DiveSystem.



Avevo visto per diverse volte di filea il loro stand al centro dell’Eudi Show a Bologna, e avevo acquistato presso di loro molti dei miei accessori, e poi dai, non v’è modo migliore di conoscere la propria attrezzatura che vedere come viene prodotta.
L’azienda sorge nella zona industriale di Valpiana, un paio di capannoni in una zona piuttosto anonima; un vecchio detto recita che il vino buono è custodito nelle botti piccole, e le apparenze qui ingannano.
Il signor Zazzeri e sua moglie ci attendono per questa apertura straordinaria,
dandoci un caldo benvenuto, non manchiamo di notare il casotto con la bandiera rossa con striscia bianca dei sub e la piscina adiacente.
L’androne dell’azienda è anche il loro atrio espositivo con tutte le loro produzioni e fiori all’occhiello, tutto è permeato da quel familiare odore di neopreme, caro ad ogni subacqueo che si rispetti; qui prendiamo visione della gamma dei prodotti: gav, computer, torce, reel, pinne, erogatori.
Paolo Zazzeri da buon anfitrione, non ci accoglie come clienti, ma come ospiti, e come ogni ottimo padrone di casa ci apre le
porte dei suoi laboratori, ci mostra con una sorta di orgoglio tangibile, vani, i macchinari, i materiali usati nella sua azienda.
Quando passione ed esperienza si incontrano il risultato è a dir poco sorprendente e questo traspare nelle sue parole, mentre ci invita a toccare con mano i fogli di neopreme, i tessuti che compongono i gav, le mute, mentre ci spiega come vengono assemblati, grandi prodotti che costituiscono la basa per la fama di un grande marchio.
La lungimiranza di un innovatore unita alla passione di un artigiano e il tutto cucito insieme saldamente da un amore per il mare esattamente come i fogli di tessuto delle sue mute e gav.
Nell’esposizione è impossibile non notare le mute personalizzate destinate a organi di pubblica sicurezza e non solo, DiveSystem è fornitore ufficiale dei carabinieri subacquei, della marina militare italiana, del nono reggimento assaltatori Col Moschin, del reggimento lagunari ‘Serenissima’, dei sommozzatori della polizia di stato, guardia costiera, dei vigili del fuoco Italiani e Bomberos spagnoli e Dio solo sa di chi altri in giro per l’Europa .
Il marchio DiveSystem è sinonimo di garanzia ed affidabilità in Europa nel proprio, una piccola azienda che si è fatta un grande nome non tanto con i
numeri quanto con una qualità che è ampiamente riconosciuta nel settore.
Ci viene spiegato come ogni fase della produzione debba rispondere a degli standard rigorosi e come il personale sia preparato e coinvolto in ogni passaggio produttivo.
Paolo Zazzeri ci intrattiene raccontandoci gli esordi della sua attività con emozione ed orgoglio, che credo solo un altro subacqueo possa pienamente capire (anche se si tratta del sottoscritto con molta molta meno esperienza).
Tornando a noi, ci facciamo il giro guidato apprendendo le tecniche di costruzione ed assemblaggio delle loro mute.
Personalmente io non manco di notarne una assai particolare, con una specie di “Termosifone” all’interno, destinata ai lavoratori subacquei in acqua assai fredde, ma noi siamo qui per Massy, la sua muta stagna, dopo averlo servito fedelmente per diversi anni, ora ha bisogno di essere sostituita, e noi siamo qui per questo.


Però...si però...c’è sempre un però...sia io che Miky la muta stagna ancora non l’abbiamo...ed allora, beh vuoi non farti prendere le misure?...si perché qui, la precisione e la cura sono a dir poco maniacali e affinché le mute calzino come una seconda pelle.
Ok ok...l’occasione fa il sub stagno, ci salutiamo promettendoci di rivederci all’Eudi Show di marzo per ritirare le nostre mute.

Buone bolle!



Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"


domenica 30 dicembre 2018

Subacquei gente seria 3 - Crisi d'astinenza

I subacquei sono dei drogati, infatti sviluppano presto dipendenza dalle immersioni è un dato ormai conclamato.
Neppure le condizioni meteo avverse riescono a fermarli, loro devono immergersi, e non importa se non esiste una piscina disponibile per dargli l'illusione di potersi  librare tra i fondali...loro devono immergersi a prescindere.
Ecco di seguito la prova fotografica di quanto può essere devastante una crisi d'astinenza da immersioni.




le crisi possono arrivare ovunque e non c'è verso, a volte si è vittime di miraggi e dell'illusione della vista di nuovi fondali....neppure i sub più esperti sono al sicuro.



