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lunedì 6 aprile 2020

Contro il Covid 19: scende in campo anche l'industria della Subacquea e la Marina Militare





Credo che quasi tutti voi abbiate ricevuto la foto di quel signore di Napoli, che girava tranquillamente per la strada con una maschera da snorkneling gran facciale di Dechatlon addosso. La psicosi era appena iniziata e, purtroppo, era anche il momento in cui ci avevano venduto, che si trattava “solo” di un influenza un po' più rognosa del solito. Credo che ormai nessuno abbia più dubbi circa la pericolosità di questo virus e del suo pesante tributo in vite umane che abbia esagito e che ancora pretenderà nel futuro. Tornando a questo signore, ne abbiamo riso tutti all'inizio, e poi si sa con questo Covid 19, c'è davvero ben poco di cui ridere. Era circa la metà di marzo, quando in pieno 


boom di contagi, l'ospedale di Chiari (Brescia) aveva terminato le valvole per i respiratori utilizzati per i malati di Covid 19. Frontiere bloccate e poco tempo; la direzione dell'ospedale lancia un grido d'aiuto attraverso un quotidiano locale, per trovare chi potesse fornire dei ricambi in tempi rapidi. Una locale startup, la “Isinnova” in meno di un giorno è riuscita a stamparne in 3D un centinaio di pezzi. Comincia così l'avventura di Alessandro Ramaioli, che ha subito messo a disposizione gratuitamente la sua azienda, per realizzare delle valvole Venturi in acido polilattico con una tecnica a filamento. L'azienda si occupa normalmente della produzione di cose completamente diverse, come agganci per i dedili delle auto o cerotti per ustioni, per riuscire a sopperire alla pressante richiesta ha coinvolto un altra azienda della zona che aveva una stampate 3D molto più grande. Cristian Fracassi, il patron dell'azienda, ha puntualizzato che queste valvole Charlotte non sono valide quanto quelle originali, ma che potranno egregiamente sopperire ad una situazione d'emergenza. 
 
Maschera Dechatlon
Al momento non si ha notizia che l'azienda della quale hanno “fotocopiato” le valvole si sia rivalsa in alcun modo, cosa che non dovrebbe stupire visto che tutto è stato fatto a titolo gratuito. Tutto qui? No! Qualche giorno più tardi l' ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia, in provincia di Bescia, il dottor Renato Favero, ha un idea, e contatta Isinnova: c'è penuria di maschere Venturi da collegare ai respiratori e non si trovano, ma il medico conosce le maschere da snorkneling della Dechatlon. Forse anche lui ha visto quella foto curiosa è ne è stato ispirato. In fondo sono maschere a tenuta stagna, se collegate in modo appropriato ad un respiratore ...forse ...forse. Detto fatto Fracassi e Romaioli ci si buttano a pesce e in meno di una settimana riescono a tirare fuori i nuovi prototipi. Ecco trasformare una maschera da sub commercializzata da Decathlon in un respiratore ad uso ospedaliero. Un successo!
Maschera Ocean Reef

Ma il loro lavoro non è passato inosservato, causa il clamore suscitato da questa inventiva tutta italiana, ecco partire a ruota una serie di progetti simili, Decathlon forse è stata la prima a pensare ad una maschera da snorkneling tipo gran facciale, attrezzatura da qualche tempo un po' meno rara tra i sub. Personalmente provai qualche anno fa un gran facciale della Ocean Reef, devo essere sincero non ne rimasi molto colpito, certo però quella linea rendeva molto più abbordabile avvicinarsi ad un tipo di attrezzatura fino a quel momento solo professionale. La stessa Ocean Reef a Genova attraverso la Mestel Safety Srl, ditta della stessa OceanReefGroup, decide di cimentarsi emulando lo sforzo dei bresciani. Le finalità sono le stesse ma l'approccio è differente. La produzione ha avuto inizio grazie a dei file per stampare gli adattatori che sono open source, cioè disponibili gratuitamente, come molti linuxari come me sanno bene, ma non basta hanno donato mille maschere. E i loro dispositivi già operativi all’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, ma anche a Busto Arsizio, Firenze, Arezzo, richieste arrivano anche dagli Stati Uniti , Gran Bretagna, Danimarca e Svezia.
Maschera Cressi


