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sabato 8 giugno 2019

Weekend subacqueo Isola d'Elba 2 Giugno 2019 - parte seconda

2 giugno 2019
Capo Calvo, le Cannelle Int.


Sveglia presto...ci tocca, tra la partenza intorno alle 8,45 e il fatto che tutto il bagaglio deve essere pronto al nostro rientro per partire e riprendere il traghetto del rientro. Abbondante colazione, sfottò d'obbligo a Salvatore, che per fortuna ha un gran senso dell'umorismo e risponde a tono :D.

L'imbarco avviene senza incidenti, una cosa appare subito chiara, il mare non si è calmato particolarmente da ieri, qui la scelta ricade su Capo Calvo.
La Cala di Capo Calvo si trova a sud est del golfo di Porto Azzurro, il fondale alterna sabbia a posidonia con qualche sperone di roccia che vi emerge. La squadra questa volta è composta, oltre che dal sottoscritto, da Elena, Luca e Michele.
Viene calata una sagola con un gavittello, la corrente di superficie non è fortissima, ma è piuttosto fastidiosa.
Attraversiamo un pianoro sabbioso, per raggiungere un area densamente popolata di Gorgonie rosse intorno ai 30 metri di profondità.
Che dire il posto sarebbe davvero uno spettacolo, ma questo infame tappeto giallo di mucillaggine che ricopre qualsiasi cosa.
Le gorgonie sono tante, belle e non a profondità elevate, ma aimè con questa disgustosa parrucca in cima.
La visibilità è a tratti, ed è un vero peccato perchè c'è una luce solare ottima e verrebbero delle riprese decenti se l'oeratore fosse un po' meno scarso (io) e si vedesse qualche metro in più, insomma visibilità “Calafuriana”.
Anche qui vediamo alcune flabelline, tenacemente attaccate ai rami rosso porpora, stagliarsi in mezzo ai filamenti e di nuovo vedo una vacchetta solitaria, qua e là qualche spirografo e su alcune pareti, cespi di Parazoantus e rami di falso corallo nero (Gerardia savaglia).
Tutt'intorno la solita fauna pelagica fatta per lo più di castagnole, donzelle e qualche triglia.
Luca ogni tanto si ferma e libera qualche gorgonia dalla sua parrucca bionda, speriamo presto che una mareggiata risolva un po' questa situazione.
Risalendo incontriamo un po' di posidonia, alle onnipresenti donzelle, si uniscono saraghi e Perchie (Serranus cabrilla); ad un certo punto un pescetto blu mi saetta dinanzi, ne parlerò dopo con Luca ma non riuscirò nell'identificazione finchè non arrivo a casa, si tratta di un Tordo codanera (Symphodus melanocercus), il fatto che sia in livrea riproduttiva, mi dice che ho avvistato un maschio ed è compatibile con il fondale roccioso che ha eletto a suo habitat.
Risalendo di profondità la situazione migliora notevolmente, non tanto per la mucillaggine, ma per la vita pelagica che si libra sopra di essa.
Al rientro sulla catena, incontriamo il gruppo che si è spinto un po' più in fondo di noi, Salvatore riprende tutti, solito documenta le nostre immersioni, il suo girato ci permette spesso di renderci conto di cose appena intraviste o sfuggite del tutto.
Fortunatamente la corrente è per lo più di superficie, con qualche accorgimento il rientro non è particolarmente difficoltoso, altra cosa il moto ondoso che ci fa ballare un po' e rende poco simpatico issarsi su per la scaletta.
La sosta di superficie è d'obbligo e si cerca una posizione appena un po' più riparata, per poi muovere alla volta della meta successiva: punta delle Cannelle.