Subacquei....gente seria!


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"

Y 40 la piscina più profonda del mondo...ma non è il mare


Domenica 25 Novembre 2018, la tribù del “Casio Divers Group” e Del “C.S.D” si sposta in massa in quel di Montegrotto Terme (PD) per il PADI Day .
In realtà è una buona scusa per trovarci tutti insieme, o perlomeno la maggior parte di noi, l’idea di immergersi nella prima piscina al mondo specificatamente studiata per subacquei e apneisti, oltre ad essere la piscina più profonda al mondo per uso civile (Credo ne esistano simili anche nelle sedi dei principali centri di addestramento delle agenzie Aerospaziali per addestramento degli astronauti) ci lascia un po’ perplessi a dire il vero.
C’è di buono che l’attrezzatura te la forniscono in loco e vi è in sede un esposizione di Acqualung (uno degli sponsor della struttura) e di Dive System (di cui parleremo più avanti).
La Y-40, è la piscina più profonda del mondo: la struttura è situata a Montegrotto Terme in provincia di Padova, in piena cornice dei Colli Euganei , il
suo logo non è scelto a caso, infatti ricorda la figura dell'apneista in posizione verticale, ma è la profondità massima della vasca la sua principale attrattiva, ovvero circa quaranta metri, precisamente 42 m.
Qui Umberto Pellizzari dicono sia di casa.
Nell’atrio è visibile una galleria fotografica con tutte le fasi della sua costruzione e inaugurazione avvenuta 5 giugno 2014. La piscina ha battuto il primato di piscina più profonda del mondo che prima apparteneva alla Nemo 33 di Bruxelles (Belgio).
La sua morfologia è varia e comprende gradoni di diverse profondità: 4, 5, 8, 10
e 12 metri, all'interno dei quali sono stati ricavati anche percorsi e ambienti che simulano l'immersione in grotta. La piscina infatti è prevalentemente utilizzata a scopi formativi per subacquei professionisti.
Venendo a noi, la trasferta è stata organizzata come al solito, dalla nostra efficentissima Tina Gori; alcuni di noi vi erano già stati, gli altri beh, erano incuriositi dall’idea di potersi immergere in acqua termale (36° C) senza muta e sino a 42 metri.
Appena arrivati, oltre ad un caldo piuttosto umido, siamo stati accolti dal classico odore “di piscina”, ma sicuramente quel che le vetrate mostravano dell’interno della vasca era di un certo effetto.
La vasca a 15 metri di profondità dà l'accesso alla parte più profonda, ovvero una sorta di pozzo del diametro di 6 metri che raggiunge la profondità massima di 42 metri. All'interno della vasca erano presenti boe fissate a vari punti del fondo con sagole che permettono la discesa e risalita controllata con
riferimenti visivi. Ma non solo, per il “PADI DAY” erano presenti alcuni “singolari”relitti”: una cinquecento Fiat (un simbolo, una pallida imitazione di quello attuale), un vespone Piaggio e alcune scenografie in perfetto stile “American Graffiti” . Notiamo subito che una parte della vasca è anche attraversata da una galleria realizzata in vetro temprato percorribile al suo interno che conduce agli spogliatoi e alle scale che danno accesso alla vasca vera e propria.
Apprendiamo dal briefing che la piscina ha una capacità di 4 300 metri cubi e contiene acqua dolce di origine termale che sgorga a 85  C° e che viene
raffreddata fino ad una temperatura di 34 °C. La sua morfologia è varia e comprende gradoni di diverse profondità: 4, 5, 8, 10 e 12 metri, all'interno dei quali sono stati ricavati anche percorsi e ambienti che simulano l'immersione in grotta. La piscina infatti è prevalentemente utilizzata a scopi formativi per subacquei professionisti.
Ok siamo d’accordo, per noi “subbi” il mare è il mare...qui solo “Pesci piastrella” :D ma che ci volete fare? Siamo indiscutibilmente dei drogati d’acqua, senza speranza e senza possibilità di redenzione, ed ogni scusa è buona per stare insieme a fare bolle… anche se, ad essere sinceri, immergersi senza muta, senza pesi non è proprio una cosa scontata. Esperienza da ripetere? Forse, ma non subito, per carità di Dio, una struttura notevole e dalle possibilità didattiche infinite, ma concedetemi e perdonatemi...il mare è un altra cosa.
Comunque un esperienza da fare.... io Fatta! ;)



