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sabato 25 gennaio 2020

I subacquei di superficie incontrano la profondità – Incontro con Andrea “Murdock” Alpini







Serata piovosa questa del 24 gennaio 2020, per i nostri sub del Casio Divers Group, ci muoviamo alla volta di Viareggio per un appuntamento patrocinato dagli amici del Gruppo Subacqueo Artiglio, di cui vi avevamo già parlato in precedenza.
Lo storico gruppo viareggino ha organizzato un evento presso il Club Nautico Versilia - Piazza dei Palombari dell'Artiglio, Viareggio.
Presenti all'evento , molte facce note del panorama subacqueo della Toscana che non possono essere ignorate da chi pratica questo nostro sport, la sala, manco a dirlo, gremita.
Ospite della serata Andrea “Murdock” Alpini, sinceramente non ho avuto l'ardire di chiedere al diretto interessato, se il “Murdock” sia solo un soprannome o parte del suo cognome dal momento che quelli della mia età ricorderanno sicuramente il personaggio
impersonato da Dwigth Shultz nella famosa serie TV “A-Team”. Parliamo di un autentica eccellenza della subacquea tecnica che nel corso della serata ha presento il suo libro "Andrea -Murdock- Alpini - DEEP BLUE: storie di relitti e luoghi sommersi", edito da Magenes, 2019 .
Il tema della pubblicazione riguarda l'attività del giovane video-maker subacqueo a spasso tra laghi e mari di tutto il mondo alla ricerca, non solo dei relitti, ma della loro storia e delle atmosfere e storie che ancora aspettano in massima parte di essere narrate.
La Biografia dell'autore è presto raccontata: Andrea “Murdock” Alpini è istruttore e subacqueo tecnico. Svolge questa attività da oltre vent'anni, ha iniziato nel 1997 con l’immersione a circuito aperto che ancora oggi pratica e studia negli aspetti decompressivi.
La cosa in sé è piuttosto singolare e in controtendenza, vista l'attitudine comune nella subacquea professionale, nel caso di lunghe permanenze sotto la superficie, di apparati di respirazione a circuito chiuso (rebreather) che lui ovviamente non impiega per scelta.
Quel che colpisce subito di Andrea è la passione che trasmette in modo genuino ed onesto nei suoi racconti e al suo pubblico della serata a cui servono non più di qualche minuto per pendere dalle sue labbra.
Lui si definisce un appassionato di storia navale e relitti profondi, s’immerge su scafi che giacciono in fondo al mare o ai laghi, documentandoli con immagini e report. Collabora con diverse riviste di settore su cui tiene rubriche dedicate alla subacquea tecnica e alla divulgazione della cultura dell’immersione profonda su relitti.
Socio dell’Historical Diving Society Italy, organizza spedizione su relitti e immersioni in luoghi insoliti., collaborando con PHY Diving Equipment e Giò Sub Illuminatori Subacquei, conduce attività di ricerca e documentazione dei relitti.
La serata parte con una breve presentazione dell'ospite, di un emozionata Barbara Lippi, presidente dell'Artiglio, il quale non perde tempo e passa subito ad illustrarci il primo dei suoi filmati: una gondola Lariana, opera dei maestri d'ascia del lago di Como affondata intorno alla metà del 1800, e adibita al trasporto sul lago di sacchi di calce idraulica, durante un fortunale sullo specchio lacustre, per proseguire con le immagini del piroscafo lacustre Plinio affondato nel lago di Mezzola.
In questo caso l'autore ci ha spiegato le difficoltà spesso insite in immersioni, che seppure non ad eccessiva profondità sono rese ostiche dalla temperatura e dalla visibilità spesso ridotta, che riduce notevolmente la percezione dello spazio e della propria posizione nello stesso.
Dopo è stata la volta della petroliera Haven, relitto che non ha certo bisogno di presentazioni per i sub, in questo caso abbiamo avuto una stupenda visione della penetrazione delle sue stive.
Poi è stata la volta di una bettolina fluviale armata, adibita dalla marina tedesca, al pattugliamento dei litorali italiani, durante il secondo conflitto mondiale, sita al largo di Finale Ligure, in località Capra Zoppa. Fondamentale in questo caso per l'identificazione, sono state le testimonianze dei pescatori del luogo.
Poi è stata la volta di un altra icona: l'U-boat 455, sommergibile affondato al largo di Punta Chiappa e ritrovato da Lorenzo del Veneziano nel 2005, con tutta probabilità ha al suo interno ancora l'intero equipaggio, normalmente composto da 54 uomini.