 E Cressi poteva mancare? Ovviamente no!
In questa gara la casa di Genova non si è sottratta alla sfida di creare un ausilio per la somministrazione di ossigeno ad alti flussi derivandolo da maschere subacquee da snorkeling. L’architetto sanremese Mario Cilli, il Direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione ASL1 Giorgio Ardizzone ed il progettista della ditta Cressi, Carlos Godoy hanno collaborato alla creazione di un prototipo stampato con tecnologia 3D . Fondamentale la collaborazione del titolare della Cressi Sub Antonio Cressi e l’AD Stefano Odero, al maker Roberto Maffezzoni per la stampa modelli 3D, Luca Tomatis del negozio Al Milanes in Mar e Nicola Fauzzi. In questo caso il dispositivo di partenza era il modello di maschera “Duke”, prontamente donate dalla 
 
Maschere Mares
ditta genovese Cressi Sub e riadattate per la somministrazione di ossigeno per i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Anche qui da resto del mondo le richieste non sono tardate ad arrivare. A Rapallo non sono certo rimasti a guardare, la Mares in collaborazione con TS Nuovamacut e Mira Meccanica stanno realizzando a tempo di record 500 caschi. E la Seac Sub? Per non esser da meno ha sposato l'inventiva tipicamente romagnola del cesenate Rocco De Lucia. Titolare di un azienda, la Siropack di Bagnarola di Cesenatico, ha creato una nuova mascherina che consente di parlare liberamente tra medicon e paziente scongiurando la possibilità di contagio per trasmissione aerea. In questo caso la trasformazione di una normale maschera da snorkneling Seacsub Unica in un apparecchio utilizzabile per esigenze sanitarie d’emergenza ha riguardato un aspetto non secondario.
Maschera SEAC SUB

Si sono avvalsi della collaborazione del laboratorio di ricerca Tailor e del dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bologna. La "C-Voice Mask" , questo è il suo nome, è stata dotata al pari degli altri modelli del tutto simili, di due circuiti separati, uno per l’aria in ingresso e l’altro per quella in uscita. Il prototipo è stato realizzato modificando il circuito sulle valvole e aggiungendo un filtro in tessuto che può essere agevolmente sostituito. Tutti questi progetti hanno in comune l'utilizzo di uno strumento originariamente pensato per il mare e un utilità nelle realtà ospedaliere delle maschere tradizionalmente utilizzate per la terapia ventilatoria diventate, con l’emergenza coronavirus, oggi difficilmente reperibili. Ultimi ma non ultimi, anche se non sono un entità commerciale non possiamo 


dimenticarci della Marina Militare Italiana. In questo caso si è pensato di usare le maschere oronasali, impiegate negli impianti iperbarici, nell’ambito delle attività di rianimazione condotte negli ospedali. Autori dell'intuizione in questo caso sono gli operatori dell’Ufficio Tecnico Subacqueo del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare. Tra i compiti del Comando Subacquei e Incursori c'è quello di intervenire con le proprie camere di decompressione in soccorso al personale dei sommergibili sinistrati, dei propri operatori subacquei e, come in questo frangente, a supporto della collettività, mediante interventi di ossigeno terapia iperbarica.
A ben pensarci dovremmo ringraziare l'inconsapevole inventiva di quel bizzarro signore partenopeo.






Link:

(i piani open sources della maschera si possono trovare qui: https://oceanreefgroup.com/covid19/)






Buone Bolle!


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”


domenica 15 marzo 2020

Volli volli fortissimamente volli...ma haimè...



é così amici miei, siamo rimasti tutti fregati, aspettavamo il migliorare del meteo per immergerci, Febbraio per l'Eudi Show e ci siamo rimasti tutti con un palmo di naso.
Non c'è molto da fare, bisogna prenderla con filosofia, anche perchè vai a spiegare alla stradale, piuttosto che ai Carabinieri o la Guardia Costiera, che per noi immergerci è "Una situazione di necessità".
Vagli a spiegare che chiusi dentro una muta respirando aria da una bombola, forse siamo più al sicuro noi la sotto che voi tutti la fuori?

