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giovedì 9 giugno 2022

Elba, "lo Scoglietto" che non delude mai

 



Questi ultimi due anni hanno penalizzato l'attività subacquea di diversi tra noi, solo ora a emergenza (si spera) finita si comincia a tirare un respiro di sollievo. Tutto è cominciato con Michele, che prima ancora di partire per il Mar Rosso a pinneggiare con i Longimanus, mi aveva convinto a partecipare al weekend sub all'isola d'Elba organizzato dalla nostra scuola. Sarò sincero, sto diventando un po' pigro, o forse sono solo un po' stanco e l'idea di sbattermi tra auto, traghetti e trasferte con le nostre attrezzature a spalla a piedi nella ressa di uno dei primi weekend caldi  non mi sorrideva moltissimo. Per contro la meta era l'isola d'Elba, con un più che probabile tuffo allo Scoglietto di Portofaerraio e le Cannelle, due full day che un subacqueo, qui nel Mediterraneo non può



ignorare. Ed eccoci così, che  Michele, Florin, Luca ed io ci troviamo in un affollatissimo terminal traghetti di Piombino per prendere l'aliscafo che ci depositerà a Cavo sull'isola.  Il diving scelto è quello di Valeria, la cui barca intravedo per primo dalla banchina di sbarco, distante (con gran sollievo delle nostre schiene) un tiro di schioppo. Il tempo di mollare sul ponte i nostri borsoni e definire gli orari di ritrovo e partenza e siamo liberi di andare a farci una doccia e procacciare la cena. Cavo assomiglia per alcuni versi, ad un luogo della mia infanzia, per chi è stato a S.Antioco probabilmente conoscerà il borgo di pescatori di Cussorgia, subendo probabilmente la medesima evoluzione, divenendo più popolato con gli anni e lasciando il posto a qualche locale caratteristico che farà animare il piccolo centro durante le ore serali. Le atmosfere sono quelle calme e rilassate di quei luoghi dove il tempo pare rallentare, fatto per chi apprezza isolarsi un po' dalle frenesie delle nostre vite, senza tuttavia rinunciare ai confort e ad un minimo di movida serale. 



La mattina arriva e ci trova riposati, colazione, salto in panetteria a ritirare un po' di "schiaccia" e via verso la barca. Io vado al molo a prendere Massimiliano e Marco in arrivo con il traghetto, Carlo ci raggiunge direttamente in barca insieme a Giovanni visto che sono qui da un paio di giorni prima. Il nostro vascello è quanto di più lontano possa assomigliare ad un moderno scafo da diving, ma ha il suo fascino che non è fuori luogo in un posto così. Tutto qui sembra dirti di dimenticarti quel che ti aspetta a casa e di goderti il lento scorrere del tempo. Come dicevo la barca è tozza e allegramente rossa, con il suo cefalopode ammiccante, comoda quanto basta e provvista di tutto l'essenziale, non manca nulla, ogni angolo dell'imbarcazione rivela il passaggio di chi prima di noi ha goduto del rilassante borbottio del motore diesel che ci sta portando allo Scoglietto di Porto Ferraio e delle amorevoli manutenzioni del papà di Valeria, si perché c'è anche lui con noi. C'è chi



prende il sole sul ponte, chi ricontrolla lo scuba, chi come Luca e me ascolta gli aneddoti della vita sull'isola dei tempi passati di Valeria e suo padre... e poi eccolo lì, lo scoglietto di Porto Ferraio. Alla discesa dell'ancora siamo ormai tutti vestiti e pronti ad indossare i GAV ormai, il breafing è rapido e conciso, il punto di discesa massimo previsto sarà intorno ai 40 mt, nel rispetto ovviamente dei brevetti in nostro possesso, il che ci porta a separarci in due gruppi. A quella profondità si trova un Cristo sommerso a circa -38 mt, si 



tratterà di un altorilievo in buona parte ricoperto di spugne gialle, raffigura un Cristo a braccia alzate ed aperte verso la superficie, come vuole l'iconografia di queste opere che hanno preso le mosse dal primo e più conosciuto di San Fruttuoso. Io ho optato per una muta semistagna da 6.5mm scelta della quale mi pentirò parzialmente nelle immersioni successive, visto il termoclimo dopo i venti metri. La discesa è tranquilla e graduale, la visibilità buona ci regala la vista di alcuni rami di gorgonia e negli anfratti individuiamo qualche piccola aragosta, ci sono anche alcuni dentici, che ...tacci loro! non si avvicineranno mai abbastanza per essere ripresi. Questa per me è un immersione nuova che non ho mai fatto. A poco più di 30 mt la luce è più fioca e laggiù dinanzi alla parete ecco la statua. Qua e là vedo le sfleshate di Marco. È il punto più basso della nostra immersione, da qui cominciamo la risalita verso la franata e la sosta di sicurezza. La riemersione è al solito un misto di eccitazione e desiderio di condividere le impressioni e i numerosi avvistamenti di fauna ittica che qui allo Scoglietto certo non manca. La sosta di superficie, più che necessaria trascorre tra lo sfottò tipico del nostro gruppo di teste matte, mentre sgranocchiamo focaccia in una sorta



di debriefing molto informale. Il secondo tuffo è per La Franata delle Cernie, che tiene pienamente fede al suo nome, ma ci regala anche murene, corvine, banchi di mennole, le onnipresenti castagnole (sia rosse che viola), saraghi di ogni foggia, donzelle pavonine, Sciarrani,  Sarpe ecc. Qua e là sul fondale mi tocca rilevare la presenza di diverse nacchere riverse sulla sabbia, mi avvicino speranzoso ad una delle rare ancora ritte, avvicino un dito nella vana speranza di vederla chiudersi, ma non avviene. Ricordo quando nella mia prima esperienza dieci anni fa, proprio qui avevo visto una delle colonie più floride di Pinne nobilis, ora tutto sembra essere andato perduto. Sulle pareti riesco a vedere anche alcuni esemplari di Spondylus, già noti in epoca romana per essere usati come monili.