Il sito si trova sulla punta nord del golfo di Porto Azzurro, anche qui la corrente non scherza, si decide in sede di breafing, di scendere sulla parte interna, la barca viene ormeggiata a ridosso della scogliera sottraendola così al vendo e dandoci così una relativa calma.
La discesa è facile, puntando verso il largo si attraversa un pianoro che difrada verso il basso, arrivando passando uno sperone di roccia, ad un panettone che dal fondale (saranno circa 40 metri) si erge per 10 metri interamente coperto di gorgonie rosse.
Ragazzi spettacolo! Qui forse a causa della sua esposizione al mare aperto e alla corrente, la mucillaggine è sempre presente, ma in misura nettamente minore.
Anche qui (mi ripeto) è un ribollire di vita: castagnole, donzelle, saraghi, perchie, ho visto un bel dentice, corvine, qualche zerro(Spicara maris) con la caratteristica macchiolina nera, e delle piccole lampughe (Coryphaena hippurus).
Si nuota sino al “Panettone di gorgonie”, ma qui la corrente si fa davvero sentire e tende a strapparti alla parete, per cui si rientra verso il pianoro.
Sulle pareti è un fiorire continuo di parazoantus, che finalmente ci mostra un giallo diverso e decisamente più piacevole.
Sono quasi sull'ancora che sto girellando cercando qualcosa da riprendere, quando salvatore mi chiama, a pochi metri dall'ancora mi indica qualcosa: uno scocciatissimo polpo in tana, ammassa sassi dinanzi a sé e soffia acqua con i suoi sifoni in direzione di Salva.
Risaliamo soddisfatti e senza aver caricato deco per la stragarande maggioranza di noi, è stata una splendida immersione anche questa.
Concludendo:
E' stato un bel weekend di immersioni, passato tra amici e uno splendido mare, una buona organizzazione, purtroppo per la mucillaggine non c'è nulla da fare, questo discorso meriterebbe un respiro più ampio, visto che il fenomeno una volta sporadico, ora invece è ciclico, è dovuto agli sconvolgimenti climatici.
Ragazzi che vi devo dire?....tocca ritornarci! :D




Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro,  Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Sottomuta : 2,5 mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°







Buone bolle



Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”


