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lunedì 20 maggio 2019

San Lazzaro di Savena : Go Pro PADI 2019




Domenica 19 Maggio 2019, nei locali della Mediateca di San Lazzaro di Savena (Bo), patrocinato dalla locale Sezione Padi, Poggi Sub, si è svolto, a partire dal primo pomeriggio, la “Go Pro PADI”.
La manifestazione aveva lo scopo di confrontare istruttori e/o brevettati avanzati di varie didattiche ed illustrare le novità circa i corsi per istruttori.
L'atmosfera generale è quella di una festa, di un ritrovo di amici che condividono una passione che ormai dovreste ben conoscere leggendomi, mi sono iscritto a Poggi Sub qualche anno fa, per fare un corso di specialità Nitrox e mi sono trovato bene, come sono  membro anche del CSD di Quarrata e del Casio Divers Group, questo a riprova che l'amore per il mare accomuna.
Tornando in tema, nessun segreto, la manifestazione in sé aveva lo scopo di incuriosire chi ha da tempo intenzione e possibilità di accostarsi alla carriera professionale PADI.
Durante il pomeriggio, un pubblico nutrito di subacquei Bolognesi, si è avvicendato nelle sale della mediateca che ospitavano la manifestazione.
Massimo Zarafa
L'evento è iniziato nel primo pomeriggio con una presentazione squisitamente indirizzata agli istruttori già brevettati, non necessariamente con Padi, illustrata da Massimo Zarafa, Manager PADI per il Nord Italia.
Il Manager ha illustrato le opportunità professionali nell'intraprendere una carriera come istruttore/guida subacquea, in Italia come all'estero, non nascondendo certo che i corsi da soli non bastano, e spesso vengono richieste altre competenze come patenti nautiche, conoscenze di altre lingue ecc.
Inoltre ha sottolineato, come PADI si ponga con una certa sensibilità ed impegno dinanzi alle tematiche ambientali di cui si fa portavoce e sostenitrice, lavorando come "Una forza per il bene".
La seconda parte della manifestazione, che partiva dalle 17.00 ha visto fare gli onori di casa dal referente della sezione PADI “Poggi Sub”, Antonio Carbone che ha intrattenuto i presenti con alcuni filmati delle uscite del gruppo locale e altre riprese di immersioni in mari tropicali e una suggestiva immersione sulla Silfra Fissure (Fessura di
Antonio Carbone
 Silfra), famosa per la sua unicità, infatti si tratta di una gola sottomarina che separa due placche tettoniche, quella euroasiatica e quella nordamericana, sita nel cuore del Thingvellir National Park, vicino alla penisola di Reykjanes, una regione vulcanica.
A seguito la presentazione dei corsi e dei percorsi per divenire Aiuto Istruttori e/o Istruttori con la didattica PADI a cura del Course Director Riccardo Tognini, figura piuttosto familiare a chi come noi frequenta Calafuria.
In sintesi ci è stato detto che la subacquea e PADI gestiscono tutt'ora numeri di una certa importanza tra il pubblico, e questo non solo a livello mediatico e sui Social su internet.
La subacque potrebbe essere non solo un modo di vivere il mare ma anche un opportunità professionale, concetto ampiamente ribadito sia da Massimo Zarafa che da Riccardo Tognini.
In questo momento storico la subacquea ricreativa e tecnica richiedono un numero di addetti con una domanda che supera ampiamente il numero degli stessi attualmente disponibile.
E' stata data un esaustiva panoramica dei percorsi da seguire tra corsi e specialità per divenire una guida/Istruttore.
Riccardo Tognini
L'evento si è concluso con foto di gruppo e un brunch serale ottimo e vario, offerto da PADI e con la consegna di un omaggio (i soliti occhiali da sole, ok ok "a occhial da sole donato non si guardano le lenti...ma i colori delle montature si eh!" Hahaahhaha) .
Presenti tra gli altri Savelli Dive Store di Imola per tutte le attrezzature tecniche e una vecchia conoscenza di ogni Sub che si interessi di fotografia subacquea come Dario Lambertini con le ultime novità.
Mi si conceda una riflessione del tutto personale a margine: amo il mare e spero un giorno di vivere la mia vecchiaia nella mia isoletta d'origine, e non nego che se avessi vent'anni e non quasi cinquanta (ho iniziato ad immergermi tardi), l'idea di guadagnarmi da vivere immergendomi sarebbe il mio sogno, qualche
conto me lo sono fatto. Non credo che i requisiti richiesti di un centinaio di immersioni per poter accedere (corsi richiesti precedenti soddisfatti) siano molte, anzi … , sono i costi che sono da ponderare invece: malcontati dal corso Open Water sino a quelli per istruttori e varie specialità, sono circa 8.000 euro, escluso ovviamente i costi delle attrezzature, spostamenti, pernottamenti, pasti, immersioni ecc. (100 immersioni ad una media di 20 Euro l'una sono 2000, se ne fai qualcuna da terra e hai bombole tue e mi sono tenuto basso). E' anche vero però che da Dive Master in avanti, si può, se ne si ha possibilità, pagando le quote, guadagnare qualcosa come guida; un ragazzo di 20-25 anni ci può pensare, ma deve fare bene i suoi conti.
Ho conosciuto persone che ce l'hanno fatta in due o tre anni, certo non si può dare un prezzo ad un sogno, e avere “le spalle coperte aiuta”, il mio personale “in bocca al pescecane” a chi avrà la costanza di perseguire quel sogno...e una punta d'invidia. Confucio non era un subacqueo, ma una delle sue massime calza a pennello: "Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita".