Il giorno seguente dovrebbe essere la volta delle Cannelle; Luca, Michele ed io ci siamo stati qualche anno fa, ma la corrente e la massiccia presenza della mucillagine funestarono quell'occasione impedendoci di godere appieno di un panettone di roccia riccamente ornato di gorgonie rosse a circa 30-35 mt. Quando si dice "non era destino", Valeria considerato un meteo assai contraddittorio ci informa che difficilmente l'immersione sarà fattibile.  Il tempo (atmosferico e non) le daranno largamente ragione, messa ai voti si deciderà di tornare allo Scoglietto, questa volta per due tuffi su Grottoni e di nuovo sulla franata. Come detto precedentemente la mia scelta della semistagna si rivelerà piuttosto infelice e patirò un po' di freddo, ma il tutto sarà largamente compensato dal tripudio di vita marina nel quale ci muoveremo entrambe le volte. Come ulteriore premio ecco fare la loro comparsa anche i barracuda, nella loro sinuosa eleganza tra i banchi di castagnole, che sicuramente speravano nella loro indifferenza. Lo Scoglietto di Portoferraio non delude mai, una certezza, la sua posizione permette un ancoraggio rimessato con quasi qualsiasi tempo e la vita sotto le acque antistanti il faro è prospera, varia ed abbondante. Purtroppo è l'ora di tornare



indietro e manco a farlo apposta il cielo si sgombra dalle nuvole quasi a volerci congedare con un tentativo di perdono. Il ritorno a Cavo è tranquillo e placido come il tempo che questa isola sembra aver congelato e ci dà il tempo di impacchettare le nostre attrezzature rese più pesanti (hai noi!) dall'acqua. Salutiamo Cavo e Valeria dalla banchina del molo, ma sicuramente questo è soltanto un Arrivederci.



Buone bolle!!!



Link utili:


http://www.cavodiving.it/


Fabrizio Gandino

"Subacqueodisuperficie"



sabato 30 aprile 2022

E luce sia!

 






E luce sia...!!!!

È inevitabile, la domanda più comune da chi non pratica immersioni subacquee è quasi sempre la solita :

Ma è vero che sott'acqua c'è buio e non si vede niente ??.Dopo la precisazione che non è assolutamente vero ma che ci sono alcuni colori che non sono più visibili da alcuni metri di profondità, 

 la mia più grande soddisfazione in quei momenti è semplicemente con il telefonino fargli vedere alcuni miei scatti fotografici, dove si vedono delle coloratissime pareti ricche di colori vivacissimi e ricche di vita, gorgonie rosse e gialle che si mescolano, il corallo che fortunatamente è sempre più vivo e presente nelle nostre zone,  spugne e nudibranchi di tutti i colori,  allora di conseguenza arriva la seconda domanda di routine: ma queste sono state fatte in qualche mare tropicale ?!?!? 

Macché, rispondo io. Sono tutte state scattate  nella nostra zona gli rispondo a tono, allora vedi lo stupore nei loro occhi e ti chiedono di vederne altre. È proprio in quel momento che si realizza per chi fa fotografia quella sensazione di soddisfazione e appagamento alle tante ore passate in acqua a cercare qualcosa di interessante da immortalare. 

Ma per rendere belle illuminate queste foto in realtà c'è un piccolo trucchetto, é vero che la definizione dell'immagine è dovuta dalla macchina fotografica che si adopera ma fondamentale è la luce a rendere una foto ben definita e incisa. 


L'illuminazione dei flash in acqua rende visibile tutti quei colori che inevitabilmente per effetto della densità dell'acqua  non fa arrivare la luce necessaria in profondità e così andrebbero persi. Facciamo un po' di chiarezza. Nella fotografia subacquea si adopera flash e non una torcia semplicemente perché la luce che emette un flash al momento dello scatto è superiore a quello di una pur potente torcia e copre una maggiore porzione di immagine, chiaramente la posizione dei flash è fondamentale al risultato, dobbiamo stare attenti a non avvicinare troppo avanti i flash e rischiare di sovraesporre la foto e mettere in evidenza la tanto odiata da noi fotografi sospensione, vale a dire tutte quelle piccole particelle non visibili a occhio nudo ma che illuminate fanno sembrare le nostre foto tutte piene di piccoli pallini bianchi che rendono la foto impastate e non belle. 


Cosa diversa é quando si vuole fotografare un piccolissimo soggetto come potrebbe essere un coloratissimo nudibranco, in quel caso è indispensabile avvicinarsi il più possibile al soggetto e di conseguenza avvicinare i flash all'oblo '.


Chiaramente fotografando sempre in manuale, perciò variando tempi e diaframmi. I parametri di una macchina fotografica terrestre in acqua chiaramente variano, perciò è importante trovare i settaggi giusti. Al momento dello scatto la luce emessa dal flash crea un vero e proprio cono di luce, quello è il nostro renge di lavoro più o meno su cui poter lavorare allontanandoci e avvicinandoci al soggetto da fotografare,

perciò: quando vedete un fotografo subacqueo in acqua  intento a allargare o ristringere i bracci dei propri flash, oppure che scatta una foto la guarda sul display  e si mette freneticamente a smanettare sulla custodia e riprende a fotografare per lungo tempo a volte aimè lunghissimo tempo... abbiate un po' di pazienza e comprensione per lui, é proprio in quei momenti che si cerca di realizzare lo scatto nel miglior modo

dedicandogli del tempo, riguardandolo, modificando le impostazioni, la posizione dei flash, tempi e diaframmi, ma poi il piacere che si prova nel realizzare una bella foto e vedere lo stupore negli occhi di chi la guarda  è troppo grande!! 

Buone bolle e soprattutto buona luce fotografi!!! 


Marco Moretti



 

venerdì 22 aprile 2022

Un Passo Indietro

In un mio precedente pezzo pubblicato qui sopra, ho affermato che se dovessi iniziare ad immergermi ora partendo da zero, come corsi e attrezzatura ci penserei due volte e non so se continuerei. Non è un segreto che la subacquea in Italia attraversa un periodo di crisi, che è iniziato non da ieri, le ragioni sono diverse e ne abbiamo già parlato.