Eppure da questa situazione dobbiamo trarre tutti una piccola lezione a mio vedere, cioè che nella nostra superbia di specie dominante del pianeta, un virus infinitamente piccola ci ha fatto un culo a paiolo, costringendoci ad un autoreclusione forzata.
Consegnati a casa, il tempo che ci rimane è molto, ed allora finito di rimessare le attrezzature, ricontrolla, sistema e ripara quel che puoi, dopo non resta che aspettare.
Si guardano i filmati e le foto del tempo che fu, quando con il culo ammollo ed erogatore in bocca respiravamo dalle nostre bombole quell'aria che sa di libertà.
Se sto dicendo sciocchezze chiedo venia, come molti di voi sono in piena crisi di astinenza, la scienza non ha ancora approfondito che può succedere ad un sub da troppo tempo in secca.
Dicono che siamo come i delfini, quindi che faccio? aspetto gli attivisti di Sea Shepard che vengano ad idratarmi con acqua marina?
eudi show 2017 ...sigh!

Fortuna che il buon Massy, ha scoperto anni fa la tecnologia, ed ecco quindi convocare una teleconferenza tramite whattap.
come vorremmo

Inutile dire che questo rimanere chiusi in casa ci sta abbrutendo, e cosa ancor peggiore  ci porta ad immergerci troppo spesso nel frigo, riemergendo sul diavano, di questo passo le mute dovranno confezionarcele con i teloni dei camion...Aiuto!
come ci tocca
Vabbè portiamo pazienza....
Una cosa però ci tenevo a dirvela amici miei sopra e sotto la superficie...tutto questo prima o poi finirà e noi torneremo là dove vorremmo sempre essere... tutto il resto è solo una pausa di superficie.











Buone bolle! E Rialzati Italia!


#noirestiamoacasa #andràtuttobene

Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie" 





sabato 5 gennaio 2019

VIDEOSUB


IL SUBACQUEO "VIDEO"

Dovete sapere che fare i video sotto la superficie del mare non è cosa di poco conto, 
anzi il conto delle attrezzature aumenta in maniera esponeziale.
Poi ci vuole un buon assetto e molta esperienza per poter fare video stabili. 
in questa foto sembro un professionista, ma devo ringraziare il mio amico e collega subacqueo,
Marco Moretti (fotosub), autore di questo scatto nella Riserva Marina di Portofino



Foto di Marco Moretti









 

Il nostro Marco Moretti in azione in mezzo ad un banco di castagnole. Scoglio delle Scole - Isola del Giglio (GR) 



Salvatore Fabiano 




lunedì 31 dicembre 2018

Buon 2019!


Fine anno, tempo al solito di bilanci, auguri, progetti.
E in questa giornata mi piace ricordare ognuno di voi e tutti insieme.
Ognuno perché singolarmente siete persone uniche: caratteri talmente diversi tra loro, con talenti specifici. Ognuno perché ognuno di voi mi ha dato molto, in insegnamenti, nel comportamento, in spensieratezza e in riflessioni.
E tutti insieme, perché io sono una solitaria, anche in montagna vado quasi sempre da sola e in acqua non si può, ma vi ho visti, ho visto la vostra disponibilità tra voi e verso di me. Non datela per scontata: non è cosa frequente. Ho visto amicizia tra voi. Ho visto ognuno così diverso essere accolto da tutti gli altri, ognuno valorizzato nelle sue capacità e aiutato nelle sue difficoltà.
Ho visto persone singole essere capaci di essere gruppo, certo per la passione che è comune a tutti, ma anche al di fuori di essa.
Inoltre, non nego che fare le cose da soli sia bello, ma condividere le emozioni vissute insieme è un’altra cosa.
A me vedere tutto questo dà gioia e serenità.
Lasciatemi un saluto particolare per Simonetta: ci sei sempre, pur non entrando in acqua. Certo ti piace il sole e l’aria del mare. Ma ci sei, controlli la posizione di chi si è immerso, non ti fai banalmente i cavoli tuoi. E per me sapere che quando esco ti ritrovo lì e domandi com’è andata e ti interessi è motivo di allegria ulteriore e di tranquillità. Quindi grazie Simo!

A voi che leggete auguro di trovare o essere in un gruppo di questo questo tipo, con persone tanto pazze fuori dall’acqua come attente e coscienziose in immersione.
A tutti un augurio di un 2019 che riempia i vostri occhi di bellezza.



Elena


domenica 18 novembre 2018

Entrare in acqua...ma quale didattica?

