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giovedì 9 aprile 2020

San Pietro: la grotta della Porcellana


Ero ancora un bambino, allora i canali televisivi disponibili si contavano sul palmo di una mano e avanzava pure un dito, l'offerta televisiva era fatta di spettacoli di varietà qualche film, qualche telefilm e i documentari. La nostra TV era una Philips in bianco e nero, i colori te li dovevi immaginare. I documentari dicevo prima, quelli di Folco Quilici e le avventure di Jacques Cousteau, abbastanza per far sognare un bambino, che non sapeva neppure nuotare all'epoca.


Un giorno, guardando un documentario proprio di Folco Quilici, si parlava di alcune popolazioni del corno d'Africa credo, scene di vita normale a spasso per i mercati all'aperto, le merci stese a terra su stuoie, Grandi canestri di canne e vimini intrecciati, le donne che li portavano in equilibrio sulla testa. Le contrattazioni e il denaro... si ma non erano soldi, o meglio lo erano, ma quelle erano conochiglie non monete! Avrete capito che quello che mi aveva stupito così tanto era quella strana valuta: le Cipree Moneta (Monetaria Caputserpentis – Linnè 1758). Di questi animali, le cipree, se ne conoscono circa 250 specie e molte altre ne verrasnno scoperte. Sono diffusi in tutti i mari caldi del globo e sono presenti sulla Terra da circa 100 milioni di anni.

 Le cipree sono particolarmente abbondanti nell’Oceano Indiano, nelle Maldive, Sri Lanka, Borneo e sulle coste africane, dalla Somalia al Mozambico, ma sono presenti anche nel Mar Mediterraneo, come la specie protetta Cypraea lurida di cui parleremo più avanti. Le conchiglie delle cipree, come per esempio Cypraea Moneta e Cypraea annulus, sono state un mezzo di pagamento per lungo tempo in Oceania, Africa e Asia ma anche in Europa, a partire dal XIII secolo; in alcuni luoghi questo costume continuò fino al XX secolo. Nella scrittura cinese alcuni termini di carattere monetario fanno ancora riferimento alla conchiglia delle cipree; questi diventarono un mezzo di scambio non solo per la loro bellezza, ma anche perché resistenti alla manipolazione e facili da trasportare e riconoscere. Le cipree hanno da sempre attratto la curiosità degli esseri umani in ogni angolo della Terra, dalle epoche preistoriche fino ai giorni nostri. L’uso delle cipree come ornamento è antichissimo. Sono infatti molti i popoli che hanno utilizzato i gusci di questi animali per confezionare monili, collane e bracciali; utilizzati per arricchire l’abbigliamento e per mostrare lo status sociale. Ma le cipree hanno assunto, nel corso dei secoli, anche il significato di oggetto simbolico e propiziatorio; per questo, presso vari popoli, questi gasteropodi erano diffusi come talismani e amuleti. Le cipree prendono il nome proprio, per la loro bellezza, da Venere, che della bellezza e' il simbolo classico. La Cypraea tigris infatti era chiamata conchiglia di Venere, si dice che quando Linneo dovette decidere su un nome da dare a queste meraviglie, decise di chiamarle Cipree in onore della Dea. Le conchiglie delle cipree erano viste dai popoli antichi come un guscio protettivo per la vita stessa e quindi collegate alla 


riproduzione e alla fecondità; spesso le donne portavano ornamenti confezionati con cipree per scongiurare l’infertilità; in Giappone la Cyprea Tigris viene chiamata koyasu-gai, (コヤスガイ) l'etimologia del suo nome deriva da una credenza: Facilitare il parto. Pensate, ancora oggi viene tenuta in mano dalle partorienti dell’isola di Ryukyu, per propiziarsi un parto esente da difficoltà. Un appunto personale: credo che questa sia la ciprea più famosa che tutti noi conosciamo, visto che siamo soliti trovarle sulle bancarelle e nei negozietti di souvenirs, peccato che questa splendida conchiglia non abbia nulla a che vedere con il nostro Mar Mediterraneo. Tornando a noi invece voglio parlare di una specie endemica dei nostri mari : la Luria lurida (Linnè, 1758), nota anche come Ciprea porcellana. “Porcellana” era il termine con il quale anticamente ci si riferiva alle cipree, proprio per la loro brillantezza e lucidità, così simili al materiale ceramico. Tuttavia pare che l'origine di questo antico nome avesse curiosamente risvolti un po' meno nobili secondo alcuni. C'è chi sostiene che la parola porcellana deriva da "porculum", porcello, anzi, porcella. Perche' le Cipree in vista ventrale ricorderebbe gli organi sessuali esterni della femmina del maiale, la scrofa. 


Tornando a noi, il suo ambiente di vita ideale, è la costa rocciosa o corallina, ricca di anfratti, spugne, alghe ed incrostazioni, nonché molti nascondigli utili a questi animali tipicamente notturni o crepuscolari. Caratteristica piuttosto evidente è la conchiglia, globosa, lucida e porcellanacea, con apertura denticolata che si diparte longitudinalmente, alla base. La peculiare lucidità della conchiglia è dovuta al fatto che quando l'animale è attivo, questa è ricoperta da un sottile strato epiteliale (mantello) che la preserva dagli attacchi incrostanti. A questo avviso infatti vi posso confermare che a differenza dei murici, ad esempio, non mi è mai successo di trovare una Ciprea viva con il guscio incrostato, mentre negli esemplari privi dell'inquilino, è piuttosto frequente. 
 
