In fondo al mare ci si trova un po' di tutto ormai, guerre, inquinamento, diportisti della domenica, burloni creano occasioni particolari, ed allora fai fatica a non scoppiare a ridere dentro gli erogatori.
la prima foto mi è stata inviata da un amico, il titolo potrebbe tranquillamente essere "Non ha frenato in tempo".
Quello che si vede è una moto BMW con annesso sidecar della seconda guerra mondiale, io direi perfettamente conservata.
Credo che l'immagine si commenti da sè non credete?
P.S. non ho idea di dove e chi l'abbia scattata, se avete notizie fatemelo sapere
La seconda foto è emblematica della subacquea ricreativa e di una condotta coscienziosa. È noto a tutti che durante le immersioni ci si disidrata un po' (cavolo sei circondato dall'acqua ma ti disidrati, non vi sembra una presa in giro?), il sub qui raffigurato ci sta mostrando quali sono le sue intenzioni appena riemerge, assai presumibilmente ritengo.
Molti tra voi che vi siete immersi in quelle acque avranno riconosciuto il luogo: "Lo scoglietto" dinanzi a Portoferraio, Isola d'Elba.
Ringrazio, Michele Moffa, il sub della foto per essersi prestato.
Buoni scatti e Buone Bolle!
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
CRONACHE DI SUBACQUEI DI SUPERFICIE - Questo blog nasce dal desiderio di condividere le sensazioni, le emozioni, nate da una passione, la subacquea ricreativa. Differenti voci ed esperienze, come diverse sono le nostre formazioni e il nostro vivere il mare. Ci accomuna l’amore per il mare, il rispetto per la natura, il desiderio di diffondere la cultura della sicurezza. https://subacqueodisuperficie.blogspot.com/2018/10/eccoci-quinoi-perche-subacquei-di.html
Cerca nel blog
giovedì 11 ottobre 2018
lunedì 8 ottobre 2018
“Casio Divers Club” , Il Club di subacquei più piccolo del mondo
Tutto ebbe inizio
“per colpa” della smisurata passione per il mare di Roberto
Puzzarini, un tranquillo geometra in quel di Badi – Castel di
Casio, la cui a vista sul bacino di Suviana non gli bastava, non
c’era abbastanza acqua per lui, forse.
Formatosi alla
scuola della leggendaria Scuba Teknica di Andrea Neri, insieme al suo
Buddy storico Maurizio Bachi, iniziò a muovere le prime pinnate;
dovete pensare che a quei tempi la subacquea ricreativa come la
intendiamo oggi, cominciava a muovere i primi passi, di fatto ogni
tizio che entrava in acqua con una bombola sulla schiena senza farlo
per mestiere era una sorta di pioniere e ambasciatore al contempo.
Con il tempo
raccolse intorno a sé uno sparuto gruppo di subacquei con cui
iniziare a fare puntate nell’arcipelago toscano e sulla riviera
ligure, tra questi spiccavano Gianni Mattarozzi e Gianni Balduccelli
(detto il Prof), quest’ultimo famoso per due sue capacità a dir
poco leggendarie: una abilità da scofanatore di spaghettate
olimpionico e altresì il dono di compensare in discesa con qualsiasi
movimento del corpo.
Nasce così il primo
embrione del Casio Divers Group, "uno dei più piccoli club di
Subacquei d’Italia e forse del globo", come ama spesso ricordare
Roberto nelle sue presentazioni.
In effetti ha
quantomeno dell’incredibile il radicamento che questo gruppo di
amici in primo luogo e di immersione in secondo, ha avuto in un
enclave montana dell’Appennino Tosco-emiliano (praticamente sotto
casa di Francesco Guccini) non proprio vicinissima al mare.
Anno dopo anno
attraverso una passione grande quanto il mare e con un impegno che
solo quest’ultima può nutrire, Roberto e i suoi si sono ritagliati
uno spazio nel panorama associativo culturale dell’Alta Valle Reno,
sino a sconfinare in un solidalizio ormai ventennale con il CentroServizi Diving – Associazione Uomo Ambiente di Tina Gori di
Quarrata.
