Domenica
3 maggio 2020 ore 18:00 altro incontro in diretta Facebook con Egidio
Trainito. Per ogni fotografo subacqueo che si rispetti, biologo o
semplice appassionato di fauna e flora marina questo è un nome che
non si può non conoscere. Personalmente nella mia biblioteca ho due
suoi testi di Malacologia e il suo leggendario “Atlante della
Fauna e della flora del Mediterraneo”, insieme a tante altre
pubblicazioni certo. Egidio Trainito padovano di nascita, vive e
lavora in Sardegna dal 1985: si occupa principalmente di sviluppo
compatibile del turismo e di progetti di conservazione in Aree Marine
Protette. Svolge anche attività di consulente editoriale: ha curato
la collana Coste e Mari d'Italia, ha collaborato a numerosi volumi
sulle Aree Marine Protette italiane ed ha curato l'editing
dell'edizione internazionale di “Le migliori immersioni del Mondo e
Relitti”, “le migliori immersioni del mondo”. Ha pubblicato
numerosi libri sugli ambienti marini e una raccolta di racconti di
viaggio: “Il cercatore di esche”. Tra le edizioni più recenti,
per il Castello ha pubblicato le guide illustrate “Conchiglie del
Mediterraneo” e “Nudibranchi del Mediterraneo”. I suoi ultimi
libri sono “Sardegna. Mare Protetto” e “Tavolara Guida
all'AMP”. Il suo libro più importante, “Atlante di Flora e Fauna
del Mediterraneo”, è giunto alla quarta edizione, ampliato e
aggiornato. Dal 2005 è consulente della trasmissione Linea Blu di
RAI 1.
Insieme
a lui Mario Romor, che io ricordavo come training Manager di Esa
Worldwide (European Scuba Ageny).
L'incontro
è organizzato da “Blue & Blue Diving” di Viterbo, nelle
persone di Otello Litardi e l'aiuto tecnico di Muaro Baffo
(Videosolution).
Il
tema è spinoso, assai spinoso ed il titolo stesso di questo
Happening virtuale è esplicativo : “Il cambiamento è qui ed
ora..... cosa ci dice il mare?”.
Che
le attività umane siano impattattanti sull'ambiente non è una
novità; come abbiamo avuto modo di imparare da questo periodo di
Lockdown (Domiciliari di dolorosa necessità), l'assenza forzata
dell'uomo da determinate aree del pianeta, ha corrisposto ad una
riappropriazione della fauna e della flora delle aree lasciate
temporaneamente scoperte, ma non solo questo.
Purtroppo
come dirà Trainito durante questo incontro, l'attivista ambientale
svedese, Greta Thumberg non dice cavolate, il cambiamento è in atto
ed ad una velocità impressionante ed in costante accelerazione.
Non
si parla solo di riscaldamento globale, plastiche (quest' ultime
trovate ormai anche a grandi profondità) e microplastiche, ma di
una serie di mutamenti nell'ecosistema marino che avvengono in
silenzio, e con una celerità sorprendente. Molti che si interessano
alla subacquea e alla biologia marina hanno ben chiaro quale sia il
problema rappresentato dalle specie aliene nel nostro Mar
Mediterraneo.
Piccola parte dei titoli della mia biblioteca |
A
molti di voi è noto come specie non endemiche dei nostri mari come
il Pesce palla, il Pesce coniglio, il vermocane, la Caulerpa
cilindracea, alcune specie di meduse siano arrivate attraverso il
Canale di Suez nei nostri mari, trovando condizioni sempre più
favorevoli a causa del riscaldamento globale.
Si
tratta di specie per lo più Lessepsiane, dal nome di Ferdinand de
Lesseps l'ingegnere francese che ne ideò e curò la realizzazione
nel decennio tra il 1859-69, tuttavia tra le altre abbiamo anche il
Granchio corridore dell'atlantico che io ebbi modo di vedere circa
cinque anni fa sull'isola di Sant'Antioco, precisamente sulla
scogliera di Mangiabarche a Calasetta.
Il
problema in realtà è molto maggiore della competizione daewiniana
nella quale l'uomo ci ha messo il suo zampino grazie ad incaute
introduzioni, opere ingegneristico/idrauliche, serbatoi di zavorra
delle navi.
