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venerdì 4 febbraio 2022

20.000 Beghe sotto i Mari... mentre attendiamo l'Eudi 2022

Ho sempre pensato, sostenuto e ripetuto, che noi subacquei, siamo una sorta di elite.

E lo siamo non per autocompiacimento, ma per la sola ed unica ragione che a noi è dato vedere e vivere quello che ai più e solo concesso immaginare.

La Terra è chiamata anche “Pianeta Blu”, per una ragione: i 4/5 del globo sono coperti da mari ed oceani, che sono parte integrante della vita anche di noi, esseri “terricoli”, i sub sono un eccezione in questo senso, dal momento che vivono in prima persona il mare, chi sta leggendo probabilmente sa di che parlo, quella sensazione che si ha a volte di volteggiare dentro una sorta di ventre materno, di librarsi senza peso, dei suoni ovattati, del gorgogliare delle bolle, della consapevolezza del nostro stesso respiro.

Io ho iniziato dopo diversi tentennamenti il mio percorso “solo” 10 anni fa, e non ho mai smesso di darmi del pirla per non aver iniziato prima, ma come molti di voi/noi, sono stato preso da altro o mi sono perso in altro, si perchè esattamente come chi passa da una relazione fugace ad un altra, qunado trovi il Mare, semplicemente te ne innamori, così è successo a me.

Tralasciando le riflessioni romantiche però oggi, specie dopo questa pandemia che ci ha tenuto in buona parte in secca molto più di quanto avremmo voluto, vi sono altri strascichi di cui andremo a parlare tra poco.

L'Eudi Show 2022 sembra essere stato salvato in corner traslando le date originali dalla fine di Febbraio all' 1-3 Aprile, tutto bene? No...


 

Personalmente crederò al suo svolgimento, solo quando sarò oltre i tornelli della Fiera di Bologna con il biglietto ancora valido acquistato nel 2020, ma pessimismo a parte, i malumori di molti sono in parte dovuti alla scelta stessa della data.

Per molti questa data ormai è troppo in là, a primavera iniziata, i diving saranno già in attività e quindi presenziare in Eudi (che ha di suo un costo) e rinunciare ad un weekend di immersioni dopo due anni a dir poco travagliati di uscite a singhizzo (un altro costo) non è il massimo.

Perchè non spostare il tutto a questo tardo autunno? A stagione conclusa?

L'obiezione in effetti ha un suo perchè, sia per i Diving, che per i sub, meno forse per le Case che vendono attrezzature per cui non credo che la differenza sia così rilevante.

Però due ragionamenti amari tocca comunque farli: la subacquea è un settore in crisi in Italia da un po', finiti gli esordi eroici e opulenti degli anni 80', dove questo sport era diventato una sorta di fenomeno di tendenza, il declino degli anni 90' e la vera e propria picchiata dal 2000 in avanti.


 

Secondo una statistica stilata poco prima della pandemia, facendo un rapporto tra i brevetti in corso di validità rilasciati e le immersioni effettuate, la media italiana è di 6 immersioni all'anno per sub.

I numeri dell' Eudi Show non sono migliori: alle porte del 2000 con uno spazio espositivo di 9.000 metri quadrati si era giunti ora a coprirne meno di un terzo, un bel paragone al ribasso considerando che la prima edizione a Roma dell’Eudi vide oltre 100.000 visitatori mentre l'ultima edizione nel 2019, totalizzò poco più 30.000 biglietti.

Neppure la nuova collocazione, l'estensione del biglietto anche per l'accesso reciproco alla fiera dell'Outdoor che si svolgeva in un padiglione attiguo ha spostato significativamente l'ago della bilancia.

La subacquea è in crisi e non da ieri, lo sanno le case produttrici di attrezzature che in parte hanno disertato la manifestazione, lo sanno gli operatori del settore, lo sappiamo noi sub che abbiamo visto spesso levitare i prezzi, più che delle attrezzature stesse, dei servizi.


 

Personalmente se dovessi iniziare oggi, non so se lo farei, non fraintendetemi, probabilmente si, ma mi limiterei ad immergermi per quei due mesi in estate e basta e probabilmente mi sarei fermato ai 18 metri dell'Open Water.

I corsi costano, i corsi di specialità si moltiplicano come una bolata di funghi dopo la pioggia (e a volte rasentando il ridicolo), le immersioni costano, i noleggi costano, i full day costano, ecc.

Se un genitore pensasse di avviare un figlio alla subacquea, si troverebbe a spendere una cospicua sommetta solo per partire, certo attività come lo sci o snowboard (ne parlo solo perchè pur non praticandoli ho alcuni amici e parenti che ne sono appassionati) non si scosta molto come impegno economico.

Non provo neppure per un minuto ad affrontare l'argomento di chi dalla subacquea ricreativa, fa un pensierino verso quella tecnica, le cifre salgono ulteriormente e non di poco.

Capirete quindi le titubanze di un genitore che vorrebbe assecondare le curiosità di un figlio verso questa nostra meravigliosa attività, mandarlo a scuola di calcio o tennis sembrerebbe decisamente più conveniente.


 

Un capitolo a parte è invece quello (ma credo ciò sia comune ad ogni settore) di coloro che più o meno onestamente se ne approfittano.

Faccio un esempio: qui nel Bolognese, un negozio di cui non farò il nome e che offre il servizio di ricarica bombole, mi chiese un paio di anni fa 12 euro, scontati a 10, per la ricarica di comunissima aria al 21% di ossigeno, di una bombola 15 litri (solo ricarica niente noleggio), ora in Toscana la media è di 6-7 euro a ricarica, bella differenza eh!

