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venerdì 11 febbraio 2022

Andrea Izzotti: un fotografo tra i giganti delle Azzorre




La pandemia da Covid19 ha fermato o rallentato le vite della maggioranza di noi, ma questo pare non sia valso per Andrea Izzotti.

Questi due anni lo hanno visto produrre pubblicazioni sia in ambito fotografico, faccio ampio riferimento vai suoi book tematici, di cui tra poco spero vorrà parlarci, sia narrativa con "Zena, storia di un orca" ed infine con "Capodogli - i giganti delle Azzorre - Storie di Balene e balenieri", che ha un taglio decisamente più divulgativo.


Comincio subito col dire che i libri di Andrea Izzotti hanno in comune un sentimento che è impossibile soffocare, che malgrado la sua non lusinghiera accezione comune, lui nobilita: quel sentimento è l'Invidia. 

Si Invidia di quella buona, di quella che ti porta a desiderare di vivere le stesse esperienze dell'autore, che da quell'inguaribile entusiasta che è, riesce anche in questa sua ultima fatica, a prendere per mano il lettore portandolo con sé nelle sue avventure. 

Fotografo provetto, subacqueo, whale watcher, lui non vi dirà nella sua modestia, che magari quell'immagine su un puzzle di una nota casa specializzata è un suo scatto, oppure ometterà di dirvi che alcune delle sue foto hanno avuto l'onore delle cronache nei notiziari nazionali in prima serata (infatti lo faccio io, per il solo gusto di vederlo arrossire un po'😁), quindi passiamo a lui la palla e lo invito a parlarci dei suoi ultimi progetti ed in particolare della sua ultima pubblicazione: "Capodogli - i giganti delle Azzorre - Storie di Balene e balenieri".


Intanto, bentornato Andrea sulle pagine del nostro Blog.

Subacqueodisuperficie: Leggendo il tuo libro, emerge in modo chiaro come la tua esperienza alle Azzorre ti sia rimasta dentro, quando si è fatta strada nella tua testa l'idea di scrivere questo libro?

Andrea Izzotti: L’idea è nata lo scorso anno, quando ho finito di leggere il libro di Maddalena Jahoda, Balene Salvateci! (che ha poi scritto la prefazione dei Giganti delle Azzorre. La sua esperienza alle Azzorre, raccontata magistralmente, mi ha fatto scattare l’idea di entrare in acqua con questi placidi animali. Con l’aiuto di Maddalena ho contattato Enrico Villa di CWAzores, esperta nel fornire appoggio anche professionisti. Enrico mi ha indirizzato verso la giusta direzione nella redazione delle richieste di autorizzazione ad immergermi con i capodogli. Ho presentato un progetto che prevedeva la realizzazione di un libro su questi mammiferi marini, ma quando sono stato alle Azzorre il progetto si è espanso sino a coinvolgere le diverse tematiche affrontate nel libro.

Subacqueodisuperficie: Hai fatto un gran lavoro di ricerca bibliografica, quello che colpisce sono i numeri, la maggioranza della mattanza, un vero e proprio olocausto marino (mi rendo conto che il termine è un po' forte, specie perché evoca altri orrori), è avvenuta con arpioni a mano, per questo le cifre riportate sembrano anche più incredibili.

Andrea Izzotti: Non ho usato la parola olocausto nel libro, per rispetto a quello che rappresenta questo termine con riferimento agli umani. In realtà se è vero che temporalmente gettare arpioni a mano nel corpo degli animali è avvenuto per un numero considerevole di anni, la vera mattanza di animali con numeri incredibili si colloca tra gli anni 50 e gli anni 80 del secolo scorso, dietro l’angolo. L’uso dei cannoni per sparare gli arpioni ha purtroppo trasformato la caccia in un eccidio.

Subacqueodisuperficie: Nel tuo libro ad un certo punto affronti il delicato rapporto tra i cetacei/mammiferi marini e l'uomo contestualizzandolo nelle varie epoche, perché questo distinguo per te era necessario?

Andrea Izzotti: Perché anche io sono emotivamente coinvolto e l’ira non lascia ragionare. Era necessario comprendere le ragioni storiche dell’inizio e dello sviluppo della caccia ai cetacei per evitare di cadere in facili estremismi. Proprio la mia esperienza alle Azzorre, dove questo equilibrio tra esigenze di sopravvivenza umana e di quelli che simpaticamente chiamo i “testoloni neri” ha subito una trasformazione radicale in pochissimo tempo, mi ha aiutato a comprendere dove cercare il punto di equilibrio.

Subacqueodisuperficie: Quanti libri hai pubblicato sino ad ora?

Andrea Izzotti: Il mio primo libro è “Racconti dal blu e altri colori” dedicato a ricordi di viaggi

Ho poi pubblicato “Zena, storia di un orca” ( vi rimando al post in cui ne parlammo https://subacqueodisuperficie.blogspot.com/2020/06/zena-storia-di-un-orca-intervista.html), dove porto il lettore, come hai scritto tu a scendere in acqua con questi animali, a “orchizzarsi” per dirla alla Gandino

Durante la pandemia ho dato fondo ai miei archivi e ho pubblicato una collana di libri fotografici “nati per essere liberi”, sono 20 libri dedicati ad animali marini e terrestri, con l’ultimo dedicato a zoo e circhi. Per ogni uscita ho fatto una diretta facebook con esperti degli argomenti trattati.