Diffusione della Ciprea Porcellana (Luria Lurida)
L'ampio mantello, quando è completamente estroflesso, avvolge con i suoi lobi laterali la conchiglia e secerne da apposite ghiandole le sostanze carbonatiche che costruiscono la conchiglia stessa. Presenta in alcuni casi colore diverso del piede e caratteristiche ornamentazioni di vario genere (papille), ridotte a semplici protuberanze o aventi spesso fogge vistose e colori vivaci. Se colpita da un fascio di luce si ritrae assai rapidamente. 

 
Tutte le specie sono a sessi separati e depongono numerose uova in anfratti come gusci di conchiglie vuote o sassi capovolti. La femmina staziona sulle uova per lungo tempo, ricoprendole con il piede per proteggerle. Dopo la schiusa, si sviluppa una larva planctonica (veliger) che si lascia trasportare dalla corrente. Parlando invece dell'alimentazione, sono ghiotte di spugne, ma non disdegnano, talune specie, una dieta mista di alghe, antozoi, ecc. Il nutrimento viene asportato dal substrato per mezzo della radula, struttura comune a tutti i gasteropodi. Non mi era mai capitato di vederne esemplari vivi, sino ad allora avevo trovato qualche esemplare morto, spesso incrostato ed in pessime condizioni, sia a Calafuria che nel mare antistante l'Isola di sant'Antioco, in questo caso un Erosaria spurca.  


E' giusto ricordare che sia la Luria lurida che l' Erosaria spurca sono specie protette e ne è proibita tassativamente la raccolta di esemplari vivi. Mi trovavo in Sardegna, presso la casa materna a Sant'Antioco,era la vigilia di Ferragosto del 2017, mi ero dovuto alzare di buon ora per andare a Calasetta a prendere il traghetto per Carloforte, il maggiore centro urbano dell'Isola di S.Pietro. Avevo appuntamento per le nove con i titolari dell' Isla Diving, che erano venuti a prendermi con un pulmino al molo d'attracco, la loro sede si trova nella zona cantieristico-navale oltre le saline di Carloforte, una vera mano santa considerato che lo zaino con l'attrezzatura pesa non poco. Soliti convenevoli, registrazioni del caso, montaggio scuba, saluti a qualche faccia nota già incrociata gli anni precedenti e si parte. Dove ci portate oggi? Domanda oziosa più che altro, perchè le scelte sono tante a S.Pietro, ma è il vento onnipresente che decide dove puoi e non puoi. 

Gli scorci stupendi non mancano: Punta delle Oche, Le colonne, Le grotte della Mezzaluna, solo per citarne alcuni, ma c'è un piccolo prezzo, a volte un po' di corrente di superficie che non permette di avventurarsi troppo in mare aperto, non sono uno di quei sub sempre in cerca di sfide estreme e ringrazio di avere ancora la capacità di guardarmi intorno e di stupirmi e fortunatamente qui ho sempre trovato un ottima visibilità. Elena mi risponde che oggi si va alla “Grotta delle Cipree”, un nome un programma. Mi si conferma che il nome è tutt'altro che casuale. Arriviamo sul posto, dopo gli ultimi controlli si scende, non si tratta di un immersione particolarmente impegnativa, girelliamo un po' sul fondo poi puntiamo risolutamente verso una parete che vede la bocca nera di una grotta aprirsi. Torce accese, si entra quasi in fila indiana, malgrado lo spazio ci sia per muoversi piuttosto agevolmente, il fondale della grotta è costellato di grossi massi, portati chissà come al suo initerno dal mare nel corso dei secoli. Tallono la guida aspettando avido che mi segnali qualcosa, l'action cam individua qualche gamberetto che zampetta lungo le pareti rifuggendo la nostra invasione, probabilmente un Parapandalo (Plesionika narval – Fabricius, 1787) una medusina viola (Pelagia Noctiluca – Forsskal, 1775)


 danza piano nella corrente lieve, ma che si sente e sembra incanalarsi all'interno. Quando ecco che la guida sfanala di brutto, mi avvicino ed eccole, due Cipree porcellana, esattamente nei pressi di alcune spugne gialle incrostanti, hanno già ritratto il mantello nel guscio e si muovono appena percettibilmente verso una fenditura, infastidite dalla luce. Continua la penetrazione nella grotta e ne vedo delle altre sempre a gruppi di due, proseguiamo sino alla fine della cavità, qui troviamo una sorta di pilastro naturale. Ci passiamo tenendolo alla nostra sinistra come in una rotonda, tornando indietro per dove siamo venuti, ed incrociando gli altri del gruppo che in fila indiana stanno percorrendo la nostra stessa strada. Non abbiamo visto solo questo, ma per me che avevo iniziato ad interessarmi ai molluschi da qualche anno fu sicuramente un esperienza memorabile e penso che potendo... tornerò da quelle parti.