Ok ti sei finalmente deciso a fare un corso da sub... magari sei in un villaggio/resort ( e allora hai poco da scegliere) e cogli l'attimo, oppure decidi di fare un corso vicino a casa prendendoti i tuoi tempi... Ti informi su chi tiene i corsi, dove ed orari...se sei in una grande città l'offerta non ti manca...ma quale didattica scegliere?
Mi sono dato la briga di guardarmi intorno, per capire quante scuole e didattiche fossero fiorite negli ultimi anni e sono rimasto sorpreso per numero e tipologia.
Padi, SSI, SNSI, Fipsas, Fias, Nadd, Raid, ecc andiamo a vederne alcune brevemente:
Padi acronimo di Professional Association of Diving Instructors organizza corsi a vari livelli e con diverse specializzazioni, dal livello base fino a Course Director. È una delle didattiche per subacquea ricreativa più diffuse al mondo.
SSI, Scuba School International è stata fondata nel 1970 negli Stati Uniti ed è attiva sul territoio italiano dal 1990. I corsi dell'organizzazione seguono i dettami della Rsttc, che Ssi ha introdotto per prima in Europa. Tra le novità della Ssi vanno segnalati l'Universal Referral Program, introdotto nel 1999, il Passport program, in collaborazione con la Naui, e il "Programma di autostudio": il kit dell'allievo contiene sempre una videocassetta che consente di svolgere la parte teorica da soli. In seguito l'istruttore, dopo aver effettuato alcune verifiche sull'apprendimento dell'allievo, lo segue nelle lezioni in acqua.






La canadese Acuc, (America Canadian Underwater Certification), associata Rstc, organizza corsi a tutti i livelli, con rilascio di brevetti internazionali. Ha rapporti di collaborazione con numerose altre didattiche sul territorio nazionale italiano.


 La Confederation Mondiale des Activités Subaquatiques (Cmas) e una confederazione a carattere mondiale che riunisce associazioni, federazioni subacquee e organizzazioni scientifiche di tutto il mondo, le quali organizzano corsi e programmi didattici seguendo le indicazioni della Cmas. I brevetti Cmas sono riconosciuti in tutto il mondo e coprono tutti gli aspetti dell'attività subacquea: sportivo, tecnico e scientifico. in Italia la confederazione opera tramite le federazioni affiliate.
RAID è l'agenzia di formazione subacquea con maggior crescita al mondo con uffici regionali, centri immersione e istruttori pronti a fornire formazione subacquea completa di programmi accademici on-line dal principiante a tutti i livelli istruzionali. RAID offre formazione per corsi dallo snorkeling agli apparati a circuito chiuso.

La Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, e affiliata alla Cmas e al Coni. Organizza corsi di apnea e per sommozzatori dai livelli base fino alle specializzazioni nelle varie discipline, come biologia, archeosub, utilizzo della camera iperbarica, corsi istruttori. Recentemente la Fipsas ha introdotto un nuovo corso di immersione per disabili e di immersione con miscele iperossigenate. Si occupa anche di agonismo, organizzando i campionati italiani di pesca subacquea, di tiro a segno subacqueo, di caccia fotografica subacquea, di fotografia subacquea.






PSS Worldwide si occupa di diversi sport, studiando e regolamentando i programmi di addestramento, producendo i relativi materiali didattici e persino realizzando programmi televisivi dedicati alla didattica sportiva.
Nel settore delle attività di immersione PSS Worldwide ha iniziato a operare negli anni '90, con esperti che lavoravano nel mondo della didattica subacquea già da venticinque anni con molteplici esperienze professionali: dagli studi universitari specifici alle consulenze tecnico-commerciali per produttori di attrezzature subacquee, dalla formazione degli istruttori alla gestione di catene di diving, dalle consulenze ai tour operator alla realizzazione di manuali didattici a tutti i livelli, dalla conduzione di programmi snorkeling per alunni delle scuole pubbliche alla sperimentazione in immersione di nuovi algoritmi decompressivi per subacquei tecnici.
FIAS,  Federazione Italiana Sport Acquatici è dedicata allo sviluppo di corsi ad altissimo contenuto didattico, nonchè alla sicurezza in mare e alla salvaguardia dell'ambiente. La FISASUB è una fra le federazioni artefici nella "costruzione" della C.I.A.S. (Confederazione italiana attività subacquee) a cui fanno capo le maggiori didattiche Italiane





La Snsi (Scuba Nitrox Safety International) organizza corsi ricreativi aria (Air Program), Nitrox e rebreather. L'Air Program prevede corsi dal livello Open Water Diver (con opzioni Nitrox e muta stagna) al livello istruttore (Open Water Instructor). I corsi Nitrox Diver e Nitrox Instructor sono relativi alle miscele ricreative 32% e 36%. I corsi Rebreather Diver e Rebreather Instructor sono relativi ai modelli semichiusi "Ray" e "Dolphin" Drager. La Snsi è un'agenzia didattica internazionale riconosciuta da Rstc.