Subacqueodisuperficie: Ritieni che Moby Dick di Melville sia stato per il pubblico, un po' per i suoi tempi, come "Lo squalo" di Steven Spielberg, ai nostri?

Andrea Izzotti: E’ un’ottima domanda, visto quello che lo squalo ha provocato. Indubbiamente come leggerai nel libro, la balena è stata vista come un mostro per centinaia di anni e Melville ha portato questo mostro al punto più alto dal punto di vista letterario. La differenza sta nei mezzi di comunicazione. Lo squalo ha portato la paura dentro ciascuno di noi a livello concreto. Ogni volta che sono entrato in acqua dopo quel film avevo il timore che mascelle potentissime mi afferrassero e mi trascinassero negli abissi. Su Moby Dick, a cui è dedicato l’ultimo capitolo de I giganti delle Azzorre, sono stati scritti fiumi di parole e decine se non centinaia di libri. Si va da quelli classici che analizzano testo e significato a quelli che vedono allegorie alle quali, a mio avviso, Melville non aveva minimamente pensato. Vi è un testo ad esempio che vede in Moby Dick, l’allegoria dello schiavismo. Pensa: i capodogli sono normalmente neri, ma Moby Dick… è bianco.

Tornando alla tua domanda e proseguendo nella risposta devo dire che anche a livello concreto l’immediatezza del pericolo de lo squalo è più palpabile, al di là del centinaio di anni tra Moby Dick e il film Lo squalo: tutti quelli che fanno il bagno in mare immaginano più un incontro con uno squalo che con una balena, alla fine dell’800 non solo vi erano milioni di balene ma anche centinaia di milioni di squali in più, rispetto ai giorni nostri, dove queste specie sono minacciate dall’estinzione.

Il pubblico che leggeva Melville probabilmente non ha mai visto una balena viva, mentre chi ha “visto” lo squalo ha avuto un racconto per immagini, molto più immediato e “terrificante”

Subacqueodisuperficie: come verrà distribuito il tuo libro?




Andrea Izzotti: Come gli altri miei libri è un’auto-produzione stampata e distribuita da Amazon. Questo è interamente a colori e contiene ben 77 tra immagini e fotografie, quasi tutte scattate da me.

Il libro è in tre versione copertina morbida, copertina rigida e Ebook.

https://www.amazon.it/dp/B09S1ZVXGF/

Subacqueodisuperficie: se qualcuno volesse, incuriosito dal tuo libro, vivere l'esperienza del whale whatching?

Andrea Izzotti: Si può fare whale watching in Italia con possibilità di avvistamento clamorosamente alte (intorno al 98%). Io vado in Liguria con gli amici di Golfo Paradiso Whale Watching; l’altra società che opera è il Consorzio Liguria Via Mare. La stagione va da Aprile a Ottobre e sui siti degli operatori vi sono tutte le informazioni necessarie.

Subacqueodisuperficie: ti ringrazio ancora una volta per averci fatto visita.

Andrea Izzotti: Un ringraziamento lo faccio a te Fabrizio. E’ grazie a persone che hanno un cuore e una testa come la tua, che sono fiducioso per la direzione che dobbiamo intraprendere in futuro per garantire ai nostri figli e ai figli dei nostri figli di poter godere degli spettacoli naturali ai quali ho avuto la meravigliosa fortuna di assistere. Mentre ero in acqua con un capodoglio davanti a me ho pensato… ma quanti nel mondo hanno fatto questa cosa folle che sto facendo? 

Subacqueodisuperficie: Chiudo con una dedica personale che credo in pochi potranno davvero coglierne la citazione: Caro Andrea, sono sicuro che George e Grace avrebbero ringraziato e apprezzato il tuo impegno.

Andrea Izzotti: Ci ho messo un po’ ad arrivarci…è una citazione cinematografica dotta. Chi leggerà il libro comprenderà l’importanza del film a cui tu fai riferimento (Star Trek IV – Rotta Verso la terra) che è del 1986, un anno importantissimo per le balene.


Questo lavoro è stato eseguito sotto l'autorizzazione SAI-DRAM/2021/857 SGC0060/2021/4539 Proc. 120.12.02/124 rilasciata dal Governo del Portogallo il 16 giugno 2021. Tutte le precauzioni indicate nel progetto sono state prese dai professionisti per evitare il disturbo agli animali durante l'esecuzione delle operazioni. Secondo la legislazione regionale il nuoto con balene e altri cetacei che non siano delfini è vietato nelle Azzorre.


Buone bolle, buoni "spruzzi" e buona lettura


Link:

https://www.andreaizzotti.it/

https://www.instagram.com/andrea_izzotti/?hl=en

https://www.amazon.it/dp/B09S1ZVXGF/


Fabrizio Gandino

"Subacqueodisuperficie"




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