A distanza di mezzo secolo la missione che stava portando a termine, si trova nelle acque antistanti Portofino, la causa dell'affondamento rimangono un mistero; l'ultimo messaggio radio dell'U-455 venne inviato il 2 aprile 1944 quando il sommergibile lasciò la sua zona di pattugliamento a nord di Algeri diretto alla base di La Spezia.
Poi la motonave “Viminale”, affondata al largo di Palmi (RC) , nota a molti come “Il Titanic Italiano” , fu un piroscafo di lusso varato nel 1925 per conto del Loyd Triestino. Si trattava di un transatlantico che faceva rotta fino ai porti del Giappone e venne silurata, al largo della costa di Palmi , il 25 luglio1943 da un motosilurante americano, mentre era trainata dal porto di Palermo a quello di Napoli per alcune riparazioni.
Le successive riprese ci spostano nel mare d'Irlanda alla volta del relitto della RMS Justicia, un transatlantico da 32.000 di proprietà della White Star (la stessa compagnia che costruì il Titanic) tonnellate riconvertito a trasporto truppe e affondato durante la prima guerra mondiale ad opera del sommergibile tedesco UB 64 il 19 luglio 1918.
Successivamente l' Audacious affondato al largo di Scapa Flow (Scozia) nelle inquiete acque dell'Oceano Atlantico. L'autore ha rimarcato, come in questo genere di immersioni, l'incognita visibilità e la certezza invece di forti correnti, costringano ad una pianificazione molto meticolosa dell'immersione.
Sempre nelle stesse acque, abbiamo visto le riprese della SMS Markgraf, servì nella Marina del
Kaiser durante il primo conflitto mondiale. Commissionata nel novembre 1911, fu varata il 4 giugno 1913.
Alla fine della guerra, la Markgraf fu condotta insieme alla maggior parte della squadra navale presso la base di Scapa Flow mentre venivano discusse le clausole del Trattato di Versailles. Il 21 giugno 1919 il contrammiraglio Ludwig von Reuter preferì ordinare l'autoaffondamento dell'incrociatore pesante e di altre unità, piuttosto che far cadere la flotta in mani britanniche. Al contrario di molte altre navi che sono state recuperate per essere demolite, il relitto della Markgraf giace, rovesciato, sul fondo della baia.
Per concludere i relitti è stata la volta del sommergibile tedesco UB 116, della marina imperiale tedesca durante la prima guerra mondiale. La storia di questo mezzo è interessante: UB-116 fu durante un tentativo di sbarco nella base di Scapa Flow, ancora oggi non si sa se per diserzione o per un ultima disperata offensiva /sabotaggio per attaccare le unità della grande flotta britannica ivi ormeggiata,  fu affondato da una mina telecomandata al largo delle Orcadi. Ormai ferito a morte ed incapace di navigare, l'UB 116 fu colpito successivamente da cariche di profondità, condannando definitivamente all'inevitabile destino i 36 marinai di equipaggio.
Serata terminata? Manco per sogno! Andrea “Murdock” Alpini, a questo punto ci ha mostrato i filmati della sua spedizione nella Thundra siberiana, “Russia Orda Cave”, i panorami mozzafiato, anche se in acqua dolce della Russia meno conosciuta, temperature esterne di – 20° e l'acqua “calda” a + 4C°. La grotta dell'Orda è una grotta di cristallo di gesso trovata sotto i monti Urali occidentali. La foce è vicino alla riva del fiume Kungur appena fuori Orda, Perm Krai in Russia. Il sistema di grotte si estende per 5,1 chilometri con circa 4,8 chilometri per tutta la lunghezza sott'acqua. Anche qui visioni spettacolari nel candore della roccia che a volte si sfalda sotto il gorgogliare delle bolle dell'erogatore. Ultima cosa, un gustoso assaggio, qualche accenno dell'ultima impresa di Andrea: un sistema di grotte nel paese di Vlad Tepes, “Isverna Cave” in Transilvania, ma per questo dovremo tenerci tutti la curiosità sino a Febbraio dove lo presenterà a Bologna durante l'Eudi Show del 2019. Foto d'obbligo con l'autore e acquisto del suo libro magnifico pieno di immagini e sopratutto di storia ed emozioni. Che dire!? Sono in massima parte immersioni nel quale non mi cimenterò mai, ma nonostante questo non posso dire non esercitino un fascino su ognuno di noi. I viareggini dell'Artiglio non sbagliano mai un colpo, e noi non vediamo l'ora di essere ancora con loro ad un evento.



