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martedì 7 aprile 2020

Subacquei gente seria - 9: Ancora quarantena !!!

Viviamo in tempi difficili e l' epidemia da Covid-19, più comunemente chiamato coronavirus, non ha certo semplificato le cose per noi subbi. Costretti a stare a casa per alcune settimane ai domiciliari e senza permessi premio o sconti per buona condotta, si ha difficoltà a riempire le giornate. Ci si scopre imprigionati in una sorta di puntata di “Ai confini della realtà”, con uno scenario apocalittico modello Mad Max, ma paranoie fantasiose a parte, non stiamo vivendo un sogno, ed il pericolo, la fuori è terribilmente concreto e reale. Esaurite le repliche di “Camionisti in trattoria” ed “Unti e bisunti”, “Master Chef”, “Il boss delle torte” e tutte le altre ciofeche di cucina, eruditi su come costruirvi da soli una portaerei nucleare o il ponte sul fiuma Kwai con gli stecchi per gli spiedini, ormai siete alla noia. Vivete nel limbo dell'attesa che tutto passi, e si ritorni alla vita normale, quando potremo riempire il portabagagli dell'auto con tutta l'attrezzatura e fiondarvi al mare … Eccola lì... la primavera che vi guarda beffarda e vi lusinga come un amante fedifraga... quando si potrà riprendere a fare immersioni al mare o magari fare qualche viaggio? Sconsolati andate in garage, ii ripetete che forse vi siete dimenticati di rimessare qualche pezzo dell'attrezzatura ed allora cominciate a tirare fuori tutto ispezionando tutto minuziosamente. La sera, finite le repliche di “Law & Order”, “Detective Monk” e “Sulle strade di San Francisco” vi riducete a ripassare alcuni argomenti di didattica sfogliando con le lacrime agli occhi il manuale che non aprivate dal corso Open Water.
Vi ricordate quella follia di cui vi avevo parlato? Il mare è la fuori che vi chiama... ed allora tornate in garage, tirate fuori l'attrezzatura... smanianti di tuffarvi nell'agognato fluido... la mente si ottenbra v'inganna e lusinga con false promesse... e il vicino di cortile impietoso riprende ...il vostro delirio...




Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie" 

lunedì 6 aprile 2020

Contro il Covid 19: scende in campo anche l'industria della Subacquea e la Marina Militare





Credo che quasi tutti voi abbiate ricevuto la foto di quel signore di Napoli, che girava tranquillamente per la strada con una maschera da snorkneling gran facciale di Dechatlon addosso. La psicosi era appena iniziata e, purtroppo, era anche il momento in cui ci avevano venduto, che si trattava “solo” di un influenza un po' più rognosa del solito. Credo che ormai nessuno abbia più dubbi circa la pericolosità di questo virus e del suo pesante tributo in vite umane che abbia esagito e che ancora pretenderà nel futuro. Tornando a questo signore, ne abbiamo riso tutti all'inizio, e poi si sa con questo Covid 19, c'è davvero ben poco di cui ridere. Era circa la metà di marzo, quando in pieno 


boom di contagi, l'ospedale di Chiari (Brescia) aveva terminato le valvole per i respiratori utilizzati per i malati di Covid 19. Frontiere bloccate e poco tempo; la direzione dell'ospedale lancia un grido d'aiuto attraverso un quotidiano locale, per trovare chi potesse fornire dei ricambi in tempi rapidi. Una locale startup, la “Isinnova” in meno di un giorno è riuscita a stamparne in 3D un centinaio di pezzi. Comincia così l'avventura di Alessandro Ramaioli, che ha subito messo a disposizione gratuitamente la sua azienda, per realizzare delle valvole Venturi in acido polilattico con una tecnica a filamento. L'azienda si occupa normalmente della produzione di cose completamente diverse, come agganci per i dedili delle auto o cerotti per ustioni, per riuscire a sopperire alla pressante richiesta ha coinvolto un altra azienda della zona che aveva una stampate 3D molto più grande. Cristian Fracassi, il patron dell'azienda, ha puntualizzato che queste valvole Charlotte non sono valide quanto quelle originali, ma che potranno egregiamente sopperire ad una situazione d'emergenza. 
 
Maschera Dechatlon
Al momento non si ha notizia che l'azienda della quale hanno “fotocopiato” le valvole si sia rivalsa in alcun modo, cosa che non dovrebbe stupire visto che tutto è stato fatto a titolo gratuito. Tutto qui? No! Qualche giorno più tardi l' ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia, in provincia di Bescia, il dottor Renato Favero, ha un idea, e contatta Isinnova: c'è penuria di maschere Venturi da collegare ai respiratori e non si trovano, ma il medico conosce le maschere da snorkneling della Dechatlon. Forse anche lui ha visto quella foto curiosa è ne è stato ispirato. In fondo sono maschere a tenuta stagna, se collegate in modo appropriato ad un respiratore ...forse ...forse. Detto fatto Fracassi e Romaioli ci si buttano a pesce e in meno di una settimana riescono a tirare fuori i nuovi prototipi. Ecco trasformare una maschera da sub commercializzata da Decathlon in un respiratore ad uso ospedaliero. Un successo!
Maschera Ocean Reef

