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domenica 31 maggio 2020

Quando una Donzella si pavoneggia


Il nostro gruppo di subacquei si divide tra l'Appennino bolognese e quello pistoiese, differenze labili per chi vive dalle nostre parti, ma haimè i confini che sino a ieri ci sembravano inesistenti oggi ci pesano non poco; fatto sta che mentre oggi noi da questa parte della montagna, stiamo facendo la fine dello stoccafisso, guardiamo con invidia i nostri amici in Toscana andare a mettere l'attrezzatura e se stessi in ammollo, senza poter far nulla.
Non mi resta che scrivere, ricontrollare l'attrezzatura e sperare in tempi migliori, dove qualche torma di incoscienti, amanti della movida di gruppo e degli spritz a 10 cm di distanza, non ci faccia riaprire una quarantena, cosa per la quale non credo risponderei più delle mie azioni.
Fatto questo preambolo, scorrendo le riprese e rileggendo qualche pubblicazione di subacquea mi è capitato di tornare a parlare con alcuni amici di un incontro, che consideriamo “Oro comune”, ma che nella realtà non è così scontato.
Credo che tutti voi ormai sappiate cos'è una specie aliena, in un pezzo precedente Egidio Trainito ne ha ampiamente discorso, forse in un po' meno sanno cos'è una specie Lessepsiana.
La definizione deriva dal nome dell'ingegnere che progettò (Ferdinad de Lesseps) e seguì la realizzazione del Canale di Suez, che come ben saprete mette di fatto in comunicazione il Mar Mediterraneo con l'Oceano Indiano. Una grande conquista per l'ingegneria e la navigazione, un bel po' di meno per l'equilibrio dell'ecosistema marino del nostro mare.
Il Mar Mediterraneo non è un mare chiuso, il suo sbocco naturale sull'Oceano (Atlantico, nel nostro caso) è dato dallo stretto di Gibilterra, il che rende possibile a specie che lo abitano di uscire e rientrare in esso. E' possibile quindi anche una colonizzazione di specie atlantiche nell'Habitat Mediterraneo e viceversa, sempre che si trovino le condizioni favorevoli allo sviluppo, il che richiede tempo e cambiamenti che si quantificano in secoli spesso. Queste colonizzazioni possono avere un successo dirompente iniziale per poi regredire con la stessa velocità con cui sono iniziate, oppure divenire permanenti creando nuovi equilibri o compromettendone irrimediabilmente altri.
Scatto di Roberto Puzzarini

Nel caso del canale di Suez il discorso cambia quasi del tutto, in realtà oggi come oggi molte specie aliene, sono divenute residenti al punto che siamo talmente abituati a vederle, e si sono adattate così bene, che spesso siamo portati a credere che siano sempre state lì, autoctone insomma.
Come forse ho accennato in precedenza in altri pezzi del blog, la colonizzazione involontaria può avvenire attraverso due veicoli: in primis il Canale stesso con la sua continuità, nel secondo invece le specie aliene rimediano “un passaggio” nelle vasche di zavorra delle navi che si riempiono e si svuotano per aumentare la propria stabilità in mare.
Come ho detto, capita che alcune specie siano ormai così facilmente osservabili da pensare che siano sempre state qui, ma non è così.
Tutti conosciamo la Coris julis (Linnaeus 17589, comunemente nota come Donzella, credo che il nome tragga origine dalle splendide evoluzioni che questo pesce spesso compie dinanzi ai sub che la osservano guizzando repentinamente avanti ed indietro, poi c'è la Thalassoma pavo (Linnaeus, 1758) famiglia delle Labridae.
I suoi caratteristici colori cangianti che vanno dal giallo dorato al verde, i caratteristici reticoli sulla testa di colore blu, che vengono ripresi dalle righe poste sulla schiena, la rendono inconfondibile. La sua livrea in giovane età è quasi totalmente verde fatta eccezione per una chiazza nera che manterrà anche da adulta.
La bocca è piccola e dotata di una sola fila di denti nelle mascelle, con due denti uncinati centrali più grandi.
La pinna dorsale è unica è i suoi raggi sono quasi tutti della stessa altezza, (8 spinosi, 12-13 molli) la pinna anale è allungata e contrapposta a quella molle dorsale.
Le pinne pettorali sono utilizzate dai maschi durante il corteggiamento, le agitano vistosamente per scoraggiare altri pretendendi e rivendicare un territorio, non capita di rado che provi ad attaccare anche i Sub, insomma un pesce con molta fiducia nei suoi mezzi, decisamente inversamente proporzionale alla sua stazza, di solito tra i 20-25 cm al massimo.
Come a volte capita in natura tra i pesci, cambia sesso, nasce femmina ma poi in capo a qualche anno, diviene maschio e perde le bande blu e la macchia nera una volta completato lo sviluppo, questo fenomeno è noto come “Ermafrodito Proterogino”.
Scatto di Roberto Puzzarini

Si tratta di una specie Lessepsiana, proveniente dal Mar Rosso stabilizzatasi con successo da tempo nelle nostre acque, favorita, assai probabilmente, dall'inesorabile, progressivo fenomeno di tropicalizzazione del Mar Mediterraneo.
La sua dieta è costituita da crostacei e molluschi che trova smuovendo il sondo sabbioso o cacciando tra le praterie di Posidonia che è solita frequentare, tuttavia sono stati osservati esemplari giovani nutrirsi di parassiti di pesci molto più grandi.
Il suo nemico naturale è il Barracuda del Mediterraneo (Sphyraena viridensis - Cuvier, 1829), la sua riproduzione avviene tra giugno e luglio ed è un oviparo pelagico.
La sua livrea è una delle più belle e cangianti che si possano osservare nel nostro mare, la sua distribuzione ormai tocca da tempo quasi tutte le nostre coste nel Tirreno, ma viene avvistata ormai frequentemente anche in Adriatico, in fondali che vanno dai 20 ai 100 metri di profondità.
Al solito, si ringrazia, tra gli altri,  Marco Moretti e Roberto Puzzarini per i loro scatti.

Nome Scientifico: Thalassoma pavo (Linnaeus, 1758)
Nome comune : Zingarella, Zita, Pizza di Re, Vecchia, pesce pettine, pappagallo, pisci urrej
Rischio di estinzione: Minima popolazione (Stabile)
Categoria Tassonomica: Specie
Ordine: Labridiformes
Classe: Actinoperygii
Classificazione superiore: Thalasso
Specie : T. pavo



Link:





Bibliografia:

Atlante di flora e fauna del Mediterraneo - Egidio Trainito, Rossella Baldracconi, ed Il Castello 2014
Pinneggiando nei mari italiani – Marco Bertolino, Maria Paola Ferranti, Hoelpi 2019
Guida della FAUNA MARINA COSTIERA DEL MEDITERRANEO” - Luther Fiedler – Franco Muzzio Editore


Buone Bolle!



Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”




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