Weekend subacqueo Isola d'Elba 2 Giugno 2019 - parte prima

1 giugno 2019
Scoglio Remaiolo, Picchi di Pablo


Quest'anno il calendario ci ha fregato, il “ponte del 2 giugno” cadeva in pieno fine settimana, ma questo credete sarebbe bastato a fermare noi intrepidi subbi? Ovviamente no!
La nostra Tina Gori aveva programmato per questo weekend un uscita all'isola d'Elba, avremmo fatto base per il pernottamento a Capoliveri, e appoggiandosi al Diving Capo Horn, ci aspettava una due giorni di immersioni lungo i fondali dell'isola.
Per l'occasione erano presenti “Parra”, “Massy”, “Carlino”, “Salva”, Renato, Michele, Elena, Luca, Samuele, Sandro e suo fratello ed io; Roberto Puzzarini e Gianni Mattarozzi disertano l'uscita con noi, ma sono ampiamente scusabili, loro andranno in gommone ad immergersi a Pianosa, li troveremo al nostro ritorno (e magari Roberto ne vorrà parlare, lo spero).
La partenza è alle 8.45 dal molo in fondo alla spiaggia, tutta l'attrezzatura è stata caricata la sera precedente, dopo colazione, il tempo di salutare il Puzza e Mattarozzi che partono, a noi non resta,che sciabattare pigramente sino al moletto. Qui incontriamo Parra e Massy che saranno con noi solo per questi due
tuffi.
Si monta subito lo scuba appena in barca, qui apprendiamo che la nostra prima meta sarà lo Scoglio Remaiolo; non ci sono mai stato prima, si trova oltre Punta Galera, dove invece avevo fatto un tuffo l'anno scorso. La scelta è stata ragionata, abbiamo con noi alcuni Open, quindi sarà opportuno avere delle profondità accessibili anche per loro senza penalizzare per questo i gruppi che possono e intenderanno spingersi entro i parametri Advanced e Deep.
Il sito di immersione, come già detto si presta a diversi gradi di difficoltà, il fondale parte da quota 0 (lo scoglio vero e proprio) sino a digradare in alcuni punti ad una profondità che va a circa 55 metri.
Il mare a dire il vero è leggermente mosso, niente di impossibile, solo bisogna stare un po' attenti, la discesa non presenta grossi problemi, i gruppi sono stati decisi prima, io sono con Michele, il Secci e suo fratello, mentre Luca, pratico del posto sarà la nostra guida.
Non appena scesi, non ho neppure il tempo di accendere la telecamera, che una murena di dimensioni piuttosto ragguardevoli si allontana da noi nuotando velocemente fuori tana, cominciamo bene!
La visibilità è, nota dolente, in alcuni tratti un po' “Calafuriana”, tutto ribolle di vita, a parte la minutaglia pelagica a cui questi fondali ci hanno abituato, Castagnole (Chromis chromis), Donzelle (Coris juilis), Sciarrani (Serrabus scriba), Saraghi (Diplodus vulgaris e Diplodus rafinesque), Donzella pavonina (Thalassoma pavo), mentre negli anfratti stazionano a gruppetti Re di triglie (Agopon imberbis) e Castagnole rosse (Anthias antias).
Ovunque c'è qualcosa che si muove, sto guardando delle Corvine (Sciaena umbra) passare in gruppetto tra i saraghi, che Luca richiama la mia attenzione verso il basso, nel blu, tre grossi Dentici (Dentex dentex) si allonatanano da noi.
In parete tenacemente abbarbicate, diverse stelle arancio (Hacelia attenuata) ed io faccio anche il mio primo incontro con una Pseudochama Agripina integra. Sul Lato sud vi è una costa rocciosa che digrada piuttosto rapidamente, possiamo osservare delle splendide gorgonie, spesso accompagnate da piccoli nudibranchi, Flabelline (Flabellina Affinis) per lo più, io individuo anche una Vacchetta (Discodoris astromaculata) alla base di una di esse ...però...
Purtroppo l'intero fondale è una sorta di moquette gialla che ricopre ogni cosa, sarà un po' il contraltare di questi due giorni di immersioni qui, alla base di una formazione rocciosa ecco emergere le antenne di due aragoste ...mitico!
Ci è stato detto che quest'anno le mucillaggini si sono presentate con un mesetto di ritardo, e senza nessuna violenta mareggiata, sono in sostanza ancora tutte lì intonse; si tratta di un fenomeno una volta piuttosto raro nel medio e basso Tirreno, ma che oggi sta divenendo una costante a causa dei cambiamenti climatici, che non risparmiano più nulla e nessuno.
Questo influirà sulla durata dell'immersione, infatti dopo neppure 35 minuti ne abbiamo quasi tutti abbastanza ed iniziamo a risalire.
Durante la sosta di superficie abbiamo il tempo di riprenderci, cambiare le bombole e scambiarci le rispettive opinioni; ci si muove alla volta dei Picchi di Pablo, una garanzia.
Il nome del sito deriva da due formazioni rocciose, due pinnacoli, che si ergono su una parete di roccia per 35-40 metri. Ci ero stato l'anno scorso qui, seconda immersione della giornata, come qui oggi, bisognerà fare attenzione, anche se cercherò di stare meno in profondità, caricare deco qui sarà un attimo, qualche minuto di sosta sulla catena a “spurgare” azoto o idea che sarà quasi inevitabile.
Il gruppo questa volta è costituito da Luca, Elena, Michele, Massy e me .
Con un occhio al computer inizio l'immersione, provo a scendere subito alla grotta dove sono soliti esserci dei gamberetti, ma qualcuno è passato prima di me lasciandomi un torbo notevole, pazienza.
Mentre costeggio la parete, in una crepa, Luca richiama la mia attenzione, una splendida Musdea (Phycis phycis) pinneggia quasi immobile a testa in giù, prestandosi a riprese e scatti.
Qui la parete verticale poco si presta alla proliferazione e sosta della mucillaggine, per nostra fortuna.


Anche qui è un ribollire di movimento di fauna pelagica, ci muoviamo pigramente scrutando ogni anfratto e tana alla ricerca di qualche immancabile sorpresa, di nuovo avvisto un paio di grossi dentici muoversi in alto sopra me di me in controluce.
Qualche Ricciola (Seriola dumerili) cerca di confondersi tra i saraghi enon manco di notare qua e là dei piccoli cespi di Parazoantus e Corallo nero.

Bella immersione davvero, si ritorna alla catena, prevedibilmente affollata, sembra di stare dentro una bottiglia di acqua gassata, si riemerge un po' alla volta cercando di liberare rapidamente la scaletta.
Un po' stanchi, ma ancora eccitati ci si libera del gav e della muta, è l'ora della pappa, ottima ed abbondante, a bocca piena con il solito cicaleggio “Hai visto quello, hai visto questo?”, Salvatore che fa il giro con la sua macchina per far vedere le sue riprese, finendo immancabilmente di scoprire di aver inquadrato qualcosa che era sfuggito primariamente alla sua attenzione.