Ma il loro lavoro non è passato inosservato, causa il clamore suscitato da questa inventiva tutta italiana, ecco partire a ruota una serie di progetti simili, Decathlon forse è stata la prima a pensare ad una maschera da snorkneling tipo gran facciale, attrezzatura da qualche tempo un po' meno rara tra i sub. Personalmente provai qualche anno fa un gran facciale della Ocean Reef, devo essere sincero non ne rimasi molto colpito, certo però quella linea rendeva molto più abbordabile avvicinarsi ad un tipo di attrezzatura fino a quel momento solo professionale. La stessa Ocean Reef a Genova attraverso la Mestel Safety Srl, ditta della stessa OceanReefGroup, decide di cimentarsi emulando lo sforzo dei bresciani. Le finalità sono le stesse ma l'approccio è differente. La produzione ha avuto inizio grazie a dei file per stampare gli adattatori che sono open source, cioè disponibili gratuitamente, come molti linuxari come me sanno bene, ma non basta hanno donato mille maschere. E i loro dispositivi già operativi all’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, ma anche a Busto Arsizio, Firenze, Arezzo, richieste arrivano anche dagli Stati Uniti , Gran Bretagna, Danimarca e Svezia.
Maschera Cressi


 E Cressi poteva mancare? Ovviamente no!
In questa gara la casa di Genova non si è sottratta alla sfida di creare un ausilio per la somministrazione di ossigeno ad alti flussi derivandolo da maschere subacquee da snorkeling. L’architetto sanremese Mario Cilli, il Direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione ASL1 Giorgio Ardizzone ed il progettista della ditta Cressi, Carlos Godoy hanno collaborato alla creazione di un prototipo stampato con tecnologia 3D . Fondamentale la collaborazione del titolare della Cressi Sub Antonio Cressi e l’AD Stefano Odero, al maker Roberto Maffezzoni per la stampa modelli 3D, Luca Tomatis del negozio Al Milanes in Mar e Nicola Fauzzi. In questo caso il dispositivo di partenza era il modello di maschera “Duke”, prontamente donate dalla 
 
Maschere Mares
ditta genovese Cressi Sub e riadattate per la somministrazione di ossigeno per i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Anche qui da resto del mondo le richieste non sono tardate ad arrivare. A Rapallo non sono certo rimasti a guardare, la Mares in collaborazione con TS Nuovamacut e Mira Meccanica stanno realizzando a tempo di record 500 caschi. E la Seac Sub? Per non esser da meno ha sposato l'inventiva tipicamente romagnola del cesenate Rocco De Lucia. Titolare di un azienda, la Siropack di Bagnarola di Cesenatico, ha creato una nuova mascherina che consente di parlare liberamente tra medicon e paziente scongiurando la possibilità di contagio per trasmissione aerea. In questo caso la trasformazione di una normale maschera da snorkneling Seacsub Unica in un apparecchio utilizzabile per esigenze sanitarie d’emergenza ha riguardato un aspetto non secondario.
Maschera SEAC SUB

Si sono avvalsi della collaborazione del laboratorio di ricerca Tailor e del dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bologna. La "C-Voice Mask" , questo è il suo nome, è stata dotata al pari degli altri modelli del tutto simili, di due circuiti separati, uno per l’aria in ingresso e l’altro per quella in uscita. Il prototipo è stato realizzato modificando il circuito sulle valvole e aggiungendo un filtro in tessuto che può essere agevolmente sostituito. Tutti questi progetti hanno in comune l'utilizzo di uno strumento originariamente pensato per il mare e un utilità nelle realtà ospedaliere delle maschere tradizionalmente utilizzate per la terapia ventilatoria diventate, con l’emergenza coronavirus, oggi difficilmente reperibili. Ultimi ma non ultimi, anche se non sono un entità commerciale non possiamo 


dimenticarci della Marina Militare Italiana. In questo caso si è pensato di usare le maschere oronasali, impiegate negli impianti iperbarici, nell’ambito delle attività di rianimazione condotte negli ospedali. Autori dell'intuizione in questo caso sono gli operatori dell’Ufficio Tecnico Subacqueo del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare. Tra i compiti del Comando Subacquei e Incursori c'è quello di intervenire con le proprie camere di decompressione in soccorso al personale dei sommergibili sinistrati, dei propri operatori subacquei e, come in questo frangente, a supporto della collettività, mediante interventi di ossigeno terapia iperbarica.
A ben pensarci dovremmo ringraziare l'inconsapevole inventiva di quel bizzarro signore partenopeo.






Link:

(i piani open sources della maschera si possono trovare qui: https://oceanreefgroup.com/covid19/)






Buone Bolle!


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”


