Nel nostro gruppo di
subacquei, ve ne sono, a parer mio di davvero eroici, e non mi
riferisco a quelli che vantano oramai 4.000 tuffi, scapoli,
benestanti liberi da impegni, ma di quelli con figliolanza, distanze
notevoli, lavori impossibili e tempo risicato, che caparbiamente si
ritagliano un po’ di spazio per riuscire ad immergersi nonostante
l’universo mondo faccia di tutto per ostacolarli.
A queste difficoltà
tutt’altro che risibili dovete aggiungere il più periglioso che
ancora non ho citato: Il/la compagno/a.
La scelta del
partner di vita (per un subacqueo) è difficoltosa come e di più
della scelta di un buon buddy,; uno dei miei istruttori soleva
ripeterci durante i corsi, che puoi avere la strumentazione e
l’attrezzatura più all’avanguardia del mondo, ma se non hai un
buon compagno in immersione sei nei guai.
Chi sceglie di
unirsi ad un sub non essendolo lui/lei stesso/a, va fatalmente
incontro ad un destino segnato di attese e sfatamento di miti
metropolitani.
Attese perché noi
malati di acqua salata (e di acqua in generale) tendiamo ad
immergerci appena possibile, e spesso con trasferte, non sempre con
il sole, il caldo tropicale .
Un partner che non
ha “velleità anfibie” classificherà come masochistica
l’attività subacquea, fatta di Brerafing, debreafing, preparazione
attrezzature, lunghe discussioni con gli amici del partner in una
lingua e una terminologia aliena.
Avrà molta
difficoltà a capire le smorfie di dolore per entrare in una muta di
neopreme con fuori 35 c° , appesantendosi con circa una quarantina
di kg di attrezzatura al solo scopo di stare sotto meno di un
oretta, che poi...che ci sarà la sotto da vedere? Si insomma, la
stessa roba che trovi nel banco frigo dell’Esselunga no? Se poi li
vuoi vedere più vitali esiste l’Acquario di Genova, ma anche “Alle
falde del Kilimangiaro” la domenica, o “Donna Avventura” va
bene!
Che poi se si tratta
di una donna, dopo provate a fare delle rimostranze, quando partite
per un week-end o le ferie , sul suo bagaglio, lei vi rinfaccerà che
ogni volta che andate al mare voi vi portate il mondo… e se
ribattete che i sub usano il minimo indispensabile per immergersi
...avranno una fan di Umberto Pellizzari tra le amiche che “Lei fa
senza”.
Ci saranno le solite
domande: se ti scappa dove la fai? Non nella muta vero? Ma se ti
scappa da sternutire? Come fanno le donne con la messa in piega a
mettersi il cappuccio? Ma nella muta stagna se ti scappa una
scorreggia come fai? Devi aspettare tre ore dopo mangiato per
immergerti?
Passato il primo
periodo di “addestramento”, non il vostro per i corsi, ma quello
del partner a capire, ad esempio che voi non pescate nulla ed al
massimo fate qualche foto, mentre suo cugino scende con la fiocina,
ed almeno “fa qualcosa di utile”, capito che fondamentalmente
siete inoffensivi ed al massimo un po’ svitati per mettere tra voi
e la superficie un muro d’acqua alto come una casa di almeno 4
piani, la strada è in discesa.
Ci sono però dei
lati positivi, vado ad elencarli:
1) non potrà
chiamarvi al cellulare quando sarete sott’acqua, ma state sicuri
che lo farà prima e sopratutto dopo, e se non rispondete chiamerà
nell’ordine: Guardia Costiera, Capitaneria di porto, Carabinieri,
Vigili del fuoco, Ministero della Marina Mercantile e l’Associazione
“Marinai d’Italia”. Una volta la mia compagna si lamentò con
me che se fossi morto non sarebbe stata informata da nessuno,
serafico (facendo gli scongiuri) le dissi che era impossibile, e che
alla malaparata se fossi morto lo avrebbe imparato dal telegiornale
come chiunque altro, tanto da morto...
2) Il sabato potrete
mandarlo a fare la spesa da solo/a, perché voi dovete immergervi, vi
sarà così risparmiata la spasmodica ricerca di un parcheggio e la
navigazione con un carrello che viaggia storto in mezzo ad una
umanità impazzita che sembra un branco di barracuda. Al contrario
potrete lungamente dedicarvi a cercare un parcheggio, scaricando
tonnellate di attrezzature dal portabagli della vostra auto, per poi
faticosamente trasportarlo al diving cercando di conquistarvi uno
spazio risicato, fare il vostro tuffo, togliervi tutto di dosso di
nuovo, imballarlo, riandare a prendere l’auto ricaricare tutto e
tornare a casa in mezzo ad altri forzati come voi.
3) Potrete, dopo
contrattazioni familiari che faranno sembrare l’accordo per il
“cessate il fuoco” in Iraq, una cosina da nulla, ritagliarvi dei
week-end con altri subbi come voi , in cambio di una vacanza in un
posto in cui non sareste mai andati neppure sotto tortura o a qualche
evento mondano stracciamaroni/soporifero.
4) il partner vi
farà dei regali che facilmente si conformeranno facilmente alla
vostra passione, evitando così a festività e compleanni il ricorso
al “regalo rifugio” (libro sulla vita di Fabio Volo, un
calzascarpe per ciabatte, Frigorifero esquimese, pettini per
alopecia, quadri di Teomundo Scrofalo), per virare su pezzi
dell’attrezzatura da subbo magari… Ok se il partner non è
riuscito a capire ancora la differenza tra una tuta di latex e una
muta in neopreme, forse non ha capito qualcosa… o forse non l’avete
capita voi.
5) potete cercare di
portarlo, al lato subbo della Forza… in questo caso auguri… se va
bene avrete un buddy entusiasta che non vi molla più, se va male
spedisce voi ad immergervi e si organizza per conto suo qualcosa.
A tal scopo durante
il mio corso per l’advanced ebbi la ventura di immergermi con una
coppia, lei doveva prendere l’avanzato come me, ma era forse un po’
impacciata ed infastidita dai continui interventi del suo fidanzato,
risultato: non dimenticherò mai quell’immersione, e neppure la
mezz’ora di urla dentro gli erogatori dei due piccioncini.
Insomma quando, in
una conversazione con dei non-subbi, vi chiederanno ammirati come
fate a scendere tanto (quale sia la profondità prevista dal vostro
brevetto) con calma glaciale potrete rispondere che quella ...è la
parte facile.
Buone Bolle!
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"
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