Cosa fa il Casio
Divers Group? Beh organizzerà corsi e immersioni per i suoi membri
direte voi… non solo. In realtà il Gruppo fa parte di una
dimensione culturale di associativismo più ampia e variegata del
“Gruppo Casio” (di cui il gruppo è una sezione) , un
associazione con finalità ludico-culturali di Castel di Casio (BO).
Inoltre le
collaborazioni con l’associazione “Uomo Ambiente” e la natura
stessa aperta e gioviale di Roberto lo avevano portato a considerare
un idea che sarebbe diventata vincente: comunicare anche ai non sub
la sua passione.
E come? Attraverso
la fotografia, i filmati, i colori, le forme di un mondo che le
persone conoscevano solo marginalmente, Porretta Terme era lontano
dal mare? Beh lui avrebbe portato il mare ai Porrettani!
Aiutato anche da
Gianni Mattarozzi, speacker per passione di una radio locale di Silla
di Gaggio Montano, RDM (Radio Dimensione Musica), iniziarono a
parlare e far conoscere le attività e la subacquea anche
radiofonicamente.
Dalle prime
proiezioni di diapositive in piccole sale parrocchiali, e sedi
comunali, il riscontro sempre maggiore di pubblico e consensi, specie
delle famiglie, lo aveva incoraggiato ad andare avanti, sino ad
iniziare una proficua e costruttiva collaborazione didattica (pro
bono) con le scuole elementari dell’Alta Valle Reno.
L’effetto fu
dirompente, i bambini arrivavano a casa entusiasti citando nomi di
pesci e creature sino ad allora sconosciute, le maestre integrarono
nel percorso didattico di scienze naturali le lezioni di Roberto
sulla fauna e flora marina, con largo entusiasmo dei piccoli studenti
e dei docenti.
Da qualche anno
inoltre, oltre alle dimostrazioni/prove gratuite in piscina di
immersione con respiratore e bombole, grazie alla partecipazione di
Tina Gori e dell’immancabile amico Maurizio Bachi, che adulti e
bambini aspettano con un misto di desiderio e curiosità, si è
affiancata la collaborazione didattica della “settimana dello
sport”, dove gli
studenti più grandi delle medie possono scegliere
di provare l’emozione di respirare sott’acqua in piscina.
A questo punto arrivo anch’io, credo fosse un giugno 2015, quando durante una manifestazione pubblica del Gruppo Casio, alla quale eravamo presenti con un piccolo gazebo anche noi della sezione subacquea, parlando del più e del meno, venne fuori che avevo iniziato a raccogliere le conchiglie (gusci vuoti) dal litorale e avevo cominciato a studiare per imparare a riconoscerle.
A questo punto arrivo anch’io, credo fosse un giugno 2015, quando durante una manifestazione pubblica del Gruppo Casio, alla quale eravamo presenti con un piccolo gazebo anche noi della sezione subacquea, parlando del più e del meno, venne fuori che avevo iniziato a raccogliere le conchiglie (gusci vuoti) dal litorale e avevo cominciato a studiare per imparare a riconoscerle.
Roberto colse la
palla al balzo, e mi chiese di imbastire un progetto didattico volto
a far conoscere il mondo dei molluschi ai bambini e ai loro genitori.
L’idea che si fece
strada nelle nostre teste era un piccolo percorso conoscitivo delle
conchiglie più comuni che un genitore e un bambino a spasso insieme
per la battigia avrebbero potuto trovare, da lì dargli i primi
rudimenti di biologia marina, usando la curiosità come chiave
d’accesso alla conoscenza e attraverso questa al rispetto per il
mare.
Il progetto è
andato avanti con pieno successo, sebbene subordinato alle attività
di famiglia e lavorative dei membri del gruppo.
Tempo fa, discutendo
con una collega di lavoro, mi disse che uno dei suoi gemelli era
tornato a casa da scuola, non sapendo che ero stato lì, dopo
una mia lezione, aveva iniziato a sciorinare i nomi di ogni
conchiglia che vedeva … che dire, sono soddisfazioni.