sabato 4 aprile 2020

Una stella assai sfuggente



Nelle mie estati di bambino, vissute in massima parte a S.Antioco, viziato da nonni e zii, non era raro che passassi i miei assolati pomeriggi a bighellonare alla “Marina”, per chi conosce l'isola si tratta oggi del porticciolo delle barche. All'epoca in quella che oggi si chiama Piazza Ferralasco, c'era invece il circolo dei cannottieri, qualche panchina in ferro dipinta di verde, e dei cespugli dove la poca cura permetteva purtroppo di incappare in qualsiasi tipo di rifiuto. Il molo era molto diverso da oggi, non vi era il marciapiede, tutto era al piano strada, ma la parte bagnata dai flutti era fatta di
foto di Marco Moretti
lastre di granito vulcanico (Perda e'pibiri) inclinate a 30° sin dentro l'acqua della prospiciente laguna. In un locale di S.Antioco, di cui non farò il nome, v'erano un sacco di foto in bianco e nero dei tempi passati, su quel molo di pietre c'era una scena credo dell'immediato dopoguerra, che raffigurava i pescatori con le loro prede, durante la mattanza dei delfini. Lo so oggi inorridiremmo tutti. Scusate ho divagato sul sentiero dei ricordi, insomma in calzoncini corti e canotta bighellonavo spesso alla “Marina”, osservando i gabbiani, le barche dei pescatori, riempiendomi i polmoni di quell'odore di salsedine, di pesce essiccato dato dalle reti e nasse messe ad asciugare al sole. Spesso mi capitava di vedere, impigliate in quest'ultime delle bizzarre creature, mi dissero che erano stelle marine, ma io ero abituato a vedere Stelle Spinose (Astropecten johnson) e quindi mi parve
strano. Aveva un corpo centrale è di forma pentagonale, arrotondata, da cui dipartivano 5 braccia cilindriche sottili, come piccoli tentacoli. Più tardi negli anni facendo snorkneling prima e con il brevetto di imersione Open Water poi non ebbi a vederne altre, vive perlomeno, sino a quando non presi conseguii il brevetto avanzato e feci le mie prime notturne a Calafuria. A quel tempo sapevo di cosa si trattava ormai, si trattava della Stella serpentina (Ophioderma longicauda - Bruzelius, 1805). Questa strana stella la si incontra su fondali dentritici, rocciosi e in vicinanza delle praterie di Poseidonia da pochi metri fino i 100 metri di profondità.

Può raggiungere una dimensione di 28 cm di diametro.

Il corpo centrale è di forma pentagonale da cui partono 5 braccia cilindriche sottili.
La colorazione è variabile dal nero al bruno scuro, ma gli individui che si possono trovare più profondità hanno una colorazione che va dal verde al rosso oppure al bruno chiaro. In alcuni individui è possibile apprezzare chiazze chiare o di altro colore sul disco centrale così come le braccia possono avere delle anellature di colore diverso dal colore di fondo. La parte ventrale è comunque più chiara. Le braccia a sezione tonda sono munite di minuscoli aculei.
E' abbastanza diffusa e facile da incontrare se si conoscono le sue abitudini.


Infatti appartiene ad una specie sciafila (che preferisce l'ombra) pertanto di giorno rimane nascosta negli anfratti e sotto le rocce, esce soprattutto di notte. Ed è appunto di notte che riuscii a vederla con chiarezza sul rientro dall'immersione quando ormai ero nel golfetto sotto la torre di Calafuria.
Una caratteristica particolare di questa specie è la velocità dei movimenti. Infatti se infastidita fugge abbastanza velocemente, direi anzi che è proprio fotofobica come molti molluschi. Si tratta di
una specie di Echinoderma della famiglia Ophiodermatidae. Per quel che riguarda la sua diffusione possoiamo dire che è comune nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico orientale, dalla Gran Bretagna fino all'Angola e alle Azzorre.
Si riproduce in primavera e in estate. Echinoderma, è un organismo bentonico caratterizzato dalla presenza di uno “scheletro” calcareo formato da piastre , saldate o articolate, posto sotto l’epidermide detto dermascheletro, spesso rivestito di tubercoli o spine presenza che dà il nome al philum. Altra caratteristica di tutti gli organismi del philum è la cosiddetta simmetria pentamerale; il corpo è cioè suddiviso in cinque settori disposti attorno ad un asse centrale. Ed è forse questa la caratteristica che ha indotto gli studiosi a comprendere nello stesso philum organismi dall’aspetto tanto diverso. Troviamo in questo philum cinque classi:
– crinoidei
– oloturioidei
ofiuroidei
– asteroidei
– echinoidei

Gli ofiuroidei (il nostro caso) si distinguono facilmente dagli asteroidei per la netta distinzione fra disco centrale e braccia; queste ultime sono sottili e flessibili e a sezione circolare.
Negli ofiuuroidei troviamo due ordini:
ofiure
euriali.
Sulla sua alimentazione possiamo dire che si tratta di una specie carnivora, si nutre tanto di detrito organico che di cadaveri. Può, in alcune occasioni, cacciare anche piccoli organismi.



NOME SCIENTIFICO

Ophioderma longicaudium, Ophioderma longicauda
NOME COMUNE

stella serpentina liscia, stella fragile nera
ALTRI NOMI




    Smooth brittle-star (EN)
    Ophiuire brune (FR)
    Ofiura lisa (ES)


UBICAZIONE PREVALENTE

intero mediterraneo
TERRITORIO ABITUALE

fondali rocciosi, sassosi o fangosi
PROFONDITA’ PREVALENTE

0-100 metri
CARATTERISTICHE

molto comune ma spesso nascosta sotto i sassi



POSSIBILITA’ DI INCONTRO

normali

Foto di Marco Moretti


Buone bolle!