Oggi però voglio mettervi a parte di un aspetto diverso legato all'acquisto stesso delle attrezzature,  prendo spunto da uno scambio di vedute nato sul nostro gruppo di discussione delle nostre associazioni.

Alessio C. subacqueo di una certa esperienza e di “qualche primavera”, ha portato alla nostra attenzione un fatto curioso che gli era capitato. Non mi dilungo oltre e posto il suo intervento.

 


Buongiorno se posso mi volevo ricollegare ad un discorso di ieri qui in chat.

Premetto che sono un neofita in fotografia, ma oggi ho visto su Facebook un ragazzo che chiedeva dei consigli perché gli piacerebbe fare fotosub o perlomeno iniziare. Al che si è scatenato il putiferio del tipo" ti ci vuole un mutuo " , " i braccetti e le staffe costano uno stonfo " " devi comprare roba professionale" ecc...

Al che mi sono detto, ma lo vedi che oggi per essere subacquei alla gente fai credere che ci vuole chissà cosa è gli fai passare la voglia... Allora ho scritto in privato a questo ragazzo che assolutamente non conosco. In effetti anche lui mi ha risposto che si sentiva un po' demotivato dopo i commenti, allora gli ho dato il mio numero di tel e gli ho chiesto se potevamo sentirci stasera e mi ha ringraziato in tutte le maniere... Ora io vado con una modestissima Canon compatta e cerco di fare del mio meglio e magari se la fortuna lo vorrà, un domani mi farò una mirrorless o una reflex, ma se questo ragazzo vuole iniziare un percorso spendendo modiche cifre perché tagliarli le gambe così?


Penso che un po' tutto ciò che riguarda la subacquea vada verso quell'orientamento; ci sono i tecnici, ci sono i ricreativi ecc... Ma tutti hanno una cosa in comune, andare sott'acqua e vivere quel mondo che ci fa star bene... Perché questo ragazzo non gli vengono consigliate delle soluzioni invece di sparare su cifre ecc?

Scusate lo sfogo, vi parla uno che ha provato stagna e tutto un po', ma preferisce il contatto con l'acqua e la libertà soggettiva di vivere la subacquea come meglio credo e meglio sto...

Cmq stasera ci parlerò a voce e cercherò di aiutarlo, se posso nella mia modesta posizione... Magari un domani diventa un fotografo di livello oppure no, ma non mi sembra giusto troncargli il desiderio sul nascere.

Scusate il monologo buona giornata a tutti (piccola esperienza quotidiana)...

Ma mi sono immedesimato io... Cioè se io, come ora d altra parte, non ci capisco nulla e voglio iniziare un percorso vorrei che qualcuno mi incentivasse non mi demoralizzasse...senza nulla togliere a chi ha reflex o macchine di un certo valore, ma secondo me all'inizio uno può iniziare tranquillo proponendosi come obbiettivo, una certa attrezzatura un domani, se si innamora della fotografia... Poi magari mi sbaglio, ma tagliargli subito l' entusiasmo mi sembra eccessivo.

Alessio C.



Riprendo le mosse da qui. Premetto che io nei primi anni di attività, un po' per una questione di soldi (era appena iniziata la crisi del 2009 e rischiavo di perdere pure il lavoro), un po' per senso pratico ( non sapevo ancora realmente cosa mi serviva e con cosa mi sarei trovato meglio) ho acquistato praticamente quasi tutta la mia attrezzatura usata, un pezzo qui e un pezzo là.

Sarà cinico, ma sono realista, i siti di e-commerce come Ebay, Subito.it ed altri sono, stracolmi di materiale usato solo per il corso o di seconda mano, che tenendo conto dei costi di una necessaria revisione, sono pari al nuovo, ma con un costo finale che spesso rasenta il 50%.

Non vi sto dicendo che bisogna boicottare i negozi di attrezzature e neppure che è semplice, bisogna poter contare su chi con maggiore esperienza ti possa consigliare, ma se non sai cosa comprare o segui le pubblicità delle riviste di subacquea, beh di soldi facilmente ne butterai via parecchi.

Se devo esprimere una mia personale opinione, tolti alcuni pezzi, comprare tutto nuovo, non è pratico, se fosse possibile secondo me sarebbe utile noleggiare inizialmente l'attrezzatura e gradualmente appropriarsi di una personale pezzo dopo pezzo. Tuttavia visto il caro prezzi, che sta investendo tutti i diving, farti esperienza in questo modo potrebbe diventare assai dispendioso e lungo.

Il tema poi sulle attrezzature foto/video per la subacquea, è un discorso che merita un inciso a sé.

Personalmente, il mio pensiero non è distante da quello di Alessio C., anche io faccio qualcosa come fotografie e video, ma preferisco godermi di più le immersioni... o meglio viverle a mio modo.

Ritengo sia più consono passare la palla a chi sicuramente ne sa più di me, passo quindi la palla a Marco Moretti.


Fabrizio Gandino

"Subacqueodisuperficie"










Grazie Fabrizio, come appassionato e praticante fotografo subacqueo devo dire che anche a me ha fatto particolarmente piacere leggere di come Alessio  si sia prodigato per rincuorare e non demoralizzare un  probabile futuro appassionato di fotografia subacquea. Devo dire che per  carattere e conoscenze, non sono molto adatto a insegnare tecniche oppure spiegazioni su come si scatta, ma posso raccontarvi la mia esperienza. Credo profondamente che la fotografia  debba trasmettere emozioni e non conta  avere un tipo di attrezzatura di una marca o di un'altra, di un costo alto o basso, di un particolare tipo di flash, quello che conta è riuscire a cogliere il particolare o la situazione e trasmettere con uno scatto emozioni. 


Per la mia di esperienza ho cominciato con una piccola compatta  già scafandrata di terza mano, e vi assicuro che l'ho sfruttata per qualche anno, poi crescendo la mia esperienza e volendo affinare alcune particolarità ho aggiornato il mio corredo. Se dovessi consigliare a qualcuno di iniziare l'attività fotografica subacquea in questo momento gli consiglierei sicuramente il mercato dell'usato, in questo periodo è ricco di materiale un po' per tutti i prezzi, sinceramente credo che fino a quando dal propio corredo non si riesca di sfruttare il massimo delle potenzialità è inutile scegliere e acquistare materiale più costoso e magari più complicato, si deve cercare di conoscere bene la propria attrezzatura e portarla al limite delle potenzialità. 




