Il nostro gruppo di subacquei si divide
tra l'Appennino bolognese e quello pistoiese, differenze labili per
chi vive dalle nostre parti, ma haimè i confini che sino a ieri ci
sembravano inesistenti oggi ci pesano non poco; fatto sta che mentre
oggi noi da questa parte della montagna, stiamo facendo la fine dello
stoccafisso, guardiamo con invidia i nostri amici in Toscana andare a mettere
l'attrezzatura e se stessi in ammollo, senza poter far nulla.
Non mi resta che scrivere,
ricontrollare l'attrezzatura e sperare in tempi migliori, dove
qualche torma di incoscienti, amanti della movida di gruppo e degli
spritz a 10 cm di distanza, non ci faccia riaprire una quarantena,
cosa per la quale non credo risponderei più delle mie azioni.
Fatto questo preambolo, scorrendo le
riprese e rileggendo qualche pubblicazione di subacquea mi è
capitato di tornare a parlare con alcuni amici di un incontro, che
consideriamo “Oro comune”, ma che nella realtà non è così
scontato.
Credo che tutti voi ormai sappiate
cos'è una specie aliena, in un pezzo precedente Egidio Trainito ne ha
ampiamente discorso, forse in un po' meno sanno cos'è una specie
Lessepsiana.
La definizione deriva dal nome
dell'ingegnere che progettò (Ferdinad de Lesseps) e seguì la
realizzazione del Canale di Suez, che come ben saprete mette di fatto
in comunicazione il Mar Mediterraneo con l'Oceano Indiano. Una grande
conquista per l'ingegneria e la navigazione, un bel po' di meno per
l'equilibrio dell'ecosistema marino del nostro mare.
Il Mar Mediterraneo non è un mare
chiuso, il suo sbocco naturale sull'Oceano (Atlantico, nel nostro
caso) è dato dallo stretto di Gibilterra, il che rende possibile a
specie che lo abitano di uscire e rientrare in esso. E' possibile
quindi anche una colonizzazione di specie atlantiche nell'Habitat
Mediterraneo e viceversa, sempre che si trovino le condizioni
favorevoli allo sviluppo, il che richiede tempo e cambiamenti che si
quantificano in secoli spesso. Queste colonizzazioni possono avere un successo dirompente iniziale per poi regredire con la stessa velocità con cui sono iniziate, oppure divenire permanenti creando nuovi equilibri o compromettendone irrimediabilmente altri.
Scatto di Roberto Puzzarini |
Nel caso del canale di Suez il discorso
cambia quasi del tutto, in realtà oggi come oggi molte specie
aliene, sono divenute residenti al punto che siamo talmente abituati
a vederle, e si sono adattate così bene, che spesso siamo portati a
credere che siano sempre state lì, autoctone insomma.
Come forse ho accennato in precedenza
in altri pezzi del blog, la colonizzazione involontaria può avvenire
attraverso due veicoli: in primis il Canale stesso con la sua
continuità, nel secondo invece le specie aliene rimediano “un
passaggio” nelle vasche di zavorra delle navi che si riempiono e
si svuotano per aumentare la propria stabilità in mare.
Come ho detto, capita che alcune specie
siano ormai così facilmente osservabili da pensare che siano sempre
state qui, ma non è così.
Tutti conosciamo la Coris julis (Linnaeus 17589,
comunemente nota come Donzella, credo che il nome tragga origine
dalle splendide evoluzioni che questo pesce spesso compie dinanzi ai
sub che la osservano guizzando repentinamente avanti ed indietro, poi
c'è la Thalassoma pavo (Linnaeus, 1758) famiglia delle Labridae.
I suoi caratteristici colori cangianti
che vanno dal giallo dorato al verde, i caratteristici reticoli sulla
testa di colore blu, che vengono ripresi dalle righe poste sulla
schiena, la rendono inconfondibile. La sua livrea in giovane età è
quasi totalmente verde fatta eccezione per una chiazza nera che
manterrà anche da adulta.
La bocca è piccola e dotata di una
sola fila di denti nelle mascelle, con due denti uncinati centrali
più grandi.
La pinna dorsale è unica è i suoi
raggi sono quasi tutti della stessa altezza, (8 spinosi, 12-13 molli)
la pinna anale è allungata e contrapposta a quella molle dorsale.
Le pinne pettorali sono utilizzate dai
maschi durante il corteggiamento, le agitano vistosamente per
scoraggiare altri pretendendi e rivendicare un territorio, non capita
di rado che provi ad attaccare anche i Sub, insomma un pesce con
molta fiducia nei suoi mezzi, decisamente inversamente proporzionale
alla sua stazza, di solito tra i 20-25 cm al massimo.
Come a volte capita in natura tra i
pesci, cambia sesso, nasce femmina ma poi in capo a qualche anno,
diviene maschio e perde le bande blu e la macchia nera una volta
completato lo sviluppo, questo fenomeno è noto come “Ermafrodito
Proterogino”.
Si tratta di una specie Lessepsiana, proveniente dal Mar Rosso stabilizzatasi con successo da tempo nelle nostre acque, favorita, assai probabilmente, dall'inesorabile, progressivo fenomeno di tropicalizzazione del Mar Mediterraneo.
Scatto di Roberto Puzzarini |
Si tratta di una specie Lessepsiana, proveniente dal Mar Rosso stabilizzatasi con successo da tempo nelle nostre acque, favorita, assai probabilmente, dall'inesorabile, progressivo fenomeno di tropicalizzazione del Mar Mediterraneo.
La sua dieta è costituita da crostacei
e molluschi che trova smuovendo il sondo sabbioso o cacciando tra le
praterie di Posidonia che è solita frequentare, tuttavia sono stati
osservati esemplari giovani nutrirsi di parassiti di pesci molto più
grandi.
Il suo nemico naturale è il Barracuda
del Mediterraneo (Sphyraena viridensis - Cuvier, 1829), la sua riproduzione avviene tra giugno e luglio ed
è un oviparo pelagico.
La sua livrea è una delle più belle e
cangianti che si possano osservare nel nostro mare, la sua
distribuzione ormai tocca da tempo quasi tutte le nostre coste nel
Tirreno, ma viene avvistata ormai frequentemente anche in Adriatico,
in fondali che vanno dai 20 ai 100 metri di profondità.
Al solito, si ringrazia, tra gli altri, Marco Moretti e Roberto Puzzarini per i loro scatti.
Al solito, si ringrazia, tra gli altri, Marco Moretti e Roberto Puzzarini per i loro scatti.
Nome Scientifico:
Thalassoma pavo (Linnaeus, 1758)
Nome comune :
Zingarella, Zita, Pizza di Re, Vecchia, pesce pettine, pappagallo,
pisci urrej
Rischio di
estinzione: Minima popolazione (Stabile)
Categoria
Tassonomica: Specie
Ordine:
Labridiformes
Classe:
Actinoperygii
Classificazione
superiore: Thalasso
Specie : T. pavo
Link:
Francesca Rainero
https://www.francescareinero.it/news/una-danza-di-colori-nel-mediterraneo-la-donzella-pavonina/
Bibliografia:
Atlante di flora e
fauna del Mediterraneo - Egidio Trainito, Rossella Baldracconi, ed Il
Castello 2014
Pinneggiando nei mari italiani – Marco Bertolino, Maria Paola
Ferranti, Hoelpi 2019“Guida della FAUNA MARINA COSTIERA DEL MEDITERRANEO” - Luther Fiedler – Franco Muzzio Editore
Buone Bolle!
Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”
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