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Foto di gruppo "Poggi Sub"



Buone Bolle!

Link:

Poggi Sub

Padi


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie" 

 

domenica 14 aprile 2019

EUDI Show 2019 - L'Artiglio Ritrovato






 «L'uomo deve rappresentare l'occhio che osserva per guidare l'opera - diceva - assurdo pretendere che a 70 metri, bloccato da pressioni esterne sproporzionate, egli possa usare le mani e le gambe. Assurdo e sbagliato...»


L’edizione dell’EUDI Show di Bologna 2019 ha ospitato la mostra sull’Artiglio, per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, dirò brevemente che l’Artiglio e il suo equipaggio, furono l’orgoglio della pionieristica subacquea/Palombari/recuperi italiana e mondiale del secolo scorso.
Erano gli anni 30’ quando un esplosione , precisamente domenica 7 dicembre 1930, travolse ed affondò l'Artiglio, mentre era impegnato nella demolizione del piroscafo "Florence", il nome di Viareggio e dell'Artiglio occupò tristemente le prime pagine di tutti i giornali del mondo.

I nomi dei palombari Alberto Gianni, Aristide Franceschi, Alberto Bargellini ed il marinaio Romualdo Cortopassi, tutti di Viareggio, tornarono ad occupare le colonne dei giornali per l’ultima volta.
Erano stati i protagonisti di imprese ritenute sino a quel momento impossibili: Alberto Gianni fu un precursore, palombaro già famoso nel 1914 addetto alla marina da guerra come palombaro, studiò ed inventò nuove attrezzature, come la Torretta da osservazione, e primo fra tutti tra gli utilizzatori che abbandonarono gli scafandri in gomma per passare a quelli in acciaio di fabbricazione tedesca.