Link Utili:

Hotel Millepini
Y-40


 Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"




Giglio di mare

Sopra

Il giglio di mare è una pianta piuttosto diffusa in alcune spiagge di Alghero. La prima volta che l’ho visto, lì nella sabbia, me ne sono innamorata, perché amo le bulbose in genere e per il suo candore che riflette i raggi del sole: immaginate estate assolata e calda e questi fiori immacolati che sembrano sfidare con la loro bellezza ambienti difficili, in questo caso sabbia, vento e acqua salata – me le immagino bagnate dalle gocce di mare durante le mareggiate -, oltre a quella piovana come a dire: in ogni luogo, in ogni situazione si può vivere appieno e portare bellezza.
E’ bellissimo vedere un “prato” di Pancratium maritimum fioriti ad un passo da dove ti immergi o fai un bagno o ti sdrai a prendere il sole. A me dà un senso di calma e di… speranza.
Lo chiamano anche narciso marino, con quale condivide la stessa famiglia, quella delle Amaryllidaceae.
I semi sono leggerissimi e spinti dal vento possono arrivare all'acqua dove galleggiando possono andare a colonizzare nuovi siti.
Sembrerebbe che sia menzionato perfino nel Cantico dei Cantici ed è emozionante per me sapere di condividere questa meraviglia insieme a milioni di uomini che leggono lo stesso Libro da secoli e che qualcuno lo abbia tenuto così tanto in considerazione da immortalarlo nel Canto d'Amore per eccellenza.




Foto di Elena



Famiglia: Amaryllidaceae

Genere: Pancratium

Specie: P. maritimum



Bibliografia







Sotto

Stavo “tranquillamente” ravandando sul fondo: il mio assetto era peggiore di quello ancora pessimo di oggi e cercavo di capire come riuscire a non arare la sabbia, neanche fossi una cercatrice di oggetti preziosi perduti nel mare, quando mi passa davanti un'alga rossa. La osservo un momento, poi sposto l'attenzione altrove. Il mio buddy mi richiama, si avvicina all'alga, la sfiora e questa si muove. Forte penso io, evidentemente c'è una piccola corrente. Fabrizio (il buddy) nota che non ho capito nulla e ripete il gesto e finalmente mi si accende una lampadina (ebbene sì, sono lenta): quella cosa si muove! Finita l'immersione Fabrizio mi dice che è un giglio di mare e io lo guardo molto perplessa: i gigli di mare li conosco e non sono così! Una volta a casa mi metto alla ricerca della strana creatura su libri ed internet. Ebbene QUESTO giglio di mare è un Antedon mediterranea. Buffo invertebrato davvero. Lo vedrei bene in un film horror però: il suo movimento ha un che di inquietante e mi aspetterei di vedere all'improvvisono una grande bocca piena di denti aguzzi che vuole mangiarti, e non sarei tranquillissima a trovarmi in una prateria di questi gigli!




Foto di Marco Moretti


Sopra e sotto:
sopra una pianta che “nuota”
sotto un invertebrato che pare un'alga qualsiasi ad un'occhiata distratta.



 
Foto di Fabrizio Gandino
Giglio di mare fotografato a Calafuria (LI)







Famiglia:  Antedonidae
Genere:    Antedon 
Specie:     Antedon mediterranea

Bibliografia
Gianni Neto, Flora e fauna marina della costa livornese, Editrice La Mandragora, 2004



giovedì 22 novembre 2018

Buio Pesto





 "Dopo l'istante in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima"