Ad oggi il Casio
Divers Group, può vantare una rassegna stampa locale di tutto
rispetto circa le sue attività, ma questo è nulla rispetto
all’entusiasmo dei bambini quando riconoscono in giro in nostri sub
che hanno conosciuto in piscina o a scuola.
Forse un Bambino che
oggi ama il mare diverrà un adulto che lo rispetterà a sua volta ed
insegnerà lo stesso ai suoi figli? Un bel sogno forse, ma qui, in
questo sperduto angolo dell’Appennino un piccolo gruppo di amici,
un piccolo gruppo di subaquei ricreativi non si è limitato a
sognarlo e basta.
Buone Bolle
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
Il Segreto del Mare
"...Ma in ogni sua forma c'è sempre un messaggio chiaro che ci dà: RISPETTAMI E NON ABBASSARE MAI LA GUARDIA"
Il
mare per me custodisce un segreto,
che mi incuriosisce e mi seduce...
come un eterea attrazione,
mi porta sempre nei suoi abissi ...
è una
smania ...
e' dipendenza...
mi accoglie ...
a volte mi rifiuta..
basta
ascoltarlo, lui è vivo
e comunica con ognuno di noi,
che con umiltà e
rispetto sanno interpretarlo...
Immergersi è una connessione tra la natura
e la nostra anima...
laggiù siamo tutti più autentici ...
non si può
ingannare nessuno con le PAROLE...
là è tutto silenzio
e ciò che conta
davvero è l'equilibrio della nostra mente
con l'intensità della natura
...
è il mio vaso di Pandora,
è il mio santo Graal,
è la mia preghiera...
il mare sa darmi davvero TUTTO ...
il mare è maestoso,
è imprevedibile,
è
capriccioso,
è potente, non è mai uguale,
ma in ogni sua forma c'è sempre
un messaggio chiaro
che ci dà... "rispettami e non abbassare mai la
GUARDIA"
"R"
sabato 6 ottobre 2018
Sembra un fiore ma...: Lo Spirografo
Non capirò mai
l’ossessione di Salva per gli spirografi e le gorgonie, no insomma
parliamone, belli eh..belli si...ok...no belli… ma dopo un po’ ci
hanno rotto… Voglio dire hanno esteticamente il loro gran bel
perché, ma io adoro vedere la vita muoversi attorno a me, lo
spirografo che come un fiore si dischiude alla corrente e si ritrae
non appena sente un movimento vicino a sé può essere affascinante
le prime volte, ma poi come tutti i miracoli, nel ripetersi perdono
un po’ della loro magia e meraviglia.
Le gorgonie più o
meno la stessa cosa, adoro il loro colore rosso acceso quando il
fascio di luce le colpisce, ho delle foto spettacolari di Marco
Moretti che mi ritraggono con loro e lo ammetto sono uno spettacolo
della natura (io rovino la visuale :P), specie in quell’esplosione di colori, ma per trovarle
specie a Calafuria, tocca scendere un po’ e si muovono solo se c’è
un po’ di corrente.
Ok ok lo so, io ho
una mia filosofia, la vita spesso la trovi dai 25 metri in su, sciami
alici che si muovono all’unisono, piccoli banchi di saraghi, le
sarpe che luccicano tra la posidonia o gli avanotti blu
elttrico-viola delle onnipresenti castagnole tanto ben descritte da
Elena , i polpi sinuosi sul fondo, le cernie per lo più sfuggenti,
le corvine nella loro livrea di pinne gialle...insomma avete capito.
Persino i murici
(Bulli di mare o bocconi) che si muovono sugli scogli alla ricerca di
qualche preda morente o un altro mollusco rivestono più interesse x
me, ma ogni tanto mi capita di ricredermi.
5 Ottobre 2018, ero a Calafuria
con Florin, io avevo un giorno di ferie inatteso e lui il suo riposo
settimanale dal lavoro in feriale, di solito proprio per questo ha
difficoltà a trovare un buddy, quindi abbiamo colto la palla al
balzo.