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”














Marco Moretti


sabato 28 marzo 2020

Subacquei gente seria 8 - Essere subbi ai tempi della Quarantena

Tempi duri questi del Covid 19 e annessa quarantena, per noi subbi, già lo dissi.
Si perchè noi subbi siamo fatti così, senza il peso della bombola sulla schiena, senza i nostri movimenti intrappati dalla muta che ci fascia e costringe, che ci collassa indosso, senza i nostri piedi palmati, le mani inguantate (neppure l'inverno troppo clemente ci ha aiutato) ci sentiamo nudi.
Di questi tempi l'unico modo di sentire nelle orecchie in nostro respiro cadenzato è, respirare in un sacchetto di carta dopo aver fatto 12 rampe di scale con la spesa.
Così mentre un gruppo di ragazzi geniali, riesce a riconvertire una maschera da snorkneling in un dispositivo medicale con tanta buona, volontà, un pizzico di genio e l'aiuto di una stampante 3D,
si moltiplicano le iniziative, corsi on-line: corsi su skype, test di corsi spediti tramite whathapp, presentazioni che dovevano originariamente essere presentate in pompa magna all' EUDI Show, trasmesse su Facebook (si veda il caso dell'ottimo Andrea “Murdock” Alpini) .
Accantonata l'idea di autocertificarsi per andarsi ad immergergere adducendo come motivo valido “l'astinenza da ACQUA”, Viaggi annullati, immersioni saltate, weekend tra le pareti domestiche a revisionare per la ventesima volta le nostre attrezzature, questi “Domiciliari di necessità” senza cavigliera elettronica, stanno cominciando a far sortire effetti inaspettati.


 Subbo sorpreso a fare la spesa

No non ci stanno crescendo le branchie come a Kevin Kostner in “Watherworld”, ma la follia si sta lentamente impadronendo delle nostre menti; sotto gli occhi dei nostri cari, che rassegnati, scuotendo la testa, hanno ormai accantonato l'idea di chiamare il 118, perchè hanno pesci molto più grossi da friggere.
C'è bisogno di un sostegno psicologico e così on-line nascono i primi gruppi che si riuniscono in teleconferenza.
La seguente situazione ivi descritta, è del tutto verosimile, i nomi dei protagonisti sono stati cambiati per proteggere le loro vere identità.

Fabrizio conduce la riunione, questa sera c'è un nuovo accolito, si chiama Aldo
Fabrizio: “Buonasera ragazzi benriuniti qui stasera con noi c'è un nuovo amico, lo prego di presentarsi”
il viso segnato da occhiaie, provato dalla sofferenza “Ciao ragazzi io sono Aldo e sono un Sub in astinenza”
Coro: “Ciao Aldo benvenuto!”
Fabrizio: “Parla pure liberamente Aldo, condividi le tue esperienze con tutti noi, non avere remore”
Aldo tentenna un attimo, menttre tutti i visi sullo schermo paiono fissarlo, “Ecco io non ce la faccio più, ieri mia moglie mi ha cazziato, dice che non posso continuare a farmi la doccia con la muta addosso!”.
Il coro parte con un sommesso borbottio di fondo di disapprovazione, Aldo continua, “Ecchè non ce la faccio più, devo immergermi!” le ultime parole sono pronunciate con un timbro di disperazione.
Qualche istante di silenzio e Fabrizio riprende la conduzione della riunione, “Qualcun altro vuole dare il suo contributo?”.
Si fa avanti Carlo, “Ciao sono Carlo e sono un sub in astinenza”
Coro, “Ciao Carlo!”
“Ieri con la scusa di ottemperare alle disposizioni del Decreto Ministeriale, ho indossato la muta stagna, la maschera ed il cappuccio e sono andato a fare la spesa”, Carlo esita.
Fabrizio, “Tutto qui? Non hai niente altro da aggiungere?”
Carlo, “Beh sì, ho preso anche il gav con la bombola!”
Aldo, “ed io che pensavo di essere messo male!”
Carlo, “Il bibo!”, brusio di fondo...
Fabrizio, “Calmi ragazzi! Non siamo qui per giudicare! Qualcun altro?”
"Ciao sono il Parra e sono un sub in astinenza"
Coro, " Ciao Parra"
Parra, " io mo messo la piscinetta in giardino.... per fare il passo del gigante.." mormorii diffusi
Florin prende la parola, “Ciao ragazzi, Sono Florin e sono un subbo in astinenza.”
Coro, “Ciao Florin!”
Florin, “Ieri sera sono sceso in cantina, con la scusa di fumarmi una sigaretta...”
“E quindi?” Lo sollecita Fabrizio
“E mi sono attaccato alla bombola, non ho resistito!”
Metà dei visi sullo schermo assumono un espressione tra il trasognato e l'eccitato.
“Aria o Nitrox?” chiede Carlo, avido di particolari.
Florin, “Nitrox....32%” esclama in una sorta di ammissione/latrato, prima di scoppiare a piangere.
Marco, “Ci siamo passati tutti, io una volta ho finito un 10 bar di Trimix che ancora avevo lì in uno stage”.
“E tu Marco nulla da dire? Mi pare la tua passione sia la fotografia subacquea, come la stai affrontando?” incalza Fabrizio
Marco, gli trema il labbro superiore, prova a temporeggiare, poi si decide, esplode come la chiusa di un canale in piena, “Ho fatto una cosa brutta...ma molto brutta !”
Nessuno ha il coraggio di interromperlo, nessuno ha l'ardire di chiedergli cosa ha fatto, nel contempo tutti lo voglio sapere, conoscere in quale abisso di depravazione l'astinza da immersioni l'ha precipitato.
Marco ritrova il coraggio, “Ho preso i pesci rossi di mia figlia e gli ho messi nella vasca da bagno per poter fotografare qualcosa...lo so non si fa...non si fa...”
Fabrizio, “Marco non ti angustiare, ti capisco bene, ieri ho fatto tre ore di fila solo per entrare al supermercato, tutto per poter guardare il banco della pescheria...senza comprare nulla!”.
Mormorii di comprensione.
“Prendo io la parola, Salve sono Rachele e sono una subba in crisi d'astinenza”
Coro, “Ciao Rachele”
“Io ho sabotato la lavatrice per poter fare il bucato a mano, per poter agitare l'acqua in un catino avendo l'illusione che fossero onde, per un po' ha funzionato... poi la settimana scorsa con la scusa del vento, ho indossato la cintura dei pesi per andare a fare la spesa..."
Massy, "Quanti kg.?"
Rachele, "12 kg"
Coro, "Esaggerata!"
Fabrizio, “E tu Salva nulla da dire?, sei stranamente silenzioso stasera”
Salva, “No nulla di nuovo”
Fabrizio, “Sicuro?”
Slava, “Beh si qualcosa c'è, nulla d'importante.”, tutti zitti in attesa che Salva metta il suo cuore a nudo, “Beh, l'altro ieri ho provato a filmare dei pesci, usando il maxyschermo del salotto che mandava in onda un documentario...”, brussii vari.
Fabrizio, “Tutto qui?”
Salva tentenna, poi emette un sospiro, parla a raffica come se dovesse sputare fuori tutto e sapesse che se si interrompesse non avrebbe il coraggio di continuare, “Sto organizzando un viaggio, una crociera sub!”
Coro, esclamazioni concitate
Salva, “Si una crociera in Borneo, con 12 cambi di aereo all'andata e 22 al ritorno...lo so è un po' avventato...ma lasciatemi sognare!”.
Carlo, “Mi credevo chissà che cosa!”
Fabrizio, “Massy e tu? Sei silenzioso, non penserai di scappare via senza condividere”
Massy, “Ciao Ragazzi sono Massy e sono un sub in astinenza! Ragazzi che volete che vi dica? Mi mancate tutti, ma tutti davvero eh, ma a dire il vero mi manca non potermi immergere, non potermi perdere in quella sensazione ...”
Coro, “ se se perderti... ahahaha”
Salva, “Lo sappiamo che ti manca perderti”
Massy, “ok lo confesso”, la voce si fa greve ,”Mi annoio a trovare la strada subito, per riuscire a perdermi in casa mi metto la bussola al polso e mi muovo con quella!”
Mormorii vari, Massy indica significativamente alcuni bernoccoli in testa.
Fabrizio, “Ok credo tocchi a me, Ciao Ragazzi, sono Fabrizio e sono un sub in astinenza!”
Coro, “Ciao Fabrizio!”
Fabrizio, “Due giorni fa ho aperto la cofana dell'attrezzatura e ho tuffato la testa dentro, inspirando profondamente con il naso!”.
“Di che sapeva?” chiede Rachele con voce sognante.
Fabrizio, “Di piedi, neopreme e salsedine”.
Espressioni di lubrico godimento tra i volti dei presenti.
Fabrizio, “Io dichiarerei chiusa qui la riunione, prima però recitiamo la preghiera del gruppo”
Coro, “Signore concedici la Serenità di accettare tutta la deco che il computer ci appioppa.
Il coraggio di cambiare miscela solo se strettamente necessario, e la saggezza di evitare la narcosi.
Amen!”.