Ultimamente ho visto foto scattate con piccole compatte in luce ambiente ed erano veramente belle, con un piccolo investimento si riesce a portare a casa scatti veramente ben fatti. 

Che dire io spero di vedere sempre più subacquei e magari sempre più fotografi che con tanta passione si avvicinano a questa bellissima attività che da veramente soddisfazioni. 

Come piace concludere sempre a me:

"Buone bolle e buona luce Subacquei".


Marco Moretti










P.s. concludendo prima di dispensare consigli da "arrivati" a volte sarebbe bello ricordarci come eravamo, quell'entusiasmo che ci ha animato e spronato a scoprire quel cielo liquido nel quale ci è concesso di librarci... E fare un passo indietro.

F.G.

mercoledì 20 aprile 2022

I Maratoneti del tempo, ecco chi sono gli animali marini più longevi

Riprendo da un paio di articoli comparsi sul web, una curiosa classifica degli animali più longevi del mare e di acqua dolce (i link degli articoli originali li trovate in fondo) 

 

Aragosta americana e granchio gigante del Giappone – 100 anni

Storione bianco – 104 anni; è il più grande degli storioni nordamericani e può superare i sei m di lunghezza; 

Cozza perla acqua dolce e Tuatara – 110 anni: il secondo è un rettile endemico della Nuova Zelanda, unico rappresentante sopravvissuto dell’ordine dei Rincocefali; 

Tartaruga gigante di Aldabra – 120 anni: si tratta della testuggine più grande del mondo; Testuggine greca – 125 anni; 

Scorfano nero – 140 anni; conosciuto anche come Scorfano bruno, è un pesce marino appartenente alla famiglia Scorpaenidae; 

Scorpaena porcus

 

 Vongola dalla proboscide – 150 anni: si tratta del mollusco più grande e longevo del mondo; 

Panopea generosa

 

Storione di lago – 152 anni: la sua famiglia comprende altre 27 specie; 

Testuggine delle Galapagos – 170 anni: la tartaruga più longeva al mondo (Si ok questa è di terra); 

 Pesce specchio – 175 anni: è un pesce d’acqua salata appartenente alla famiglia Trachichthyidae;

 Balena artica – 200 anni: la prima specie a superare i due secoli; 

Riccio rosso di mare – 210 anni: è un riccio marino che vive nell’oceano Indiano e in quello Pacifico, su fondali sabbiosi; 

Vongola atlantica – 225 anni: un esemplare è vissuto fino a 507 anni; 

Verme tubo gigante – 250 anni: è in grado di sopportare temperature elevate e alti livelli di zolfo, cresce fino a 2,4 metri di lunghezza.; 

Squalo della Groenlandia – 400 anni: il più longevo tra tutti i vertebrati; 

 

Somniosus microcephalus

Spugna di mare gigante – 2 mila anni: non ha organi ma è in grado di nutrirsi e riprodursi; 

 Barriera corallina – 4 mila anni: è visibile dalla spazio; 

Turritopsis dohrnii – si tratta di una medusa, biologicamente immortale: può tornare allo stadio di polipo e ricominciare un nuovo ciclo vitale. 

 


 

 

 

Ed ora passiamo al fortunato caso (per lui) di un astice Americano (Dalle pagine de il "Corriere della Sera": 

New York: liberato astice di 140 anni Era nella vasca di un ristorante di Manhattan. Tornerà in mare grazie agli animalisti NEW YORK

Un'aragosta gigante (per essere precisi un astice americano, ) della venerabile età di 140 anni sarà riportato in mare dopo avere trascorso quasi due settimane in un ristorante di pesce di New York, esserne diventato la mascotte e aver rischiato, ovviamente, di finire in pentola. È grazie a un gruppo di attivisti per la protezione degli animali e a un cliente, anche lui animalista, che il crostaceo, del peso di circa nove chili, potrà tornare nelle acque dell'Atlantico dopo il suo soggiorno nella vasca del «City Crab and Seafood» di Manhattan. Il direttore Keith Valenti ha raccontato che l'astice è stato pescata alla fine del mese scorso al largo delle coste canadesi. Acquistata dal ristorante, è stato messo in uno degli acquari diventando, grazie alla sua mole, la principale attrazione del locale. «I bambini amavano farsi fotografare accanto all'acquario dove lo teniamo, peccato doverlo lasciare andare», ha detto il direttore. L'uomo ha poi spiegato che l'età di un'aragosta si calcola in base al suo peso: ogni chilogrammo corrisponde a 15-20 anni. Questo tipo di crostaceo ha una vita media di un centinaio d'anni ma è assai raro trovare un esemplare che vada oltre quella soglia. Il gruppo animalista Peta ha avuto parole di elogio per il ristorante newyorchese. «In fondo sono stati bravi ad accettare di liberarla, almeno potrà godersi gli ultimi anni in pace e libertà», ha detto la portavoce Ingrid Newkirk. 

Homarus americanus

 

 

 Tuttavia il primato appartiene ad una vongola islandese, La vongola artica Arctica islandica è un mollusco marino che vive in Atlantico. Una specie commestibile di forma tonda. Nel 2006 è stato pescato un esemplare sulle coste dell’Islanda la cui età è stata calcolata in 507 anni. La vongola soprannominata Ming è ad oggi l’animale non colonia piu longevo mai scoperto. Sembra che la vongola sia nata nel 1499 anno in cui in Cina regnava la dinastia dei Ming! Una considerazione a margine di questa scoperta: ma secondo voi, uno spaghetto con delle vongole di 500 anni spiedo o dire fresche?🤣

 

Artica islandica

 

 

 Link: 

https://www.amoreaquattrozampe.it/altri-animali/animali-piu-longevi-20-specie/59040/ 

https://www.corriere.it/animali/09_gennaio_10/astice_liberato_new_york_ec595f36-df29-11dd-bb3a-00144f02aabc.shtml

https://www.ilgiornaledeimarinai.it/quali-sono-gli-animali-vivono-di-piu/ 

 

 

Buone Bolle e ...Buona Vita!