NOME SCIENTIFICO

Luria lurida
NOME COMUNE

ciprea porcellana
NOMI LOCALI


UBICAZIONE PREVALENTE

intero mediterraneo
TERRITORIO ABITUALE

fondali rocciosi e sabbiosi
PROFONDITA’ PREVALENTE

da pochi metri fino a 40
CARATTERISTICHE


CURIOSITA’


POSSIBILITA’ DI INCONTRO

normali (di notte)


Bibliografia



Conchiglie del Mediterraneo – Mauro Doneddu & Egidio Trainito, ed Il Castello 2010
Atlante di flora e fauna del Mediterraneo - Egidio Trainito, Rossella Baldracconi, ed Il Castello 2014
Le Conchiglie del Mediterraneo – Fratelli Melita Editore 1991
Pinneggiando nei mari italiani – Marco Bertolino, Maria Paola Ferranti, Hoelpi 2019
“Guida della FAUNA MARINA COSTIERA DEL MEDITERRANEO” - Luther Fiedler – Franco Muzzio Editore

Veduta dell'Isola di S.Pietro


A chi rivolgersi:

Isla Diving - Carloforte  viale Cantieri, 09014 Carloforte (CI)

Note: L'isola è raggiungibile con un traghetto che parte con cadenza oraria dalle prime ore del mattino, sia da Calasetta che da Portoscuso, è consigliato vivamente informarsi sugli orari di rientro, e sulla disponibilità delle corse, alcune sono a numero limitato e solo su prenotazione.


Uno scorcio di Carloforte




Buone Bolle!


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”


mercoledì 8 aprile 2020

Il respiro del mare


Il respiro del mare nasce dalla grande passione per il mare, così tutte le volte che ho una giornata libera,  in compagnia dei miei amici "subby", non importa se inverno, notte o una giornata afosa di piena estate noi ci dirigiamo verso il mare per un bel tuffo.
Ci tuffiamo nel profondo blu e ci sentiamo un po' esploratori sommersi, io armato sempre della mia attrezzatura video subacquea.
Gli incontri sono sempre tutti emozionanti: creature dai colori sfavillanti, altri che si mimetizzano per non farsi scoprire e altri curiosi quasi impertinenti che non aspettano altro di avere un momento tutto loro.
Questo video vuole farvi conoscere questo mondo sommerso che a primo acchito sembrerebbe incolore e con poca vita, ma come vedrete, i colori e la vita sono in ogni dove!
Video presentato al Concorso "EUDI Movie" all'Eudi Show 2020 e piazzatosi al 15° posto.





Salvatore Fabiano 

 


























martedì 7 aprile 2020

Subacquei gente seria - 9: Ancora quarantena !!!

Viviamo in tempi difficili e l' epidemia da Covid-19, più comunemente chiamato coronavirus, non ha certo semplificato le cose per noi subbi. Costretti a stare a casa per alcune settimane ai domiciliari e senza permessi premio o sconti per buona condotta, si ha difficoltà a riempire le giornate. Ci si scopre imprigionati in una sorta di puntata di “Ai confini della realtà”, con uno scenario apocalittico modello Mad Max, ma paranoie fantasiose a parte, non stiamo vivendo un sogno, ed il pericolo, la fuori è terribilmente concreto e reale. Esaurite le repliche di “Camionisti in trattoria” ed “Unti e bisunti”, “Master Chef”, “Il boss delle torte” e tutte le altre ciofeche di cucina, eruditi su come costruirvi da soli una portaerei nucleare o il ponte sul fiuma Kwai con gli stecchi per gli spiedini, ormai siete alla noia. Vivete nel limbo dell'attesa che tutto passi, e si ritorni alla vita normale, quando potremo riempire il portabagagli dell'auto con tutta l'attrezzatura e fiondarvi al mare … Eccola lì... la primavera che vi guarda beffarda e vi lusinga come un amante fedifraga... quando si potrà riprendere a fare immersioni al mare o magari fare qualche viaggio? Sconsolati andate in garage, ii ripetete che forse vi siete dimenticati di rimessare qualche pezzo dell'attrezzatura ed allora cominciate a tirare fuori tutto ispezionando tutto minuziosamente. La sera, finite le repliche di “Law & Order”, “Detective Monk” e “Sulle strade di San Francisco” vi riducete a ripassare alcuni argomenti di didattica sfogliando con le lacrime agli occhi il manuale che non aprivate dal corso Open Water.
Vi ricordate quella follia di cui vi avevo parlato? Il mare è la fuori che vi chiama... ed allora tornate in garage, tirate fuori l'attrezzatura... smanianti di tuffarvi nell'agognato fluido... la mente si ottenbra v'inganna e lusinga con false promesse... e il vicino di cortile impietoso riprende ...il vostro delirio...




Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie" 

lunedì 6 aprile 2020

Contro il Covid 19: scende in campo anche l'industria della Subacquea e la Marina Militare





Credo che quasi tutti voi abbiate ricevuto la foto di quel signore di Napoli, che girava tranquillamente per la strada con una maschera da snorkneling gran facciale di Dechatlon addosso. La psicosi era appena iniziata e, purtroppo, era anche il momento in cui ci avevano venduto, che si trattava “solo” di un influenza un po' più rognosa del solito. Credo che ormai nessuno abbia più dubbi circa la pericolosità di questo virus e del suo pesante tributo in vite umane che abbia esagito e che ancora pretenderà nel futuro. Tornando a questo signore, ne abbiamo riso tutti all'inizio, e poi si sa con questo Covid 19, c'è davvero ben poco di cui ridere. Era circa la metà di marzo, quando in pieno 


boom di contagi, l'ospedale di Chiari (Brescia) aveva terminato le valvole per i respiratori utilizzati per i malati di Covid 19. Frontiere bloccate e poco tempo; la direzione dell'ospedale lancia un grido d'aiuto attraverso un quotidiano locale, per trovare chi potesse fornire dei ricambi in tempi rapidi. Una locale startup, la “Isinnova” in meno di un giorno è riuscita a stamparne in 3D un centinaio di pezzi. Comincia così l'avventura di Alessandro Ramaioli, che ha subito messo a disposizione gratuitamente la sua azienda, per realizzare delle valvole Venturi in acido polilattico con una tecnica a filamento. L'azienda si occupa normalmente della produzione di cose completamente diverse, come agganci per i dedili delle auto o cerotti per ustioni, per riuscire a sopperire alla pressante richiesta ha coinvolto un altra azienda della zona che aveva una stampate 3D molto più grande. Cristian Fracassi, il patron dell'azienda, ha puntualizzato che queste valvole Charlotte non sono valide quanto quelle originali, ma che potranno egregiamente sopperire ad una situazione d'emergenza. 
 
Maschera Dechatlon
Al momento non si ha notizia che l'azienda della quale hanno “fotocopiato” le valvole si sia rivalsa in alcun modo, cosa che non dovrebbe stupire visto che tutto è stato fatto a titolo gratuito. Tutto qui? No! Qualche giorno più tardi l' ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia, in provincia di Bescia, il dottor Renato Favero, ha un idea, e contatta Isinnova: c'è penuria di maschere Venturi da collegare ai respiratori e non si trovano, ma il medico conosce le maschere da snorkneling della Dechatlon. Forse anche lui ha visto quella foto curiosa è ne è stato ispirato. In fondo sono maschere a tenuta stagna, se collegate in modo appropriato ad un respiratore ...forse ...forse. Detto fatto Fracassi e Romaioli ci si buttano a pesce e in meno di una settimana riescono a tirare fuori i nuovi prototipi. Ecco trasformare una maschera da sub commercializzata da Decathlon in un respiratore ad uso ospedaliero. Un successo!
Maschera Ocean Reef

Ma il loro lavoro non è passato inosservato, causa il clamore suscitato da questa inventiva tutta italiana, ecco partire a ruota una serie di progetti simili, Decathlon forse è stata la prima a pensare ad una maschera da snorkneling tipo gran facciale, attrezzatura da qualche tempo un po' meno rara tra i sub. Personalmente provai qualche anno fa un gran facciale della Ocean Reef, devo essere sincero non ne rimasi molto colpito, certo però quella linea rendeva molto più abbordabile avvicinarsi ad un tipo di attrezzatura fino a quel momento solo professionale. La stessa Ocean Reef a Genova attraverso la Mestel Safety Srl, ditta della stessa OceanReefGroup, decide di cimentarsi emulando lo sforzo dei bresciani. Le finalità sono le stesse ma l'approccio è differente. La produzione ha avuto inizio grazie a dei file per stampare gli adattatori che sono open source, cioè disponibili gratuitamente, come molti linuxari come me sanno bene, ma non basta hanno donato mille maschere. E i loro dispositivi già operativi all’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, ma anche a Busto Arsizio, Firenze, Arezzo, richieste arrivano anche dagli Stati Uniti , Gran Bretagna, Danimarca e Svezia.
Maschera Cressi


 E Cressi poteva mancare? Ovviamente no!
In questa gara la casa di Genova non si è sottratta alla sfida di creare un ausilio per la somministrazione di ossigeno ad alti flussi derivandolo da maschere subacquee da snorkeling. L’architetto sanremese Mario Cilli, il Direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione ASL1 Giorgio Ardizzone ed il progettista della ditta Cressi, Carlos Godoy hanno collaborato alla creazione di un prototipo stampato con tecnologia 3D . Fondamentale la collaborazione del titolare della Cressi Sub Antonio Cressi e l’AD Stefano Odero, al maker Roberto Maffezzoni per la stampa modelli 3D, Luca Tomatis del negozio Al Milanes in Mar e Nicola Fauzzi. In questo caso il dispositivo di partenza era il modello di maschera “Duke”, prontamente donate dalla 
 