Nella mia amata Sardegna fare un tuffo in estate, sta diventando una sorta di terno al lotto, con prezzi che svarionano da un anno all'altro anche di 15-20 euro in più, per una ripetitiva con una sosta di un ora di superficie, tuffi su fondali di non più di 20 metri quando va bene.

Purtroppo se da una parte capisco che certe realtà devono sopravvivere avendo come unico periodo utile i tre mesi estivi, dall'altra è fatale iniziare a fare paragoni tra una struttura ed un altra in base ai servizi che ricevi al medesimo prezzo: modalità, sito, servizi (navette, docce calde, possibilità di lavaggio/rimessaggio attrezzatura, spogliatoi, guide).

C'è poi chi sui social farnetica di “immersioni di qualità” facendo chiare allusioni a immersioni tecniche, le sole che possano essere considerate tali.


 

L'idea neppure troppo nascosta leggendo queste tesi (non uso aggettivi, quelli al massimo, deciderete voi quali), è che visto che i sub Tecnici spendono per i corsi, spendono per le attrezzature, vuoi che non debbano anche spendere di più per essere portati sui siti di immersione, e magari fare da sé perchè tanto sono esperti?

Peccato che questa tesi abbia indubbiamente qualche falla, le barche hai voglia a riempirle solo con sub tecnici due/tre volte al giorno per ogni weekend, i ricreativi in qualche misura servono per pareggiare le spese di carburante e tempo (riempitivo), inoltre i sub Tecnici non crescono in coltivazioni idroponiche in fondo al mare e vengono spiaggiati dalle correnti e tornare in crisi di astinenza da profondità al primo Diving che trovano, ma arrivano per percorso, dalla subacquea ricreativa.

Parliamo poi di chi forse per un eccesso di autostima vende servizi come se si trovasse in altre aree geografiche, faccio un esempio, se sei un diving del Medio Adriatico, dubito che tu possa vantare le stesse attrattive dell'AMP di Portofino, e forse neppure i costi, quindi certe richieste potrebbero rivelarsi fuori target, per non dire esose.

Altro capitolo di cui i sub mugugnano spesso, sono la durata stesse delle immersioni, a volte scandalosamente sotto i 45minuti, d'altro canto, tu ti sciroppi magari tre ore di auto ad andare ed altre tre a tornare, le code di controesodo per una mezzoretta pagata a libbre d'argento?

Tralascio la pratica, per me insensata, di ingozzare di corsi, i neofiti, senza permettere loro di godersi ogni passaggio di livello, di specialità in una crescita di esperienza che in mare serve, non raccontiamoci balle, sono i tuffi che fai che ti danno esperienza e non i corsi, che da soli sono per lo più nozioni e basta.


E poi... è forse una colpa vivere il mare con erogatori, bombole ad aria in un range massimo di 40 metri? Per qualcuno forse si, se non significa poterci guadagnare di più.

Ma...si c'è un "ma, come recita un antico detto pellerossa, "Cammina per un paio di lune nei mocassini di un altro per capire dove i piedi fanno male". A fianco alle giuste lamentele però bisogna anche  rilevare comportamenti poco consoni anche da chi quei servizi li fruisce. Faccio ampio riferimento al fatto che specie in ferie capiti che ad esempio una guida non solo sia più che necessaria, ma del tutto insufficiente, se ti ritrovi a gestire subacquei con poca esperienza,  o subacquei che "non crescono". Io stesso ho assistito a scene di sub regolarmente brevettati che ancora non sono capaci a montare correttamente uno scuba, che in immersione non conoscono i segnali (fondamentali), che magari hanno un computer da urlo, ma non hanno idea di come utilizzare le nozioni base. Un vecchio adagio del commercio vorrebbe, che il cliente abbia sempre ragione, il buon senso dice qualcosa di completamente diverso.

La grande crisi economica che è nata nel 2018 ha influito non poco sulla riduzione di alcuni consumi da parte degli italiani, l’industria subacquea ne ha fatto le spese in modo pesante e molti hanno rinunciato attaccando gli erogatori al chiodo.

Se volete una riprova empirica di quanto affermo, vi invito a farvi un giretto su Ebay o su Subito.it e guardare le inserzioni di attrezzature subacquee in vendita, spesso seminuove e con pochi tuffi, usate per i corsi o poco più, si perchè le ragioni per smettere appena cominciato possono essere molteplici: lontananza dal mare o da un lago, mancanza di tempo (lavoro, famiglia, ecc.), mancanza di un gruppo con cui poter condividere questa passione, costo...


 

La subacquea sta tornando ad essere uno sport di elitè, suo malgrado e a dispetto della volontà dei partecipanti? Parrebbe di sì.

Quindi passato l'entusiasmo dei giorni del corso Open conseguito in qualche resort durante i 15 giorni di ferie, il ritorno alla vita di tutti i giorni uccide la passione?

Ora queste sono le mie riflessioni da questa parte della sponda, sicuramente ignoro problematiche più complesse che chi “vive del mare e di subacquea” deve necessariamente affrontare.

Forse bisognerebbe iniziare con una concezione diversa di come viviamo il mare stesso, non come un prodotto, o una parentesi meramente ricreativa, ma come parte di un esperienza che porta numerosi benefici, sensoriali, emotivi, di conoscenza del nostro ambiente e di noi stessi.



Buone Bolle, Buone riflessioni e Buon Eudi...sprerem 


Fabrizio Gandino

"Subacqueodisuperficie"


 

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