Immersione non
iniziata benissimo, io che scopro che la bombola è stata caricata a
150 bar… devo fare un discorsetto a qualcuno prima o poi, vabbè ci
si arrangia e per fortuna c’è il diving.
Poi l’acqua
cristallina nel golfetto da far sperare in un immersione modello
Costa Smeralda, sconfessata non appena si arriva alla prima delle
targhe all’uscita, vento che spinge da terra verso Quercianella.
Di sotto la visibilità non è il massimo e pare che peggiori più ci si allontana dalla scogliera, non ci allontaneremo molto, la fonte d’aria alternativa di Florin se ne andrà in erogazione continua e non ci sarà verso, se non chiudendo in fretta e furia il rubinetto...immersione finita si rientra.
Tuttavia all’andata,
vuoi per i cambi di corrente, vuoi per la quasi totale assenza di
natanti in acqua, e la pari penuria di sub che si bagnino i calzari
in questa giornata ventosa e coperta, vedo un po’ di pesce
muoversi.
Non l’ho cercato,
a dire il vero era in traettoria ad alcune Donzelle che volevo
filmare, ma eccolo lì, uno spirografo, segnalo a Florin che vorrei
riprenderlo, lui male interpreta e capisce che come Salva, voglio
riprenderlo con lo spirografo si avvicina e questo...si chiude.
Vabbè! Forse uno dei tanti auspici che ci stanno dicendo che era
meglio se stavamo a casa? Le donzelle comunque, facendo fede al loro
nome vi danzano intorno al tubicino ed io comincio a riprendere, ma
ecco sembra che qualcosa si muova, ed eccolo, millimetro dopo
millimetro riemergere la corona dello spirografo.
Di solito quando succede che si ritraggono ce ne andiamo, l’aria qui sotto è preziosa, e attardarsi seguendo gli umori del parente prossimo di un lombrico non è il caso.
Di solito quando succede che si ritraggono ce ne andiamo, l’aria qui sotto è preziosa, e attardarsi seguendo gli umori del parente prossimo di un lombrico non è il caso.
Tuttavia eccolo lì
fiorire sotto i nostri occhi e dischiudersi alla corrente, ci si
abitua ai miracoli, perdendo la percezione e la bellezza di essi, per
fortuna ogni tanto capita che qualcosa ci ricordi di tornare un passo
indietro.
Venendo a noi e
dando qualche dato a chi legge, lo spirografo, come molte creature
marine il cui aspetto può indurre in errore, non è un vegetale, ma
un animale, che vive nei nostri mari anche a grandi profondità,
questo che vedete nel video era a non più di 18 metri anche meno.
Di solito sono
abbarbicati a qualcosa di piuttosto solido e ancorato come un grosso
sasso o la parete di roccia di uno scoglio.
Mi ricordo una volta
in cui una solerte sub fervente ambientalista, non vide questo
tubicino ancorato ad un grosso tubo di plastica, semisepolto sul
fondo e decise che quell’oggetto andava rimosso e riportato in
superficie per essere conferito come rifiuto, iniziò ad agitarlo per
disincagliarlo tra gli sguardi orripilati miei e di Salva che
urlavamo negli erogatori sbracciandoci per dirle di smettere…cosa
che fece. Quando riemersi più tardi, le spiegammo cosa stava facendo
la poverina arrossì fino alla radice dei capelli, speriamo che lo
scombussolato spirografo si sia ripreso dal trauma :).
clicka sull'immagine per vedere il video della fioritura dello Spirografo |
Dominio:
Eucaryota
Regno
: Animalia
Sottoregno:
Eumetazoa
Ramo:
Bilateria
Superphylum
: Prostomia
Phylum
: Anelida
Specie:
Sabella spallanzanii (Gmelin, 1791)
Genere:
Sabella
Famiglia:
Sabellidae
Corpo:
Vive all’interno di un tubo
di consistenza cartacea, prodotto dall’occupante e nel quale vi si
ritrae alla prima avvisaglia di minaccia. Provvisto di branchie
filiformi e ghiandole mucose nella zona cefalica, utili alla cattura
del placton e detriti di cui si ciba.