 

Fabrizio Gandino

"Subacqueodisuperficie"


martedì 29 marzo 2022

Giovanni Congia, l'occhio discreto del mare

 


Ho conosciuto le foto di Giovanni Congia, nei lunghi giorni del lockdown. I suoi post su Facebook non hanno mai mancato di ispirarmi un espressione di meraviglia. Sì perché sembra proprio che le creature del mare si mettono in posa con lui, e sebbene conosca alcuni fotografi subacquei piuttosto dotati, le sue foto hanno qualcosa in più, di diverso. Tanto per cominciare Giovanni non è un "bombolaro", le sue foto sono scattate in apnea, il che se vogliamo non può che aggiungere un sentimento di ammirazione sul suo operato.E poi...si e poi hanno una sorta di fanciullesca ingenuità, che non può non emozionare. 

 



Subacqueodisuperficie: ciao Giovanni, tanto per cominciare, da quanti anni ti immergi e come è nata questa tua passione per la fotografia?


Giovanni Congia: Grazie mille per i complimenti e per questa bella intervista. La passione per il mare è iniziata nel 2010, ero già adulto quando mi sono fatto incantare dal mare. Da bambino ne ero terrorizzato e non amavo nemmeno andare al mare, per me era qualcosa di molto pericoloso e mi metteva molta ansia. Da ragazzo ho avuto problemi di salute e ho iniziato ad andare al mare per rilassarmi...andavo solo in estate e mi piaceva farmi lunghe nuotate. ho iniziato a fare foto per caso, avevo preso in prestito una fotocamera subacquea, per giocare a fare qualche foto e in pochissimo tempo ne sono rimasto affascinato! Inizialmente fotografavo solo paesaggi marini, anche perché i pesci stavano sempre lontanissimi


 Ho iniziato a fare apnea solo dopo diversi anni, i primi anni facevo solo snorkeling, poi quando mi sono sentito pronto, ho iniziato a fare pratica in pochi metri d'acqua, Ho fatto tutto da solo, senza istruttore, osservavo gli altri e li imitavo e nel giro di qualche anno ho migliorato la tecnica.

 Subacqueodisuperficie: le tue foto sono particolari, senza artifici, del tutto naturali, qual'é il tuo segreto, cosa ti ispira? Che attrezzatura ed accorgimenti adoperi, no perchè il risultato è semplice e notevole al contempo. 


 

Giovanni Congia: Grazie! Per me la cosa più importante è che siano naturali, mi piace che la foto rispecchi il più possibile la realtà, forse proprio per questo motivo mi piace "usare" la luce naturale. In genere è la luce che mi ispira ... osservo prima di tutto la luce e poi il resto viene da se, poi se incontro dei pesci amichevoli, fanno tutto loro. Mi sento una creatura marina, credo sia questo il segreto per avvicinare le altre creature... non uso nessun "trucco", non offro mai cibo, semplicemente mi avvicino

Subacqueodisuperficie: Che tipo di macchina ed attrezzature usi per le tue foto? 



Giovanni Congia: Al momento uso delle compatte subacquee, non è un un'attrezzatura professionale, ma mi diverte molto. Se la fotocamera diventa il mio terzo occhio, allora è la perfetta compagna di avventure.

Subacqueodisuperficie: raccontaci l'incontro che ti ha lasciato un segno, che ricordi con maggior vividezza.

Giovanni Congia: Devo ammettere che ogni anno incontro creature che pensavo di poter vedere solo nei libri e nei documentari. Ogni anno faccio incontri spettacolari e conosco sempre più il mondo sommerso.   


Subacqueodisuperficie: la varietà delle creature riprese è stupenda, senza entrare nello specifico, in quale zona della Sardegna ti immergi?

La Sardegna è tutta molto bella e mi sposto spesso alla ricerca di luoghi nuovi, soprattutto luoghi sconosciuti o poco frequentati, sia nella zona del nord, ma soprattutto nella parte sud. Sono molto protettivo verso le creature marine, quindi tenere quei posti ricchi di vita solo per me, è un modo per proteggere. 


Subacqueodisuperficie: ho potuto notare come tu abbia documentato anche l'impatto umano nel mare. Quali cambiamenti hai notato in questi ultimi anni? Ho notato tra le tue foto anche alcuni “ritrovamenti” che documentano bene l'impatto umano sul mare.


Giovanni Congia: Più che altro mi occupo di pulire spiaggie e fondali... per me il mare è casa e faccio del mio meglio per proteggerlo. Devo ammettere che inizialmente ero spesso scoraggiato, la spazzatura sembrava sempre aumentare invece di dimunuire, poi con il tempo ho visto i risultati... Adesso nuotare e vedere un fondale pulito è bellissimo ! Uscire dall'acqua con poca spazzatura o a mani vuote, è una vittoria . Riguardo l'impatto dell'uomo sulle creature marine, avrei tanto da dire, ma credo di non essere ancora in grado di potermi esprimere... Dico solo che l'uomo dovrebbe rispettare di più il mare e le sue creature. 


Subacqueodisuperficie: C'è stato qualche incontro che ti ha colpito di più, che ti è rimasto dentro? Ricordo il tuo ciclo di foto con “Sfregiato”, ti prego di raccontare ai nostri amici che ancora non sanno di cosa, anzi di “chi” stiamo parlando.

Giovanni Congia:Ogni volta che ci penso mi commuovo e devo dire che sento tanto la sua mancanza... Ci sono tante creature a cui sono legato, alcune che incontro da diversi anni, ho fatto anche amicizia con un Delfino di nome Shadow...ma fu un Pesce balestra a prendersi il mio cuore!


Ricordo che la prima volta che lo vidi aveva delle ferite fresche , era la prima volta che vedevo un pesce balestra adulto, ero talmente contento che rilassarmi per prendere aria richiedeva più concentrazione! Si trovava anche a una profondità a cui mi ero avvicinato da poco, ma ci provai e mi sembrava di sentirmi più a mio agio lì, piuttosto che in superficie!