Si trattava di scafandri rigidi e articolati, costruiti dalla Neufeldt und Kuhnkeforniti di gambe e braccia terminanti con artigli metallici in grado di afferrare utensili. Il palombaro attraverso degli oblò poteva osservare l’esterno e comunicava con la superficie attraverso un cavo telefonico.
Balzò inoltre alle cronache per il recupero dell'aereo Idrocorsa Savoia-Marchetti S65 del corpo del suo pilota, l'asso della Regia Aviazione, il Maresciallo pilota Tommaso Dal Molin nel Lago di Garda il 30 gennaio 1930
In un epoca che si può definire tranquillamente “eroica” per la subacquea ed i recuperi in profondità, l’equipaggio dell’Artiglio fece parlare di sé prima con quello quello del piroscafo inglese Washington, che faceva parte di un convoglio proveniente dagli USA, affondato da un sommergibile tedesco che lo colpì con un siluro. Successivamente fu la volta dei piroscafi Ravenna, Umberto 1º, Eyloniam, Monte Bianco e Stromboli e dei loro preziosi carichi, ed infine il loro successo più grande: la localizzazione e recupero del carico dell’ Egypt.
Il piroscafo era affondato il 20 maggio 1922, in seguito alla collisione dell’Egypt con un mercantile francese, il Seine, in un punto dell’Atlantico a circa 50 chilometri dalla costa bretone.
c'è persino un marinaio che fuma
La Società armatrice dell’Artiglio, la So.ri.ma. Venne a conoscenza dei carichi contenuti nei relitti sul fondo dell'oceano, creando le premesse per la più grande impresa mai affrontata: il recupero del carico dell'Egypt, piroscafo, affondato in un punto imprecisato del canale della Manica, si seppe poi che conservava, ad una profondità di 130 metri un vero e proprio tesoro: 5 tonnellate e mezzo di oro e 43 tonnellate di argento, per un valore di 5 milioni e mezzo di dollari di allora! Una cifra principesca.
Quel successo diede fama e gloria ai palombari italiani, proiettando le loro imprese nell’immaginario di tutto il mondo, generando ammirazione e rispetto in ogni marineria dell’epoca.
In realtà l’impresa fu portata a termine dall’Artiglio II, grazie agli sforzi e alla preparazione dell’equipaggio dell’Artiglio. Cos’era successo?
Il commendatore Giovanni Quaglia, uomo dotato di grande capacità imprenditoriale e lungimiranza, nonché armatore della So.ri.ma. armò una seconda nave, originariamente iscritta con il nome Maurétanie, e rinominandola con lo stesso nome Artiglio, la quale venne tuttavia, per distinguerlo, sempre chiamata "Artiglio II". Con questa nave, riarmata e ristrutturata dall'equipaggio della So.ri.ma., in gran parte attrezzata con il materiale recuperato dall'Artiglio riuscì nell’impresa (questo nel giugno del 1932).
Era successo che a causa del maltempo invernale, l’equipaggio dell’ Artiglio aveva dovuto interrompere le operazioni di recupero, posticipandolo primavera successiva. Nel frattempo quindi l'Artiglio fu destinato l'isola di Bele Ile, in Francia con lo scopo di effettuare il recupero della nave Florence carica di un cospicuo quantitativo di esplosivi, il recupero era particolarmente necessario in quanto la nave, affondata durante il primo conflitto Mondiale, di trovava davanti al porto ostruendone il passaggio.
Il resto è storia: durante le fasi di demolizione della Florence, furono commessi degli errori: alcuni dicono che si suppose che l'esplosivo, immerso da più di 13 anni, non fosse reattivo, altri che che ne fosse stata sottostimata l’effettivo quantitativo.
Oggi gli artificieri direbbero che l’equipaggio dell’Artiglio, al fine di disinnescare le cariche presenti sul relitto predisposero accidentalmente un “esplosione per simpatia”, si fa detonare una carica minore in modo da innescare l’esplosione
del carico esplosivo al fine di neutralizzarlo da un esplosione accidentale, qualora fosse rimasto lì.
Questa però non era la loro intenzione, l’esplosivo doveva servire solo ad entrare nel relitto, che però innescò la detonazione del carico bellico che la nave conteneva esplose. La nave Artiglio, impreparata a questa eventualità si trovava troppo vicina venendo a sua volta distrutta dall'esplosione e trascinata sul fondo. In questo tragico incidente morì gran parte dell'equipaggio, tra cui i palombari Alberto Gianni, Aristide Franceschi e Alberto Bargellini tutti originari di Viareggio.
Nel 1983 alcuni subacquei francesi si immergono nelle fredde acque della baia di Quiberon. Sono alla ricerca del relitto di una nave esplosa in aria ed affondata negli anni ‘30, la Florence H.
Nei suoi pressi, su un fondale poco profondo trovano i resti di un altro scafo che appare in condizioni ancora buone. Sembra un vecchio piroscafo ancora con lo scafo chiodato; certo i suoi ponti e le sovrastrutture sono collassati, ma tra il fango si riescono ancora a distinguere i vecchi locali interni. La prima cosa che viene in mente a quei subacquei è che possa essere il relitto del mitico Artiglio, affondato nel 1930 proprio mentre stava operando sul Florence, ci vuole del tempo per l'identificazione,  ma quello è proprio il relitto dell' Artiglio.
A distanza di quasi novant’anni da quei fatti all’ Eudi Show 2019 di Bologna, abbiamo potuto vedere la mostra “L’Artiglio ritrovato”.
Una collezione di cimeli recuperati dal fondo del mare della gloriosa nave da recupero, un sacco di oggetti di uso comune, ma anche attrezzature dell’epoca originali utilizzate dai membri dell’equipaggio.
Tutto come congelato in un istante nel tempo, gli oggetti ci parlano della vita di bordo, dei passatempi, del modo di lavorare dell'equipaggio, tutto un attimo prima che l'esplosione della Florence cancellasse tutto, consegnando l'Artiglio e i suoi dodici uomini di equipaggio agli abissi per sempre.
Credo ci volesse un coraggio fuori dal comune, per infilarsi dentro quelle attrezzature così pesanti e primitive, lo stesso Gianni, aveva dichiarato all’epoca che: «L'uomo deve rappresentare l'occhio che osserva per guidare l'opera - diceva - assurdo pretendere che a 70 metri, bloccato da pressioni esterne sproporzionate, egli possa usare le mani e le gambe. Assurdo e sbagliato...».