Link:
Andrea “Murdock” Alpini - http://www.giosub.com/website/index.php/andrea-murdock-alpini
Piroscafo fluviale “Plinio” : https://www.scubaportal.it/relitto-plinio.html
MV “Viminale” - https://www.scubaportal.it/motonave-viminale-sogno-italiano-2019.html
RMS Justicia - https://en.wikipedia.org/wiki/SS_Justicia
HMS Audacious - https://en.wikipedia.org/wiki/HMS_Audacious_(1912)
SMS Markgraf - https://it.wikipedia.org/wiki/SMS_Markgraf
Orda Cave - https://www.submagazine.it/orda-cave-nel-gelo-della-russia/


Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”



lunedì 23 dicembre 2019

Buone Natale, un Augurio di un fantastico 2020 e tante Bolle!

Un altro anno si avvia alla sua conclusione, l'inverno ormai relega le nostre immersioni estive ai ricordi e costringe molti di noi all'attesa.
Lo staff di "SottoSopra la superficie " augura a voi tutti un felice Natale ed un Grandioso 2020, ancora qui a parlare di tuffi, di mare, di pesci e di tutto quel mondo blu che continua ad attirarci irresistibilmente.





Aggiungo a questo augurio le immagini della nostra ultima immersione di quest'anno presso l'AMP di Portofino, augurandovi ancora Auguri di un fantastico 2020 e Buona visione!