Dopo diverso tempo lo vidi nuovamente, le ferite erano guarite, ma aveva delle cicatrici, Da quel momento decisi di chiamarlo Sfregiato e per molto tempo era un incontro abituale! Entravo in acqua e sapevo che avrei visto Sfregiato! Per tanto tempo ho nuotato con lui, spesso io entravo in acqua e poco dopo era lui a raggiungere me... Sembrava proprio che gli piacesse stare con me! Non aveva paura e si comportava normalmente.

Spesso mi guardava negli occhi, ed era come comunicare... Era un qualcosa di strano e emozionante. Non so se lo rivedrò mai... ma non lo dimenticherò mai... Tutto quel tempo passato con Sfregiato è stato un regalo prezioso.  

Subacqueodisuperficie: Grazie Giovanni di averci dedicato il tuo tempo, e nell'attesa di un tuo blog, di una tua pagina sul web, di sotto metto il link della tua pagina Facebook in modo che tutti abbiano la possibilità di guardare la tua galleria immagini.

Giovanni Congia: Grazie mille per questa opportunità e per i complimenti.

Subacqueodisuperficie: Grazie a te di essere stato con noi

 

 Link:  https://www.facebook.com/giovanni.congia


Buone Bolle!



Fabrizio Gandino

Subacqueodisuperficie”


 


venerdì 25 febbraio 2022

Subacquei gente seria - 12: Anonima Subacquea 2

  

(i nomi dei partecipanti sono stati cambiati per proteggerne l'identità) Tratto da una storia vera (no non è vero, ma fa figo scriverlo)


E' un'altra sera buia, di quelle sere tardo invernali con paraculamenti climatici primaverili in cui, anche i marinai di lungo corso, con i tatuaggi stile Popeye, con il naso rubizzo di birra Icnusa e spellato dal sole,  si ingozzano di Oki e Voltaren nelle loro case.


Le chiglie delle barche all'ormeggio nel porticciolo, sostano placide prive dello sciabordio delle onde, dato dal riparo loro offerto da un cabinato di una trentina di metri, il silenzio è rotto dagli urletti di un gruppetto di sgallettate provate da una giornata tra shopping e spa, che avremo la sfiga di vedere dalla D'Urso prima o poi. Anche i gabbiani si sono rotti i sacrosanti del briatoresco bordello e sono andati ad appollaiarsi sulle antenne TV sfrattando i  piccioni.






Ancora furtivi figuri si muovono nell'ombra, rasentando i muri, di questa città nella notte senza luna.


Sagome scure fasciate nei loro giubbotti pieni di bandiere bianche e blu, rosse bandate di bianco ... la porticina di uno stabile si apre cigolando, più e più volte, mentre, uno dopo l'altro vi scompaiono all'interno. Tutti meno uno.


In questo scenario lui spicca come una confezione famiglia di bastoncini Findus in mezzo ad un banco di merluzzi dell'Atlantico. Un lungo impermeabile alla ispettore Clouseau che si allargava intorno a lui in "pavarottesca" guisa. Sguardo basso e furtivo, un cappellino da baseball con la visiera calata sulla fronte, Ray-ban a specchio ed una mascherina FFP2.


In sala le solite facce, ora sono una venticinquina al massimo, l'uomo alto dinoccolato, con i capelli cortissimi invita tutti ad accomodarsi . Il nuovo arrivato, rimane lungamente sull'uscio, quasi a soppesare se entrare o meno. "LA PORTAAAA FA CORRENTE!!" urla una voce stizzita. Si tratta del vecchio sub con la bombola di ossigeno sulla sua carrozzina, accanto a lui il giovane sub della volta scorsa.

Il nuovo arrivato si decide, infila subito le mani sotto il soprabito a tendone, ma come se un subitaneo pensiero lo avesse dissuaso le ritrae. Prova ad entrare, ma il suo impermeabile cozza lateralmente contro entrambi gli stipiti con un rumore sordo/metallico ad ogni suo ripetuto tentativo di incedere, come l'ultimo  inchino della Costa Concordia, alle Scole del Giglio. Alla fine, dopo tre minuti di tentativi, riesce ad entrare mettendosi di lato e con evolute contorsioni, entra e chiude la porta. Si fa strada tra le sedie, urlando e alcune, spostandone altre e attirandosi un paio di maledizioni tra i denti, quando incontra un paio di ginocchia di chi si è già accomodato.

Tra i pannelli i soliti discorsi nostalgici:

“Eh ai miei tempi avevo un maschera Mares Portofino  , era una di quelle in gomma ad oblò, e dovevi  compensare senza mani o scendere giù con uno stringinaso mica come adesso ...”

“...e le pinne? Vogliamo  parlare delle pinne!?“

“Eh...le GTX della Mares non galleggianti...che spinta!...che tempi!!” gli fece eco l'altro...

Il nuovo arrivato si guardava nervosamente in giro, grondando di sudore, visto che continuava a tenere addosso e chiuso, al chiuso (giusto per ribadire eh) l'impermeabile, come un maniaco sessuale che aspetta di esibire i propri gioielli di famiglia, ma con intenzioni opposte.

I discorsi tra i capannelli di sub si accavallavano in un brusio di fondo crescente, che sembrava innervosire non poco l'uomo in impermeabile.


La solita coppia di arzilli vicino al giovane occhialuto di Sharm berciava di strani riti che parevano sfidare le leggi della fisica e della chimica ...”compà i neosubbi sanno come si accende una sigaretta sott'acqua? Solo accendere eh! Che i veri subbi non fumano"

"E aprire e bere da una bottiglia di Asti spumante in immersione in apertura di stagione!?... Eh i fondamentali che non insegnano più...”.


Il giovane di Sharm, ascoltava in silente adorazione, gli eroici racconti del vecchio anossico sulla sedia arotelle e di un suo amico.

“Mi ricordo che con la due pezzi 5+5 si andava giù a gennaio, riemergevi che nevicava,  ma noi imperterriti, viola di freddo e a piedi nudi...”