IDEA,  International Diving Educators Association e nata nel 1952 e opera in Italia dal 1992. I livelli dei corsi sono tre: base, avanzato e professionale. Ognuno di essi si articola in tre corsi specifici. Due le formule per la formazione istruttori: una in cui il candidato, dotato di una solida formazione di base, prende parte solo alle prove di ammissione e all'esame finale; I'altra prevede la possibilità di essere seguiti fin dall'inizio da un instructor trainer.

Come potete vedere ho provvisto ciascuna delle didattiche citate del rispettivo link di collegamento, per capirci di più.
di seguito c'è questa tabella aggiornata alla data odierna che è desunta dagli specchietti che le varie didattiche danno dei loro corsi, così da fare un rapido raffronto, potrete notare alcune differenze, specialmente in ambito profondità a cui si viene abilitati. Per alcune poi non esistono brevetti DEEP (40 metri, la profondità massima per un ricreativo), ma solo corsi di specializzazione.


Spero di aver aiutato ad ampliare la panoramica

Buone Bolle!

Fabrizio Gandino 
"Subacqueodisuperficie"







lunedì 8 ottobre 2018

“Casio Divers Club” , Il Club di subacquei più piccolo del mondo



Tutto ebbe inizio “per colpa” della smisurata passione per il mare di Roberto Puzzarini, un tranquillo geometra in quel di Badi – Castel di Casio, la cui a vista sul bacino di Suviana non gli bastava, non c’era abbastanza acqua per lui, forse.
Formatosi alla scuola della leggendaria Scuba Teknica di Andrea Neri, insieme al suo Buddy storico Maurizio Bachi, iniziò a muovere le prime pinnate; dovete pensare che a quei tempi la subacquea ricreativa come la intendiamo oggi, cominciava a muovere i primi passi, di fatto ogni tizio che entrava in acqua con una bombola sulla schiena senza farlo per mestiere era una sorta di pioniere e ambasciatore al contempo.
Con il tempo raccolse intorno a sé uno sparuto gruppo di subacquei con cui iniziare a fare puntate nell’arcipelago toscano e sulla riviera ligure, tra questi spiccavano Gianni Mattarozzi e Gianni Balduccelli (detto il Prof), quest’ultimo famoso per due sue capacità a dir poco leggendarie: una abilità da scofanatore di spaghettate olimpionico e altresì il dono di compensare in discesa con qualsiasi movimento del corpo.
Nasce così il primo embrione del Casio Divers Group, "uno dei più piccoli club di Subacquei d’Italia e forse del globo", come ama spesso ricordare Roberto nelle sue presentazioni.
In effetti ha quantomeno dell’incredibile il radicamento che questo gruppo di amici in primo luogo e di immersione in secondo, ha avuto in un enclave montana dell’Appennino Tosco-emiliano (praticamente sotto casa di Francesco Guccini) non proprio vicinissima al mare.
Anno dopo anno attraverso una passione grande quanto il mare e con un impegno che solo quest’ultima può nutrire, Roberto e i suoi si sono ritagliati uno spazio nel panorama associativo culturale dell’Alta Valle Reno, sino a sconfinare in un solidalizio ormai ventennale con il CentroServizi Diving – Associazione Uomo Ambiente di Tina Gori di Quarrata.
Cosa fa il Casio Divers Group? Beh organizzerà corsi e immersioni per i suoi membri direte voi… non solo. In realtà il Gruppo fa parte di una dimensione culturale di associativismo più ampia e variegata del “Gruppo Casio” (di cui il gruppo è una sezione) , un associazione con finalità ludico-culturali di Castel di Casio (BO).
Inoltre le collaborazioni con l’associazione “Uomo Ambiente” e la natura stessa aperta e gioviale di Roberto lo avevano portato a considerare un idea che sarebbe diventata vincente: comunicare anche ai non sub la sua passione.
