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lunedì 15 luglio 2019

6 Luglio 2019 "Lo Scoglietto di Portoferraio" e "Scoglio della Nave"

Video di Salvatore Fabiano


Era passato poco più di un mese dal nostro weekend  a Naregno sull'isola d'Elba, quando si ripresenta la possibilità di tornarci.
In quell'occasione seppure i punti d'immersione fossero di per sè una garanzia, con l'esclusione dei Picchi di Pablo il tutto era stato funestato e reso meno godibile dalla presenza della mucillaggine in grande quantità.
Ci sarebbe da aprire una discussione su come questa infestazione ormai sia qualcosa a cui ci dovremmo abituare a causa di una progressiva tropicalizzazione dei mari e dei malcostumi umani.
Si sperava che dopo un mese qualche mareggiata avrebbe spazzato via quella fastidiosa moquette gialla che ricopriva tutto.
L'occasione si è presentata grazie alla collaborazione tra Centro Servizi Diving di Quarrata e il Club Subacqueo "Artiglio" di Viareggio.
Solita levataccia, il gruppo si è riunito a Larciano per fare gli equipaggi e poi muoverci alla volta di Salivoli, dove la barca "Artiglio" ci aspettava.
Presenti Salvatore, Marco, Enrico, Elena, Sandro, Yurika, Antonio e Massimiliano.
si parte!!!
Per strada traffico inaspettatamente sostenuto, scaricato il tutto al porticciolo turistico di Salivoli, siamo saliti a bordo dividendoci in due gruppi.
Il secondo gruppo è stato prelevato dal tender di servizio, al solo scopo che non si dimenticassero di noi, avevamo trattenuto le provviste,in caso di bisogno le lasagne sarebbero state il nostro lasciapassare per salire a bordo! Ci accolgono a bordo i due membri dell'equipaggio del Club Subacqueo Artiglio: Il comandante, Massimiliano e David che ci ha prelevato con il tender.
Ora permettetemi di spendere due parole sulla barca.
L'Artiglio non  è la classica barca da diving che ci si aspetterebbe, le linee sono tutt'altro che moderne ed impreziosite da quell'albero maestro che ha visto diverse vele nel passato gonfiarsi, ha un che di romanticamente retrò ed una sua storia. I Viareggini del Club "Artiglio" ne sono a buon ragione orgogliosi, è una bella barca, comoda che si presta a piccole crociere, noi la useremo oggi per un full day oggi; varata nel 1956 originariamente era un natante da trasporto che serviva al commercio del vino da taglio tra la Sicilia e i porti del nord. Un successivo riallestimento la dotarono di un motore diesel e le stive vennero trasformate in spazio abitabile.

L'Artiglio

La timoneria chiusa da vetrate è ampia e ospita uno spazio comodo, vi consiglio vivamente di farvi un giretto sul sito della loro associazione, capirete quanta passione queste persone ci mettono e quanto amore li lega al mare.

Foto di gruppo
Il nome del Club e della Barca, "Artiglio" non sono scelti a caso, rendono omaggio alla celebre imbarcazione e al suo equipaggio di palombari per maggior parte viareggini, della SORIMA che fu protagonista di uno dei recuperi sottomarini più epocali, quello dell'Egypt e alla tragedia che ne vide la distruzione in acque francesi.
Il clima a bordo è quello di una festa, il ritrovarsi per noi lo è sempre, come sono solito dire spesso, la subacquea non mi ha dato delle persone con cui condividere la mia passione, ma dei veri e propri amici, e vedo che il sentimento e la visione è ampiamente condivisa.
Ovviamente il tempo necessario a raggiungere il luogo del nostro primo tuffo è un ribollire di attività preparatoria, montare le attrezzature, sia di immersione che fotografiche e video, visto che della partita faranno parte Salvatore Fabiano (Videomaker) e Marco Moretti (Fotografo).