Credo che le immagini parlino da sole, meglio di ogni altro mio commento, rendendo onore al ricordo di quegli audaci precursori .


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"





martedì 19 marzo 2019

Eudi Show 2019 : “Quando la banda va”

Ok “ci ho” una cera età, i ricordi mi tradiscono, nel senso che certe cose le puoi ricordare solo se hai qualche anno alle spalle, in questo caso mi riferisco ad un vecchio telefilm che vedevo da ragazzino: “Pronto Emergenza”. Alcuni non giovanissimi tra voi che leggete si ricorderanno la sigla dei Pandemonium, “Quando la banda va”:
Foto di Fabrizio Gandino marzo 2019
COM.SUB.IN

Alza la testa
Guarda il cielo blu
Per aiutarti scenderemo giù
Non siamo angeli
Ne supereroi
Uomini veri tutti amici tuoi
 Quando la banda va
Anche tu sei dei nostri anche tu
Ride il coraggio che mette allegria
E chi ha paura via!...”


La serie televisiva era stata realizzata con la collaborazione delle Forze Armate italiane, raccontava le azioni di squadre di emergenza in vari teatri di intervento su tutto il territorio nazionale. Per spettacolarizzare gli episodi erano stati utilizzati vari mezzi militari terrestri, aerei e navali delle tre

foto di Fabrizio Gandino 2019
Polizia di Stato
Forze Armate nella gestione di varie emergenze con salvataggi spettacolari. Questo mi è tornato in mente vedendo i numerosi Stand che l'Eudi dedicava alle forze di intervento che sono presenti in mare: Vigili del fuoco, Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Costiera, Marina Militare, Polizia di Stato.
Da anni all'Eudi non mancano, anche se quest'anno forse anche per il tema sempre più allarmante, della vigilanza ambientale, è stato dato loro uno spazio forse maggiore. Tutte queste forze di intervento sono initervenute portando in mostra i mezzi con i quali sono pronte ad agire in acqua. Come al solito lo spazio della Marina Militare era colmo di cimeli e di attrezzature attualmente in uso, dai vecchi scafandri per palombari e quelli di ultima generazione sttrezzati per l'uso di miscele speciali e dotati di propri propulsori, un modernissimo scafandro rigido A.D.S. (Atmospheric Diving System) aggiornato