Concludo con questo piccolo filmato mandatomi da un amico, che ben documenta lo stato fin qui descritto, spero di strapparvi un sorriso nell'attesa di rivedersi presto in acqua.


Cosa non si fa per vedere un....pescecane


#chipuòrestiacasa #finiràanchequesta #andràtuttobene #senonciimmergiamoprestofaremolafinedei delfinispiaggiati


Buone bolle! (presto si spera)


Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”


domenica 15 marzo 2020

Volli volli fortissimamente volli...ma haimè...



é così amici miei, siamo rimasti tutti fregati, aspettavamo il migliorare del meteo per immergerci, Febbraio per l'Eudi Show e ci siamo rimasti tutti con un palmo di naso.
Non c'è molto da fare, bisogna prenderla con filosofia, anche perchè vai a spiegare alla stradale, piuttosto che ai Carabinieri o la Guardia Costiera, che per noi immergerci è "Una situazione di necessità".
Vagli a spiegare che chiusi dentro una muta respirando aria da una bombola, forse siamo più al sicuro noi la sotto che voi tutti la fuori?

Eppure da questa situazione dobbiamo trarre tutti una piccola lezione a mio vedere, cioè che nella nostra superbia di specie dominante del pianeta, un virus infinitamente piccola ci ha fatto un culo a paiolo, costringendoci ad un autoreclusione forzata.
Consegnati a casa, il tempo che ci rimane è molto, ed allora finito di rimessare le attrezzature, ricontrolla, sistema e ripara quel che puoi, dopo non resta che aspettare.
Si guardano i filmati e le foto del tempo che fu, quando con il culo ammollo ed erogatore in bocca respiravamo dalle nostre bombole quell'aria che sa di libertà.
Se sto dicendo sciocchezze chiedo venia, come molti di voi sono in piena crisi di astinenza, la scienza non ha ancora approfondito che può succedere ad un sub da troppo tempo in secca.
Dicono che siamo come i delfini, quindi che faccio? aspetto gli attivisti di Sea Shepard che vengano ad idratarmi con acqua marina?
eudi show 2017 ...sigh!

Fortuna che il buon Massy, ha scoperto anni fa la tecnologia, ed ecco quindi convocare una teleconferenza tramite whattap.
come vorremmo

Inutile dire che questo rimanere chiusi in casa ci sta abbrutendo, e cosa ancor peggiore  ci porta ad immergerci troppo spesso nel frigo, riemergendo sul diavano, di questo passo le mute dovranno confezionarcele con i teloni dei camion...Aiuto!
come ci tocca
Vabbè portiamo pazienza....
Una cosa però ci tenevo a dirvela amici miei sopra e sotto la superficie...tutto questo prima o poi finirà e noi torneremo là dove vorremmo sempre essere... tutto il resto è solo una pausa di superficie.