E come? Attraverso la fotografia, i filmati, i colori, le forme di un mondo che le persone conoscevano solo marginalmente, Porretta Terme era lontano dal mare? Beh lui avrebbe portato il mare ai Porrettani!
Aiutato anche da Gianni Mattarozzi, speacker per passione di una radio locale di Silla di Gaggio Montano, RDM (Radio Dimensione Musica), iniziarono a parlare e far conoscere le attività e la subacquea anche radiofonicamente.
Dalle prime proiezioni di diapositive in piccole sale parrocchiali, e sedi comunali, il riscontro sempre maggiore di pubblico e consensi, specie delle famiglie, lo aveva incoraggiato ad andare avanti, sino ad iniziare una proficua e costruttiva collaborazione didattica (pro bono) con le scuole elementari dell’Alta Valle Reno.
L’effetto fu dirompente, i bambini arrivavano a casa entusiasti citando nomi di pesci e creature sino ad allora sconosciute, le maestre integrarono nel percorso didattico di scienze naturali le lezioni di Roberto sulla fauna e flora marina, con largo entusiasmo dei piccoli studenti e dei docenti.
Da qualche anno inoltre, oltre alle dimostrazioni/prove gratuite in piscina di immersione con respiratore e bombole, grazie alla partecipazione di Tina Gori e dell’immancabile amico Maurizio Bachi, che adulti e bambini aspettano con un misto di desiderio e curiosità, si è affiancata la collaborazione didattica della “settimana dello sport”, dove gli
studenti più grandi delle medie possono scegliere di provare l’emozione di respirare sott’acqua in piscina.
A questo punto arrivo anch’io, credo fosse un giugno 2015, quando durante una manifestazione pubblica del Gruppo Casio, alla quale eravamo presenti con un piccolo gazebo anche noi della sezione subacquea, parlando del più e del meno, venne fuori che avevo iniziato a raccogliere le conchiglie (gusci vuoti) dal litorale e avevo cominciato a studiare per imparare a riconoscerle.
Roberto colse la palla al balzo, e mi chiese di imbastire un progetto didattico volto a far conoscere il mondo dei molluschi ai bambini e ai loro genitori.
L’idea che si fece strada nelle nostre teste era un piccolo percorso conoscitivo delle conchiglie più comuni che un genitore e un bambino a spasso insieme per la battigia avrebbero potuto trovare, da lì dargli i primi rudimenti di biologia marina, usando la curiosità come chiave d’accesso alla conoscenza e attraverso questa al rispetto per il mare.
Il progetto è andato avanti con pieno successo, sebbene subordinato alle attività di famiglia e lavorative dei membri del gruppo.
Tempo fa, discutendo con una collega di lavoro, mi disse che uno dei suoi gemelli era tornato a casa da scuola, non sapendo che ero stato lì, dopo una mia lezione, aveva iniziato a sciorinare i nomi di ogni conchiglia che vedeva … che dire, sono soddisfazioni.
Ad oggi il Casio Divers Group, può vantare una rassegna stampa locale di tutto rispetto circa le sue attività, ma questo è nulla rispetto all’entusiasmo dei bambini quando riconoscono in giro in nostri sub che hanno conosciuto in piscina o a scuola.
Forse un Bambino che oggi ama il mare diverrà un adulto che lo rispetterà a sua volta ed insegnerà lo stesso ai suoi figli? Un bel sogno forse, ma qui, in questo sperduto angolo dell’Appennino un piccolo gruppo di amici, un piccolo gruppo di subaquei ricreativi non si è limitato a sognarlo e basta.

Buone Bolle



Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"



venerdì 5 ottobre 2018

Subacquea - MIti e leggende metropolitane


Riprendo a mia volta un articolo di  Michael Ange (Ignoro chi sia costui), a sua volta ripreso da Paolo Ponga sul sito Nautica Report, ancora piuttosto attuali che andiamo a leggere. 