Marco Moretti e Massimiliano Benedetti
Dopo circa un ora abbondante di navigazione siamo finalmente giunti allo Scoglietto; David, del Club Artiglio, ha tenuto un piccolo briefing sulle possibilità di immersione sul sito.
Scesi in acqua ci siamo subito accorti che c'era una leggera corrente, purtroppo sgonfiato il gav ci simao resi conto che la visibilità, buona, ci restituiva lo sconsolato panorama giallastro della mucillaggine onnipresente sino a 30 metri.
La tempreatura dell'acqua spiega in parte la cosa, 28 C° in superficie, ma con un termoclimo che iniziava a 5-6 metri portandola a 24-20 C°.
La cosa ha come dire un po' sminuito la potenziale bellezza del posto in sè da cui mancavo ormai da diversi anni. Viste alcune grosse cernie, saraghi, dentici, occhiate  e corvine, nonostante la coltre gialla lo scoglietto continua a ribollire di vita.

Elena e Enrico
 Rilevo però un dato inquietante: delle quattro pinne nobilis che ho incontrato, nessuna era viva, tutti gusci privi di ospite, il che significa che l'allarme circa un protozoo che ne sta attaccando le colonie di Nacchere in tutto il Mediterraneo, è davvero un fatto reale e preoccupante.
Guardo un sub rizzarne una orizzontale vuota sulla sabbia, poco lontano Enrico sta scuotendo la testa sconsolato.Finita l'immersione, l'Artiglio si è mossa alla volta dello "Scoglio della Nave", dove si è dato fondo all'ancora e dato, parimenti fondo alla cambusa, un paio d'ore di riposo, qualcuno indulge in una sana pennichella al sole di una giornata strepitosa, altri fanno un tuffo oltre la murata in un acqua splendida (28C°).
Il secondo tuffo, mi ha dato più soddisfazioni ad essere sincero, sebbene anche qui la presenza della mucillaggine fosse assai rilevante, inoltre uscendo verso l'esterno dello scoglio c'era una certa corrente che ci ha costretto a pedalare un po' sul fondo.
Marco Moretti
Ma il bello arrivava alla fine, Elena mi indica un punto in basso tra le rocce, siamo in prossimità dell'ancora, stiamo per uscire, ed ecco una murena in tana.
Scendo giù a filmarla, ed questa non si muove, poco dopo vedo zampettare sulla sua testa un minuscolo gambretto, ed eccola aprire la bocca per la pulizia dei denti.
Ditemi quel che volete ma dono scene che avevo visto solo attraverso le foto di altri, assistervi di persona da comunque una certa soddisfazione.
Risaliti sulla barca, è sempre il solito cicaleggio di scambio di impressioni, di quel che si è visto, di quel che si è indicato, di quel che si è perso.

Marco rimira un suo scatto
Salvatore scorre febbrilmente le sue riprese mostrando cosa è riuscito a catturare con l'occhio della telecamera.
Il rientro a Salivoli è tranquillo, c'è chi mangia ancora, chi sonnecchia, chi finisce di mettere via l'attrezzatura nelle ceste, per poi imbarcare rapidamente il tutto nelle auto e rientrare a casa.
E' stata una giornata fantastica tutto sommato, e l'Elba non ha perso la sua magia.
Un ringraziamento particolare a Tina Gori del "C.S.D. di Quarrata" e a Massimiliano e David del "Club Subacqueo Artiglio di Viareggio, per averci regalato un altra giornata indimenticabile.





Buone bolle!!!


il "subacqueodisuperficie" immortalato da Marco Moretti


Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio M5 Oceanic, MK 25 Scubapro,  Secondi stadi Scubapro s360 – Seac Sub
Muta : muta semistagna Seac Sub
Sottomuta : 2,5 mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – "Artiglio" del "Club Subacqueo Artiglio" di Viareggio
Temp. Acqua: 28-20 C°







 
Il mio video della giornata 


Link: 


Mucillaggine: Wikipedia

Moria delle pinne Nobilis: National Geographic



Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"



martedì 11 giugno 2019

1° Giugno 2019 - "Pianosa delle Meraviglie"


