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venerdì 8 maggio 2020

Il cambiamento è qui ed ora... Cosa ci dice il mare? - Due chiacchere con Egidio Trainito





Domenica 3 maggio 2020 ore 18:00 altro incontro in diretta Facebook con Egidio Trainito. Per ogni fotografo subacqueo che si rispetti, biologo o semplice appassionato di fauna e flora marina questo è un nome che non si può non conoscere. Personalmente nella mia biblioteca ho due suoi testi di Malacologia e il suo leggendario “Atlante della Fauna e della flora del Mediterraneo”, insieme a tante altre pubblicazioni certo. Egidio Trainito padovano di nascita, vive e lavora in Sardegna dal 1985: si occupa principalmente di sviluppo compatibile del turismo e di progetti di conservazione in Aree Marine Protette. Svolge anche attività di consulente editoriale: ha curato la collana Coste e Mari d'Italia, ha collaborato a numerosi volumi sulle Aree Marine Protette italiane ed ha curato l'editing dell'edizione internazionale di “Le migliori immersioni del Mondo e Relitti”, “le migliori immersioni del mondo”. Ha pubblicato numerosi libri sugli ambienti marini e una raccolta di racconti di viaggio: “Il cercatore di esche”. Tra le edizioni più recenti, per il Castello ha pubblicato le guide illustrate “Conchiglie del Mediterraneo” e “Nudibranchi del Mediterraneo”. I suoi ultimi libri sono “Sardegna. Mare Protetto” e “Tavolara Guida all'AMP”. Il suo libro più importante, “Atlante di Flora e Fauna del Mediterraneo”, è giunto alla quarta edizione, ampliato e aggiornato. Dal 2005 è consulente della trasmissione Linea Blu di RAI 1. 



 
Insieme a lui Mario Romor, che io ricordavo come training Manager di Esa Worldwide (European Scuba Ageny).
L'incontro è organizzato da “Blue & Blue Diving” di Viterbo, nelle persone di Otello Litardi e l'aiuto tecnico di Muaro Baffo (Videosolution).
Il tema è spinoso, assai spinoso ed il titolo stesso di questo Happening virtuale è esplicativo : “Il cambiamento è qui ed ora..... cosa ci dice il mare?”.
Che le attività umane siano impattattanti sull'ambiente non è una novità; come abbiamo avuto modo di imparare da questo periodo di Lockdown (Domiciliari di dolorosa necessità), l'assenza forzata dell'uomo da determinate aree del pianeta, ha corrisposto ad una riappropriazione della fauna e della flora delle aree lasciate temporaneamente scoperte, ma non solo questo.
Purtroppo come dirà Trainito durante questo incontro, l'attivista ambientale svedese, Greta Thumberg non dice cavolate, il cambiamento è in atto ed ad una velocità impressionante ed in costante accelerazione.
Non si parla solo di riscaldamento globale, plastiche (quest' ultime trovate ormai anche a grandi profondità) e microplastiche, ma di una serie di mutamenti nell'ecosistema marino che avvengono in silenzio, e con una celerità sorprendente. Molti che si interessano alla subacquea e alla biologia marina hanno ben chiaro quale sia il problema rappresentato dalle specie aliene nel nostro Mar Mediterraneo.
Piccola parte dei titoli della mia biblioteca
A molti di voi è noto come specie non endemiche dei nostri mari come il Pesce palla, il Pesce coniglio, il vermocane, la Caulerpa cilindracea, alcune specie di meduse siano arrivate attraverso il Canale di Suez nei nostri mari, trovando condizioni sempre più favorevoli a causa del riscaldamento globale.
Si tratta di specie per lo più Lessepsiane, dal nome di Ferdinand de Lesseps l'ingegnere francese che ne ideò e curò la realizzazione nel decennio tra il 1859-69, tuttavia tra le altre abbiamo anche il Granchio corridore dell'atlantico che io ebbi modo di vedere circa cinque anni fa sull'isola di Sant'Antioco, precisamente sulla scogliera di Mangiabarche a Calasetta.
Il problema in realtà è molto maggiore della competizione daewiniana nella quale l'uomo ci ha messo il suo zampino grazie ad incaute introduzioni, opere ingegneristico/idrauliche, serbatoi di zavorra delle navi.



