Delle attività che mi ha sempre dato maggiore soddisfazione, che il Casio Divers Group persegue, mi manca particolarmente quella di divulgazione con i bambini, sono delle spugne nel senso più completo del termine, e come molti, coltivo la speranza che potranno essere degli adulti migliori di noi. Ho sempre pensato che si finisce per distruggere per lo più per ignoranza, che se insegni ad apprezzare la bellezza, la complessità delle diverse e tante forme di vita non puoi rimanere indifferente. Lo so è difficile mantenere quella curiosità tipica dei bambini, ma altresì lo trovo un esercizio stupendo per non rischiare di divenire indifferenti e dare per scontato qualsiasi cosa. L'educazione al rispetto dell'ambiente, nel nostro caso del mare nella fattispecie, è rispetto del mondo che ci circonda ed in prima ed ultima analisi rispetto per noi stessi.
Non vi tedio oltre e vi invito a leggere questo post di Marco Colombo, con curiosità e con quel sorriso che vi comparirà in volto ricordando le nostre prime esperienze con i piedi a bagno, quando la preoccupazione più grande era "cosa fare nelle tre ore dopo mangiato prima di poter fare il bagno".
Per converso però, pubblico anche un altro intervento di Lorenzo Brenna, con una diversissima scuola di pensiero, questo per par condicio e per dare ad ogniuno di voi la possibilità di formarsi una sua opinione.
Buona Lettura.
Il Mare nel Secchiello
Come ogni anno, con l’arrivo della bella stagione rispunta la regolare
diatriba tra chi lascia i bambini in spiaggia con secchiello e granchi, e
chi invece condanna queste pratiche.
Di seguito vi racconterò
il mio punto di vista, che spero possa ispirarvi e innescare una
discussione costruttiva sull’argomento, ricco di sfaccettature.
Quello a cui mi riferisco non è ovviamente mettere le meduse a cuocere sugli scogli per “bonificare” il mare (un atto stupido).
Un caso tipico di scontro sono le stelle marine: nonostante alcune
specie vivano, per esempio in Nuova Zelanda, nelle pozze di marea e
sopravvivano regolarmente all’emersione (qui una bellissima foto:
https://www.pinterest.it/pin/365706432217077511/),
le specie mediterranee più vistose si rinvengono usualmente ad alcuni
metri di profondità, e quindi portarle fuori dall’acqua anche
temporaneamente potrebbe arrecare danni al loro sistema acquifero.
L’invito è di non andare con maschera e pinne a raccattare animaletti in
profondità per poi portarli in spiaggia, ma di concentrarsi
nell’osservazione di ciò che vive nelle pozze di marea, nei primi
centimetri d’acqua.
Gli animali delle pozze di marea, come
granchi, gamberi, molluschi e piccoli pesci, sono dei veri eroi: vivono
in uno degli ambienti più difficili del mondo.
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Pozza di marea |
Bombardati dalle
mareggiate, schiacciati da onde d’urto immani, sempre a contatto con
rocce taglienti, cotti dal sole estivo o esasperati dalla salinità delle
pozze, questi animali (e pure le alghe) sono stati selezionati
dall’evoluzione per resistere a tutto.
In particolare:
-
Alcune specie, come i granchi Pachygrapsus marmoratus ed Eriphia
verrucosa, riescono a resistere tranquillamente a condizioni di salinità
e temperatura molto elevate, legate all’evaporazione nel periodo estivo
- Molte specie, a causa dell’escursione delle maree, sono in grado di
sopravvivere a lunghi periodi di emersione, trattenendo l’acqua al loro
interno (es. il pomodoro di mare Actinia aequina) o comunque nella
conchiglia (vari molluschi); certe alghe hanno apposite strutture di
raccolta dell’acqua per mantenersi idratate e vive e sopravvivono anche
per giorni all’asciutto
- La forma di conchiglie come quelle delle
patelle permette loro di diminuire le turbolenze e resistere all’impatto
delle onde senza farsi trascinare via; alcune alghe sono molto
elastiche, per smorzare l’attrito e assecondare l’acqua, mentre certe
spugne sono piatte, aderenti alla roccia, per non farsi strappare via
- I pesci delle pozze non hanno di solito vescica natatoria, dovendo
rimanere vicino al fondo, inoltre il loro corpo è ricoperto di muco per
diminuire le abrasioni contro le rocce; addirittura la bavosa
Coryphoblennius galerita può uscire volutamente dall’acqua, di notte,
per ripararsi dai predatori subacquei, e riposare appena sopra la
superficie, su sporgenze di moli e rocce
È davvero quindi un maltrattamento mettere un granchio in un secchiello per guardarlo? Dipende solo dai genitori.
Se questi ultimi infatti sono assenti, non guidano i figli e non li
educano, i bambini fanno un po’ a caso e possono, più o meno
volontariamente, uccidere o maltrattare gli animaletti.
Genitori
sensibili e presenti invece possono trasformare l’esperienza della
spiaggia col secchiello in qualcosa di estremamente educativo e bello:
quando ero piccolo passavo tutto il giorno sugli scogli alla ricerca di
paguri, granchi, succiascogli e trivie.
Montale li avrebbe
chiamati “Sugheri, alghe e asterie, le inutili macerie del mio abisso”,
ma per me erano un microcosmo affascinante in cui perdermi: li guardavo
nelle pozze, e a volte li mettevo nel secchiello (foto a sinistra, avevo
4 anni). Una volta ho addirittura salvato un cavalluccio marino da una
mareggiata. Ho così imparato come respira un granchio, ho toccato con
mano il piede della patella, ho ammirato i colori del nudibranco. Non ho
mai torturato nessuno e tutti sono stati rilasciati illesi dopo
pochissimo; se so tante cose oggi, è anche grazie a questa attività, che
come unica controindicazione aveva tutte le cadute che mi sono fatto,
con tagli colossali sulle gambe (vedi foto nel primo commento).