Ponte del 2 Giugno che poi ponte non è visto che si tratta di un normalissimo weekend, sono stato convinto dal mio buddy storico, Gianni Mattarozzi, a seguire il gruppo sull'Isola d'Elba con quelle sante donne delle nostre mogli al seguito. La discussione telefonica su venire o meno era iniziata così: Gianni “Roberto dai vienei anche tu all'Elba con l'Anna? C'è anche l'Antonella”
Io: “non so Jeandesub (al secolo Gianni), in fondo mi piacerebbe immergermi con i ragazzi”
Gianni: “Bene ho prenotato per tutti e due per l'immersione a Pianosa”


Stavo per ribattere che gli altri non andavano a pianosa, ma sai che c'è? Che Pianosa è una di quelle immersioni che se non le fai quando ne hai occasione finirai per pentirtene negli anni venire e così sia, dunque! Per chi non lo sa, l'isola di Pianosa ricade sotto la municipalità di Campo nell'Elba, la sua conformazione è fatta di rocce di origine sedimentaria che si alterna, nel litorale dell'isola in tratti rocciosi e sabbiosi. Molti di voi la ricorderanno per l'esistenza fino al 1997 del carcere di massima sicurezza, ciò rendeva l'isola praticamente inaccessibile e, come effetto secondario ha ha permesso di mantenere inalterato la massima parte parte del patrimonio naturale dell'isola. La colonia penale a Pianosa venne istituita nel 1856 e divenne carcere di massima sicurezza nel 1968. Dal 1931 al 1935 fu detenuto sull'isola anche il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici. Al solo scopo di preservare il più possibile questo tesoro, viene richiesto un brevetto subacqueo minimo di Advanced Open Water o equivalente.

I fondali marini intorno all'isola, sono certo tra i più ricchi e incontaminati d'Italia, da una parte per merito del divieto alla pesca, transito, ormeggio, per la presenza del carcere, ma anche grazie alla particolare morfologia di Pianosa che rende le acque poche profonde, habitat ideale per le praterie di Posidonia e per le numerose specie che qui trovano riparo: salpe, dentici, triglie, saraghi, aragoste, ricciole e cernie o che scelgono il basso fondale per la riproduzione, come la granseola.
La partenza avviene sabato mattina 1° di Giugno, Gianni ed io siamo sulla spiaggia di Naregno dinanzi all'Hotel Villa Martinez, che ospita tutta la nostra comitiva e sede del Diving Stefano Sub al quale ci siamo appoggiati e che gentilmente ci ha anticipato la somministrazione della colazione, visti i nostri impegni subacquei.



Ci fa compagnia solo una "mattinierissima Elena" e presto veniamo raggiunti anche da Fabrizio che fa una passeggiata prima di colazione, visti i nostri impegi subacquei mattinieri,  partiamo con un leggero ritardo con il gommone già abitato da altri 8 subacquei (provenienti da altri Hotel della zona). La traversata è piacevole anche se non brevissima (1 ora e 40 minuti di "navigazione a tutta birra"), ne approfittiamo per fare conoscenza con i nostri compagni di immersione, tra cui Valerio de Marco (romano di provenienza), che sarà autore/testimone di alcune splendide riprese.

Ci prepariamo e balziamo in acqua, e subito lo spettacolo che si propone mozza il fiato, non sono bravissimo a descrivere, ma credo che le immagini che sono postate qui parlino da sole. Ad un certo punto individuo la prima di alcune granceole (note anche come capre di mare) che avvicino con la macchina fotografica, provo a provocarla avvicinandomi con l'obiettivo, pertanto lei tenta un attacco e riesce a pinzarmi un guanto e la macchina stessa. Poco dopo è la volta di una splendida cernia che si avvicina incuriosita a noi, una eventualità piuttosto rara normalmente. La fotografo in primo piano.... la sua bovca non ci stava dentro all'obbiettivo. Come avevo anticipato è Valerio de Marco a cogliere l'attimo e riprendere una scena a dir poco curiosa: la granseola attacca il subacqueo, che volutamente si era avvicinato oltre la distanza di sicurezza, con la sua videocamera, una cernia piuttosto grossa, si interpone fra il subacqueo e la granseola stessa, sembra quasi a difesa del subacqueo attaccato, tant'è che anche lei stessa viene attaccata dalla granseola. Filmato unico. Bellissimo!