Buone bolle! E Rialzati Italia!


#noirestiamoacasa #andràtuttobene

Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie" 





mercoledì 5 febbraio 2020

Subacquei gente seria 7 - Il Partner del subbo







Nel nostro gruppo di subacquei, ve ne sono, a parer mio di davvero eroici, e non mi riferisco a quelli che vantano oramai 4.000 tuffi, scapoli, benestanti liberi da impegni, ma di quelli con figliolanza, distanze notevoli, lavori impossibili e tempo risicato, che caparbiamente si ritagliano un po’ di spazio per riuscire ad immergersi nonostante l’universo mondo faccia di tutto per ostacolarli. 



A queste difficoltà tutt’altro che risibili dovete aggiungere il più periglioso che ancora non ho citato: Il/la compagno/a.
La scelta del partner di vita (per un subacqueo) è difficoltosa come e di più della scelta di un buon buddy,; uno dei miei istruttori soleva ripeterci durante i corsi, che puoi avere la strumentazione e l’attrezzatura più all’avanguardia del mondo, ma se non hai un buon compagno in immersione sei nei guai.
Chi sceglie di unirsi ad un sub non essendolo lui/lei stesso/a, va fatalmente incontro ad un destino segnato di attese e sfatamento di miti metropolitani.
Attese perché noi malati di acqua salata (e di acqua in generale) tendiamo ad immergerci appena possibile, e spesso con trasferte, non sempre con il sole, il caldo tropicale .
Un partner che non ha “velleità anfibie” classificherà come masochistica l’attività subacquea, fatta di Brerafing, debreafing, preparazione attrezzature, lunghe discussioni con gli amici del partner in una lingua e una terminologia aliena.
Avrà molta difficoltà a capire le smorfie di dolore per entrare in una muta di neopreme con fuori 35 c° , appesantendosi con circa una quarantina di kg di attrezzatura al solo scopo di stare sotto meno di un oretta, che poi...che ci sarà la sotto da vedere? Si insomma, la stessa roba che trovi nel banco frigo dell’Esselunga no? Se poi li vuoi vedere più vitali esiste l’Acquario di Genova, ma anche “Alle falde del Kilimangiaro” la domenica, o “Donna Avventura” va bene!
Che poi se si tratta di una donna, dopo provate a fare delle rimostranze, quando partite per un week-end o le ferie , sul suo bagaglio, lei vi rinfaccerà che ogni volta che andate al mare voi vi portate il mondo… e se ribattete che i sub usano il minimo indispensabile per immergersi ...avranno una fan di Umberto Pellizzari tra le amiche che “Lei fa senza”.
Ci saranno le solite domande: se ti scappa dove la fai? Non nella muta vero? Ma se ti scappa da sternutire? Come fanno le donne con la messa in piega a mettersi il cappuccio? Ma nella muta stagna se ti scappa una scorreggia come fai? Devi aspettare tre ore dopo mangiato per immergerti?
Passato il primo periodo di “addestramento”, non il vostro per i corsi, ma quello del partner a capire, ad esempio che voi non pescate nulla ed al massimo fate qualche foto, mentre suo cugino scende con la fiocina, ed almeno “fa qualcosa di utile”, capito che fondamentalmente siete inoffensivi ed al massimo un po’ svitati per mettere tra voi e la superficie un muro d’acqua alto come una casa di almeno 4 piani, la strada è in discesa.
Ci sono però dei lati positivi, vado ad elencarli:
1) non potrà chiamarvi al cellulare quando sarete sott’acqua, ma state sicuri che lo farà prima e sopratutto dopo, e se non rispondete chiamerà nell’ordine: Guardia Costiera, Capitaneria di porto, Carabinieri, Vigili del fuoco, Ministero della Marina Mercantile e l’Associazione “Marinai d’Italia”. Una volta la mia compagna si lamentò con me che se fossi morto non sarebbe stata informata da nessuno, serafico (facendo gli scongiuri) le dissi che era impossibile, e che alla malaparata se fossi morto lo avrebbe imparato dal telegiornale come chiunque altro, tanto da morto...
2) Il sabato potrete mandarlo a fare la spesa da solo/a, perché voi dovete immergervi, vi sarà così risparmiata la spasmodica ricerca di un parcheggio e la navigazione con un carrello che viaggia storto in mezzo ad una umanità impazzita che sembra un branco di barracuda. Al contrario potrete lungamente dedicarvi a cercare un parcheggio, scaricando tonnellate di attrezzature dal portabagli della vostra auto, per poi faticosamente trasportarlo al diving cercando di conquistarvi uno spazio risicato, fare il vostro tuffo, togliervi tutto di dosso di nuovo, imballarlo, riandare a prendere l’auto ricaricare tutto e tornare a casa in mezzo ad altri forzati come voi.
3) Potrete, dopo contrattazioni familiari che faranno sembrare l’accordo per il “cessate il fuoco” in Iraq, una cosina da nulla, ritagliarvi dei week-end con altri subbi come voi , in cambio di una vacanza in un posto in cui non sareste mai andati neppure sotto tortura o a qualche evento mondano stracciamaroni/soporifero.
4) il partner vi farà dei regali che facilmente si conformeranno facilmente alla vostra passione, evitando così a festività e compleanni il ricorso al “regalo rifugio” (libro sulla vita di Fabio Volo, un calzascarpe per ciabatte, Frigorifero esquimese, pettini per alopecia, quadri di Teomundo Scrofalo), per virare su pezzi dell’attrezzatura da subbo magari… Ok se il partner non è riuscito a capire ancora la differenza tra una tuta di latex e una muta in neopreme, forse non ha capito qualcosa… o forse non l’avete capita voi.
5) potete cercare di portarlo, al lato subbo della Forza… in questo caso auguri… se va bene avrete un buddy entusiasta che non vi molla più, se va male spedisce voi ad immergervi e si organizza per conto suo qualcosa.
A tal scopo durante il mio corso per l’advanced ebbi la ventura di immergermi con una coppia, lei doveva prendere l’avanzato come me, ma era forse un po’ impacciata ed infastidita dai continui interventi del suo fidanzato, risultato: non dimenticherò mai quell’immersione, e neppure la mezz’ora di urla dentro gli erogatori dei due piccioncini.
Insomma quando, in una conversazione con dei non-subbi, vi chiederanno ammirati come fate a scendere tanto (quale sia la profondità prevista dal vostro brevetto) con calma glaciale potrete rispondere che quella ...è la parte facile.