Maschere Mares
ditta genovese Cressi Sub e riadattate per la somministrazione di ossigeno per i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Anche qui da resto del mondo le richieste non sono tardate ad arrivare. A Rapallo non sono certo rimasti a guardare, la Mares in collaborazione con TS Nuovamacut e Mira Meccanica stanno realizzando a tempo di record 500 caschi. E la Seac Sub? Per non esser da meno ha sposato l'inventiva tipicamente romagnola del cesenate Rocco De Lucia. Titolare di un azienda, la Siropack di Bagnarola di Cesenatico, ha creato una nuova mascherina che consente di parlare liberamente tra medicon e paziente scongiurando la possibilità di contagio per trasmissione aerea. In questo caso la trasformazione di una normale maschera da snorkneling Seacsub Unica in un apparecchio utilizzabile per esigenze sanitarie d’emergenza ha riguardato un aspetto non secondario.
Maschera SEAC SUB

Si sono avvalsi della collaborazione del laboratorio di ricerca Tailor e del dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bologna. La "C-Voice Mask" , questo è il suo nome, è stata dotata al pari degli altri modelli del tutto simili, di due circuiti separati, uno per l’aria in ingresso e l’altro per quella in uscita. Il prototipo è stato realizzato modificando il circuito sulle valvole e aggiungendo un filtro in tessuto che può essere agevolmente sostituito. Tutti questi progetti hanno in comune l'utilizzo di uno strumento originariamente pensato per il mare e un utilità nelle realtà ospedaliere delle maschere tradizionalmente utilizzate per la terapia ventilatoria diventate, con l’emergenza coronavirus, oggi difficilmente reperibili. Ultimi ma non ultimi, anche se non sono un entità commerciale non possiamo 


dimenticarci della Marina Militare Italiana. In questo caso si è pensato di usare le maschere oronasali, impiegate negli impianti iperbarici, nell’ambito delle attività di rianimazione condotte negli ospedali. Autori dell'intuizione in questo caso sono gli operatori dell’Ufficio Tecnico Subacqueo del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare. Tra i compiti del Comando Subacquei e Incursori c'è quello di intervenire con le proprie camere di decompressione in soccorso al personale dei sommergibili sinistrati, dei propri operatori subacquei e, come in questo frangente, a supporto della collettività, mediante interventi di ossigeno terapia iperbarica.
A ben pensarci dovremmo ringraziare l'inconsapevole inventiva di quel bizzarro signore partenopeo.






Link:

(i piani open sources della maschera si possono trovare qui: https://oceanreefgroup.com/covid19/)






Buone Bolle!


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”


sabato 4 aprile 2020

Una stella assai sfuggente



Nelle mie estati di bambino, vissute in massima parte a S.Antioco, viziato da nonni e zii, non era raro che passassi i miei assolati pomeriggi a bighellonare alla “Marina”, per chi conosce l'isola si tratta oggi del porticciolo delle barche. All'epoca in quella che oggi si chiama Piazza Ferralasco, c'era invece il circolo dei cannottieri, qualche panchina in ferro dipinta di verde, e dei cespugli dove la poca cura permetteva purtroppo di incappare in qualsiasi tipo di rifiuto. Il molo era molto diverso da oggi, non vi era il marciapiede, tutto era al piano strada, ma la parte bagnata dai flutti era fatta di
foto di Marco Moretti
lastre di granito vulcanico (Perda e'pibiri) inclinate a 30° sin dentro l'acqua della prospiciente laguna. In un locale di S.Antioco, di cui non farò il nome, v'erano un sacco di foto in bianco e nero dei tempi passati, su quel molo di pietre c'era una scena credo dell'immediato dopoguerra, che raffigurava i pescatori con le loro prede, durante la mattanza dei delfini. Lo so oggi inorridiremmo tutti. Scusate ho divagato sul sentiero dei ricordi, insomma in calzoncini corti e canotta bighellonavo spesso alla “Marina”, osservando i gabbiani, le barche dei pescatori, riempiendomi i polmoni di quell'odore di salsedine, di pesce essiccato dato dalle reti e nasse messe ad asciugare al sole. Spesso mi capitava di vedere, impigliate in quest'ultime delle bizzarre creature, mi dissero che erano stelle marine, ma io ero abituato a vedere Stelle Spinose (Astropecten johnson) e quindi mi parve
strano. Aveva un corpo centrale è di forma pentagonale, arrotondata, da cui dipartivano 5 braccia cilindriche sottili, come piccoli tentacoli. Più tardi negli anni facendo snorkneling prima e con il brevetto di imersione Open Water poi non ebbi a vederne altre, vive perlomeno, sino a quando non presi conseguii il brevetto avanzato e feci le mie prime notturne a Calafuria. A quel tempo sapevo di cosa si trattava ormai, si trattava della Stella serpentina (Ophioderma longicauda - Bruzelius, 1805). Questa strana stella la si incontra su fondali dentritici, rocciosi e in vicinanza delle praterie di Poseidonia da pochi metri fino i 100 metri di profondità.

Può raggiungere una dimensione di 28 cm di diametro.