Sul gommone l'umore dei partecipanti è alle stelle, è stata un esperienza strepitosa
Che invidia quando lo racconteremo! dopo 2 immersioni a Pianosa ... si rientra a Naregno....non ci era mai capitato che in immersione i pesci ci inseguissero....
Si ringrazia Tina Gori del C.S.D. "Associazione Uomo Ambiente" di Quarrata (PT) per l'organizzazione o lo staff di Stefano Sub.








Nota: di Fabrizio Gandino "Subacqueodisuperficie"
Per chi non conosce Roberto Puzzarini (detto Master)e Gianni Mattarozzi (Alias Jeandesub) e non li ha mai visti in uscita insieme, vi potrà capitare di vederli esibirsi nel “bacio del crapone”, anche detto "Bacio sulla crogna"questo rito che ha avuto a ripetersi sotto lo sguardo esterrefatto dei loro compagni d'immersione da un lato, e quello divertito delle loro mogli dall'altro, questa pratica, dicevamo, massimizza le loro prestazioni subacquee sfornando un Sub-Supersayan di 38° livello. O almeno è quello che loro raccontano.... Mah.... chi sono io per contraddirli?





 Roberto Puzzarini





sabato 8 giugno 2019

Weekend subacqueo Isola d'Elba 2 Giugno 2019 - parte seconda

2 giugno 2019
Capo Calvo, le Cannelle Int.


Sveglia presto...ci tocca, tra la partenza intorno alle 8,45 e il fatto che tutto il bagaglio deve essere pronto al nostro rientro per partire e riprendere il traghetto del rientro. Abbondante colazione, sfottò d'obbligo a Salvatore, che per fortuna ha un gran senso dell'umorismo e risponde a tono :D.

L'imbarco avviene senza incidenti, una cosa appare subito chiara, il mare non si è calmato particolarmente da ieri, qui la scelta ricade su Capo Calvo.
La Cala di Capo Calvo si trova a sud est del golfo di Porto Azzurro, il fondale alterna sabbia a posidonia con qualche sperone di roccia che vi emerge. La squadra questa volta è composta, oltre che dal sottoscritto, da Elena, Luca e Michele.
Viene calata una sagola con un gavittello, la corrente di superficie non è fortissima, ma è piuttosto fastidiosa.
Attraversiamo un pianoro sabbioso, per raggiungere un area densamente popolata di Gorgonie rosse intorno ai 30 metri di profondità.
Che dire il posto sarebbe davvero uno spettacolo, ma questo infame tappeto giallo di mucillaggine che ricopre qualsiasi cosa.
Le gorgonie sono tante, belle e non a profondità elevate, ma aimè con questa disgustosa parrucca in cima.
La visibilità è a tratti, ed è un vero peccato perchè c'è una luce solare ottima e verrebbero delle riprese decenti se l'oeratore fosse un po' meno scarso (io) e si vedesse qualche metro in più, insomma visibilità “Calafuriana”.
Anche qui vediamo alcune flabelline, tenacemente attaccate ai rami rosso porpora, stagliarsi in mezzo ai filamenti e di nuovo vedo una vacchetta solitaria, qua e là qualche spirografo e su alcune pareti, cespi di Parazoantus e rami di falso corallo nero (Gerardia savaglia).
Tutt'intorno la solita fauna pelagica fatta per lo più di castagnole, donzelle e qualche triglia.
Luca ogni tanto si ferma e libera qualche gorgonia dalla sua parrucca bionda, speriamo presto che una mareggiata risolva un po' questa situazione.
Risalendo incontriamo un po' di posidonia, alle onnipresenti donzelle, si uniscono saraghi e Perchie (Serranus cabrilla); ad un certo punto un pescetto blu mi saetta dinanzi, ne parlerò dopo con Luca ma non riuscirò nell'identificazione finchè non arrivo a casa, si tratta di un Tordo codanera (Symphodus melanocercus), il fatto che sia in livrea riproduttiva, mi dice che ho avvistato un maschio ed è compatibile con il fondale roccioso che ha eletto a suo habitat.
Risalendo di profondità la situazione migliora notevolmente, non tanto per la mucillaggine, ma per la vita pelagica che si libra sopra di essa.
Al rientro sulla catena, incontriamo il gruppo che si è spinto un po' più in fondo di noi, Salvatore riprende tutti, solito documenta le nostre immersioni, il suo girato ci permette spesso di renderci conto di cose appena intraviste o sfuggite del tutto.
Fortunatamente la corrente è per lo più di superficie, con qualche accorgimento il rientro non è particolarmente difficoltoso, altra cosa il moto ondoso che ci fa ballare un po' e rende poco simpatico issarsi su per la scaletta.
La sosta di superficie è d'obbligo e si cerca una posizione appena un po' più riparata, per poi muovere alla volta della meta successiva: punta delle Cannelle.