Questa prima giornata di immersioni si era chiusa tutto sommato positivamente.
La sera si cena in albergo, e si festeggia a sorpresa un emozionatissimo Renato che non se l'aspettava, dopo giretto in paese, ma a letto presto, domani è di nuovo ora...
To be Continued...


Buone bolle

Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro,  Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Sottomuta : 2,5 mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°

Diving di appoggio:  Stefano Sub

Fabrizio Gandino

“Subacqueodisuperficie”



mercoledì 29 maggio 2019

Spostare lo sguardo



"Devo sottolineare come non mancherà mai di meravigliarmi, come la curiosità dei bambini, il loro porre domande mai insensate e solo apparentemente ingenue, non smetterà mai di meravigliare.
Mentre spiego loro come un polpo di qualche etto riesca a passare per fori di pochi cm di diametro, oppure di cosa pensassero di lui gli antichi greci e latini (e pure mio nonno... è una storia lunga)..."


espositore di conchiglie che ho donato a questa scuola due anni fa

Ore 10.30 di martedì 28 Maggio 2019, mi trovo presso le scuole primarie di Castel di Casio, cuore dell'Appennino Tosco Emiliano a dire il vero sono in filino nervoso, tornare tra i banchi di scuola per essere interrogato può farmi questo effetto. Al mio fianco c'è Roberto Puzzarini, ormai un veterano di questo genere di cose, visto che, è stato proprio lui a dargli la ruzzola (Il via), come si dice da queste parti.
Oggi sarò di nuovo, “docente per un giorno”, un paio d'ore a dire il vero, dei piccoli studenti delle scuole primarie e anche di quelli della classe d'infanzia; come ho detto non è la mia prima volta qui, tuttavia è da qui che ho cominciato.
In un angolo della sala comune, campeggia sulla parete, un piccolo espositore di conchiglie che ho donato a questa scuola due anni fa.
La lezione che terrò oggi, parla di un abitante dei mari spesso sottovalutato: il Polpo.
In realtà i bambini, nelle settimane passate hanno già incontrato Roberto per altre lezioni, sulle tartarughe marine, la microplastica e una panoramica della fauna e flora sottomarina che ha avuto modo di ritrarre/documentare nei suoi anni di attività subacquea.

Il progetto che presento, è una novità anche per lui, ne abbiamo solo parlato e ha visto la parte embrionale del mio lavoro, quindi insomma quello sotto interrogazione alla fine sono io :P .
Si parte con una presentazione di slide, atte a dare ai piccoli i rudimenti di base su chi e cosa sono i cefalopodi, per poi virare su alcuni filmati appositamente preparati per loro.
E' inutile raccontarsela, i cartoni animati piaccioni a grandi e piccini, e così tra una spiegazione su comwe il polpo possa risolvere complicati problemi e l'ausilio del polpo “ Dave” di “Pinguini di Madagascar” i piccoli vengono introdotti alla conoscenza di una delle più affascinanti creature dei nostri mari.
Devo sottolineare come non mancherà mai di meravigliarmi, come la curiosità dei bambini, il loro porre domande mai insensate e solo apparentemente ingenue, non smetterà mai di meravigliare.
Mentre spiego loro come un polpo di qualche etto riesca a passare per fori di pochi cm di diametro, oppure di cosa pensassero di lui gli antichi greci e latini (e pure mio nonno... è una storia lunga), di come reagisca in modo a volte così “umano” quando è contrariato, non vedo il minimo calo di attenzione.
Sono come spugne, traggono conclusioni, formulano ipotesi, spesso con una lucidità che ha del sorprendente per bambini che vanno dai 5 ai 10 anni, sono golosi di ogni aneddoto, di ogni esperienza di cui possiamo parlare.
Sono due ore intense scandite dalle mie parole che accompagnano i filmati montati da Salvatore Fabiano e me, dagli scatti di Marco Moretti, alla fine Roberto ed io, riceviamo degli elaborati fatti dai bambini più piccoli sul tema odierno.

Foto di Marco Moretti
Uno scatto del protagonista della lezione fatto da Marco Moretti
 Cosa stiamo facendo qui? Semplicemente credo che noi adulti abbiamo spostato lo sguardo per incontrare quello di questi bambini, forse gettare un seme, di curiosità, di sete di conoscenza, di meraviglia, di bello, per vedere riflesso nei loro occhi la meraviglia e forse un po' di invidia e ammirazione. Non so quanti di loro diverranno mai dei subacquei e non è importante alla fine, quel che speriamo è che quel piccolo seme darà i suoi frutti con il tempo se nutrito, generando forse, degli adulti migliori (certo non solo per merito nostro).