venerdì 20 dicembre 2019

Serata fotosub 14 dicembre 2019 Empoli





Come fine annata dal punto di vista mare non è stato un granchè, le condizioni meteo non hanno aiutato, gli impegni di lavoro neppure, un po' d'influenza e dulcis in fundo, i lavori dolorosi, ma necessari attorno al ponte di Calafuria e alla sua torre medicea che finalmente dopo anni di incuria pare tornerà a vigilare tirata a lucido sul golfetto.
Tutto questo per dire, che in questo periodo non c'è stato verso di entrare dentro la muta, neppure per grazia ricevuta, per fortuna però, pur nell'ozio invernale, c'è chi organizza eventi interessanti e degni di nota. E' sicuramente il caso del Gruppo Empolese Attività Subacquee, non nuovo ad apparecchiarte apprezzate mostre fotografiche alle quali spesso hanno partecipato i migliori foto sub italiani. Proprio in questa chiave sabato 14 Dicembre hanno proposto al pubblico empolese, ed ai molti altri sub intervenuti da ogni dove, una serata con due personaggi di fama internazionale: Aldo Ferrucci e Sergio Riccardo. La serata prevedeva la presentazioni di alcuni filmati che avrebbero visto alcuni dei loro migliori montaggi fotografici e riprese sottomarine frutto di foto, filmati e resoconti delle loro ultime esperienze in giro per tutto il mondo. Una ghiotta occasione per portare al grande pubblico un aspetto delle le attività subacquee di prima mano, da chi quell'attività
ha avuto la fortuna e la passione di poterselo scegliere come lavoro. Ecco quindi il Cenacolo degli Agostiniani, in pieno centro a Empoli, divenire per una sera una sorta di finestra su quel mondo blu che da sempre ci ha fatto innamorare, noi drogati d'acqua e non manca di far presa, al contempo su chi si sofferma a ad osservare, grazie a noi, forme, colori e forme di vita insospettate ed inusitate. La sede dell'evento, il Chiostro degli Agostiniani in via dei Neri ha visto la sala gremita fin dai primi minuti, ad occhio più di un centinaio gli intervenuti, di cui una parte in piedi, segno che il richiamo del mare in queste zone è molto forte. Noi eravamo presenti all'appuntamento con il nostro Marco Moretti (provetto fotografo), Rachele Giuliani ed io. La serata è stata aperta da un intervento dell'Asessore allo sport Fabrizio Biuzzi, il quale non ha mancato di ringraziare il Gruppo Empolese Attività Subacquee sottolineando cheil Geas non è solo un'attività ricreativa, ma pure culturale, e che questo è stato un evento, pensato per tutti gli empolesi, non solo per i subacquei. Ha
ricordato come inoltre il Geas abbia contribuito a diffondere la cultura e l'interesse per la subacquea sul territorio da quasi 30 anni.Terminati i convenevoli di rito si sono aperte le danze, Sergio Riccardo ha mostrato una prima carrellata di immagini proveniente da oltre 40 anni d'immersione nei mari e situazioni più diverse. Superfluo dire che è un emozione che colpisce ogni volta, i colori a cui non siamo abituati, noi soggetti di terraferma, che hanno lasciato il pubblico degli astanti senza fiato. Sergio Riccardo come abbiamo detto è ormai un affermato fotografo che vanta collaborazioni importanti del calibro di National Geographic, nel corso della manifestazione ha avuto modo di presentare anche la sua ultima
pubblicazione “Ocean's Life”, ul libro fotografico realizzato insieme a Francesca Reinero. Subito dopo è stato il turno di Aldo Ferrucci, livornese di nascita vede la luce nel giugno 1958 e inizia giovanissimo la sua attività subacquea prima con la pesca in apnea a sedici anni e continua la sua carriera subacquea step dopo step, sino ad ottenere la prima qualifica di Instructor Trainer. Come ha dichiarato durante la serata, fondamentale l'influenza delle prime trasmissioni RAI dei documentari del Comandante Jacques Cousteau. Credo lo si possa considerare un autentico pioniere in Italia nell'uso delle miscele arricchite prima e rebreather chiuso e semichiuso, cosa che diventerà poi il suo ambito professionale. A lui dobbiamo la visione di un primo filmato con immersione sul relitto dell'Andrea Doria, l'ammiraglia della nostra flotta di navi da crocera, agli ordini del leggendario (quanto dimenticato qui da noi in Italia) Cap. Piero Calamai, affondata il 25 luglio del 1956, mentre era diretta a New York, speronata ed affondata dal mercantile svedese Stockholm (nave tutt'ora in servizio, che ha cambiato diverse volte nome da allora e che per ironia della sorte ha avuto anche il nome di “Italia”) della Swedish America Line, al largo della costa di
Nantucket (USA), in quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia. La serata poi è proseguita con ulteriori proiezioni di gallerie d'immagini e filmati, inframmentate dagli autori che hanno spiegato aneddoti e metodi di ripresa. Una particolare menzione agli spezzoni del film/documentario “La vita negli oceani” (Océans) del 2009 realizzato dalla Disneynature e codiretto da Jacques Perrin (già produttore del pluripremiato “I ragazzi del coro”) e Jacques Cluzaud, che ha impegnato il Ferrucci per oltre quattro anni di riprese per gli oceani di tutto il mondo. Di notevole interesse scientifico
anche la sua partecipazione al progetto “Under the Pole Mission capsule”, una Spedizione scientifica per lo studio dei fondali oceanici che prevedeva la permanenza per lunghi periodi, necessari un'osservazione prolungata della vita sottomarina dei fondali di Moorea – Polinesia francese, con particolare riferiemento alla vita dei coralli in profondità. Serata gustosa e godibile che spero avrà modo di ripetersi in futuro, unico neo la recalcitrante riottosità del proiettore che continuava ad andare in conflitto con il computer, che ha funestato un po' le proiezioni, bisogna tuttavia rimarcare però che nonostante questo la bontà del mostrato era tale da non riuscire a scoraggiare la presenza degli astanti sino alla fine.