foto di Fabrizio Gandino Marzo 2019
scafandro rigido A.D.S.
alla versione Quantum, che permette di far immergere un uomo fino a 300 metri di profondità. Una riproduzione scala 1:1 di un SLC, che per i non addetti è l'acronimo di
siluro a lenta corsa, conosciuto anche come "maiale", fu un sommergibile tascabile di forma simile a un siluro, adatto a trasportare, a bassa velocità, due operatori muniti di respiratori subacquei autonomi e una carica esplosiva da applicare occultamente alla carena della nave avversaria all'ormeggio (a questo proposito poi tornerò in futuro su un episodio accaduto durante l'Eudi al sottoscritto). Le attrezzature degli incursori della nostra marina, il Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare , comunemente ed internazionalmente conosciuto con l’acronimo di COM.SUB.IN è un corpo d'elite delle Forze speciali Italiane. Costituito il 15 febbraio 1960 nella sua organizzazione per volontà dell’ammiraglio Gino Birindelli, è stato intitolato al maggiore del Genio navale
Teseo Tesei. Abbiamo detto che era presente anche la Guardia di Finanza, con alcuni dei suoi mezzi con cui opera in mare.


Foto di Fabrizio Gandino marzo 2019
"Maiale" o S.L.C.
 La Polizia di Stato è stata presente con uno stand espositivo nel quale gli oltre 30.000 visitatori hanno potuto apprezzare le attrezzature subacquee in uso al Nucleo Sommozzatori di La Spezia.  Hanno suscitato particolare interesse le apparecchiature per la ricerca strumentale subacquea quali il R.O.V. (remotly operated vehicle) ed i sonar tecnologicamente all'avanguardia, nonché l'impianto iperbarico containerizzato che ha visto l'afflusso di numerosi subacquei.
Il segnale, anno dopo anno, è di una continua evoluzione di mezzi e tecnologie, atti a fronteggiare situazioni sempre nuove ed una ricerca nella sicurezza in mare che non conosce tregua.
attuale, Durante la manifestazione un loro ufficiale ha illustrato grazie anche ad un supporto video

Foto di Fabrizio Gandino marzo 2019
Guardia Costiera
(colonna sonora di Hans Zimmer, “Pearl Harboour”) i compiti che attualmente vengono svolti da questo Corpo in mare: Pattugliamento delle coste, lotta al traffico di stupefacienti, armi, esseri umani. La Guardia Costiera ha invece mostrato aspetti un poì meno noti del suo operato, portando con sé utensili di uso corrente per la manutenzione subacquea di apparecchiature che il nostro buon Marco Moretti non ha mancato di “impugnare”, Salva invece ha mostrato decisamente più interesse per i droni da ricognizione sottomarina. All'interno del proprio stand, per tutta la manifestazione, il personale del Corpo ha incontrato i visitatori per condividere utili informazioni e consigli rivolti ad aumentare la sicurezza dei tanti appassionati della

Foto di Fabrizio Gandino marzo 2019
Marco ...deformazioni professionali
subacquea. Una menzione particolare per i ragazzi della Guardia Costiera forti di una pazienza granitica a rispondere alla montagna di domanda del nostro Salva. Tra i vari eventi, importante senz'altro quello sulle "Reti fantasma". L'intervento del Capo Nucleo Sub Guardia Costiera di Genova, Tenente di Vascello Angelo Doria, nell'ambito delle attività di cui al Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020, è stato incentrato sull'attività subacquea svolta dal Corpo per contrastare il fenomeno delle reti abbandonate nei mari che rappresentano un reale e duraturo pericolo per l'ambiente e la fauna marina, in quanto, sono prevalentemente costituite da plastiche non degradabili che, adagiate sui fondali marini, continuano a svolgere la loro azione di pesca indiscriminata. I Vigili del fuoco di Bologna erano invece presenti con un potente acquascooter che prima di allora avevo visto solo in “Baywatch”. Tra gli eventi degni di nota la conferenza dei Sommozzatori dei vigili del fuoco circa le problematiche nelle immersioni in alta quota, dove si
parlava degli effetti delle condizioni ambientali negli interventi in alta quota delle squadre 

Foto di Gandino Fabrizio marzo 2019
Proiezione Guardia di Finanza

Sommozzatori dei Vigili del Fuoco, analizzando le problematiche e le possibili soluzioni.
Un ultima cosa... tutta questi professionisti del mare sono dediti anche alla nostra sicurezza in acqua, il che non ci dispensa dal doverci pensare noi in prima persona, rispettando le regole basilari.