Nel pomeriggio torno a Bologna, sul cellulare lampeggia il led dei messaggi in entrata su Whattapp, apro, si tratta di una mia Ex-collega, i suoi figli sono studenti della scuola dove sono stato nella mattina, mi saluta con la sua consueta giovialità, comunicandomi che i ragazzi sono tornati a casa entusiasti della lezione, poco dopo li sento in sottofondo chiedere se mi sta mandando un vocale, vogliono partecipare anche loro al saluto, ne consegue uno strafalcione linguistico che per poco non mi manda fuori strada dalle risate.


Un sentito ringraziamento alle Maestre e al personale delle scuole primarie di Castel di Casio per averci accolto come al solito con familiare cordialità.
Per me e per noi del Casio Divers Group, la subacquea è anche questo.

Buone Bolle!


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"

lunedì 27 maggio 2019

25 maggio 2019 immersione sito "Siluripedio" - Porto Santo Stefano (GR)




“E se si andasse a fotografare/filmare un po’ di nudibranchi?”, era sabato 11 maggio ed eravamo ancora a Calafuria intenti a mangiare il solito panozzo post-immersione quando Marco Moretti se ne venne fuori con questa frase, poi prosegue raccontandoci che a Porto Santo Stefano, nel comune di Monte Argentario vi è un posto con un diving, dove è possibile fare immersioni da terra, e senza spingersi troppo sotto come profondità aguzzando gli occhi c’è un sacco di roba da riprendere, vedere, fotografare.

A stretto giro di comunicazioni sul gruppo whattapp parte la proposta e si raccolgono le adesioni, alla fine il gruppo sarà così composto: Marco Moretti, Salvatore Fabiano, Massy, Carlino, Elena, Gian Paolo “GP”, Micky ed io.
Il posto designato è il “Diving Costa d’Argento”, palestra nota ai fotosub, infatti li vi troveremo anche Francesco Visintin (Si veda articolo del Blog sulla serata Fotosub), quindi tocca fare la solita levataccia anche di sabato, partenza alle 6,30 da Pistoia.
Il viaggio trascorre quieto tra il solito cazzeggio, gli ultimi sguardi alle apparecchiature ecc, arriviamo a Monte Argentario poco prima delle 10.45 e parcheggiamo in uno spiazzo poco sopra il Diving.
Appena sceso dal pulmino vedo queste rovine sul mare, che hanno qualcosa di familiare, e subito ricordo: a Porto Santo Stefano nel Marzo del 1943, quindi in pieno periodo bellico, proprio qui sorgeva il Siluripedio.

Il "Silurificio Moto Fides S.A. di Livorno", aveva bisogno di una struttura per testare i siluri costruiti e commissionati dalla regia marina, si decise quindi di costruirlo proprio qui.
La struttura ebbe un destino sfortunato, iniziata la costruzione nel 1942, fu inaugurata l’anno successivo, non entrò mai davvero in funzione e i bombardamenti Alleati del 1944 successivi all’8 Settembre misero fine ad ogni velleità bellica.
Quel che ne rimane oggi lo potete vedere nelle foto sottostanti, e in acqua è possibile vedere ancora diverse parti metalliche delle strutture, si tratta di un immersione facile che in genere non arriva oltre i 20 metri di profondità, dalla riva il fondale digrada piuttosto velocemente, la prima parte è ghiaiosa, poi arriva la sabbia ed infine una sorta di fanghiglia dal quale è meglio tenersi al largo con le pinne per non sollevare sospensione.

Preparati gli scuba e dopo un piccolo Breafing, si scende dal piccolo molo di destra in acqua, la prima impressione, non è delle migliori, quello che si nota sul fondale sono parecchi detriti di scarti edili ridotti in piccoli pezzi, qualche struttura metallica, ma è solo l prima impressione.
Nonostante l’onnipresente mucillaggine, alla quale ormai dobbiamo fare l’abitudine da qualche anno a questa parte, a causa del riscaldamento dei mari, questo angolo di argentario è un ribollire di vita.
Tra le strutture metalliche che si ergono verso una superficie che non rivedranno mai più è un continuo fiorire di splendidi spirografi di tutte le varietà, fogge e taglie, e poi nudibranchi, nudibranchi a go go.