Il corpo centrale è di forma pentagonale da cui partono 5 braccia cilindriche sottili.
La colorazione è variabile dal nero al bruno scuro, ma gli individui che si possono trovare più profondità hanno una colorazione che va dal verde al rosso oppure al bruno chiaro. In alcuni individui è possibile apprezzare chiazze chiare o di altro colore sul disco centrale così come le braccia possono avere delle anellature di colore diverso dal colore di fondo. La parte ventrale è comunque più chiara. Le braccia a sezione tonda sono munite di minuscoli aculei.
E' abbastanza diffusa e facile da incontrare se si conoscono le sue abitudini.


Infatti appartiene ad una specie sciafila (che preferisce l'ombra) pertanto di giorno rimane nascosta negli anfratti e sotto le rocce, esce soprattutto di notte. Ed è appunto di notte che riuscii a vederla con chiarezza sul rientro dall'immersione quando ormai ero nel golfetto sotto la torre di Calafuria.
Una caratteristica particolare di questa specie è la velocità dei movimenti. Infatti se infastidita fugge abbastanza velocemente, direi anzi che è proprio fotofobica come molti molluschi. Si tratta di
una specie di Echinoderma della famiglia Ophiodermatidae. Per quel che riguarda la sua diffusione possoiamo dire che è comune nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico orientale, dalla Gran Bretagna fino all'Angola e alle Azzorre.
Si riproduce in primavera e in estate. Echinoderma, è un organismo bentonico caratterizzato dalla presenza di uno “scheletro” calcareo formato da piastre , saldate o articolate, posto sotto l’epidermide detto dermascheletro, spesso rivestito di tubercoli o spine presenza che dà il nome al philum. Altra caratteristica di tutti gli organismi del philum è la cosiddetta simmetria pentamerale; il corpo è cioè suddiviso in cinque settori disposti attorno ad un asse centrale. Ed è forse questa la caratteristica che ha indotto gli studiosi a comprendere nello stesso philum organismi dall’aspetto tanto diverso. Troviamo in questo philum cinque classi:
– crinoidei
– oloturioidei
ofiuroidei
– asteroidei
– echinoidei

Gli ofiuroidei (il nostro caso) si distinguono facilmente dagli asteroidei per la netta distinzione fra disco centrale e braccia; queste ultime sono sottili e flessibili e a sezione circolare.
Negli ofiuuroidei troviamo due ordini:
ofiure
euriali.
Sulla sua alimentazione possiamo dire che si tratta di una specie carnivora, si nutre tanto di detrito organico che di cadaveri. Può, in alcune occasioni, cacciare anche piccoli organismi.



NOME SCIENTIFICO

Ophioderma longicaudium, Ophioderma longicauda
NOME COMUNE

stella serpentina liscia, stella fragile nera
ALTRI NOMI




    Smooth brittle-star (EN)
    Ophiuire brune (FR)
    Ofiura lisa (ES)


UBICAZIONE PREVALENTE

intero mediterraneo
TERRITORIO ABITUALE

fondali rocciosi, sassosi o fangosi
PROFONDITA’ PREVALENTE

0-100 metri
CARATTERISTICHE

molto comune ma spesso nascosta sotto i sassi



POSSIBILITA’ DI INCONTRO

normali

Foto di Marco Moretti


Buone bolle!


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”














Marco Moretti


sabato 28 marzo 2020

Subacquei gente seria 8 - Essere subbi ai tempi della Quarantena

Tempi duri questi del Covid 19 e annessa quarantena, per noi subbi, già lo dissi.
Si perchè noi subbi siamo fatti così, senza il peso della bombola sulla schiena, senza i nostri movimenti intrappati dalla muta che ci fascia e costringe, che ci collassa indosso, senza i nostri piedi palmati, le mani inguantate (neppure l'inverno troppo clemente ci ha aiutato) ci sentiamo nudi.
Di questi tempi l'unico modo di sentire nelle orecchie in nostro respiro cadenzato è, respirare in un sacchetto di carta dopo aver fatto 12 rampe di scale con la spesa.
Così mentre un gruppo di ragazzi geniali, riesce a riconvertire una maschera da snorkneling in un dispositivo medicale con tanta buona, volontà, un pizzico di genio e l'aiuto di una stampante 3D,
si moltiplicano le iniziative, corsi on-line: corsi su skype, test di corsi spediti tramite whathapp, presentazioni che dovevano originariamente essere presentate in pompa magna all' EUDI Show, trasmesse su Facebook (si veda il caso dell'ottimo Andrea “Murdock” Alpini) .
Accantonata l'idea di autocertificarsi per andarsi ad immergergere adducendo come motivo valido “l'astinenza da ACQUA”, Viaggi annullati, immersioni saltate, weekend tra le pareti domestiche a revisionare per la ventesima volta le nostre attrezzature, questi “Domiciliari di necessità” senza cavigliera elettronica, stanno cominciando a far sortire effetti inaspettati.


