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lunedì 31 dicembre 2018

Buon 2019! Un anno pieno di bolle per tutti



Buon Anno 2019
E
Tantissime buone bolle

a

Tutti


Composizione di Salvatore Fabiano

Foto di Salvatore Fabiano
Immagine di Fabrizio Gandino

Buon 2019!


Fine anno, tempo al solito di bilanci, auguri, progetti.
E in questa giornata mi piace ricordare ognuno di voi e tutti insieme.
Ognuno perché singolarmente siete persone uniche: caratteri talmente diversi tra loro, con talenti specifici. Ognuno perché ognuno di voi mi ha dato molto, in insegnamenti, nel comportamento, in spensieratezza e in riflessioni.
E tutti insieme, perché io sono una solitaria, anche in montagna vado quasi sempre da sola e in acqua non si può, ma vi ho visti, ho visto la vostra disponibilità tra voi e verso di me. Non datela per scontata: non è cosa frequente. Ho visto amicizia tra voi. Ho visto ognuno così diverso essere accolto da tutti gli altri, ognuno valorizzato nelle sue capacità e aiutato nelle sue difficoltà.
Ho visto persone singole essere capaci di essere gruppo, certo per la passione che è comune a tutti, ma anche al di fuori di essa.
Inoltre, non nego che fare le cose da soli sia bello, ma condividere le emozioni vissute insieme è un’altra cosa.
A me vedere tutto questo dà gioia e serenità.
Lasciatemi un saluto particolare per Simonetta: ci sei sempre, pur non entrando in acqua. Certo ti piace il sole e l’aria del mare. Ma ci sei, controlli la posizione di chi si è immerso, non ti fai banalmente i cavoli tuoi. E per me sapere che quando esco ti ritrovo lì e domandi com’è andata e ti interessi è motivo di allegria ulteriore e di tranquillità. Quindi grazie Simo!

A voi che leggete auguro di trovare o essere in un gruppo di questo questo tipo, con persone tanto pazze fuori dall’acqua come attente e coscienziose in immersione.
A tutti un augurio di un 2019 che riempia i vostri occhi di bellezza.



Elena


DiveSystem , quando un lavoro diviene passione e amore per la qualità


Ok chiariamo subito, non mi hanno pagato :)
Era il 15 di Dicembre 2018, Massy, Miky Elena ed io ci siamo messi in viaggio alla volta di Follonica, meta la sede della DiveSystem.



Avevo visto per diverse volte di filea il loro stand al centro dell’Eudi Show a Bologna, e avevo acquistato presso di loro molti dei miei accessori, e poi dai, non v’è modo migliore di conoscere la propria attrezzatura che vedere come viene prodotta.
L’azienda sorge nella zona industriale di Valpiana, un paio di capannoni in una zona piuttosto anonima; un vecchio detto recita che il vino buono è custodito nelle botti piccole, e le apparenze qui ingannano.
Il signor Zazzeri e sua moglie ci attendono per questa apertura straordinaria,
dandoci un caldo benvenuto, non manchiamo di notare il casotto con la bandiera rossa con striscia bianca dei sub e la piscina adiacente.
L’androne dell’azienda è anche il loro atrio espositivo con tutte le loro produzioni e fiori all’occhiello, tutto è permeato da quel familiare odore di neopreme, caro ad ogni subacqueo che si rispetti; qui prendiamo visione della gamma dei prodotti: gav, computer, torce, reel, pinne, erogatori.
Paolo Zazzeri da buon anfitrione, non ci accoglie come clienti, ma come ospiti, e come ogni ottimo padrone di casa ci apre le
porte dei suoi laboratori, ci mostra con una sorta di orgoglio tangibile, vani, i macchinari, i materiali usati nella sua azienda.
Quando passione ed esperienza si incontrano il risultato è a dir poco sorprendente e questo traspare nelle sue parole, mentre ci invita a toccare con mano i fogli di neopreme, i tessuti che compongono i gav, le mute, mentre ci spiega come vengono assemblati, grandi prodotti che costituiscono la basa per la fama di un grande marchio.
La lungimiranza di un innovatore unita alla passione di un artigiano e il tutto cucito insieme saldamente da un amore per il mare esattamente come i fogli di tessuto delle sue mute e gav.
Nell’esposizione è impossibile non notare le mute personalizzate destinate a organi di pubblica sicurezza e non solo, DiveSystem è fornitore ufficiale dei carabinieri subacquei, della marina militare italiana, del nono reggimento assaltatori Col Moschin, del reggimento lagunari ‘Serenissima’, dei sommozzatori della polizia di stato, guardia costiera, dei vigili del fuoco Italiani e Bomberos spagnoli e Dio solo sa di chi altri in giro per l’Europa .
Il marchio DiveSystem è sinonimo di garanzia ed affidabilità in Europa nel proprio, una piccola azienda che si è fatta un grande nome non tanto con i
numeri quanto con una qualità che è ampiamente riconosciuta nel settore.
Ci viene spiegato come ogni fase della produzione debba rispondere a degli standard rigorosi e come il personale sia preparato e coinvolto in ogni passaggio produttivo.
Paolo Zazzeri ci intrattiene raccontandoci gli esordi della sua attività con emozione ed orgoglio, che credo solo un altro subacqueo possa pienamente capire (anche se si tratta del sottoscritto con molta molta meno esperienza).
Tornando a noi, ci facciamo il giro guidato apprendendo le tecniche di costruzione ed assemblaggio delle loro mute.
Personalmente io non manco di notarne una assai particolare, con una specie di “Termosifone” all’interno, destinata ai lavoratori subacquei in acqua assai fredde, ma noi siamo qui per Massy, la sua muta stagna, dopo averlo servito fedelmente per diversi anni, ora ha bisogno di essere sostituita, e noi siamo qui per questo.