Il sito si trova sulla punta nord del golfo di Porto Azzurro, anche qui la corrente non scherza, si decide in sede di breafing, di scendere sulla parte interna, la barca viene ormeggiata a ridosso della scogliera sottraendola così al vendo e dandoci così una relativa calma.
La discesa è facile, puntando verso il largo si attraversa un pianoro che difrada verso il basso, arrivando passando uno sperone di roccia, ad un panettone che dal fondale (saranno circa 40 metri) si erge per 10 metri interamente coperto di gorgonie rosse.
Ragazzi spettacolo! Qui forse a causa della sua esposizione al mare aperto e alla corrente, la mucillaggine è sempre presente, ma in misura nettamente minore.
Anche qui (mi ripeto) è un ribollire di vita: castagnole, donzelle, saraghi, perchie, ho visto un bel dentice, corvine, qualche zerro(Spicara maris) con la caratteristica macchiolina nera, e delle piccole lampughe (Coryphaena hippurus).
Si nuota sino al “Panettone di gorgonie”, ma qui la corrente si fa davvero sentire e tende a strapparti alla parete, per cui si rientra verso il pianoro.
Sulle pareti è un fiorire continuo di parazoantus, che finalmente ci mostra un giallo diverso e decisamente più piacevole.
Sono quasi sull'ancora che sto girellando cercando qualcosa da riprendere, quando salvatore mi chiama, a pochi metri dall'ancora mi indica qualcosa: uno scocciatissimo polpo in tana, ammassa sassi dinanzi a sé e soffia acqua con i suoi sifoni in direzione di Salva.
Risaliamo soddisfatti e senza aver caricato deco per la stragarande maggioranza di noi, è stata una splendida immersione anche questa.
Concludendo:
E' stato un bel weekend di immersioni, passato tra amici e uno splendido mare, una buona organizzazione, purtroppo per la mucillaggine non c'è nulla da fare, questo discorso meriterebbe un respiro più ampio, visto che il fenomeno una volta sporadico, ora invece è ciclico, è dovuto agli sconvolgimenti climatici.
Ragazzi che vi devo dire?....tocca ritornarci! :D




Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro,  Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Sottomuta : 2,5 mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°







Buone bolle



Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”