 Subbo sorpreso a fare la spesa

No non ci stanno crescendo le branchie come a Kevin Kostner in “Watherworld”, ma la follia si sta lentamente impadronendo delle nostre menti; sotto gli occhi dei nostri cari, che rassegnati, scuotendo la testa, hanno ormai accantonato l'idea di chiamare il 118, perchè hanno pesci molto più grossi da friggere.
C'è bisogno di un sostegno psicologico e così on-line nascono i primi gruppi che si riuniscono in teleconferenza.
La seguente situazione ivi descritta, è del tutto verosimile, i nomi dei protagonisti sono stati cambiati per proteggere le loro vere identità.

Fabrizio conduce la riunione, questa sera c'è un nuovo accolito, si chiama Aldo
Fabrizio: “Buonasera ragazzi benriuniti qui stasera con noi c'è un nuovo amico, lo prego di presentarsi”
il viso segnato da occhiaie, provato dalla sofferenza “Ciao ragazzi io sono Aldo e sono un Sub in astinenza”
Coro: “Ciao Aldo benvenuto!”
Fabrizio: “Parla pure liberamente Aldo, condividi le tue esperienze con tutti noi, non avere remore”
Aldo tentenna un attimo, menttre tutti i visi sullo schermo paiono fissarlo, “Ecco io non ce la faccio più, ieri mia moglie mi ha cazziato, dice che non posso continuare a farmi la doccia con la muta addosso!”.
Il coro parte con un sommesso borbottio di fondo di disapprovazione, Aldo continua, “Ecchè non ce la faccio più, devo immergermi!” le ultime parole sono pronunciate con un timbro di disperazione.
Qualche istante di silenzio e Fabrizio riprende la conduzione della riunione, “Qualcun altro vuole dare il suo contributo?”.
Si fa avanti Carlo, “Ciao sono Carlo e sono un sub in astinenza”
Coro, “Ciao Carlo!”
“Ieri con la scusa di ottemperare alle disposizioni del Decreto Ministeriale, ho indossato la muta stagna, la maschera ed il cappuccio e sono andato a fare la spesa”, Carlo esita.
Fabrizio, “Tutto qui? Non hai niente altro da aggiungere?”
Carlo, “Beh sì, ho preso anche il gav con la bombola!”
Aldo, “ed io che pensavo di essere messo male!”
Carlo, “Il bibo!”, brusio di fondo...
Fabrizio, “Calmi ragazzi! Non siamo qui per giudicare! Qualcun altro?”
"Ciao sono il Parra e sono un sub in astinenza"
Coro, " Ciao Parra"
Parra, " io mo messo la piscinetta in giardino.... per fare il passo del gigante.." mormorii diffusi
Florin prende la parola, “Ciao ragazzi, Sono Florin e sono un subbo in astinenza.”
Coro, “Ciao Florin!”
Florin, “Ieri sera sono sceso in cantina, con la scusa di fumarmi una sigaretta...”
“E quindi?” Lo sollecita Fabrizio
“E mi sono attaccato alla bombola, non ho resistito!”
Metà dei visi sullo schermo assumono un espressione tra il trasognato e l'eccitato.
“Aria o Nitrox?” chiede Carlo, avido di particolari.
Florin, “Nitrox....32%” esclama in una sorta di ammissione/latrato, prima di scoppiare a piangere.
Marco, “Ci siamo passati tutti, io una volta ho finito un 10 bar di Trimix che ancora avevo lì in uno stage”.
“E tu Marco nulla da dire? Mi pare la tua passione sia la fotografia subacquea, come la stai affrontando?” incalza Fabrizio
Marco, gli trema il labbro superiore, prova a temporeggiare, poi si decide, esplode come la chiusa di un canale in piena, “Ho fatto una cosa brutta...ma molto brutta !”
Nessuno ha il coraggio di interromperlo, nessuno ha l'ardire di chiedergli cosa ha fatto, nel contempo tutti lo voglio sapere, conoscere in quale abisso di depravazione l'astinza da immersioni l'ha precipitato.
Marco ritrova il coraggio, “Ho preso i pesci rossi di mia figlia e gli ho messi nella vasca da bagno per poter fotografare qualcosa...lo so non si fa...non si fa...”
Fabrizio, “Marco non ti angustiare, ti capisco bene, ieri ho fatto tre ore di fila solo per entrare al supermercato, tutto per poter guardare il banco della pescheria...senza comprare nulla!”.
Mormorii di comprensione.
“Prendo io la parola, Salve sono Rachele e sono una subba in crisi d'astinenza”
Coro, “Ciao Rachele”
“Io ho sabotato la lavatrice per poter fare il bucato a mano, per poter agitare l'acqua in un catino avendo l'illusione che fossero onde, per un po' ha funzionato... poi la settimana scorsa con la scusa del vento, ho indossato la cintura dei pesi per andare a fare la spesa..."
Massy, "Quanti kg.?"
Rachele, "12 kg"
Coro, "Esaggerata!"
Fabrizio, “E tu Salva nulla da dire?, sei stranamente silenzioso stasera”
Salva, “No nulla di nuovo”
Fabrizio, “Sicuro?”
Slava, “Beh si qualcosa c'è, nulla d'importante.”, tutti zitti in attesa che Salva metta il suo cuore a nudo, “Beh, l'altro ieri ho provato a filmare dei pesci, usando il maxyschermo del salotto che mandava in onda un documentario...”, brussii vari.
Fabrizio, “Tutto qui?”
Salva tentenna, poi emette un sospiro, parla a raffica come se dovesse sputare fuori tutto e sapesse che se si interrompesse non avrebbe il coraggio di continuare, “Sto organizzando un viaggio, una crociera sub!”
Coro, esclamazioni concitate
Salva, “Si una crociera in Borneo, con 12 cambi di aereo all'andata e 22 al ritorno...lo so è un po' avventato...ma lasciatemi sognare!”.
Carlo, “Mi credevo chissà che cosa!”
Fabrizio, “Massy e tu? Sei silenzioso, non penserai di scappare via senza condividere”
Massy, “Ciao Ragazzi sono Massy e sono un sub in astinenza! Ragazzi che volete che vi dica? Mi mancate tutti, ma tutti davvero eh, ma a dire il vero mi manca non potermi immergere, non potermi perdere in quella sensazione ...”
Coro, “ se se perderti... ahahaha”
Salva, “Lo sappiamo che ti manca perderti”
Massy, “ok lo confesso”, la voce si fa greve ,”Mi annoio a trovare la strada subito, per riuscire a perdermi in casa mi metto la bussola al polso e mi muovo con quella!”
Mormorii vari, Massy indica significativamente alcuni bernoccoli in testa.
Fabrizio, “Ok credo tocchi a me, Ciao Ragazzi, sono Fabrizio e sono un sub in astinenza!”
Coro, “Ciao Fabrizio!”
Fabrizio, “Due giorni fa ho aperto la cofana dell'attrezzatura e ho tuffato la testa dentro, inspirando profondamente con il naso!”.
“Di che sapeva?” chiede Rachele con voce sognante.
Fabrizio, “Di piedi, neopreme e salsedine”.
Espressioni di lubrico godimento tra i volti dei presenti.
Fabrizio, “Io dichiarerei chiusa qui la riunione, prima però recitiamo la preghiera del gruppo”
Coro, “Signore concedici la Serenità di accettare tutta la deco che il computer ci appioppa.
Il coraggio di cambiare miscela solo se strettamente necessario, e la saggezza di evitare la narcosi.
Amen!”.