Jacques Cousteau

Abbiamo deciso d'impeto, Salva, il “Batta” ed io, notturna a Calafuria, è un venerdì sera, il tempo di arrivare sulla scogliera e sta cominciando a fare buio.
Ed ecco la prima sorpresa di stasera, saremo solo in due, Batta ha dimenticato il Gav, gli diciamo di noleggiarne uno al Diving, ma è superstizioso, dice che se successo vuol dire che è destino e rinuncia, ci farà assistenza da terra.
È davvero un buio pesto questo e solo vicino agli scogli c'è un chiarore diffuso dato dall'illuminazione della strada e di qualche locale, l'acqua è trasparente e cristallina, provo tutte e tre le torce che ho con me, Salva fa lo stesso, con la differenza che ne avrà sette, una personale più le altre della sua attrezzatura da cineoperatore.
Si attivano anche i nostri segnalatori luminosi sulle rubinetterie delle bombole, precauzione quasi inutile, penso, visto che il mio compagno ha un “santuario” di luci attorno alla cinepresa.
Io porterò il pallone di segnalazione, attivo la luce stroboscopica, le ultime raccomandazioni e domande sui controlli fatte dal Batta che ci assisterà a riva e poi si entra in acqua.
Calarsi dentro in questo fresco abbraccio, il peso sulla schiena della bombola che si attenua, uno degli erogatori che inizia a “bollire” aria viene girato e smette subito, un ulteriore controllo ai manometri, tutto ok si pinneggia in superficie verso l'uscita del golfo.
Sono tranquillo, sto parlando con il mio compagno, anche se ho una sottile inquietudine, nonostante il mare calmissimo, l'acqua piacevolmente tiepida, allontanandoci dalle luci della strada il buio è davvero pesto.
Il cielo è coperto e sopra di esso vi è solo una falce di luna, certo conosciamo quasi ogni singolo sasso di questo posto durante il giorno, e la risacca ci dice che siamo prossimi alla punta d'uscita del golfetto, poco sopra si staglia la figura amica della Torre di Calafuria, poco più in là i rumori della musica del locale adiacente al Diving.
È questo il punto che abbiamo scelto per la discesa, sarò io apripista avendo il pallone che segnala ai naviganti e alla nostra assistenza a terra la nostra posizione, tutte e due le torce accese, un ultima occhiata alle bussole e poi si scende.
Erogatore in bocca, il rumore del mio respiro comincia a coprire quasi tutto il resto, sovrastato solo da quello del soffio d'aria del mio jacket che si svuota per consentirmi di andare sotto.
Di nuovo vengo abbracciato, ma questa volta dall'oscurità più completa, il fascio di luce della torcia appesa ad uno degli spallacci proietta verso il basso, ci vogliono alcuni secondi prima che inquadri i sassi familiari del fondo, aggiungo un po' di aria nel Jacket e freno la discesa, arrivo in punta di pinne.
Giro lo sguardo in alto, verso la superficie, un indistinto nero rotto ogni tanto dal lampeggio della stroboscopica su di esso, il mio compagno plana poco distante da me, alcuni secondi mentre registriamo i cinghiaggi e poi dati i proverbiali “OK” tradizionali si va per la direzione stabilita in precedenza.
Non dovrebbe essere una immersione particolarmente fonda sarà intorno ai 20 metri circa, sarà il mio compagno a condurre, visto che è alla ricerca di alcune creature che si trovano agevolmente solo di notte.
Intorno a noi ci sono alcune sardine sospese nel buio, non si muovono neppure quando illuminate, di giorno le vedresti volteggiare all'unisono in branco, e mentre il cineoperatore si attarda sull'infiorescenza di uno spirografo io faccio il mio primo incontro: Beroe Ovata.
Una medusa senza filamenti, cava all'interno, di forma vagamente falliforme, nella sua trasparenza dalla sommità sino ai bordi è segnata da piccole linee che occasionalmente percorsa da uno scintillio elettrico. Di lì a poco Salva mi raggiunge, mi scosto e gli lascio filmare questa piccola meraviglia.
Io mi guardo intorno, ovunque è un fervore di di vita,: i saraghi fasciati in caccia, le triglie a rovistare sul fondo, scorfani immobili nei loro riflessi aranciati vicino ai sassi e i Re di Triglia (Apogon Imberbis) prossimi alle loro tane.
Gli sguardi volano spesso ai manometri e alla posizione del mio compagno e poi il nostro primo di molti incontri simili questa notte: il polpo (octopus vulgaris) .
A vederlo esanime in pescheria non lo direste, ma i suoi movimenti in acqua sono una delicata danza e nuota con una fluidità perfetta.
Le nostre luci lo attraggono e frastornano, poi un bruciore al polso mi distrae, poco sotto il computer da immersione, un guanto ha ripiegato il bordo indietro lasciandomi un centimetro di pelle scoperta, illumino con la torcia intorno a me ed eccola: poco in là, il terrore di bagnanti, la Medusina Viola (Pelagia noctiluca), bellissima ed evanescente, nel totale buio, con quella caratteristica croce bioluminescente in testa.
Un occhiata al manometro e un altra alla bussola, senza quest'ultima e senza riferimenti certi qui sotto ci perderemmo nonostante, di giorno questo luogo non abbia quasi segreti per noi.
Lenti prendiamo la strada per il ritorno, ma ci fermiamo a “dare la precedenza” a un gruppo di grossi cefali (Mugil cephalus) che attraversa fulmineo davanti a noi, mi giro verso il mio compagno che mi fa il segno di “ok”, è riuscito a riprenderli.
Perdo di vista il mio compagno in acqua un paio di volte, e in quelle occasioni mi rendo conto dell'effettivo buio pesto che mi circonda, abbasso il fascio della torcia verso il basso e mi guardo intorno calmo e l'unica luce disponibile, ed eccolo laggiù che si attarda su una polpessa (Octopus macropus Risso) che non è la femmina del polpo bensì una specie a sé stante.
No...lo so questo è un Polpo non una polpessa :)
Anche lei nel muoversi ha una grazia insospettabile per queste creature.
Meno male...che stiamo rientrando, io sto lottando con il mulinello del pallone che si è impigliato già un paio di volte...non è il mio e mi ci trovo male.
Il nostro ultimo incontro è costituito da due seppie (Sepia Officinalis), una minuscola grande poco meno dell'ultima falange del mio pollice, e l'altra di circa 10 cm di lunghezza con una parte della pelle superiore strappata, sicuramente a causa di un predatore che non è riuscito ad averla vinta con lei.
La riemersione è dolce l'aria in superficie è inaspettatamente calda, il mio compagno commenta concitatamente i nostri vari “hai visto quello?”, “hai visto quell'altro?”.
Il bruciore sul polso è intenso, ma sopportabile, non ho uno stick all'ammoniaca appresso e non avrò acqua calda sino a casa...pazienza sopporterò.
L'amico rimasto a terra ci chiama, tutto è andato a meraviglia, ci aiuta ad uscire, la parte più difficile sarà svestirsi dalla muta, si è alzato un certo venticello e noi siamo umidi, ma ne è valsa la pena.
La serata Continua a Livorno in casa di amici, anchessi sub, si sarebbero uniti a noi ma gli impegni di lavoro glielo hanno impedito, appena arrivato in casa tuffo il polso sotto il rubinetto dell'acqua calda, a vedere se riesco a neutralizzare in parte il veleno della medusa.
Terminiamo questa notte con una piacevole chiaccherata davanti ad un monumentale piatto modello “Monte Fuji”, di carbonara fumante, che ci hanno preparato mentre Salva sfotteva amichevolmente la padrona di casa chiamandola “Sirena di sughero” (per il suo assetto in acqua), humor subacqueo e tante risate.