“ora però hai l'artrite e i reumatismi vecchio mio” rispose ridendo il suo dirimpettaio.


L'uomo che aveva, aperto la sede  si fece strada tra i capannelli invitando tutti a sedersi, nelle sedie libere disposte in cerchio.

“Bene ragazzi benvenuti a questa riunione, per quelli che sono qui per la prima volta, vi invito a presentarvi .”

L'uomo in impermeabile cercò di farsi piccolo piccolo,  ma quando occupi lo spazio di una Fiat 850 è inevitabile che tutti gli sguardi si puntano su di te. Il giovane occhialuto, animato da solidale trasporto si alza per dare una pacca sulla spalla d'incoraggiamento all'ultimo arrivato, ma prima di raggiungerlo, la caviglia destra sbatte contro l'impermeabile; un rumore sordo rompe il silenzio, seguito da una tipica espressione linguistica livornese "il budello di tu..." che sibila saltellando su un piede.

L'uomo s'alza, forse vuole scappate via, ma il conduttore della serata lo prega di fermarsi, in fondo sono tutti lì per lo stesso motivo. Alla fine raccoglie il coraggio, si leva il cappellino,la mascherina e gli occhiali, il silenzio precipita nella stanza per alcuni istanti.

Qualcuno lo riconosce, "È Andrea " sibila sottovoce il vecchio anossico " non lo vedevo dall'ultimo corso di aggiornamento, un tempo era un grande sub".

Raccoglie il coraggio e poi parla, “Buonasera sono Andrea....e ...”.

(Coro) "Buonasera Andrea" 

"...e sono...e sono..." Il tempo si congela, come Zorro che si rivela al Sergente Garcia, in uno svolazzo l'impermeabile si libra per alcuni istanti nell'aria, per poi ricadere sul vecchio in carrozzina, che impreca maledicendo chi ha spento la luce.



La nuova visuale rivela, agli occhi dei presenti, il motivo di tanto ingombro: due bombole. Una per lato, a bandoliera che spenzolano ai fianchi. Un groviglio di fruste di alta e bassa pressione, pareva il frutto del lavoro di un gatto nevrotico incazzato e sotto steroidi buttato dentro un gomitolo di lana, annodate intorno al corpo come i tentacoli di una piovra. 

"...e sono un sub side-mounter" termina con un singhiozzo.

La temperatura in sala si abbassa di alcuni gradi, il vecchio anossico riguadagna la luce togliendosi di dosso l'impermeabile, socchiude gli occhi e vede le bombole, è lui il primo ad urlare: "Abominio!!!!".

Gli altri gli fanno subito eco, "non ci hai le palle per portare un Bibo!", "Non hai le palle neppure per un mono 15 litri!", " Già avere due cose appese di lato...dà un identità a quel che sta al centro..." rincara un vecchio sub più bilioso di altri .

Il conduttore interviene per sedare gli animi e ammonire i più facinorosi.


Colpi di tosse e brontolii di disapprovazione, un "levati la muta, "un sei" un vero subbo"  dall'ultima fila. Il conduttore della serata si alza allargando le braccia verso gli astanti in un invito alla calma e tolleranza. "continua ti prego" aggiunge all'indirizzo di Andrea.

"Io...io...l'ho fatto per la schiena!" Singhiozza di nuovo. Ed ancora una valanga di improperi: "tutte scuse!!! Manco un passo del gigante decente sei capace di fare!", "E la mia di schiena?! Ogni volta che in barca devo stare con il Bibo in piedi, in fila, ad aspettare uno di voi ? che entriate e poi vi passino le bombole e poi vi leviste dalle...".

"Basta ragazzi!! O dichiaro chiusa la riunione! Un po' di tolleranza via!... Continua Andrea".

"Avevo terminato un corso di aggiornamento da poco, ed un amica di vecchia data mi avvicinò per propormi un seminario gratuito di aggiornamento, mi disse che era una cosa bella. Nuova, che serviva a quelli come noi, niente da temere..."

"Bastardi...fanno sempre così quando devono rifilarti un altro corso ..." Sibila sottovoce il vecchio sulla sedia a rotelle."Hanno venduto un set di pentole a mio cugino nello stesso modo" gli fa eco un altro.

"Mi portarono così al lato side-mount della subacquea...mi dissero che era semplice... Dissero che l'immersione inizia respirando dalla bombola di destra (la bombola al lato destro del sub) … e termina con il subacqueo che respira dalla bombola alla sua sinistra. Ma già lì andavo in confusione persino con le indicazioni stradali del navigatore satellitare...e poi la destra è quella con cui si scrive. Ma io sono mancino..." Le parole terminano con un singulto, attimi di silenzio, non vola una mosca, riprende il suo racconto.

" Ci dissero che bastava un po' di matematica,  che il subacqueo abbia elaborato i suoi volumi di gas e sappia quanti bar siano un terzo e quanti bar rappresentano la metà di uno di questi terzi. Che avremmo iniziato la nostra immersione e respirando dalla bombola di destra finché la sua pressione sarebbe scesa di 30 bar, e poi si passa alla bombola di sinistra. Si sarebbe respirato da questa fino a quando la sua pressione scende di 60 bar, e quindi torna alla sua bombola di destra e poi dalla  bombola di destra fino a quando la pressione è scesa di 30 bar e poi...poi tutto si fa confuso... Base per altezza sul quadrato dell'ipotenusa diviso due per la tang di 20... Io che mi incasino ancora oggi con le frazioni, come in terza elementare."


Un altra pausa, poi riprende " durante la prima immersione di prova, dopo il terzo scambio di erogatori ho preso per sbaglio, quello del mio compagno. Lui il mio e ci siamo intrecciati le fruste in un nodo gordiano. Ci sono volute tre ore e 4 stage decompressivi per scioglierci...ma poi preso dal panico, ne ho reciso alcune di queste con il coltello.. Riemerso sono scappato...dalla vergogna sono con ancora addosso le bombole e giro così da allora... Vi prego liberatemi!!! Ho sbagliato lo so! Vi supplico, se mi liberate non userò altro che un jacket,  neppure un gav sacco posteriore...vi supplico!!".