Trainito rimarca subito come ogni organismo visibile introdotto nell' ecosistema del Mediterraneo, veicola con sé altri organismi invisibili o parassiti che albergano nello stesso e si trasmettono attraverso la catena alimentari con effetti ed interazioni imprevedibili. Si pensi all'improvvisa moria della Pinna Nobilis (Egidio Trainito la dà per spacciata), a quella del Riccio di Prateria (Sphaerechinus granularis ) o a quello alimentare (Paracentrotus lividus). Appare chiaro quindi che episodi ormai divenuti norma come gli attacchi alla popolazioni dei bivalvi da parte della Rapana Venosa proveniente dal mare del Giappone ed ora presente in Adriatico, al Vermocane (Hermodice carunculata Pallas) ormai segnalato ovunque, non so9no che la punta dell'iceberg. Trainito fa notare come si stiano sviluppando nuove simbiosi tra le specie lessepsiane e quelle nostrane, con esiti tutt'altro che prevedibili e/o scontati, la natura si adatta e riequilibra, ma come al solito ci sono e saranno, vinti e vincitori. Ecco quindi che l'aragosta sta scomparendo da certe aree, lo stesso per le gorgonie rosse e tutta quella fauna che vive intorno, mentre il riscaldamento ha favorito una diffusione notevole in un primo tempo del barracuda del mediterraneo che poi si è ridimensionata per conto suo. Specie come la Cernia rossa( Mycteroperca rubra) , il Pesce flauto (Fistularia commersoni), il Pesce coniglio (Siganus luridus), cominciano a trovarsi spesso nelle reti ormai.

 
Mappa della diffusione e avvistamenti del Pesce Flauto

Ricorda come anni fa si si diede l'allrme per la diffusione della Caulerpa tersifoglia, ad opera di un incauto sversamento in mare delle acque dell'acquario del Principato di Monaco, la cosa richiese un grosso sforzo per arginare la diffusione dell'organo invasivo estraneo che arrivò sino in Liguria, ma inaspettatamente, dopo una diffusione rapida ebbe a ridimensionarsi rapidamente, per cause che ancora non comprendiamo del tutto, parallelamente oggi una sua parente, la Caulerpa Cilindracea, invece, si sta diffondendo senza peraltro dare segni di voler rallentare la sua radicazione ovunque.
Si è poi parlato del fatto che molti dei dati che vengono raccolti in realtà provengono da segnalazioni di sub che non praticano ricerca, ma fotografano e fanno avvistamenti fortuiti, in questo senso si auspica una maggiore partecipazione per la raccolta dei dati con particolare riferimento alla scomparsa/comparsa di specie vecchie/nuove negli abituali siti di immersioni frequentati.
Alla domanda cosa possiamo fare noi sub per aiutare, la risposta di Mario Romor è stata quella di mantenere un basso impatto ambientale fin da casa ogni giorno, e avere in mare una filosofia meno frenetica quindi più “Slow Divers”, Egidio Trainito è decisamente più pessimista a riguardo, sostenendo (come dargli torto) che fintanto che non capiremo che dovremo abbracciare una visione meno antropocentrica le cose non cambieranno.
Piccola nota personale: ne parlerò più avanti magari in un altro pezzo ma ho voluto la sua opinione circa la costituzione delle AMP, portando come esempio le resistenze portate avanti da alcuni comitati a Sant'Antioco, (ma anche a Livorno per Calafuria) . La tendenza è di assegnare alle AMP (questo a livello globale) il 10% del patrimonio costiero, ma si parla anche di conservare alcune aree in mare aperto; è un dato di fatto che il pianto del pescatore che pesca sotto taglia o non pesca affatto, è un cane che si morde la coda, le AMP funzionano da aria di ripopolamento naturale di pesce che poi va a colonizzare anche altre aree, è un fatto.
Questo periodo di fermo dalle immersioni è una dolorosa necessità, tuttavia eventi come questi sono utili non solo per noi appassionati del mare, ma sopratutto per diffondere una maggiore consapevolezza. Si ringrazia Blue & Blue Diving, per aver organizzato questa splendida chiaccherata.



Buone Bolle





Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”

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