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martedì 13 settembre 2022

Un tipetto solo fotogenico!


Sono tanti anni che vado in acqua, qualche cambiamento ogni tanto e qualche novità  tengono viva la voglia e il grande piacere di continuare questa bellissima attività.  Vorrei rendervi partecipi di una di queste mie esperienze. 

Precisamente ad agosto del 2014 andai in ferie in Calabria e qualche mese prima di partire, mentre mi documentavo sui punti di immersioni e possibili soggetti particolari del luogo da fotografar,e mi imbattei in un curiosissimo e altrettanto bellissimo soggetto : il vermocane.



Non lo avevo mai visto prima, quando arrivai al diving parlando con lo staff gli chiesi se era consueto vederlo e fotografarlo e rimasi sorpreso dalla loro risposta: "ne troverai in quantità industriali di quei bastardi!!!" 

Mi fu spiegato che da qualche anno oramai era sempre più presente e non avendo predatori si stava espandendo in modo veramente importante, mangiando e predando qualsiasi cosa egli si trovasse davanti.

Durante le mie vacanze  effettivamente lo trovai molte volte e devo dire che è tanto pericoloso e urticante quanto bello.


Qualche anno dopo con mio grande stupore nel sud della Sardegna l'ho ritrovato durante un'immersione, si trattava di un esemplare molto grande, un solo soggetto, in una spaccatura a Punta karalis, isola di Serpentara. Era il preludio di quello che purtroppo questa estate sarebbe diventata la "nuova normalità". Durante ogni immersione di quest'anno almeno cinque, sei esemplari, dai più grandi e molto piccoli, trovati su spugne, sopra le gorgonie, ammassati su qualche sfortunato pesce.


Fotograficamente parlando é un soggetto molto fotogenico, si muove lentamente, ha dei colori accesi e caldi, le piume si prestano a macro di vero impatto, insomma un bel tipino!!! Adesso giro la parola a Fabrizio che sicuramente ci darà qualche nozione in più a livello biologico e storico.

 

Buona luce e buone bolle!!

 

 Marco Moretti









Bene grazie Marco, riprendo appunto da i nostri discorsi a proposito fatti tempi addietro che mi indussero a cercare di sapere qualcosa di più su questa creatura particolare. Vermocane (Hermodice carunculata Pallas, 1766), sono in molti a considerarlo una sorta di flagello, come peraltro gli amici di Marco in Calabria lo avevano definito, ma questa fama sinistra è meritata?



A seconda dei luoghi viene chiamato con nomi diversi,
verme cane, verme di fuoco o verme di mare, si tratta di un verme appartenente alla classe dei policheti, ne è documentata la residenza nelle acque del Mediterraneo fin dall'800', sebbene alcuni miti greci facciano risalire la sua presenza anche a prima di quel periodo. I vermocani sono animali leggendari dell'antica Grecia che avrebbero avuto due sembianze: la prima era un cane senza arti che strisciava, la seconda un insetto che abbaiava e viveva nell'inferno. Il suo aspetto, come potete ben vedere dagli scatti di Marco e dai filmati che sono a piede di pagina è particolare, i colori caldi e sgargianti spesso sono sinonimo di un messaggio piuttosto chiaro in mare: "Lasciami perdere non sono buono da mangiare e con me ti fai male". 



Non è precisamente una novità se pensiamo ai colori sgargianti dei nudibranchi (piuttosto velenosi da ingerire per qualsiasi pesce) o anche delle varie varietà di scorfani; tra i sub esiste una regola generale circa il comportamento in presenza di creture del genere e recita più o meno così, "Se è troppo bello o troppo brutto o non si allontana quando ti avvicini, non toccare e stanne alla larga", il caso del Vermocane è calzante. Il suo aspetto può variare dall’arancio al rosso scuro, dal viola al verde profondo con ciuffi di chete bianche ben visibili

La sua diffusione sta conoscendo in questo ultimo decennio una brusca accellerata, legata sopratutto al riscaldamento delle acque, conseguenza diretta del cambiamento climatico. Possiamo tranquillamente definirlo una specie termofila, in quanto ama le acque temperate/calde e visto che sotto i 19°C va in una sorta di stasi, rimanendo però pienamente vitale in attesa che le condizioni mutino in suo favore.