Tanto accorato è l'appello, da sciogliere i cuori anche dei  più duri e ortodossi, come meduse dopo una mareggiata sotto il solleone, alla spiaggia del Calambrone (che bravo, ho fatto pure la rima, tiè) qualche lacrima riga le guance cotte dal sole.

Tutti gli sguardi si  girano verso il vecchio con la carrozzina e la bombola d'ossigeno... Questi arretra, memore della volta precedente...

"Tranquillo..." Lo rassicura il conduttore della serata avvicinandosi..."tranquillo...".

Scena conclusiva:

Andrea viene portato via in trionfo, con uno scuba improvvisato con la bombola dell'anziano anossico sulla schiena, via verso la darsena antistante, per essere battezzato a nuova vita, nelle sue sacre acque olezzanti di nafta e di cefali imbruttiti.

Rimangono solo il vecchio sulla carrozzina, con le bombe in side-mount a lato di questa, il ragazzo di Sharm la sospinge, ma essa rimbalza contro gli stipiti della porta, tenendoli all'interno. Il Side-mount non passa!



Alla prossima riunione...


 

Fabrizio Gandino  

"Subacqueodisuperficie"






 

 

Ringraziamenti:

Si ringrazia Giorgio per la vignetta d'apertura



  Nota dell'autore: questo naturalmente è un racconto umoristico, indirizzato allo sfottò tra sub, che ci sta. La configurazione Side-mount nasce dalla necessità di doversi muovere in ambienti angusti, dove le attrezzature con un Bibo tradizionale, possono risultare ingombranti, si fa ampio riferimento a penetrazione di caverne e relitti. Ultimamente la sua diffusione sta prendendo piede in ambiti diversi soprattutto per il tipo di assetto che consente sollevando la schiena da pesi. Non sono tra i suoi estimatori, ma è una cosa mia personale. Si va in acqua con la configurazione che più ci fa stare bene, ed io ho trovato la mia. Ma se la cosa vi ha incuriosito, ecco di cosa stiamo parlando.

http://www.marpola.it/Tecnica%20e%20Medicina/145.htm







mercoledì 16 febbraio 2022

Inconti nel mare d’inverno: Elysia timida

 Un’immersione come altre, questa volta  nei pressi di Quercianella località Calafuria, compagni di avventura, Ale e Brigida.

L'immersione si stava svolgendo regolarmente a circa 42 metri di profondità, in una zona ricca di grotte e scogli. Eravamo alla ricerca di un relitto di cui ci avevano parlato: una benna di una motopala che  Ale ricordava di avere visto tempo addietro.(ma questa è un altra storia).

Il fondale di quella zona é ricco di corallo , gorgonie e tantissimi colori sugli scogli …

Lasciate che vi spieghi come ci si sente ad essere lì. È come se, immersi nella realtà di un mondo che non ci appartiene e di cui siamo solo spettatori, l’animo umano ritrovasse la sua genuinità e scomparisse quel senso di egoismo e apparenza che ci si è cucito addosso, dalle regole del comportamento sociale. Uno stato di grazia, che purtroppo termina finita l’ora d’aria, alla fine della quale torniamo in superficie, alla realtà. 

Se mi è consentita una citazione fantascientifica , quello specchio d’acqua, a cui volgiamo gli occhi tornando alla superficie, tornando alla realtà è come una sorta di Star-gate. 

Ma tornando a noi, l'immersione volgeva al termine, eravamo lì nella nostra sosta di sicurezza a sei metri di profondità, più esposti alla risacca, che sopportavamo con stoica pazienza, quando mi sono imbattuto in un mollusco che non vedevo da quest’estate dall'interessante e particolare la storia  evolutiva .

Andare sott'acqua ha nutrito la mia curiosità, stuzzicando la mia necessità di arricchire le mie personali conoscenze subacquee, con flora e fauna di cui, prima di allora, non conoscevo neanche l’esistenza.

Elysia timida (Risso. 1818)


l’Elysia timida (Risso, 1818) rientra tra questi, si tratta di un esempio di simbiosi obligatoria tra questa lumaca e una cellula appartenente a un tipo di alga. L’ Elysia timida è un Mollusco Gasteropode Heterobranchia appartenente all’ordine dei Sacoglossi.

Dalla nascita di questa coppia simbiotica si svolge la fotosintesi . permettendo cosi la trasformazione di anidride carbonica  in carbuidrati (zuccheri)  e ossigenazione nell’acqua. Infatti nelle alette dorsali del organismo si puo’ notare un colore verde appartenente a queste cellule vegetali. 

La simbiosi sembra si sia sviluppata negl’anni con la fagocitazione di un tipo di alghe da parte del mollusco. Fagogitate ma non digerite .le protuberanze dorsali si aprirebbero alla presenza di raggi solari. Gli Heterobranchia, alla quale l'Elysia appartiene, sono i gasteropodi con conchiglia ridotta al minimo e nella più parte delle specie assente.



Privo di appendici dorsali e dotato di estensioni laterali del corpo simili ad ali (parapodi). Nel periodo estivo è facile rinvenire Elysia timida mentre si aggira tra gli ombrellini dell'alga verde Acetabularia acetabulum di cui abitualmente si nutre.

Il nome “sacoglossi” deriva dal fatto che le specie appartenenti a questo ordine, hanno bocca sprovvista di mandibola.

Essendo per lo più erbivori l’alimentazione avviene succhiando il contenuto delle cellule vegetali, stilettate dalla radula presente nella bocca.

Il tempo di qualche scatto ed i minuti della sosta volano, è tempo di risalire, ma è solo un arrivederci.



Libri:

 “ il regno dei nudibranchi” guida ai molluschi opistobranchi della Riviera del Conero - Federico Betti - Editrice La Mandragora - (2021)




Link:

https://www.biologiamarina.org/elisia-timida/

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Elysia_timida

https://www.marinespecies.org/aphia.php?p=taxdetails&id=411959

http://www.aiamitalia.it/index.php?option=com_schede&view=scheda&genere=Elysia&specie=timida&Itemid=84



Matteo Stanzani

"Masdepaz"