Buone Bolle



Link:



Ocean's lifehttps://www.francescareinero.it/news/tag/sergio-riccardo/

Aldo Ferrucci e Sergio Riccardo https://www.gonews.it/2019/12/10/geas-empoli-aldo-ferrucci-sergio-riccardo/

Gruppo Empolese Attività Subacquee - G.E.A.S.  https://www.comune.empoli.fi.it/albero/09/0902/090201/308sch.html


















Fabrizio Gandino
Subacqueodisuperficie”


lunedì 18 novembre 2019

Una storia dimenticata




Mi trovavo girellando per l'Eudi in quel di Bologna, e come scritto in precedenza, stavo vistando lo stand della Marina Militare; ospite fisso di questo spazio, da qualche anno, è una riproduzione di un SLC, che forse per molti di voi è più familiare come “Maiale” o “Porco”, l'antenato dei nostri rover.
Creato per uso squisitamente bellico, era un siluro modificato per trasportare uomini ed esplosivi dentro darsene e porti nemici allo scopo di permettere di piazzare cariche esplosive al naviglio alla fonda.
Qualche anno fa, la sera prima di un Full Day a Giannutri, la sera ci aggiravamo per il lungomare di Porto Santo Stefano sul promontorio dell'Argentario, e notai una targa commemorativa nel vecchio porticciolo mi pare vicino al Lungomare Navigatori.
In sintesi si parlava di un record di traversata dall' Isola del Giglio a Porto Santo Stefano, annotai mentalmente la cosa come curiosità e me ne scordai.
Circa un anno più tardi mi stavo aggirando questa volta sotto i protici del Pavaglione a Bologna e che ti vedo nella vetrina di una nota oreficeria? L'esattta riproduzione in nobile metallo del SLC che avevo diverse volte fotografato in EUDI, inoltre sotto era riportato che si trattava del mezzo che aveva stabilito un Record di traversata tra l'isola del Giglio e Porto Santo Stefano (11 miglia marine) .
SLC "Maiale" all'Eudi
Ritornando ad oggi, mi ero nuovamente avvicinato al “Maiale” che chiesi ad uno dei militari della Marina presenti se si trattava dello stesso tipo di mezzo che aveva effettuato quell'impresa, il suddetto si girò verso di me con una sorta di fastidioso sussiego esclamando: “Cosa! Questo è un maiale!”.
Come appassionato di storia militare, stavo per rispondergli a tono, penso che chi si manda a fare pubbliche relazioni per il proprio Corpo di appartenenza dovrebbe mostrare un po' più di affabilità (forse era abbastanza provato da tutta quella gente), lasciai perdere e continuai a godermi l'evento.
Non sono comunque qui per parlare di questo episodio in sé, ma per raccontarvi quanta storia c'è dietro il Maiale.
schema di posizionamento delle cariche esplosive
SLC è l'acronimo di “Siluro a Lunga Corsa” e la sua creazione è direttamente correlata alla genialità di un uomo: Teseo Tesei.
Teseo Tesei
Se qualcuno tra voi si ricorda che esiste un unità di incursori della Marina Militare che porta il suo nome, non è in difetto, possiamo tranquillamente dire che è stata una figura leggendaria nell'ambito delle operazioni di incursione/sabotaggio durante la seconda guerra mondiale, le sue intuizioni furono geniali e diede l'impulso allo sviluppo di diverse soluzioni tutt'ora in uso in ambito militare in mare.
Maggiore del Genio Navale nella Regia Marina italiana, Elbano di Marina di Campo, brevettato palombaro, allo scoppio della seconda guerra mondiale, venne assegnato alla V Squadriglia della 1ª Flottiglia MAS, di stanza a La Spezia. Nell'agosto dello stesso anno, come riconoscimento dei suoi studi sui mezzi d'assalto, il VLC, ricevette la Medaglia d'Oro di 1ª Classe per aver ideato invenzioni utili alla Marina.
A dirla tutta l'utilizzo di un siluro come mezzo propulsivo per portare dei sommozzatori a sabotare del naviglio avversario non era un idea del tutto nuova, durante il primo conflitto mondiale, l'Ingegnere del Genio Navale, Raffaele Rossetti, ideò la Torpedine semovente che porta il suo nome, anche se molti lo conoscono come Mignatta (sanguisuga).
SLC all'Eudi di Bologna
Si trattava in sintesi di un siluro ad aria compressa, autopropulso, che trainava un paio di sommozzatori, La torpedine semovente Rossetti era lunga 8 metri e aveva un diametro di 600 mm. Era ideata per trasportare due persone sopra il livello dell'acqua verso l'obiettivo da attaccare.
Le due persone si dovevano sedere a cavalcioni uno dietro l'altro sopra l'apparecchio. In pratica però si preferiva farsi trascinare stando sui due lati e tenendosi a maniglie fissate appositamente sul cilindro, in quanto, con i due uomini in posizione seduta, il siluro una volta in moto era troppo appoppato (con il culo più in basso) e la persona seduta dietro si trovava immersa in acqua fino quasial collo.

