Ora lo so, sembra grottesco che la tua “frittura di mare”, possa attentare alla tua vita in un modo diverso dal colesterolo o una possibile indigestione, si l'Italia è uno dei principali consumatori/importatori.
Tra blocchi dovuti ai contagi, il meteo e gli impegni, il tempo per immergersi in questo ultimo periodo è stato davvero poco.
Il mare spesso mi è toccato vederlo dalla TV e diverse trasmissioni su canali tematici, ultimamente sono improntati al sensazionalismo, di qualsiasi genere; uragani, tempeste, incidenti spettacolari, tutto è utile ad alzare lo share.
Per quel che riguarda il mare, scordatevi le assolate e tranquille riprese di Linea Blu, gli animali del blu sono assassini sanguinari.
Tralascio per pudicizia quell'osceno pseudoreportage sul Megalodon, che ne millantava l'avvistamento e attacco al largo delle coste del sud Africa di questo squalo preistorico.
Quello di cui invece parleremo oggi è il Dosidicus gigas noto commercialmente come totano gigante del Pacifico o come calamaro di Humboldt, è un calamaro della famiglia Ommastrephidae, di notevoli dimensioni, che vive nelle acque della corrente di Humboldt, nell'Oceano Pacifico, al largo delle coste sudamericane.
Uno dei suoi nomi comuni, calamaro di Humboldt, deriva dall'omonima corrente oceanica, che a sua volta prese il nome dallo scienziato naturalista Alexander Von Humbolt (1769-1859).
La corrente di Humboldt è una corrente marina fredda che circola nell'Oceano Pacifico a largo delle coste occidentali del Cile e del Perù e scorre da sud a nord.
Ma tornando al nostro calamaro di Humboldt, possiamo dire che è un calamaro molto grande anche se ce ne sono di più grandi. Il fatto è che questo animale ha anche un atteggiamento piuttosto aggressivo, spaventa anche l’uomo oltre alle numerose specie di molluschi che costituiscono la sua dieta giornaliera.
Nei paesi Neolatini è conosciuto anche con un altro nome “Diabolo rojo” (Diavolo Rosso) giusto per sottolinearne la sua aggressività ed il colore che assume.
Muovendosi in questa corrente a profondità variabili tra i 200-700 metri, ma c'è anche chi sostiene che si spingano tranquillamente sino a 1200 metri, dal Perù è presente su tutta la costa sud Americana occidentale sino a quelle del Messico e California.
Generalmente non supera gli 80 cm, ma sono stati registrati casi di esemplari lunghi fino a 4 m (più realisticamente “solo” 2 m più i tentacoli), per questo è noto anche come “calamaro gigante”, arriva in media ai 50 kg di peso e sfruttando la propulsione del sifone può raggiungere i 24 Km/h. .
Vorace, è un predatore in cima alla catena alimentare, tuttavia la posizione di un calamaro all'interno di un ecosistema marino spesso dettato dalla sua taglia, cosa piuttosto rilevante, se si tiene in considerazione anche il cannibalismo di specie.
La pesca di questo cefalopode è di tipo intensivo, sebbene portata avanti con tecniche artigianali (lenze e fiocine).
Ma tornando a noi e alla subacquea più in generale, pare che esistano dei casi documentati di attacchi a sub da parte di questo cefalopode.
Ora lo so, sembra grottesco che la tua “frittura di mare”, possa attentare alla tua vita in un modo diverso dal colesterolo o una possibile indigestione, si l'Italia è uno dei principali consumatori/importatori.
Lasciatemi dire inanzitutto che un calamaro è tutt'altro che indifeso, la sua bocca posta al centro dei tentacoli è provvista di un becco corneo durissimo in grado di frantumare anche delle ossa, i tentacoli sono fornite di ventose uncinate, perfette quando afferra una preda per non lasciarsela più scappare.
A tutto questo aggiungete che si muove spesso in banchi costituiti di centinaia di individui sebbene segregati in base alle dimensioni corporee e che pare siano in grado di cacciare in branco e ci vede benissinmo al buio.
Ecco qui volevo arrivare, i classici Sub superstiti di un attacco, intervistati dalla solita rete televisiva DMAX, riportano quasi sempre la stessa versione.
Un calamaro di solito si mostra abbastanza vicino al sub mentre cambia colore in continuazione, predomina il tono rosso acceso che gli ha fruttato il soprannome di Diavolo Rosso, e dopo alcuni minuti il sub si ritrova accerchiato da altri calamari e poi comincia un attacco sistematico.