Weekend subacqueo Isola d'Elba 2 Giugno 2019 - parte prima

1 giugno 2019
Scoglio Remaiolo, Picchi di Pablo


Quest'anno il calendario ci ha fregato, il “ponte del 2 giugno” cadeva in pieno fine settimana, ma questo credete sarebbe bastato a fermare noi intrepidi subbi? Ovviamente no!
La nostra Tina Gori aveva programmato per questo weekend un uscita all'isola d'Elba, avremmo fatto base per il pernottamento a Capoliveri, e appoggiandosi al Diving Capo Horn, ci aspettava una due giorni di immersioni lungo i fondali dell'isola.
Per l'occasione erano presenti “Parra”, “Massy”, “Carlino”, “Salva”, Renato, Michele, Elena, Luca, Samuele, Sandro e suo fratello ed io; Roberto Puzzarini e Gianni Mattarozzi disertano l'uscita con noi, ma sono ampiamente scusabili, loro andranno in gommone ad immergersi a Pianosa, li troveremo al nostro ritorno (e magari Roberto ne vorrà parlare, lo spero).
La partenza è alle 8.45 dal molo in fondo alla spiaggia, tutta l'attrezzatura è stata caricata la sera precedente, dopo colazione, il tempo di salutare il Puzza e Mattarozzi che partono, a noi non resta,che sciabattare pigramente sino al moletto. Qui incontriamo Parra e Massy che saranno con noi solo per questi due
tuffi.
Si monta subito lo scuba appena in barca, qui apprendiamo che la nostra prima meta sarà lo Scoglio Remaiolo; non ci sono mai stato prima, si trova oltre Punta Galera, dove invece avevo fatto un tuffo l'anno scorso. La scelta è stata ragionata, abbiamo con noi alcuni Open, quindi sarà opportuno avere delle profondità accessibili anche per loro senza penalizzare per questo i gruppi che possono e intenderanno spingersi entro i parametri Advanced e Deep.
Il sito di immersione, come già detto si presta a diversi gradi di difficoltà, il fondale parte da quota 0 (lo scoglio vero e proprio) sino a digradare in alcuni punti ad una profondità che va a circa 55 metri.
Il mare a dire il vero è leggermente mosso, niente di impossibile, solo bisogna stare un po' attenti, la discesa non presenta grossi problemi, i gruppi sono stati decisi prima, io sono con Michele, il Secci e suo fratello, mentre Luca, pratico del posto sarà la nostra guida.
Non appena scesi, non ho neppure il tempo di accendere la telecamera, che una murena di dimensioni piuttosto ragguardevoli si allontana da noi nuotando velocemente fuori tana, cominciamo bene!
La visibilità è, nota dolente, in alcuni tratti un po' “Calafuriana”, tutto ribolle di vita, a parte la minutaglia pelagica a cui questi fondali ci hanno abituato, Castagnole (Chromis chromis), Donzelle (Coris juilis), Sciarrani (Serrabus scriba), Saraghi (Diplodus vulgaris e Diplodus rafinesque), Donzella pavonina (Thalassoma pavo), mentre negli anfratti stazionano a gruppetti Re di triglie (Agopon imberbis) e Castagnole rosse (Anthias antias).
Ovunque c'è qualcosa che si muove, sto guardando delle Corvine (Sciaena umbra) passare in gruppetto tra i saraghi, che Luca richiama la mia attenzione verso il basso, nel blu, tre grossi Dentici (Dentex dentex) si allonatanano da noi.
In parete tenacemente abbarbicate, diverse stelle arancio (Hacelia attenuata) ed io faccio anche il mio primo incontro con una Pseudochama Agripina integra. Sul Lato sud vi è una costa rocciosa che digrada piuttosto rapidamente, possiamo osservare delle splendide gorgonie, spesso accompagnate da piccoli nudibranchi, Flabelline (Flabellina Affinis) per lo più, io individuo anche una Vacchetta (Discodoris astromaculata) alla base di una di esse ...però...
Purtroppo l'intero fondale è una sorta di moquette gialla che ricopre ogni cosa, sarà un po' il contraltare di questi due giorni di immersioni qui, alla base di una formazione rocciosa ecco emergere le antenne di due aragoste ...mitico!
Ci è stato detto che quest'anno le mucillaggini si sono presentate con un mesetto di ritardo, e senza nessuna violenta mareggiata, sono in sostanza ancora tutte lì intonse; si tratta di un fenomeno una volta piuttosto raro nel medio e basso Tirreno, ma che oggi sta divenendo una costante a causa dei cambiamenti climatici, che non risparmiano più nulla e nessuno.
Questo influirà sulla durata dell'immersione, infatti dopo neppure 35 minuti ne abbiamo quasi tutti abbastanza ed iniziamo a risalire.
Durante la sosta di superficie abbiamo il tempo di riprenderci, cambiare le bombole e scambiarci le rispettive opinioni; ci si muove alla volta dei Picchi di Pablo, una garanzia.
Il nome del sito deriva da due formazioni rocciose, due pinnacoli, che si ergono su una parete di roccia per 35-40 metri. Ci ero stato l'anno scorso qui, seconda immersione della giornata, come qui oggi, bisognerà fare attenzione, anche se cercherò di stare meno in profondità, caricare deco qui sarà un attimo, qualche minuto di sosta sulla catena a “spurgare” azoto o idea che sarà quasi inevitabile.
Il gruppo questa volta è costituito da Luca, Elena, Michele, Massy e me .
Con un occhio al computer inizio l'immersione, provo a scendere subito alla grotta dove sono soliti esserci dei gamberetti, ma qualcuno è passato prima di me lasciandomi un torbo notevole, pazienza.
Mentre costeggio la parete, in una crepa, Luca richiama la mia attenzione, una splendida Musdea (Phycis phycis) pinneggia quasi immobile a testa in giù, prestandosi a riprese e scatti.
Qui la parete verticale poco si presta alla proliferazione e sosta della mucillaggine, per nostra fortuna.


