"Ciò che appare incredibile di questo “sommergibile
porrettano” è l’abilità artigiana del suo inventore considerati
i mezzi di cui poteva disporre all'epoca, mi è stato detto che chi è
riuscito a vederlo ha parlato delle saldature realizzate in modo
pressochè perfetto."
Credo
di avervi già parlato in passato, della storia del Gruppo Subacqueo
nato a Porretta Terme (BO) e di quanto lontani dal mare, tra gli
appennini, pervicacemente non solo prosperi ma diffonda la passione e
la conoscenza del mare ad opera dell'infaticabile Roberto Puzzarini,
referente locale del “Casio Divers Group”.
Il sommergibile dell'Appennino |
Quello
che non sapete, e che pure io fino a qualche tempo fa ignoravo, era
che le le velleità subacquee degli abitanti di questa parte
dell'Appennino sono assai più longeve.
Tempo
fa aggirandomi per Porretta Terme, vidi un murales comparire sul
fianco di un negozio che sono solito frequentare di tanto in tanto;
dovete sapere che io sono un appassionato di mercatini e di cose
vecchie e in Via Lungoreno, ad Alto reno Terme (Ex Porretta Terme) si trova un antro caotico, un richiamo
irresistibile, un qualcosa di altri tempi: il negozio di un
rigattiere.
Vi
si trova di tutto, io vi ho persino trovato pezzi di attrezzature
subacquee, il proprietario è un signore eclettico, forse un po'
eccentrico, con il quale passo del tempo a conversare quando posso e
quando non gli riompo troppo le scatole, agitato da grandi passioni e
come me appassionato del passato.
Francesco Guccini e il sommergibile |
Il
murales...si dicevo...Ah sì! Scusate, mi perdo esattamente come
quando giro tra gli scaffali del suo magazzino, il murales è
particolare, raffigura alcune delle cose più conosciute del nostro
Appennino Tosco-Emiliano ed altre molto meno note.
Tempo
fa, allo scopo di reperire qualche testo che approfondisse la mia
ricerca, di cui parlerò in un altro pezzo del Blog, ebbi a parlare
con lui di mezzi subacquei e di come l'Italia fu pioniera in questo
senso.
Lui
senza dire una parola mi prese per un braccio, portandomi
all'esterno del negozio, dinanzi al murales e mi indicò una parte di
esso, sul lato destro.
Raffigurava
stilizzata la nostra ferrovia storica, la Ferrovia Porrettana, una
delle prime realizzate nel Regno d'italia, di cui cui abbiamo
commemorato da poco i 150 anni e sui binari uno strano...”Veicolo”
sui binari...che assomigliava ad una barca.
Naufragio del Bourgogne |
E
così...seraficamente mi fa la fatal domanda: “Conosci la storia
del sommergibile dell'Appennino”?
Ok,
cado dalle nuvole, con sorriso sornione si gusta la mia sorpresa, ed
inizia a raccontare.
Correva
l'anno 1901 e Agostino Lenzi, un fabbro di Silla (oggi frazione del
comune di Gaggio Montano, confinante con Alto Reno Terme (BO) decide
di partecipare ad un prestigioso premio dedicato alla realizzazione
di mezzi per il salvataggio in mare.
Il
premio è organizzato a Le Havre in Francia ed è intitolato ad
Anthony Pollok, facoltoso avvocato americano (di origine ungherese)
scomparso insieme alla moglie durante il naufragio del transatlantico
La
Bourgogne
il 4 luglio 1898 al largo delle coste francesi, la nave francese
affonda al largo della Nuova Scozia con il tragico bilancio di 549
morti, per lo più emigranti italiani. All'epoca la tragedia fu un
fatto mediatico di grande rilievo, che tenne le pagine dei giornali
occupate per diverso tempo.
Una riproduzione |
Una
curiosità, Pollock era un avvocato piuttosto famoso, titolare dello
studio legale “Pollock & Bailey”, fu il principale
responsabile dell'accreditamento dell'invenzione del telefono a Bell
a scapito dell'Italiano Meucci, ma aveva anche cospicui interessi in una società
di telecomunicazioni via cavo (telegrafo), la Western Union.
All'epoca
Guglielmo Marconi stava muovendo i suoi primi passi verso
quell'invenzione che avrebbe cambiato per sempre le
telecomunicazioni: La radio.
Le
tragedie del Titanic erano ancora da venire, ma il naufragio della
Bourgogne
aveva scosso gli animi della gente dell'epoca.
il concorso di Le Havre |
Fu
così che la famiglia Pollock decise di istituire un concorso con premio in
denaro, ignoriamo come il nostro fabbro di Silla ne venne a
conoscenza, sicuramente ingolosito dal premio
messo in palio dalla famiglia Pollok
e altrettanto sicuramente pervaso da quella follia che
contraddistingue il genio, si cimentò nella costruzione di un
veicolo sottomarino. Ne studia e realizza il progetto, ne produce il
prototipo, in qualche modo lo collauda e lo
invia a Le Havre usando la Ferrovia Porrettana per il primo tratto a
concorrere.
Paradossalmente, malagrado il ritrovamento di alcuni documenti, molto
è andato perduto e non sappiamo che esito ebbe il concorso e se
tanta genialità fu mai premiata.
Quel
che è certo è che il Sig. Francesco Guccini, omonimo del
cantautore di Pavana, lo aveva da decenni nel suo cortile...in un
angolo.
Il
Signor Guccini ha infatti raccolto molto materiale documentale per
ricostruirne la storia, spingendosi nella sua indagine a verificarne
funzionalità ed aspetti tecnici del funzionamento e realizzazione.
Fondamentale la sua visita a Le Havre dove ha istituito rapporti di
collaborazione con i musei del settore portuale e della navigazione,
con storici ed esperti .
Elenco partecipanti al concorso |
Il
mezzo si presenta come una sorta di
battello
di salvataggio,
per un singolo membro dell'equipaggio utile ad ispezionare i relitti
sommersi. Della fattura stupisce l'accuratezza ad iniziare delle
particolari borchie utilizzate per realizzare la camera stagna dentro
cui una persona potesse alloggiare sul fondo del mare, respirando
grazie ad un sistema di pompa a doppio effetto molto simile a quella
dei primi palombari. La visibilità era data da una lastra di vetro a
tenuta stagna. Ciò che appare incredibile di questo “sommergibile
porrettano” è l’abilità artigiana del suo inventore considerati
i mezzi di cui poteva disporre all'epoca, mi è stato detto che chi è
riuscito a vederlo ha parlato delle saldature realizzate in modo
pressochè perfetto.
A
quanto pare l'Area dell'Alto Reno aveva una vocazione per il mare,
molto prima che noi subacquei di superficie ne sentissimo il
richiamo, Agostino Lenzi, un geniale fabbro dell'Alta Valle del Reno, aveva risposto.
Buone
Bolle!
Le
foto del sommergibile e del sig Guccini sono di Enzo Chiarullo (Ottobre 2012 )
e provengono da un suo articolo ( si veda link)
Link:
Il sommergibile dell' appennino:
https://www.barchedepocaeclassiche.it/marineria/beni-storici-e-culturali/156-il-sommergibile-dell-appennino.html
Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"