Concludo con questo piccolo filmato mandatomi da un amico, che ben documenta lo stato fin qui descritto, spero di strapparvi un sorriso nell'attesa di rivedersi presto in acqua.


Cosa non si fa per vedere un....pescecane


#chipuòrestiacasa #finiràanchequesta #andràtuttobene #senonciimmergiamoprestofaremolafinedei delfinispiaggiati


Buone bolle! (presto si spera)


Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”


domenica 15 marzo 2020

Volli volli fortissimamente volli...ma haimè...



é così amici miei, siamo rimasti tutti fregati, aspettavamo il migliorare del meteo per immergerci, Febbraio per l'Eudi Show e ci siamo rimasti tutti con un palmo di naso.
Non c'è molto da fare, bisogna prenderla con filosofia, anche perchè vai a spiegare alla stradale, piuttosto che ai Carabinieri o la Guardia Costiera, che per noi immergerci è "Una situazione di necessità".
Vagli a spiegare che chiusi dentro una muta respirando aria da una bombola, forse siamo più al sicuro noi la sotto che voi tutti la fuori?

Eppure da questa situazione dobbiamo trarre tutti una piccola lezione a mio vedere, cioè che nella nostra superbia di specie dominante del pianeta, un virus infinitamente piccola ci ha fatto un culo a paiolo, costringendoci ad un autoreclusione forzata.
Consegnati a casa, il tempo che ci rimane è molto, ed allora finito di rimessare le attrezzature, ricontrolla, sistema e ripara quel che puoi, dopo non resta che aspettare.
Si guardano i filmati e le foto del tempo che fu, quando con il culo ammollo ed erogatore in bocca respiravamo dalle nostre bombole quell'aria che sa di libertà.
Se sto dicendo sciocchezze chiedo venia, come molti di voi sono in piena crisi di astinenza, la scienza non ha ancora approfondito che può succedere ad un sub da troppo tempo in secca.
Dicono che siamo come i delfini, quindi che faccio? aspetto gli attivisti di Sea Shepard che vengano ad idratarmi con acqua marina?
eudi show 2017 ...sigh!

Fortuna che il buon Massy, ha scoperto anni fa la tecnologia, ed ecco quindi convocare una teleconferenza tramite whattap.
come vorremmo

Inutile dire che questo rimanere chiusi in casa ci sta abbrutendo, e cosa ancor peggiore  ci porta ad immergerci troppo spesso nel frigo, riemergendo sul diavano, di questo passo le mute dovranno confezionarcele con i teloni dei camion...Aiuto!
come ci tocca
Vabbè portiamo pazienza....
Una cosa però ci tenevo a dirvela amici miei sopra e sotto la superficie...tutto questo prima o poi finirà e noi torneremo là dove vorremmo sempre essere... tutto il resto è solo una pausa di superficie.











Buone bolle! E Rialzati Italia!


#noirestiamoacasa #andràtuttobene

Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"