Triglie che rovistano il fondo, accompagnate qual e là da saraghi e donzelle pavonine, sciarrani, riusciamo anche ad individuare una murena in tana, e un grongo nascosto dentro un tubo, che cercherà di portare via il guanto a Carlino.
Marco riuscirà a trovare anche un polpo, la presenza, sua e dei suoi simili, infatti, era tradita dal numero impressionante di gusci di Arca di Noae, Tartufi di mare e Mactre Coralline di cui il fondale era costellato.
Io individuo anche alcuni ricci di prateria, questa volta in perfetta salute (Meno Male), ovunque è un ribollire di vita, si nuota in mezzo ai banchi di castagnole, certo la visibilità in alcuni punti non è il massimo, ma per noi abituati a Calafuria non è una novità.

In sostanza il luogo si è rivelato una sorpresa inaspettata, certo bisognerebbe tornarci in condizioni migliori, magari dopo che qualche mareggiata ha ripulito del tutto il fondale dalla mucillaggine.
Si fanno due tuffi, ognuno con le sue soddisfazioni, lavaggio attrezzature, merenda e piccola passeggiata sul lungomare di Porto Santo Stefano, prima del ritorno a casa.
Tuffo facile e pieno di soddisfazioni. Da rifare


Buone Bolle!



Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: Acquatica Tek Side Smart Twenty
Octopus: Primo stadio MK25 Scubapro, M5 Oceanic,  Secondi stadi Scubapro D400 – SeacSub
Muta : muta stagna CHALLENGER DiveSystem
Pinne : Tech Fin DiveSystem
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da terra - Calafuria (LI)
Temp. Acqua: 18 C°

Link:

Capodomo : Siluripedio





Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”











venerdì 24 maggio 2019

Subacquei gente seria - 8

Tempo fa ho scritto qualcosa della nostra ultima sessione fotografica a Calafuria, questa volta in cerca di Nudibranchi, Salvatore, preso dal trip cinematografico ha messo insieme un altro trailer....
Non gli bastava imbastire un altro "Blair Witch Project" in stile Calafuria, ci mancava solo il seguito,
non affannatevi a cercare il film nelle sale... non lo troverete.