Però...si però...c’è sempre un però...sia io che Miky la muta stagna ancora non l’abbiamo...ed allora, beh vuoi non farti prendere le misure?...si perché qui, la precisione e la cura sono a dir poco maniacali e affinché le mute calzino come una seconda pelle.
Ok ok...l’occasione fa il sub stagno, ci salutiamo promettendoci di rivederci all’Eudi Show di marzo per ritirare le nostre mute.

Buone bolle!



Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"


domenica 30 dicembre 2018

Subacquei gente seria 3 - Crisi d'astinenza

I subacquei sono dei drogati, infatti sviluppano presto dipendenza dalle immersioni è un dato ormai conclamato.
Neppure le condizioni meteo avverse riescono a fermarli, loro devono immergersi, e non importa se non esiste una piscina disponibile per dargli l'illusione di potersi  librare tra i fondali...loro devono immergersi a prescindere.
Ecco di seguito la prova fotografica di quanto può essere devastante una crisi d'astinenza da immersioni.




le crisi possono arrivare ovunque e non c'è verso, a volte si è vittime di miraggi e dell'illusione della vista di nuovi fondali....neppure i sub più esperti sono al sicuro.



Subacquei....gente seria!


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"

Y 40 la piscina più profonda del mondo...ma non è il mare


Domenica 25 Novembre 2018, la tribù del “Casio Divers Group” e Del “C.S.D” si sposta in massa in quel di Montegrotto Terme (PD) per il PADI Day .
In realtà è una buona scusa per trovarci tutti insieme, o perlomeno la maggior parte di noi, l’idea di immergersi nella prima piscina al mondo specificatamente studiata per subacquei e apneisti, oltre ad essere la piscina più profonda al mondo per uso civile (Credo ne esistano simili anche nelle sedi dei principali centri di addestramento delle agenzie Aerospaziali per addestramento degli astronauti) ci lascia un po’ perplessi a dire il vero.
C’è di buono che l’attrezzatura te la forniscono in loco e vi è in sede un esposizione di Acqualung (uno degli sponsor della struttura) e di Dive System (di cui parleremo più avanti).
La Y-40, è la piscina più profonda del mondo: la struttura è situata a Montegrotto Terme in provincia di Padova, in piena cornice dei Colli Euganei , il
suo logo non è scelto a caso, infatti ricorda la figura dell'apneista in posizione verticale, ma è la profondità massima della vasca la sua principale attrattiva, ovvero circa quaranta metri, precisamente 42 m.
Qui Umberto Pellizzari dicono sia di casa.
Nell’atrio è visibile una galleria fotografica con tutte le fasi della sua costruzione e inaugurazione avvenuta 5 giugno 2014. La piscina ha battuto il primato di piscina più profonda del mondo che prima apparteneva alla Nemo 33 di Bruxelles (Belgio).
La sua morfologia è varia e comprende gradoni di diverse profondità: 4, 5, 8, 10
e 12 metri, all'interno dei quali sono stati ricavati anche percorsi e ambienti che simulano l'immersione in grotta. La piscina infatti è prevalentemente utilizzata a scopi formativi per subacquei professionisti.
Venendo a noi, la trasferta è stata organizzata come al solito, dalla nostra efficentissima Tina Gori; alcuni di noi vi erano già stati, gli altri beh, erano incuriositi dall’idea di potersi immergere in acqua termale (36° C) senza muta e sino a 42 metri.
Appena arrivati, oltre ad un caldo piuttosto umido, siamo stati accolti dal classico odore “di piscina”, ma sicuramente quel che le vetrate mostravano dell’interno della vasca era di un certo effetto.
La vasca a 15 metri di profondità dà l'accesso alla parte più profonda, ovvero una sorta di pozzo del diametro di 6 metri che raggiunge la profondità massima di 42 metri. All'interno della vasca erano presenti boe fissate a vari punti del fondo con sagole che permettono la discesa e risalita controllata con
riferimenti visivi. Ma non solo, per il “PADI DAY” erano presenti alcuni “singolari”relitti”: una cinquecento Fiat (un simbolo, una pallida imitazione di quello attuale), un vespone Piaggio e alcune scenografie in perfetto stile “American Graffiti” . Notiamo subito che una parte della vasca è anche attraversata da una galleria realizzata in vetro temprato percorribile al suo interno che conduce agli spogliatoi e alle scale che danno accesso alla vasca vera e propria.
Apprendiamo dal briefing che la piscina ha una capacità di 4 300 metri cubi e contiene acqua dolce di origine termale che sgorga a 85  C° e che viene
raffreddata fino ad una temperatura di 34 °C. La sua morfologia è varia e comprende gradoni di diverse profondità: 4, 5, 8, 10 e 12 metri, all'interno dei quali sono stati ricavati anche percorsi e ambienti che simulano l'immersione in grotta. La piscina infatti è prevalentemente utilizzata a scopi formativi per subacquei professionisti.
Ok siamo d’accordo, per noi “subbi” il mare è il mare...qui solo “Pesci piastrella” :D ma che ci volete fare? Siamo indiscutibilmente dei drogati d’acqua, senza speranza e senza possibilità di redenzione, ed ogni scusa è buona per stare insieme a fare bolle… anche se, ad essere sinceri, immergersi senza muta, senza pesi non è proprio una cosa scontata. Esperienza da ripetere? Forse, ma non subito, per carità di Dio, una struttura notevole e dalle possibilità didattiche infinite, ma concedetemi e perdonatemi...il mare è un altra cosa.
Comunque un esperienza da fare.... io Fatta! ;)