  1. È uno sport da persone mature, molto tranquillo: se l’immagine è quella del subacqueo in acque tropicali, potrebbe riflettere questa (falsa) idea. In realtà ci sono poche attività emozionanti come la subacquea, che si può effettuare nei mari caldi, ma anche sotto i ghiacci, nei fiumi, nelle pass piene di correnti, alla ricerca di relitti sommersi, nei laghi, con gli squali.
    Foto di Fabrizio Gandino
    Scene di ordinaria meraviglia in quel di Portofino (GE)

  2. La subacquea è adatta solo a chi vive vicino al mare: assolutamente no, le immersioni in acqua dolce, nei laghi e nei fiumi, sono emozionanti con le loro difficoltà; poi non esiste niente di più bello dell’organizzare gite e viaggi pensando alle immersioni che faremo.
    Foto di Fabrizio Gandino
    questa foto documenta i chilometri che mi sciroppo in allegra compagnia da Bologna fino a Livorno per immergermi per una notturna

  3. Gli squali presenti nei mari ti mangeranno: ipotesi assolutamente lontana dalla realtà. Per fare un esempio con dati certi, in Nord America muore 1 persona all’anno per l’attacco di uno squalo, di solito un surfista scambiato per una foca, mentre ci sono 30 decessi per l’attacco di una… mucca. Sono rarissimi gli attacchi registrati nei confronti di un subacqueo, una percentuale lontanissima da altri eventi catastrofici con esito mortale.
    Foto di Fabrizio Gandino
    la maglietta fatta dai nipoti per me, perchè sono una persona seria
  4. Per imparare ad immergermi devo comprare una tonnellata di attrezzatura: anche se molti subacquei utilizzano prevalentemente attrezzatura propria, non è in realtà vero. I diving center odierni noleggiano infatti ad un costo relativo tutta l’attrezzatura necessaria, e così le scuole di sub. Di solito presa in convenzione con qualche marca conosciuta, l’attrezzatura a noleggio è nuova od almeno in buone condizioni di utilizzo.
    La bombola se la comprano in pochi, diciamo che se non fai immersioni frequenti o almeno meno di 20 l'anno non ti conviene.
  5. Devi essere un eccellente nuotatore per prendere il brevetto: sicuramente un buon allenamento unito ad una sana forma fisica aiutano durante il nuoto sott’acqua, ma ciò non è indispensabile. Il mio eccezionale istruttore imparò a nuotare per fare riabilitazione dopo un incidente, ed in quella occasione conobbe dei subacquei e ne rimase affascinato, iscrivendosi al corso per ottenere il brevetto. Basta saper nuotare e vincere le prime, ovvie, paure.

  6. È uno sport da uomini e le donne non sono bene accette: sicuramente vera negli anni’40 e probabile nei successivi anni ’50, è oggigiorno un’affermazione nettamente falsa. Le donne ormai sono in percentuale il 30/40% dei subacquei, e ve ne sono di bravissime.


  7. L’immersione fa dolere le orecchie: è assolutamente vero, ma durante il primo corso viene insegnata la semplicissima Manovra di Valsalva (tappi il naso e soffi) per sbloccare le orecchie e riequilibrare il timpano, togliendo l’eventuale dolore.

  8. Il brevetto è molto caro: non è assolutamente vero, informatevi bene da chi vi offre fiducia. Non c’è differenza di prezzo fra mare o città, anche perché di solito i corsi si tengono in piscina con l’uscita finale in acque libere; vedrete che i costi sono in realtà inferiori a quelli di molte altre attività sportive e ludiche. Non lesinate sul tempo: qualche giorno in più serve solo ad imparare meglio.
  9. Non posso immergermi perché ho un problema fisico: informatevi bene, perché molte patologie (per esempio il diabete) sono compatibili con la subacquea. Se volete qualche informazione assolutamente professionale, rivolgetevi al DAN, Divers Alert Network, un’organizzazione no-profit per per i problemi medici legati alla subacquea.
    io aggiungo DDI, Diabete sommerso,HSA Italia

  10. Fare snorkeling è come immergersi: questa attività è a volte una meraviglia, nuotare in superficie con la maschera, il tubo e le pinne guardando cosa ci sia sotto l’acqua. La subacquea è però un’altra cosa: se la prima attività ricorda una meravigliosa gita in auto in montagna, fare immersioni è come fermarsi, scendere dall’auto ed interagire con gli animali, con daini, volpi, ed orsi che girano, innocui, intorno a te. Niente di più meraviglioso.

     Beh che dire un bel po' di luoghi comuni da sfatare, se continuerete a leggere questo blog  capirete il perchè, per ora mi sono divertito a fare un po' di humor con l'ausilio di qualche immagine, nel tempo verranno approfonditi alcuni di questi luoghi comuni e comincerete a capire che la subacquea forse non sarà proprio proprio per tutti, ma di sicuro alla portata di molti. Buone Bolle!