Anche qui è un ribollire di movimento di fauna pelagica, ci muoviamo pigramente scrutando ogni anfratto e tana alla ricerca di qualche immancabile sorpresa, di nuovo avvisto un paio di grossi dentici muoversi in alto sopra me di me in controluce.
Qualche Ricciola (Seriola dumerili) cerca di confondersi tra i saraghi enon manco di notare qua e là dei piccoli cespi di Parazoantus e Corallo nero.

Bella immersione davvero, si ritorna alla catena, prevedibilmente affollata, sembra di stare dentro una bottiglia di acqua gassata, si riemerge un po' alla volta cercando di liberare rapidamente la scaletta.
Un po' stanchi, ma ancora eccitati ci si libera del gav e della muta, è l'ora della pappa, ottima ed abbondante, a bocca piena con il solito cicaleggio “Hai visto quello, hai visto questo?”, Salvatore che fa il giro con la sua macchina per far vedere le sue riprese, finendo immancabilmente di scoprire di aver inquadrato qualcosa che era sfuggito primariamente alla sua attenzione.


Questa prima giornata di immersioni si era chiusa tutto sommato positivamente.
La sera si cena in albergo, e si festeggia a sorpresa un emozionatissimo Renato che non se l'aspettava, dopo giretto in paese, ma a letto presto, domani è di nuovo ora...
To be Continued...


Buone bolle

Attrezzature:
Computer: PUK Mares
Gav: OK 747 Freeshark
Octopus: Primo stadio Mr12 Mares, MK 25 Scubapro,  Secondi stadi Scubapro s360 – Mares Rebel
Muta : muta semistagna Seac Sub
Sottomuta : 2,5 mm Tribord
Pinne : Mares Avanti 4
Maschera: Italica Seac Sub
Immersione da barca – Diving Capo Horn – Isola d'Elba (LI)
Temp. Acqua: 17-18 C°

Diving di appoggio:  Stefano Sub

Fabrizio Gandino

“Subacqueodisuperficie”



mercoledì 29 maggio 2019

Spostare lo sguardo



"Devo sottolineare come non mancherà mai di meravigliarmi, come la curiosità dei bambini, il loro porre domande mai insensate e solo apparentemente ingenue, non smetterà mai di meravigliare.
Mentre spiego loro come un polpo di qualche etto riesca a passare per fori di pochi cm di diametro, oppure di cosa pensassero di lui gli antichi greci e latini (e pure mio nonno... è una storia lunga)..."