Come
detto sopra, gli animaletti delle pozze di scogliera sono molto
resistenti: non sono di certo pochi minuti in un secchiello a far loro
del male.
Come praticare al meglio questa attività?
1)
Educa i tuoi bambini al rispetto e all’empatia, controlla come si
comportano nei confronti degli animaletti e guidali verso un
atteggiamento corretto, gli animali non sono giocattoli
2) Portali
al mattino e alla sera, quando il sole è meno forte, ad esplorare le
pozze di marea, lasciando stare tutto ciò che vive a più di 50 cm di
profondità e concentrandoti solo su animaletti mobili (non sessili)
3) Favorisci sempre la sola semplice osservazione nella pozza rispetto alla cattura
4) Se proprio devi mettere un animale nel secchiello, maneggialo con
delicatezza, senza stringere, e senza lasciarlo dentro per ore (avranno
anche i cazzi loro da fare no?); l’acqua nel secchiello deve essere
fresca
5) Insegna ai tuoi figli che una volta osservati vanno immediatamente liberati nello stesso punto in cui li avete trovati
6) Mai provato la pedicure coi gamberi? Mettete i piedi in una pozza, i
gamberetti del genere Palaemon vi solleticheranno per staccare piccoli
pezzi di pelle con le loro chele. Provare per credere!
Concludendo, l’osservazione degli animali tra gli scogli è estremamente
istruttiva e gratificante; qualora si tratti di specie mobili comuni e
adattate alla marea, la manipolazione temporanea, senza maltrattamenti o
essiccazione, non arreca danno sotto la supervisione di un adulto
senziente.
Ma, soprattutto, iniziate i vostri bimbi alla bellezza
del mare “oltre” la spiaggia: ho imparato a nuotare seguendo il papà
con maschera e pinne (foto a destra), perché nella fretta di andare a
vedere i pesci ho dimenticato i braccioli appena comprati per
l’occasione. Il mare mi ha accolto nelle sue braccia, e da allora non mi
ha mai abbandonato, e io cerco con la divulgazione e la
sensibilizzazione di non abbandonare mai lui.
Quella linea dove il cielo incontra il mare da sempre mi chiama.
www.calosoma.it
Marco Colombo
Link dove troverete questo post in originale:
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L’iniziativa Secchiello stop
Estate, tempo di vacanze e di giornate al mare, tempo di sole e di relax. Il clima spensierato non è però condiviso da tutti, da decine di secchielli si levano infatti mute grida d’aiuto
emesse da una grande varietà di piccole creature marine. In quasi tutte
le spiagge della penisola è possibile assistere alle medesima scena, un
bambino che, armato di retino e secchiello, cattura qualsiasi cosa si
muova, piccoli pesci, granchi, paguri, patelle, ricci di mare, meduse e oloturie.
La fine di questi animali è quasi sempre la stessa: vengono lasciati
ore e ore nel secchiello, sotto il sole, mentre l’acqua si scalda
raggiungendo presto temperature insopportabili, condannando i
prigionieri ad una lenta agonia.
Per contrastare questi comportamenti è stata lanciata in diversi comuni liguri l’iniziativa Secchiello stop, campagna di sensibilizzazione nata per educare i bambini, ma soprattutto i loro genitori, a rispettare gli animali marini. L’iniziativa, promossa dal Lions club di Diano Marina,
coinvolge le spiagge della Riviera di Ponente, situata nella parte
occidentale della Liguria, e mira a vietare la raccolta di animali
marini per puro divertimento.
I protagonisti di queste scorribande tra spiagge e scogli sono i
bambini, la responsabilità è però, chiaramente, da ascrivere ai
genitori. Questi ultimi infatti chiudono un occhio (spesso entrambi) su
tali passatempi dei figli, credendo che siano giochi innocenti e senza
conseguenze. Le conseguenze ci sono invece, e sono “molto gravi – ha
spiegato la biologa Monica Previati. – Il problema sta nei numeri: se
tutti i bambini e i ragazzi e gli adulti, che ogni estate trascorrono le
vacanze lungo le coste italiane, prendessero anche solo un piccolo
animale al giorno, centinaia di migliaia di esemplari verrebbero uccisi
per niente, solo per poter far trascorrere mezz’ora di gioco ai nostri
figli e di relax a noi. Prendere un granchio o una stella marina e
metterli nel secchiello equivale a una loro morte certa”. Oltre
all’effettivo danno ambientale viene impartita una lezione discutibile
al bambino, che impara che è possibile disporre a proprio piacimento delle creature più deboli e indifese.
Oltre che immorale tale condotta è anche illegale, viene infatti violato l’articolo 544 del Codice penale
che recita, “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una
lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a
fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche
è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da
5.000 a 30.000 euro”.
È possibile però soddisfare la naturale curiosità dei bambini senza nuocere agli animali, osservare gli animali nel loro habitat,
immergendosi con la maschera o semplicemente camminando a ridosso delle
scogliere, è estremamente più soddisfacente, osservando il vero
comportamento di queste creature, non la loro morte in un secchiello di
plastica.
Lorenzo Brenna
Link dove troverete questo post in originale:
https://www.lifegate.it/secchiello-stop-basta-animali-maltrattati-spiaggia