Link Utili:

Hotel Millepini
Y-40


 Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"




Giglio di mare

Sopra

Il giglio di mare è una pianta piuttosto diffusa in alcune spiagge di Alghero. La prima volta che l’ho visto, lì nella sabbia, me ne sono innamorata, perché amo le bulbose in genere e per il suo candore che riflette i raggi del sole: immaginate estate assolata e calda e questi fiori immacolati che sembrano sfidare con la loro bellezza ambienti difficili, in questo caso sabbia, vento e acqua salata – me le immagino bagnate dalle gocce di mare durante le mareggiate -, oltre a quella piovana come a dire: in ogni luogo, in ogni situazione si può vivere appieno e portare bellezza.
E’ bellissimo vedere un “prato” di Pancratium maritimum fioriti ad un passo da dove ti immergi o fai un bagno o ti sdrai a prendere il sole. A me dà un senso di calma e di… speranza.
Lo chiamano anche narciso marino, con quale condivide la stessa famiglia, quella delle Amaryllidaceae.
I semi sono leggerissimi e spinti dal vento possono arrivare all'acqua dove galleggiando possono andare a colonizzare nuovi siti.
Sembrerebbe che sia menzionato perfino nel Cantico dei Cantici ed è emozionante per me sapere di condividere questa meraviglia insieme a milioni di uomini che leggono lo stesso Libro da secoli e che qualcuno lo abbia tenuto così tanto in considerazione da immortalarlo nel Canto d'Amore per eccellenza.




Foto di Elena



Famiglia: Amaryllidaceae

Genere: Pancratium

Specie: P. maritimum



Bibliografia







Sotto

Stavo “tranquillamente” ravandando sul fondo: il mio assetto era peggiore di quello ancora pessimo di oggi e cercavo di capire come riuscire a non arare la sabbia, neanche fossi una cercatrice di oggetti preziosi perduti nel mare, quando mi passa davanti un'alga rossa. La osservo un momento, poi sposto l'attenzione altrove. Il mio buddy mi richiama, si avvicina all'alga, la sfiora e questa si muove. Forte penso io, evidentemente c'è una piccola corrente. Fabrizio (il buddy) nota che non ho capito nulla e ripete il gesto e finalmente mi si accende una lampadina (ebbene sì, sono lenta): quella cosa si muove! Finita l'immersione Fabrizio mi dice che è un giglio di mare e io lo guardo molto perplessa: i gigli di mare li conosco e non sono così! Una volta a casa mi metto alla ricerca della strana creatura su libri ed internet. Ebbene QUESTO giglio di mare è un Antedon mediterranea. Buffo invertebrato davvero. Lo vedrei bene in un film horror però: il suo movimento ha un che di inquietante e mi aspetterei di vedere all'improvvisono una grande bocca piena di denti aguzzi che vuole mangiarti, e non sarei tranquillissima a trovarmi in una prateria di questi gigli!




Foto di Marco Moretti


Sopra e sotto:
sopra una pianta che “nuota”
sotto un invertebrato che pare un'alga qualsiasi ad un'occhiata distratta.



 
Foto di Fabrizio Gandino
Giglio di mare fotografato a Calafuria (LI)







Famiglia:  Antedonidae
Genere:    Antedon 
Specie:     Antedon mediterranea

Bibliografia
Gianni Neto, Flora e fauna marina della costa livornese, Editrice La Mandragora, 2004