Data Immersione: 9 Ottobre 2015

P.s. Le foto sono di un altra notturna, sto ancora aspettando che Salva mi faccia vedere il girato di quella notte


Attrezzature:

Computer: PUK Mares
Gav: OK 3000 Freeshark
Octopus: Primo stadio MR2 Mares, M5 Oceanic,  Secondi stadi Mares Rebel – Seacsub
Muta : Monopezzo umida 5mm Iceman
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da terra - Calafuria (LI)
Temp. Acqua: 24 C°



Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"



domenica 18 novembre 2018

Entrare in acqua...ma quale didattica?

Ok ti sei finalmente deciso a fare un corso da sub... magari sei in un villaggio/resort ( e allora hai poco da scegliere) e cogli l'attimo, oppure decidi di fare un corso vicino a casa prendendoti i tuoi tempi... Ti informi su chi tiene i corsi, dove ed orari...se sei in una grande città l'offerta non ti manca...ma quale didattica scegliere?
Mi sono dato la briga di guardarmi intorno, per capire quante scuole e didattiche fossero fiorite negli ultimi anni e sono rimasto sorpreso per numero e tipologia.
Padi, SSI, SNSI, Fipsas, Fias, Nadd, Raid, ecc andiamo a vederne alcune brevemente:
Padi acronimo di Professional Association of Diving Instructors organizza corsi a vari livelli e con diverse specializzazioni, dal livello base fino a Course Director. È una delle didattiche per subacquea ricreativa più diffuse al mondo.
SSI, Scuba School International è stata fondata nel 1970 negli Stati Uniti ed è attiva sul territoio italiano dal 1990. I corsi dell'organizzazione seguono i dettami della Rsttc, che Ssi ha introdotto per prima in Europa. Tra le novità della Ssi vanno segnalati l'Universal Referral Program, introdotto nel 1999, il Passport program, in collaborazione con la Naui, e il "Programma di autostudio": il kit dell'allievo contiene sempre una videocassetta che consente di svolgere la parte teorica da soli. In seguito l'istruttore, dopo aver effettuato alcune verifiche sull'apprendimento dell'allievo, lo segue nelle lezioni in acqua.