Da un punto di vista evolutivo questo piccolo demonio è un vincente, la sua dieta è fortemente adattiva, è un opportunista che è capace di nutrirsi di carogne e detriti organici, ma non ha nessun problema ad attaccare per nutrirsi, in caso di bisogno anche coralli, anemoni, ottocoralli, gorgonie, zoantidi, spugne, ricci e stelle di mare alla bisogna. Sembra che riesca a predare anche le oloturie, i molluschi e udite udite, i nudibranchi.

Pur essendo una specie altamente invasiva e impattatante sugli ecosistemi marini, non è però una specie aliena, nel Mediterraneo c'è sempre stato, ma con concetrazioni di individui assai minori e fortemente localizzate nella parte più meridionale del nostro mare. 

Ha una sorta di schiera di setole chitinose attorno al corpo che hanno una duplice funzione offensiva/difensiva, possono spezzarsi e rimanere dentro chi ha avuto la sfortuna di toccarlo anche inavvertitamente. Il contatto genera una forte sensazione di bruciore, seguita spesso da una reazione infiammatoria e anche edema ad opera di una sostanza: la Complanina. Le tossine contenute nelle chete sono esse stesse un piccolo mistero: il meccanismo di trasporto delle tossine è ancora oggetto di studi, tanto che nel vermocane non è ancora chiara la natura chimica stessa della tossina che cagiona l'irritazione. Alcune scoperte recenti portano a dedurre che non si tratti di un unica sostanza, ma che questo nostro antipatico amichetto sia in grado di produrre una mistura di tossine appartenenti a 24 classi differenti.

Diffusione del Vermocane


Un dato preoccupante è anche l'aumento della taglia degli individui avvistati, se inizialmente la taglia media era stimata intorno ai 30 cm, oggi questo parametro è stato elevato a 50 cm, ma anche individui sino a 70 cm!

Il problema maggiore è che non ha nel Mediterraneo antagonisti naturali o predatori in grado di limitarne l'espansione, un possibile competitor come l'Exaplex trunculus che sostanzialmente tende a nutrirsi di animali morti o morenti e altri detriti organici, rischierebbe di divenire la sua cena.

Sembra che alcuni gamberi della varietà Stenopus siano in grado di attaccarlo e cibarsene, oppure una lumaca marina, la Hidatyna, ma solo per esemplari di piccola taglia, per il resto sappiamo di pesci ossei tipici dell’Atlantico, come Haemulon plumierii e Malacanthus plumieri, ma sono nell'Atlantico appunto. Ho inteso da alcuni articoli di tentativi di vere e proprie battute di caccia da parte di sub nei suoi confronti, ma attenti non pensate di tagliarlo in due, ogniuna delle due parti rigenererebbe quella mancante (individuabile perchè con un colore differente). Insomma una bella gatta da pelare. Le abitudini di questo verme sono passate ormai da spazzino opportunista  di sostanze in decomposizione, mangime non consumato, animali deceduti o morenti e altri detriti, a vero e proprio predatore che si riunisce e moltiplica in colonie anche decine, centinaia di individui.

 

Mappa diffusione attuale del Vermocane nel Mediterraneo


Buone Bolle e alla larga da questi tipetti!



Link:

https://www.biologiamarina.org/vermocane/

 https://www.ideegreen.it/eliminare-il-vermocane-112654.html

https://www.usticadiving.it/una-nuova-specie-invasiva-nel-mare-di-ustica-i-vermocani/

https://www.biopills.net/vermocane/

 

 Di seguito un video realizzato ad Agosto del 2021 a Chia (SU) dove vedrete anche alcuni esemplari di Hermodice carunculata.


 

 

 

Fabrizio Gandino

"subacqueodisuperficie"

 



Se



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