buona visione





lunedì 20 maggio 2019

San Lazzaro di Savena : Go Pro PADI 2019




Domenica 19 Maggio 2019, nei locali della Mediateca di San Lazzaro di Savena (Bo), patrocinato dalla locale Sezione Padi, Poggi Sub, si è svolto, a partire dal primo pomeriggio, la “Go Pro PADI”.
La manifestazione aveva lo scopo di confrontare istruttori e/o brevettati avanzati di varie didattiche ed illustrare le novità circa i corsi per istruttori.
L'atmosfera generale è quella di una festa, di un ritrovo di amici che condividono una passione che ormai dovreste ben conoscere leggendomi, mi sono iscritto a Poggi Sub qualche anno fa, per fare un corso di specialità Nitrox e mi sono trovato bene, come sono  membro anche del CSD di Quarrata e del Casio Divers Group, questo a riprova che l'amore per il mare accomuna.
Tornando in tema, nessun segreto, la manifestazione in sé aveva lo scopo di incuriosire chi ha da tempo intenzione e possibilità di accostarsi alla carriera professionale PADI.
Durante il pomeriggio, un pubblico nutrito di subacquei Bolognesi, si è avvicendato nelle sale della mediateca che ospitavano la manifestazione.
Massimo Zarafa
L'evento è iniziato nel primo pomeriggio con una presentazione squisitamente indirizzata agli istruttori già brevettati, non necessariamente con Padi, illustrata da Massimo Zarafa, Manager PADI per il Nord Italia.
Il Manager ha illustrato le opportunità professionali nell'intraprendere una carriera come istruttore/guida subacquea, in Italia come all'estero, non nascondendo certo che i corsi da soli non bastano, e spesso vengono richieste altre competenze come patenti nautiche, conoscenze di altre lingue ecc.
Inoltre ha sottolineato, come PADI si ponga con una certa sensibilità ed impegno dinanzi alle tematiche ambientali di cui si fa portavoce e sostenitrice, lavorando come "Una forza per il bene".
La seconda parte della manifestazione, che partiva dalle 17.00 ha visto fare gli onori di casa dal referente della sezione PADI “Poggi Sub”, Antonio Carbone che ha intrattenuto i presenti con alcuni filmati delle uscite del gruppo locale e altre riprese di immersioni in mari tropicali e una suggestiva immersione sulla Silfra Fissure (Fessura di
Antonio Carbone
 Silfra), famosa per la sua unicità, infatti si tratta di una gola sottomarina che separa due placche tettoniche, quella euroasiatica e quella nordamericana, sita nel cuore del Thingvellir National Park, vicino alla penisola di Reykjanes, una regione vulcanica.
A seguito la presentazione dei corsi e dei percorsi per divenire Aiuto Istruttori e/o Istruttori con la didattica PADI a cura del Course Director Riccardo Tognini, figura piuttosto familiare a chi come noi frequenta Calafuria.
In sintesi ci è stato detto che la subacquea e PADI gestiscono tutt'ora numeri di una certa importanza tra il pubblico, e questo non solo a livello mediatico e sui Social su internet.
La subacque potrebbe essere non solo un modo di vivere il mare ma anche un opportunità professionale, concetto ampiamente ribadito sia da Massimo Zarafa che da Riccardo Tognini.
In questo momento storico la subacquea ricreativa e tecnica richiedono un numero di addetti con una domanda che supera ampiamente il numero degli stessi attualmente disponibile.
E' stata data un esaustiva panoramica dei percorsi da seguire tra corsi e specialità per divenire una guida/Istruttore.
Riccardo Tognini
L'evento si è concluso con foto di gruppo e un brunch serale ottimo e vario, offerto da PADI e con la consegna di un omaggio (i soliti occhiali da sole, ok ok "a occhial da sole donato non si guardano le lenti...ma i colori delle montature si eh!" Hahaahhaha) .
Presenti tra gli altri Savelli Dive Store di Imola per tutte le attrezzature tecniche e una vecchia conoscenza di ogni Sub che si interessi di fotografia subacquea come Dario Lambertini con le ultime novità.
Mi si conceda una riflessione del tutto personale a margine: amo il mare e spero un giorno di vivere la mia vecchiaia nella mia isoletta d'origine, e non nego che se avessi vent'anni e non quasi cinquanta (ho iniziato ad immergermi tardi), l'idea di guadagnarmi da vivere immergendomi sarebbe il mio sogno, qualche
conto me lo sono fatto. Non credo che i requisiti richiesti di un centinaio di immersioni per poter accedere (corsi richiesti precedenti soddisfatti) siano molte, anzi … , sono i costi che sono da ponderare invece: malcontati dal corso Open Water sino a quelli per istruttori e varie specialità, sono circa 8.000 euro, escluso ovviamente i costi delle attrezzature, spostamenti, pernottamenti, pasti, immersioni ecc. (100 immersioni ad una media di 20 Euro l'una sono 2000, se ne fai qualcuna da terra e hai bombole tue e mi sono tenuto basso). E' anche vero però che da Dive Master in avanti, si può, se ne si ha possibilità, pagando le quote, guadagnare qualcosa come guida; un ragazzo di 20-25 anni ci può pensare, ma deve fare bene i suoi conti.
Ho conosciuto persone che ce l'hanno fatta in due o tre anni, certo non si può dare un prezzo ad un sogno, e avere “le spalle coperte aiuta”, il mio personale “in bocca al pescecane” a chi avrà la costanza di perseguire quel sogno...e una punta d'invidia. Confucio non era un subacqueo, ma una delle sue massime calza a pennello: "Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita".

.

Foto di gruppo "Poggi Sub"



Buone Bolle!

Link:

Poggi Sub

Padi


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie" 

 

domenica 12 maggio 2019

Torre di Calafuria sabato 11 Maggio 2019 - Caccia ai Nudi

Foto di Salvatore Fabiano



No ragazzi, non è che con la bella stagione, la zona "delle vasche" di Calafuria è divenuto un sito per naturisti, in questo caso nudi sta per nudibranchi.
Evento speciale di questa immersione è stato il ritorno dopo anni a Calafuria di Marco Moretti, il quale non tornava qui dai tempi dell'Open o giù per di lì.
Solita levataccia, e via alla volta di Pistoia a recuperare Salvatore e poi senza ulteriori soste a Calafuria dove ci attende Marco.