Trainito
rimarca subito come ogni organismo visibile introdotto nell'
ecosistema del Mediterraneo, veicola con sé altri organismi
invisibili o parassiti che albergano nello stesso e si trasmettono
attraverso la catena alimentari con effetti ed interazioni
imprevedibili. Si pensi all'improvvisa moria della Pinna Nobilis
(Egidio Trainito la dà per spacciata), a quella del Riccio di
Prateria (Sphaerechinus granularis ) o a quello alimentare
(Paracentrotus
lividus). Appare chiaro quindi che episodi ormai divenuti norma come
gli attacchi alla popolazioni dei bivalvi da parte della Rapana
Venosa proveniente dal mare del Giappone ed ora presente in
Adriatico, al Vermocane (Hermodice carunculata Pallas) ormai
segnalato ovunque, non so9no che la punta dell'iceberg. Trainito fa
notare come si stiano sviluppando nuove simbiosi tra le specie
lessepsiane e quelle nostrane, con esiti tutt'altro che prevedibili
e/o scontati, la natura si adatta e riequilibra, ma come al solito ci
sono e saranno, vinti e vincitori. Ecco quindi che l'aragosta sta
scomparendo da certe aree, lo stesso per le gorgonie rosse e tutta
quella fauna che vive intorno, mentre il riscaldamento ha favorito
una diffusione notevole in un primo tempo del barracuda del
mediterraneo che poi si è ridimensionata per conto suo. Specie come
la Cernia rossa( Mycteroperca rubra) , il Pesce flauto (Fistularia commersoni), il Pesce coniglio (Siganus luridus), cominciano a
trovarsi spesso nelle reti ormai.
Ricorda
come anni fa si si diede l'allrme per la diffusione della Caulerpa
tersifoglia, ad opera di un incauto sversamento in mare delle acque
dell'acquario del Principato di Monaco, la cosa richiese un grosso
sforzo per arginare la diffusione dell'organo invasivo estraneo che
arrivò sino in Liguria, ma inaspettatamente, dopo una diffusione
rapida ebbe a ridimensionarsi rapidamente, per cause che ancora non
comprendiamo del tutto, parallelamente oggi una sua parente, la
Caulerpa Cilindracea, invece, si sta diffondendo senza peraltro dare
segni di voler rallentare la sua radicazione ovunque.
Si è
poi parlato del fatto che molti dei dati che vengono raccolti in
realtà provengono da segnalazioni di sub che non praticano ricerca,
ma fotografano e fanno avvistamenti fortuiti, in questo senso si
auspica una maggiore partecipazione per la raccolta dei dati con
particolare riferimento alla scomparsa/comparsa di specie
vecchie/nuove negli abituali siti di immersioni frequentati.
Alla
domanda cosa possiamo fare noi sub per aiutare, la risposta di Mario
Romor è stata quella di mantenere un basso impatto ambientale fin da
casa ogni giorno, e avere in mare una filosofia meno frenetica
quindi più “Slow Divers”, Egidio Trainito è decisamente più
pessimista a riguardo, sostenendo (come dargli torto) che fintanto
che non capiremo che dovremo abbracciare una visione meno
antropocentrica le cose non cambieranno.
Piccola
nota personale: ne parlerò più avanti magari in un altro pezzo ma
ho voluto la sua opinione circa la costituzione delle AMP, portando
come esempio le resistenze portate avanti da alcuni comitati a
Sant'Antioco, (ma anche a Livorno per Calafuria) . La tendenza è di
assegnare alle AMP (questo a livello globale) il 10% del patrimonio
costiero, ma si parla anche di conservare alcune aree in mare aperto;
è un dato di fatto che il pianto del pescatore che pesca sotto
taglia o non pesca affatto, è un cane che si morde la coda, le AMP
funzionano da aria di ripopolamento naturale di pesce che poi va a
colonizzare anche altre aree, è un fatto.
Questo
periodo di fermo dalle immersioni è una dolorosa necessità,
tuttavia eventi come questi sono utili non solo per noi appassionati
del mare, ma sopratutto per diffondere una maggiore consapevolezza. Si ringrazia Blue & Blue Diving, per aver organizzato questa splendida chiaccherata.
Buone
Bolle
Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”
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