Foto di Fabrizio Gandino 2019
ecoscandaglio a scansione laterale
Foto di Fabrizio Gandino 2019
Gruppo Operativo Subacquei

foto di Gandino Fabrizio marzo 2019
Gruppo Operativo Subacquei


Foto di Fabrizio Gandino -  Marzo 2019
Salva vorrebbe barattare la sua videocamera....










Link:

 COM.SUB.IN: http://www.difesaonline.it/evidenza/approfondimenti/il-coltello-e-la-lotta-degli-incursori-del-comsubin
Guardia Costiera: http://www.guardiacostiera.gov.it/
Guardia di Finanza: https://tuttosulmare.wordpress.com/servizio-navale-della-guardia-di-finanza/

Polizia di Stato: http://www.poliziadistato.it/articolo/23509

Carabinieri:http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/s/servizio-navale-dell%27arma-dei-carabinieri


Buone Bolle!



Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”




domenica 17 marzo 2019

15 Marzo 2019 - Serata Fotosub a Quarrata (PT)




Eccoci qui a un paio di giorni di distanza a parlare di uno dei nostri eventi annuali organizzati dal Centro Servizi Diving di Quarrata di Tina Gori e patrocinati dal Comune di Quarrata (PT).

Questo nome non dovrebbe essere certo ignoto ai tanti subacquei della Toscana, molti ricordano la sua collaborazione insieme ad Andrea Neri in Scubatecknica prima e molti hanno provato la gioia di respirare sott’acqua frequentando i suoi corsi.

Queste manifestazioni sono inoltre un occasione unica di ritrovarci al gran completo tutti noi che spesso frettolosamente ci si scambia un saluto mentre si entra o si esce dall’acqua o si sta preparando l’attrezzatura su un sito di immersione.
Il tema di questa era, come intuibile dal titolo, un proiezione di elaborati fotosub del nostro Marco Moretti, del suo mentore e campione Stefano Gradi e di un altro allievo e campione di quest’ultimo, Francesco Visintin.
La cornice quella dell’Auditorium della BCC di Vignole, che in queste occasioni mette a disposizione i suoi locali per gli eventi, anfitrioni della serata Radio R.D.M. .
Marco Moretti ormai dovreste conoscerlo, un talentuoso fotografo dilettante naturalista, dentro e fuori dall’acqua, un amico che ho incontrato la prima volta in quel di Giannutri per un full day ormai più di quattro anni or sono. Allievo di
Francesco Visintin e Stefano Gradi
Stefano Gradi ha affinato le sue capacità di fotografo con i risultati che spesso avete modo di vedere visitando le sue pagine Facebook o le sue gallerie personali.
Stefano Gradi, reduce dall’Eudi Show 2019 di Bologna come testimonial della Isotta (premiata casa costruttrice di apparecchiature subacquee per accessori e illuminazioni fotografia/riprese subacquee), uno degli sponsor della serata, non è certo una faccia nuova a chi segue i campionati di fotosub.
Nato a Firenze il 9 aprile del 1967 , vive a Poggio a Caiano , un piccolo paese Mediceo della provincia di Prato, dove lavora come libero professionista.

un emozionatissimo Moretti
I suoi primi passi risalgono al 1998 e nell’anno successivo prende parte alle gare agonistiche in estemporanea della Fipsas come portabandiera della società sportiva che ancora rappresenta, il Subprato.
Pratese lui pure, Francesco Visintin, inizia ad interessarsi di fotografia nel 2001, ma conosce la ribalta nell’Ottobre del 2010, quando vince il tricolore nelle acque di Porto Ferraio, isola d’Elba, portando a casa il titolo di Campione Italiano di Fotosub e qualificandosi per i mondiali di maggio dello stesso anno in Turchia. In quell’occasione, manco a dirsi, a fargli compagnia sul podio c’era proprio Stefano Gradi.
giusto un autoscatto prima di tornare al buffet
La serata si apre con il buffet organizzato da Tina Gori, da sempre impegnata nella sua lotta per la diffusione del biologico ed ecosostenibile, Le ottime pietanze dai sapori spesso un po’ insoliti ma tutt’altro che spiacevoli, condite dal confuso chiacchericcio e dalle manifestazioni di gioia e sorpresa ad ogni faccia che non si vedeva da tempo.
Una rimpatriata in piena regola per tutti, dal mio posso dire di aver rivisto tra gli altri, con estremo piacere il nostro Alberto, e altri sub che per vari motivi che la vita ti porta non incontravo da anni, il tutto mentre in sala scorrevano le immagini dell'ultima fatica di Salvatore Fabiano, dove c'eravamo davvero tutti.