espositore di conchiglie che ho donato a questa scuola due anni fa

Ore 10.30 di martedì 28 Maggio 2019, mi trovo presso le scuole primarie di Castel di Casio, cuore dell'Appennino Tosco Emiliano a dire il vero sono in filino nervoso, tornare tra i banchi di scuola per essere interrogato può farmi questo effetto. Al mio fianco c'è Roberto Puzzarini, ormai un veterano di questo genere di cose, visto che, è stato proprio lui a dargli la ruzzola (Il via), come si dice da queste parti.
Oggi sarò di nuovo, “docente per un giorno”, un paio d'ore a dire il vero, dei piccoli studenti delle scuole primarie e anche di quelli della classe d'infanzia; come ho detto non è la mia prima volta qui, tuttavia è da qui che ho cominciato.
In un angolo della sala comune, campeggia sulla parete, un piccolo espositore di conchiglie che ho donato a questa scuola due anni fa.
La lezione che terrò oggi, parla di un abitante dei mari spesso sottovalutato: il Polpo.
In realtà i bambini, nelle settimane passate hanno già incontrato Roberto per altre lezioni, sulle tartarughe marine, la microplastica e una panoramica della fauna e flora sottomarina che ha avuto modo di ritrarre/documentare nei suoi anni di attività subacquea.

Il progetto che presento, è una novità anche per lui, ne abbiamo solo parlato e ha visto la parte embrionale del mio lavoro, quindi insomma quello sotto interrogazione alla fine sono io :P .
Si parte con una presentazione di slide, atte a dare ai piccoli i rudimenti di base su chi e cosa sono i cefalopodi, per poi virare su alcuni filmati appositamente preparati per loro.
E' inutile raccontarsela, i cartoni animati piaccioni a grandi e piccini, e così tra una spiegazione su comwe il polpo possa risolvere complicati problemi e l'ausilio del polpo “ Dave” di “Pinguini di Madagascar” i piccoli vengono introdotti alla conoscenza di una delle più affascinanti creature dei nostri mari.
Devo sottolineare come non mancherà mai di meravigliarmi, come la curiosità dei bambini, il loro porre domande mai insensate e solo apparentemente ingenue, non smetterà mai di meravigliare.
Mentre spiego loro come un polpo di qualche etto riesca a passare per fori di pochi cm di diametro, oppure di cosa pensassero di lui gli antichi greci e latini (e pure mio nonno... è una storia lunga), di come reagisca in modo a volte così “umano” quando è contrariato, non vedo il minimo calo di attenzione.
Sono come spugne, traggono conclusioni, formulano ipotesi, spesso con una lucidità che ha del sorprendente per bambini che vanno dai 5 ai 10 anni, sono golosi di ogni aneddoto, di ogni esperienza di cui possiamo parlare.
Sono due ore intense scandite dalle mie parole che accompagnano i filmati montati da Salvatore Fabiano e me, dagli scatti di Marco Moretti, alla fine Roberto ed io, riceviamo degli elaborati fatti dai bambini più piccoli sul tema odierno.

Foto di Marco Moretti
Uno scatto del protagonista della lezione fatto da Marco Moretti
 Cosa stiamo facendo qui? Semplicemente credo che noi adulti abbiamo spostato lo sguardo per incontrare quello di questi bambini, forse gettare un seme, di curiosità, di sete di conoscenza, di meraviglia, di bello, per vedere riflesso nei loro occhi la meraviglia e forse un po' di invidia e ammirazione. Non so quanti di loro diverranno mai dei subacquei e non è importante alla fine, quel che speriamo è che quel piccolo seme darà i suoi frutti con il tempo se nutrito, generando forse, degli adulti migliori (certo non solo per merito nostro).




Nel pomeriggio torno a Bologna, sul cellulare lampeggia il led dei messaggi in entrata su Whattapp, apro, si tratta di una mia Ex-collega, i suoi figli sono studenti della scuola dove sono stato nella mattina, mi saluta con la sua consueta giovialità, comunicandomi che i ragazzi sono tornati a casa entusiasti della lezione, poco dopo li sento in sottofondo chiedere se mi sta mandando un vocale, vogliono partecipare anche loro al saluto, ne consegue uno strafalcione linguistico che per poco non mi manda fuori strada dalle risate.


Un sentito ringraziamento alle Maestre e al personale delle scuole primarie di Castel di Casio per averci accolto come al solito con familiare cordialità.
Per me e per noi del Casio Divers Group, la subacquea è anche questo.

Buone Bolle!


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"