SLC, si noti il fregio della Cabi Cattaneo
Malgrado i disagi il mezzo si rivelò straordinario per l'epoca, passò alla storia l'utilizzo della Mignatta nell'impresa della notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre 1918 nel porto di Pola contro la corazzata della Kriegsmarine austro-ungarica,Viribus Unitis, ivi ormeggiata. La Mignatta però aveva alcune insanabili difetti, tanto per cominciare era scarsamente manovrabile, un autonomia limitata, e cosa più importante, doveva viaggiare praticamente in superficie.  A Teseo Tesei e Elios Toschi l'idea venne nel 1934, durante un opera di manutenzione nel golfo di La Spezia, era successo che il cavo di una boa telefonica si era avvolto su se stesso e i due avevano dovuto sudare quattro camice, in immersione, spostando la stessa boa con dei lunghi giri.
Da uomini pratici, quali erano, ebbero una geniale intuizione: pensare a un mezzo elettrico di ausilio che ne facilitasse le operazioni in mare. Si dovrà aspettare però l'anno successivo, perchè i due, ostacolati dai loro rispettivi incarichi di bordo, riuscissero a mettere mano al loro progetto. Partirono proprio dall'idea precedentemente sviluppata da Rossetti, la Mignatta, ma a differenza di quest'ultima pensarono a un veicolo che potesse essere cavalcato, che fosse dotato di strumentazione per la navigazione, che potesse immergersi ed essere regolato negli assetti, un minisommergibile a tutti gli effetti. Furono necessari pochi mesi nella prima metà del 1935 per definire le linee guida del progetto che si basava sempre sull’allestimento di un siluro, allora in esercizio, di mm.533 di diametro e lungo metri 7,20 . Superfluo dire che lo Stato Maggiore della Regia Marina ne fu entusiasta approvandolo nel giro di pochi mesi e
autorizzando la costruzione immediata di un prototipo.