    Fabrizio Gandino
    "Subaqueodisuperficie"
    Foto di Tina Gori



Eccoci qui...noi... Perchè "subacquei di superficie"?



Foto di Marco Moretti
Foto di Marco Moretti
Scoglio delle Scole
Isola del Giglio (GR)
18 giugno2018

"Mi raccomando, rispetta la tua quota del limite di brevetto, 18 metri, e ricordati che noi siamo subacquei di superficie"



Ma sopratutto, perché "Sottosopra la superficie"? Beh perché parleremo di subacquea ricreativa, ma anche e sopratutto di mare e persone, del loro rapporto con il mare, di cui la subacquea non è che un aspetto.
Come dichiaravo nell'intestazione, questo blog nasce dal desiderio di condividere le sensazioni, le emozioni, nate da una passione, varie saranno le persone che contribuiranno a questa pagina, con scritti, foto, filmati, idee e proposte, come diverse sono le nostre formazioni, estrazioni e la nostra esperienza. Ci accomuna non una passione, ma l’amore per il mare, il rispetto per la natura, il desiderio di diffondere la cultura della sicurezza per questo sport a lungo ritenuto erroneamente estremo ed elitario. Cosa mi propongo, anzi cosa ci proponiamo di fare? Vorrei contagiarvi, prendervi per mano e portarvi con noi, in un mondo fatto di suoni ovattati, movimenti lenti, di silenzi rotti solo dal nostro respiro e dal gorgogliare delle bolle, un mondo che occupa la maggior parte del pianeta su cui viviamo, un mondo di cui ignoriamo in massima parte la composizione e l'estensione. Vorrei farvi conoscere, luoghi, creature, persone e instillare un po' di quella sana curiosità che accende e tiene viva una mente. Vorrei farvi innamorare, e farvi sentire davvero parte di qualcosa di davvero molto più grande di noi... e magari riuscire a far capire che rispettare il mare è rispettare anche  noi stessi.
Perchè "subacquei di superficie"? La risposta arriva dal mio corso di Brevetto Open Water, quando alla mia prima immersione da neo brevettato sul relitto della Eurobulker IV, uno dei Dive Master che mi aveva seguito, Roberto Puzzarini, mi fece alcune raccomandazioni.
"Mi raccomando, rispetta la tua quota del limite di brevetto, 18 metri, e ricordati che noi siamo subacquei di superficie". Si trattava di una nave carboniera, la Eurobulker di 16.000 tonnellate di stazza e lunga 180 metri, in rotta di attracco al porto industriale di Portovesme (CI), incagliata e affondata in zona "Secco Grande" al largo dell'Isola di San Pietro.
La profondità massima di quella immersione fu per l'appunto 18 metri, cosa che il responsabile dello Shardana Diving di Calasetta (CI) mi fece rispettare scrupolosamente. Da allora però quel termine, "Subacquei di superficie" mi rimase impresso ed esprime in modo piuttosto esaustivo ed intuitivo le differenze tra noi subacquei ricreativi e i subacquei tecnici. Per chi non conosce le differenze, brevemente spiegherò che i primi hanno un range massimo di profondità di 40 metri, mentre per i secondi si va oltre e con l'ausilio di miscele e attrezzature speciali per la respirazione.
A onor del vero dovete però pensare, sempre che vi sembrino pochi, che 30 metri corrispondono in altezza,  circa ad un palazzo di 10 piani, quindi fare le cose bene ed in sicurezza non è decisamente un optional.
Ora, assennatamente molti tra voi che leggete, senza aver dimestichezza con le immersioni, penseranno che serve una buona dose pazzia per mettere tra te e la superficie una simile distanza d'acqua, senza avere le branchie. Forse ... e forse no... personalmente credo di rischiare assai di più ad andare in bici o correre lungo una statale trafficata di mezzi di ogni genere, e detto per inciso, persino la qualità dell'aria che respiro potrebbe essere migliore.
Ma la verità è che tutto questo è marginale, quelli come noi scendono sott'acqua per far parte per un limitato periodo di tempo di un mondo che al resto dei nostri simili è solo dato immaginare e questo ci ripaga di ogni fatica.
Spero di avervi incuriosito abbastanza ed invogliato nella lettura dei prossimi contributi, buona lettura e buone bolle a tutti voi.

Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"


Foto di Tina Gori