Si qualcosa che ricorda i Velociraptor di Jurassic Park.
Tuttavia pare un fondo di verità ci sia per davvero, e non sia solo l'ennesima puntata di River Monster (format condotto da Jeremy Wade) secondo alcune testimonianze, numerosi subacquei hanno avuto incontri piuttosto ravvicinati con i calamari di Humboldt.
Shanda
Magill descrive così la sua seconda esperienza, dopo una primo
contatto amichevole:“Mi ha staccato il galleggiante dal petto e
gettato via la luce, con una forza a dir poco
immane. Quando mi
sono ripresa, il calamaro se ne era andato, ma io ero senza
galleggiante. Ho scalciato come una pazza e non sapevo se sarei
sopravvissuta”.
Sorte
simile capitata anche a Roger Uzun, un fotografo sottomarino:“Appena
ho acceso la telecamera sott’acqua si sono spinti verso di me e mi
hanno colpito alla nuca. Sembravano volermi
tastare per vedere se
ero commestibile. (Uno di loro). Mi ha quasi tolto la videocamera
dalle mani”.
Nonostante il rischio, gli amanti del mare continuano ad essere affascinati da tali predatori degli abissi.
Il
sub californiano Mike Bear riassume la questione in maniera
perfetta:”Non nuoterei con loro come non camminerei in mezzo ad
un branco di leoni nel Serengeti anche se so che sto
perdendo
l’occasione di una vita”.
Il cambiamento di colore come una specie di lampeggio per distrarre una preda non è una cosa nuova in effetti, qualcosa del genere è stato osservato anche nella seppia gigante (Sepia apama), che se ne serve per ipnotizzare i granchi che preda.
Ok Ok La frittura vi sta tornando su, oppure stare pensando che sono un sacco di cavolate, in fondo sono “solo dei calamari”....coordinare un attacco … andiamo!
Non la pensano così Benjamin Burford dell’Hopkins Marine Station della Stanford University e Bruce Robison del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI): mentre cacciano i diablos rojos, come li chiamano in Sudamerica, comunicano tra loro utilizzando variazioni di colore di alcune aree della loro pelle e questi cambiamenti da chiaro a scuro sono visibili anche nelle buie profondità dell’oceano perché i calamari di Humboldt sono in grado di accendere tutte le aree del loro corpo con una bioluminescenza che le retro-illumina come le parole sullo schermo di un e-book.
La pesca intensiva non ne scalfisce il numero, che anzi, sembra crescere.
Secondo alcuni naturalisti il problema è ancora una volta l'uomo; i regolamenti di pesca prevedono che la cattura è interdetta per esemplari al di sotto dei 50 cm, ovvero quando naturalmente il Calamaro di Humbolt raggiunge la sua maturità sessuale.
Ora la buona notizia è che pare si riproduca una sola volta nell’arco della vita, ma quando ciò avviene, la specie rivela il potenziale di fecondità più elevato tra tutti i cefalopodi. Le femmine più grandi possono produrre fino a 32 milioni di ovociti, sebbene in media tale numero resti compreso tra 300.000 e 13 milioni.
Tuttavia, secondo alcuni, il riscaldamento globale, sembra abbia accellerato questa transizione quando l'animale è ancora a circa 40 cm di lunghezza, quindi inizia a riprodursi molto prima di poter essere cacciato.
A questo aggiungete che i suoi predatori naturali, gli unici che potrebbero averne ragione quando ancora sono di quella taglia, sono gli squali, tonni e pescespada, che stanno subendo una decimazione che li sta portando all'estinzione, aggiungete che l'unico predatore in grado di attaccarli con successo quando sono più grandi sono Balene e Capodogli, ornai da più di un secolo a rischio di estinzione, il gioco è fatto.
La Natura non ama gli spazi vuoti, quindi se alcuni superpredatori spariscono ecco il loro posto essere occupato da altri emergenti, mai una simile frase è stata così calzante, dal momento che i Calamari, salgono dalle profondità in superficie, proprio per cacciare.
Link:
https://pescesostenibile.wwf.it/species/dosidicus-gigas/
https://www.esquire.com/it/news/attualita/a33443279/video-animali-calamaro-gigante-attacco/
https://www.ideegreen.it/calamaro-di-humboldt-nel-mediterraneo-111078.html
https://www.biopills.net/calamaro-di-humboldt/
Buone Bolle e Buona frittura
Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”