 Fu nel giugno del 1937 che la Marina prese in considerazione l’impiego operativo di questi tipi di mezzi sotto una luce diversa, non più come mezzi di
assistenza/manutenzione, infatti a Settembre del 1938, venne costituito il comando della Prima Flottiglia MAS a La Spezia, a cui fece capo tutta l’organizzazione, l’impiego e lo sviluppo di questi nuovi mezzi, ideali per l’incursione navale. Venne coniato la sigla “ S.L.C.”, Siluro Lunga Corsa questo perchè l’autonomia del S.L.C. era di circa 15 miglia alla velocità di 2,5 nodi contro le 2,7 miglia a 50 nodi dei siluri per sommergibili da cui lo stesso S.L.C. era stato modificato, ne derivava che la minore velocità aumentava la sua autonomia di più di 5,5 volte. La denominazione S.L.C. fu storpiata in “Siluro a Lenta Corsa” quando la produzione dei mezzi venne appaltata alla C.A.B.I Cattaneo di Milano .
schema di un "Maiale"

 L'anno successivo vide la costruzione del primo prototipo nell'arsenale di La Spezia e visti i risultati promettenti, nel 1938 vennero completati altri quattro mezzi precedentemente commissionati. Tuttavia nel periodo che va dal 1935 al 1936, viene svolta un attività di addestramento all'uso di questa nuova creazione, l'area prescelta è Porto Santo Stefano, area che verrà abbandonata per i venti di guerra incipienti, per motivi di segretezza, in favore della foce del fiume Serchio. Non ci è dato sapere se questo fatto influì sulla scelta della Whitehead di Fiume di costruire una fabbrica di siluri proprio a Porto Santo Stefano, il silurupedio, distrutto dai bombardamenti Alleati nel 1944 .
Sul perchè venne chiamato “Maiale” esistono fondamentalmente due versioni, secondo me non in contrasto tra loro. La prima arriva dalla testimonianza di un ufficiale di Marina di nome Rossetto che ebbe un breve trascorso come ufficiale in addestramento nell'area test, alla bocca del Serchio, che ne attribuisce la paternità ad un marinaio dell’Isola D’elba, Giuseppe Giannoni, addetto al rimessaggio del SLC a Bocca di Serchio, cito : “Un giorno al termine della 
consueta esercitazione, il SLC venne rimorchiato alla banchina per essere alzato con la gru e riportato in officina per la solita manutenzione. Quel giorno nel fiume c’era una corrente molto forte ed il marinaio addetto all’operazione non riusciva ad agganciare il mezzo alla gru; dopo alcuni tentativi, spazientito, lo prese a calci urlandogli alcuni improperi, tra cui il famoso “maiale”(il marinaio era elbano come Tesei). I presenti scoppiarono a ridere e l’episodio arrivò subito alle orecchie di Tesei, che effettivamente lo adottò. “. L'altra versione invece proviene dal libro “Tesei e i Cavalieri subacquei” scritto da Elios Toschi, racconta una verità diversa, e cioè che: “Una sera rientrammo più