La canadese Acuc, (America Canadian Underwater Certification), associata Rstc, organizza corsi a tutti i livelli, con rilascio di brevetti internazionali. Ha rapporti di collaborazione con numerose altre didattiche sul territorio nazionale italiano.


 La Confederation Mondiale des Activités Subaquatiques (Cmas) e una confederazione a carattere mondiale che riunisce associazioni, federazioni subacquee e organizzazioni scientifiche di tutto il mondo, le quali organizzano corsi e programmi didattici seguendo le indicazioni della Cmas. I brevetti Cmas sono riconosciuti in tutto il mondo e coprono tutti gli aspetti dell'attività subacquea: sportivo, tecnico e scientifico. in Italia la confederazione opera tramite le federazioni affiliate.
RAID è l'agenzia di formazione subacquea con maggior crescita al mondo con uffici regionali, centri immersione e istruttori pronti a fornire formazione subacquea completa di programmi accademici on-line dal principiante a tutti i livelli istruzionali. RAID offre formazione per corsi dallo snorkeling agli apparati a circuito chiuso.

La Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, e affiliata alla Cmas e al Coni. Organizza corsi di apnea e per sommozzatori dai livelli base fino alle specializzazioni nelle varie discipline, come biologia, archeosub, utilizzo della camera iperbarica, corsi istruttori. Recentemente la Fipsas ha introdotto un nuovo corso di immersione per disabili e di immersione con miscele iperossigenate. Si occupa anche di agonismo, organizzando i campionati italiani di pesca subacquea, di tiro a segno subacqueo, di caccia fotografica subacquea, di fotografia subacquea.






PSS Worldwide si occupa di diversi sport, studiando e regolamentando i programmi di addestramento, producendo i relativi materiali didattici e persino realizzando programmi televisivi dedicati alla didattica sportiva.
Nel settore delle attività di immersione PSS Worldwide ha iniziato a operare negli anni '90, con esperti che lavoravano nel mondo della didattica subacquea già da venticinque anni con molteplici esperienze professionali: dagli studi universitari specifici alle consulenze tecnico-commerciali per produttori di attrezzature subacquee, dalla formazione degli istruttori alla gestione di catene di diving, dalle consulenze ai tour operator alla realizzazione di manuali didattici a tutti i livelli, dalla conduzione di programmi snorkeling per alunni delle scuole pubbliche alla sperimentazione in immersione di nuovi algoritmi decompressivi per subacquei tecnici.
FIAS,  Federazione Italiana Sport Acquatici è dedicata allo sviluppo di corsi ad altissimo contenuto didattico, nonchè alla sicurezza in mare e alla salvaguardia dell'ambiente. La FISASUB è una fra le federazioni artefici nella "costruzione" della C.I.A.S. (Confederazione italiana attività subacquee) a cui fanno capo le maggiori didattiche Italiane





La Snsi (Scuba Nitrox Safety International) organizza corsi ricreativi aria (Air Program), Nitrox e rebreather. L'Air Program prevede corsi dal livello Open Water Diver (con opzioni Nitrox e muta stagna) al livello istruttore (Open Water Instructor). I corsi Nitrox Diver e Nitrox Instructor sono relativi alle miscele ricreative 32% e 36%. I corsi Rebreather Diver e Rebreather Instructor sono relativi ai modelli semichiusi "Ray" e "Dolphin" Drager. La Snsi è un'agenzia didattica internazionale riconosciuta da Rstc.

IDEA,  International Diving Educators Association e nata nel 1952 e opera in Italia dal 1992. I livelli dei corsi sono tre: base, avanzato e professionale. Ognuno di essi si articola in tre corsi specifici. Due le formule per la formazione istruttori: una in cui il candidato, dotato di una solida formazione di base, prende parte solo alle prove di ammissione e all'esame finale; I'altra prevede la possibilità di essere seguiti fin dall'inizio da un instructor trainer.