Aspetto:
Tubo cartilaginoso, da quale
emergono alcuni
ciuffi concentrici di colorazione giallo-marrone o marrone scuro e
bianco.
Bibliografia :
Trainito,
Baldracconi, Atlante
di flora e fauna del Mediterraneo,
Milano, Il Castello, 2014
Attilio
Rinaldi, Atlante
della fauna e della flora marina dell’Adriatico Nord Occidentale,
Imola, La Mandragora, 2017
venerdì 5 ottobre 2018
Castagnole
Banco di Castagnole Loc. "Punta delle Oche" isola di San Pietro (CI) |
La prima volta che
mi sono immersa in mare con le bombole era fine agosto 2017.
Di creature marine
io so tutt’ora poco o niente, ma all’epoca “niente” era anche
troppo. L’unica conoscenza di pesci marini in mio possesso era
quella del banco pescheria, e solo perché ogni cesto è
regolarmente corredato di una targhetta col nome dell’animale in
mostra. Più o meno quello che mi capita coi funghi: ahhhh se c’è
scritto il nome li riconosco! Peccato che nel bosco…
In più in mare quei
pesci che vedo sempre immobili e quindi assolutamente analizzabili da
ogni parte, hanno la tendenza a muoversi: sono dispettosi! E poi la
maschera, la luce… insomma mica sembrano gli stessi dei libri e delle descrizioni.
Di pesci di acqua
dolce so qualcosa in più, poco, perché ho tenuto un acquario e poi
certo le trote sono trote.
Detto questo, scendo
in acqua e gironzolo vicino all’istruttore quando vedo dei piccoli
pesci blu elettrico. Che caspita ci fanno dei “simil neon” in
acqua salata, qui?
avanotti di Castagnole |
Naturalmente non
erano neon, simpatici pesciolini di acque tropicali, che abitano
molti acquari, ma non mi aspettavo proprio di vedere quel colore in
mare.
Appena fuori
dall’acqua ho subito chiesto chi fossero quelle gocce
coloratissime, magnifiche.
Erano avannotti di
castagnole, pescetti assai simpatici, numerosi, nei ancora pochi
tuffi fatti li ho sempre visti, ma assolutamente insignificanti
come colore: la livrea adulta è castano scura con riflessi gialli.
Non è raro vedere esemplari che stanno cambiando il colore da blu a
marrone, dalla coda verso il capo, che risultano metà di un colore e
metà di un altro.
Se poi qualcuno
sapesse e volesse raccontarmi perché mai i piccoli siano così
sgargianti e quindi immagino più facile preda, gliene sarei grata.
Un’ultima cosa: i
miei amici esperti, in un’altra immersione, prima di scendere mi
hanno avvisato: se vedi le castagnole, stai attenta che probabilmente
ci saranno i barracuda: sono i loro snack preferiti!
Avevano ragione:
il branco di Chromis chromis era seguito da alcuni barracuda, i
primi che io abbia avuto modo di vedere, ma questo lo racconterò un altra volta.
Specie: Chromis chromis (Linnaeus, 1758)
Elena
Galleria Fotografica
Castagnole nel parco Marino di Portofino |
Specie: Chromis chromis (Linnaeus, 1758)
Genere: Chromis
Famiglia:
Pomacentridae
Corpo: ovale,
compresso lateralmente, di piccole dimensioni (15 cm)
Testa: corta,
bocca obliqua
Pinne: caudale
fortemente incisa
Occhi: giallo con
pupilla nera
Livrea: avannotto:
blu elettrico, blu cobalto
adulto: castano
scura, riflessi gialli
Comportamento:
gregario
Bibliografia:
Notari, Rivoira Biodiving ambienti e organismi nel Mediterraneo,
Magenes Editoriale 2013
Elena
Galleria Fotografica
Salvatore Fabiano
Fabrizio Gandino
Iscriviti a:
Post (Atom)