 Buone Bolle! 


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"

 

sabato 25 gennaio 2020

I subacquei di superficie incontrano la profondità – Incontro con Andrea “Murdock” Alpini







Serata piovosa questa del 24 gennaio 2020, per i nostri sub del Casio Divers Group, ci muoviamo alla volta di Viareggio per un appuntamento patrocinato dagli amici del Gruppo Subacqueo Artiglio, di cui vi avevamo già parlato in precedenza.
Lo storico gruppo viareggino ha organizzato un evento presso il Club Nautico Versilia - Piazza dei Palombari dell'Artiglio, Viareggio.
Presenti all'evento , molte facce note del panorama subacqueo della Toscana che non possono essere ignorate da chi pratica questo nostro sport, la sala, manco a dirlo, gremita.
Ospite della serata Andrea “Murdock” Alpini, sinceramente non ho avuto l'ardire di chiedere al diretto interessato, se il “Murdock” sia solo un soprannome o parte del suo cognome dal momento che quelli della mia età ricorderanno sicuramente il personaggio
impersonato da Dwigth Shultz nella famosa serie TV “A-Team”. Parliamo di un autentica eccellenza della subacquea tecnica che nel corso della serata ha presento il suo libro "Andrea -Murdock- Alpini - DEEP BLUE: storie di relitti e luoghi sommersi", edito da Magenes, 2019 .
Il tema della pubblicazione riguarda l'attività del giovane video-maker subacqueo a spasso tra laghi e mari di tutto il mondo alla ricerca, non solo dei relitti, ma della loro storia e delle atmosfere e storie che ancora aspettano in massima parte di essere narrate.
La Biografia dell'autore è presto raccontata: Andrea “Murdock” Alpini è istruttore e subacqueo tecnico. Svolge questa attività da oltre vent'anni, ha iniziato nel 1997 con l’immersione a circuito aperto che ancora oggi pratica e studia negli aspetti decompressivi.
La cosa in sé è piuttosto singolare e in controtendenza, vista l'attitudine comune nella subacquea professionale, nel caso di lunghe permanenze sotto la superficie, di apparati di respirazione a circuito chiuso (rebreather) che lui ovviamente non impiega per scelta.
Quel che colpisce subito di Andrea è la passione che trasmette in modo genuino ed onesto nei suoi racconti e al suo pubblico della serata a cui servono non più di qualche minuto per pendere dalle sue labbra.
Lui si definisce un appassionato di storia navale e relitti profondi, s’immerge su scafi che giacciono in fondo al mare o ai laghi, documentandoli con immagini e report. Collabora con diverse riviste di settore su cui tiene rubriche dedicate alla subacquea tecnica e alla divulgazione della cultura dell’immersione profonda su relitti.
Socio dell’Historical Diving Society Italy, organizza spedizione su relitti e immersioni in luoghi insoliti., collaborando con PHY Diving Equipment e Giò Sub Illuminatori Subacquei, conduce attività di ricerca e documentazione dei relitti.
La serata parte con una breve presentazione dell'ospite, di un emozionata Barbara Lippi, presidente dell'Artiglio, il quale non perde tempo e passa subito ad illustrarci il primo dei suoi filmati: una gondola Lariana, opera dei maestri d'ascia del lago di Como affondata intorno alla metà del 1800, e adibita al trasporto sul lago di sacchi di calce idraulica, durante un fortunale sullo specchio lacustre, per proseguire con le immagini del piroscafo lacustre Plinio affondato nel lago di Mezzola.
In questo caso l'autore ci ha spiegato le difficoltà spesso insite in immersioni, che seppure non ad eccessiva profondità sono rese ostiche dalla temperatura e dalla visibilità spesso ridotta, che riduce notevolmente la percezione dello spazio e della propria posizione nello stesso.
Dopo è stata la volta della petroliera Haven, relitto che non ha certo bisogno di presentazioni per i sub, in questo caso abbiamo avuto una stupenda visione della penetrazione delle sue stive.
Poi è stata la volta di una bettolina fluviale armata, adibita dalla marina tedesca, al pattugliamento dei litorali italiani, durante il secondo conflitto mondiale, sita al largo di Finale Ligure, in località Capra Zoppa. Fondamentale in questo caso per l'identificazione, sono state le testimonianze dei pescatori del luogo.
Poi è stata la volta di un altra icona: l'U-boat 455, sommergibile affondato al largo di Punta Chiappa e ritrovato da Lorenzo del Veneziano nel 2005, con tutta probabilità ha al suo interno ancora l'intero equipaggio, normalmente composto da 54 uomini.
A distanza di mezzo secolo la missione che stava portando a termine, si trova nelle acque antistanti Portofino, la causa dell'affondamento rimangono un mistero; l'ultimo messaggio radio dell'U-455 venne inviato il 2 aprile 1944 quando il sommergibile lasciò la sua zona di pattugliamento a nord di Algeri diretto alla base di La Spezia.