Benedetta Gaggioli e Aurelio Frangipane
Presenti quasi tutti i membri storici di C.S.D. e del Casio Divers Group che hanno eletto Calafuria a loro dimora: Carlino, Massy, Micky, il “Maritozzi”, Petra, Puzza, Mario, Edoardo (il nostro prossimo acquisto), “Poccio”, Salva, il “Batta”, “Parra”, “Gufo Re”, Olga, tutti con le relative “sante” che se non si immergono pure loro con noi, ci sopportano, ecc
L’apertura vera e propria della manifestazione è cominciata con l’esibizione canora del soprano Benedetta Gaggioli (provetta sub), che insieme al maestro Aurelio Frangipane, al piano, ci hanno proposto un anteprima di uno spettacolo prossimamente in programmazione: “ Canti dal mare di Sicilia”.
Marco Moretti e Tina Gori
Scaldata l’atmosfera si entra nel vivo della serata, con la presentazione di alcuni amici/diving che da sempre ci vedono e assistono nella nostra passione, Accademia Blu (Livorno), Stefano Sub (Isola d’Elba), Club Artiglio (Viareggio), Cavo Diving (Isola d’Elba), Diving Grotta Giusti (Monsumanno Terme).
Le proiezioni iniziano con un emozionatissimo Marco Moretti che insomma messo nella stessa serata con due campioni nazionali, un po’ di soggezione è giustificata… ma non ne ha ragione.
Ok ok ok ...io sono dannatamente di parte, ma le foto di Marco, scattate tutte nei 

la prova di come Marco Moretti migliora anche me
nostri mari hanno comunque una loro sincera magia, e poi...io compaio tra esse un paio di volte ( a freddo l’ho preso da parte e gli ho detto che sembro in foto meglio dell’originale… “miracolo di Phoposhop” ha risposto ridendo), scroscio di applausi e si è passati alle opere di Stefano Gradi.
Si è cominciato con la proiezione del campionato in Turchia, foto che a suo dire, meglio lo rappresentano.
Dovete sapere (per chi ancora non lo sa) che in questo genere di gare la manifestazione si fa con qualsiasi tempo e comunque, gli scatti non possono essere ritoccati, “One Shot, One kill” insomma i soggetti sono ripresi senza filtri se non l’interpretazione del momento colto dal fotografo stesso.
Inutile dire che la suggestione dell’immagini è stata superlativa, come per il resto della serata d’altro canto.

A seguire è la volta di Francesco Visintin che ha presentato i suoi lavori, caratterizzati tra l’altro da una musica più moderna, meno strumentale. Personalmente ho apprezzato molto il suo filmato/diapositive dei leoni marini in Messico.
Mi scuso se non riesco ad essere più descrittivo, ma mostrando in alternanza i loro lavori, non vorrei correre il rischio di confondermi attribuendo all’uno opere dell’altro e viceversa :P.
Quello che posso dire è che hanno portato i loro colori in sala strappando 

ammirati silenzi, non solo per la loro incontestabile bravura, ma anche per la bellezza dei soggetti delle loro foto: da semplici paguri a vermi cane, gorgonie, coralli, bavosine, pesci napoleoane, pesci luna, gamberetti, murene, anemoni, polpi, nudibranchi…
Sul Finire della serata è la volta di Roberto “Puzza” Puzzarini di salire sul palco, questa volta per parlare del progetto scolastico del Casio Divers Group che sta portando avanti un opera di informazione/divulgazione sulle Tartarughe marine e sulle microplastiche, nelle scuole dell’Alta Valle del Reno.



Foto di gruppo d’obbligo e la promessa di ritrovarci ancora tutti insieme, il classico “Allora domani si va a Calafuria?” stroncato da pessime previsioni meteo, ma...se non possiamo stare insieme in acqua….





Buone Bolle!

 Link:





Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"