Foto di Anna Riccio
Marco Moretti, Salvatore Fabiano ed io

Massy ha dovuto darci buca per impegni di lavoro, ci raggiungerà più tardi per mangiare qualcosa insieme a noi.
Per l'occasione e grazie anche al rialzo delle temperature, ho optato per una muta simil-semistagna da 6,5 mm con un sottomuta in neopreme da 2,5 mm, lasciando a casa la muta stagna per questa volta. Le ragioni sono piuttosto pratiche, dovrei portare il pallone, ho la mia piccola action cam e devo accompagnare un cineoperatore e un fotografo sub, il mio rapporto con la muta stagna è buono, ma ancora in divenire e ho preferito gestirmi con una configurazione che conosco bene, temperatura permettendo.
Il cielo è coperto con squarci di sole all'insegna della variabilità, la temperatura dell'acqua è di circa 18°c, poco vento che rinforzerà nel pomeriggio, moto ondoso assai contenuto.
Foto di Fabrizio Gandino
Pelagia Noctiluca
Unico neo sono arrivate le meduse, le classiche urticanti medusine viola (Pelagia noctitiluca), il golfetto ne ha subito una discreta quantità.
Ci prepariamo per entrare in acqua, si è optato per fare un giretto "Lato Benna" senza scendere troppo, siamo alla ricerca di nudibranchi, quindi flabelline, vacchette ecc.
La visibilità è quella classica di Calafuria, circa 7 metri, scendiamo sulle targhe ed iniziamo il nostro giretto, fin da subito promette bene, due polpi nella prossimità della stessa tana...uno dei due scappa al nostro arrivo, l'altro si rintana dimostrandosi assai poco collaborativo fotogenicamente, poi è la volta di una seppia che si aggira quieta, un aragosta immobile...troppo immobile...la sua uscita l'è costata la trasformazione in snack per qualche cefalopode.
Io finalmente rinvengo un Riccio di prateria vivo e vegeto, purtroppo la conta dei morti continua, (si veda : Cosa sta succedendo a Calafuria?), una valva di un dattero di mare non troppo rovinata, una scena di predazione di un un murice nei confronti di una torricella.

Foto di Salvatore Fabiano
Fabrizio Gandino e Marco Moretti

E' un immersione quieta e lenta, in parte dettata dal fatto che  è piuttosto torbo, in parte perchè sono due operatori video, quindi si fermano spessissimo, dicono che essere il buddy di un fotografo è di una noia mortale.

Foto di Fabrizio Gandino
Sono stato spesso il compagno d'immersione di Salvatore e alcune volte lo sono stato di Marco, a dire il vero la cosa non mi ha mai creato grossi problemi, molto semplicemente quando si fermano io mi guardo intorno radiografando lo spazio circostante e notando spesso cose che a loro sfuggono.
Incontriamo anche una cernia piuttosto schiva, qualche banco di Salpe e di Muggini, che sebbene siano oro comune tra il pesce pelagico fanno sempre un gran bell'effetto, Perchie, Saraghi e Donzelle pavonine, oltre alle solite onnipresenti Castagnole.
Ne usciamo circa settanta minuti dopo abbondantemente nei margini di sicurezza.
Uscire dall'acqua si fa, con una certa cautela, vista la presenza delle meduse e della possibilità di portarsi attaccati addosso qualche filamento, capace di far danni anche fuori dall'acqua.
Poco dopo sopraggiungerà Massimiliano e ne approfitteremo per fare un giretto nella zona circostante commentando l'immersione.
L'indomani mattina io al solito guardo il mio girato e le foto e su whatt'app lampeggiano i messaggi del gruppo. A tempo di record Salvatore, vituperato spesso per postare le sue riprese con una tempistica geologica ha già postato un video....lo vedete qui sotto.... credo si commenti da solo, la narcosi d'azoto fa danni :D.





Link Gallerie Fotografiche: Fabrizio Gandino
                                         Salvatore Fabiano
                                         Marco Moretti
 

Diving: La torre di Calafuria

Attrezzature:

Computer: PUK Mares
Gav: OK 3000 Freeshark
Octopus: Primo stadio MK25 Scubapro, M5 Oceanic,  Secondi stadi Scubapro D400 – SeacSub
Muta : muta semi-stagna 6,5mm SeacSub
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da terra - Calafuria (LI)
Temp. Acqua: 18 C°

Buone bolle


Fabrizio Gandino
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