Poi la motonave “Viminale”, affondata al largo di Palmi (RC) , nota a molti come “Il Titanic Italiano” , fu un piroscafo di lusso varato nel 1925 per conto del Loyd Triestino. Si trattava di un transatlantico che faceva rotta fino ai porti del Giappone e venne silurata, al largo della costa di Palmi , il 25 luglio1943 da un motosilurante americano, mentre era trainata dal porto di Palermo a quello di Napoli per alcune riparazioni.
Le successive riprese ci spostano nel mare d'Irlanda alla volta del relitto della RMS Justicia, un transatlantico da 32.000 di proprietà della White Star (la stessa compagnia che costruì il Titanic) tonnellate riconvertito a trasporto truppe e affondato durante la prima guerra mondiale ad opera del sommergibile tedesco UB 64 il 19 luglio 1918.
Successivamente l' Audacious affondato al largo di Scapa Flow (Scozia) nelle inquiete acque dell'Oceano Atlantico. L'autore ha rimarcato, come in questo genere di immersioni, l'incognita visibilità e la certezza invece di forti correnti, costringano ad una pianificazione molto meticolosa dell'immersione.
Sempre nelle stesse acque, abbiamo visto le riprese della SMS Markgraf, servì nella Marina del
Kaiser durante il primo conflitto mondiale. Commissionata nel novembre 1911, fu varata il 4 giugno 1913.
Alla fine della guerra, la Markgraf fu condotta insieme alla maggior parte della squadra navale presso la base di Scapa Flow mentre venivano discusse le clausole del Trattato di Versailles. Il 21 giugno 1919 il contrammiraglio Ludwig von Reuter preferì ordinare l'autoaffondamento dell'incrociatore pesante e di altre unità, piuttosto che far cadere la flotta in mani britanniche. Al contrario di molte altre navi che sono state recuperate per essere demolite, il relitto della Markgraf giace, rovesciato, sul fondo della baia.
Per concludere i relitti è stata la volta del sommergibile tedesco UB 116, della marina imperiale tedesca durante la prima guerra mondiale. La storia di questo mezzo è interessante: UB-116 fu durante un tentativo di sbarco nella base di Scapa Flow, ancora oggi non si sa se per diserzione o per un ultima disperata offensiva /sabotaggio per attaccare le unità della grande flotta britannica ivi ormeggiata,  fu affondato da una mina telecomandata al largo delle Orcadi. Ormai ferito a morte ed incapace di navigare, l'UB 116 fu colpito successivamente da cariche di profondità, condannando definitivamente all'inevitabile destino i 36 marinai di equipaggio.
Serata terminata? Manco per sogno! Andrea “Murdock” Alpini, a questo punto ci ha mostrato i filmati della sua spedizione nella Thundra siberiana, “Russia Orda Cave”, i panorami mozzafiato, anche se in acqua dolce della Russia meno conosciuta, temperature esterne di – 20° e l'acqua “calda” a + 4C°. La grotta dell'Orda è una grotta di cristallo di gesso trovata sotto i monti Urali occidentali. La foce è vicino alla riva del fiume Kungur appena fuori Orda, Perm Krai in Russia. Il sistema di grotte si estende per 5,1 chilometri con circa 4,8 chilometri per tutta la lunghezza sott'acqua. Anche qui visioni spettacolari nel candore della roccia che a volte si sfalda sotto il gorgogliare delle bolle dell'erogatore. Ultima cosa, un gustoso assaggio, qualche accenno dell'ultima impresa di Andrea: un sistema di grotte nel paese di Vlad Tepes, “Isverna Cave” in Transilvania, ma per questo dovremo tenerci tutti la curiosità sino a Febbraio dove lo presenterà a Bologna durante l'Eudi Show del 2019. Foto d'obbligo con l'autore e acquisto del suo libro magnifico pieno di immagini e sopratutto di storia ed emozioni. Che dire!? Sono in massima parte immersioni nel quale non mi cimenterò mai, ma nonostante questo non posso dire non esercitino un fascino su ognuno di noi. I viareggini dell'Artiglio non sbagliano mai un colpo, e noi non vediamo l'ora di essere ancora con loro ad un evento.



Link:
Andrea “Murdock” Alpini - http://www.giosub.com/website/index.php/andrea-murdock-alpini
Piroscafo fluviale “Plinio” : https://www.scubaportal.it/relitto-plinio.html
MV “Viminale” - https://www.scubaportal.it/motonave-viminale-sogno-italiano-2019.html
RMS Justicia - https://en.wikipedia.org/wiki/SS_Justicia
HMS Audacious - https://en.wikipedia.org/wiki/HMS_Audacious_(1912)
SMS Markgraf - https://it.wikipedia.org/wiki/SMS_Markgraf
Orda Cave - https://www.submagazine.it/orda-cave-nel-gelo-della-russia/


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”