Come potete vedere ho provvisto ciascuna delle didattiche citate del rispettivo link di collegamento, per capirci di più.
di seguito c'è questa tabella aggiornata alla data odierna che è desunta dagli specchietti che le varie didattiche danno dei loro corsi, così da fare un rapido raffronto, potrete notare alcune differenze, specialmente in ambito profondità a cui si viene abilitati. Per alcune poi non esistono brevetti DEEP (40 metri, la profondità massima per un ricreativo), ma solo corsi di specializzazione.


Spero di aver aiutato ad ampliare la panoramica

Buone Bolle!

Fabrizio Gandino 
"Subacqueodisuperficie"







giovedì 8 novembre 2018

Il Momento perfetto


"Lento mi adagio sul fondo bilanciando l'aria che mi serve per equalizzare il mio peso a quello dell'acqua, una sistemata alle cinghie.

Solo con il rumore del mio respiro, mi guardo intorno, il momento perfetto, il mondo non esiste, meccanicamente giro la testa verso l'alto dove il chiarore è maggiore."

scatto di Tina Gori


È stato un inverno lungo, l’acqua ancora fredda, temerario mi sono affidato alla semistagna e sto “pedalando di pinne insieme agli altri in mezzo al golfetto di Calafuria, cullato dall'acqua, nelle orecchie il chiacchericcio affannato dei miei compagni, le gambe che spingono e quella sensazione di vuoto sotto di me.
Ogni tanto mi giro sulla pancia per guardare di sotto com’è la visibilità, l’acqua fredda si fa sentire in quel perimetro compreso tra la maschera ed il cappuccio.
Finalmente l'arrivo, un ultimo ennesimo controllo, le cinghie che mi costringono,
sembriamo tutti dei grassi batraci, mentre ci guardiamo tra noi, ognuno memorizza la configurazione dell'attrezzatura dei compagni e del compagno con cui farà coppia, ognuno mentalmente aspetta il segnale del nostro apripista per la discesa, quello che porta il pallone.
Metto su la maschera e infilo in bocca il boccaglio, mi giro di nuovo, lo faccio sempre, guardo la discesa del mio compagno tra le bolle prodotte dal suo erogatore, aspetto che raggiunga il fondo prima di girarmi nuovamente.
Il segnale di ok viene dato per l'inizio discesa, aspetto il mio turno, l'erogatore in bocca, il suono potente del rilascio dell'aria, quello del gav che si sgonfia, quella sensazione come di due mani invisibili che lentamente ti tirano sotto.
Il battito del cuore accelera percettibilmente, i suoni cambiano e divengono leggermente ovattati, il rumore delle bolle e quello intervallato ad esse del mio respiro, sono i miei compagni in quella fase.


foto di Fabrizio Gandino


Meccanicamente compenso anticipando una fastidiosa sensazione sugli orecchi e continuo a scendere, guardo in basso.
Uno, due colpetti al vis e immetto aria nel giubbotto, non voglio sembrare Ironman che arriva a terra facendo una ragnatela di crepe, qui alzerei solo del sedimento dal fondo, rallento la discesa e mi appoggio delicatamente in punta di pinne.
Lento mi adagio sul fondo bilanciando l'aria che mi serve per equalizzare il mio peso a quello dell'acqua, una sistemata alle cinghie.
Solo con il rumore del mio respiro, mi guardo intorno, il momento perfetto, il mondo non esiste, meccanicamente giro la testa verso l'alto dove il chiarore è maggiore.

foto di Fabrizio Gandino
Il Sole occhieggia in Superficie


La luce del sole mi occhieggia da lontano nel baluginio dei riflessi della superficie una decina di metri più su, accendo la torcia illuminando qualche pesce curioso, il fascio lo fa esplodere di colore, semplice fisica che si trasforma in magia.
Io creatura di terra ed aria, sono di nuovo solo con il mio respiro in questo paesaggio alieno, diverso ogni volta, prestato per la breve durata dell’immersione a quel mondo dal quale tutti siamo provenuti.
Io il mio respiro e basta, il cuore batte di nuovo più lento, pace assoluta, il momento perfetto che vorrei si dilatasse all'infinito.

foto di Roberto Puzzarini
Sono secondi che a me paiono minuti, ma presto questo incanto si spezzerà, l'aria qui è preziosa e ci si muoverà... però lasciatemi congelare nel tempo questo momento che è, e resterà solo mio.


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"