Modellino commemorativo della Panerai

presto dal nostro allenamento perchè c'è bassa marea e temiamo di non arrivare in tempo a passare la barra sabbiosa sul fiume. Infatti la motobarca ce la fa stento, ma l'apparecchio, a rimorchio, semi immerso si infila nella sabbia e non vuole saperne di passare. Lasciamo avanzare libera la motolancia e, scesi in acqua, ci mettiamo noi a trascinare il bestione, verso le acque interne del fiume. Finalmente arriviamo nelle acque calme di un laghetto che il fiume forma prima di sbucare in mare aperto. L'apparecchio è lì che fluttua placido placido facendo uno strano rumore di rigurgito, sotto il muso, per la risacca che l'investe. Teseo, con il suo fiorito parlare toscano, dice al palombaro porgendogli la cima di rimorchio : “Prendi, ormeggia tu il maiale”. L'altro non fa obiezioni, anzi, capisce benissimo e subito esegue. Da quel momento “Il siluro di lunga corsa” che ci è costato quattro anni di fatiche, viene ufficialmente declassato al rango di suino. Nessuno gli toglierà più questo nome.” . Trovo che
La ristampa del Libro di Elios Toschi
le due situazioni potrebbero tranquillamente essere vere entrambe, quel che è certo, è che la denominazione ”Maiale” viene utilizzata sempre più spesso, in parte anche per garantirne la segretezza. Il 20 settembre del 1941 i “Maiali” di Tesei violarono la Rocca di Gibilterra, nonostante un pattugliamento di superficie serrato, tre unità riuscirono a piazzare delle cariche esplosive sotto le chiglie di altrettante navi: la cisterna Fiona Shell, la motonave Durham e un’altra petroliera, la Denbydale, esplosero colando a picco. Alessandria d'Egitto 19 Dicembre 1941, di nuovo tre equipaggi sugli SLC infliggono pesanti perdite in darsena agli inglesi, questa volta ad affondare saranno la petroliera Sagona, la corazzata Valiant, l'incrociatore Queen Elizabeth ed in cacciatorpediniere Jarvis.

Winston Churchill ebbe a dire: “Sei italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare nel Mediterraneo a vantaggio dell'Asse”.
Tornando all'Eudi, e a quell'eslacmazione, “Cosa! Questo è un maiale!”, non non è “solo” un Maiale, è un bel pezzo di storia della subacquea e del genio italico, saperne di più, se devi fare da cicerone, non guasta.
Per quel che riguarda quella targa a Porto Santo Stefano, è scomparsa nel 2017 ad opera di un massiccio restyling del porticciolo, ho scritto ripetutamente al Comune di Monte Argentario e alla sezione locale marinai d'Italia, ma a tutt'oggi nessuno di loro mi ha risposto, tuttavia qualche residente mi ha detto che non me la sono sognata...beh almeno so di non essere in narcosi d'azoto. La conferma arriva qualche giorno dopo una mia trasferta a Porto Santo Stefano per un immersione, fortunosamente trovo su Youtube un filmato del 2014, prima del restyling del porticciolo di lungomare navigatori, al minuto 4:45 inquadra quella parte del moletto e... indovina indovina, la targa si intravede, purtroppo la definizione dell'immagine m'impedisce di vedere cosa c'è scritto, ma è esattamente dove me la ricordavo.
Frattanto tutti gli enti che ho contattato, ivi compreso il Comune di Monte Argentario al momento non hanno risposto ne tantomeno fornito una risposta circa il destino di quella targa/lapide, di cui ho semplicemente chiesto un immagine da postare qui. Ignoro il perchè di tanta reticenza, perchè non posso definirla in altro modo. So benissimo che quando si va intorno agli argomenti inerenti la seconda guerra mondiale, si tende a fare di tutta l'erba un fascio con il nazifascismo. Tuttavia qui si parla solo di un uomo, del suo genio e del suo coraggio... e nient'altro. Se avrò delel nuove ve ne farò partecipi.


Filmato di un SLC in azione Cliccare qui






Buone bolle!


Fabrizio Gandino

“Subacqueodisuperficie”




Un sommergibile per L'appennino

Foto di Fabrizio Gandino
Particolare del Murales che raffigura il sommergibile


 "Ciò che appare incredibile di questo “sommergibile porrettano” è l’abilità artigiana del suo inventore considerati i mezzi di cui poteva disporre all'epoca, mi è stato detto che chi è riuscito a vederlo ha parlato delle saldature realizzate in modo pressochè perfetto."

Foto di Fabrizio Gandino
Altro particolare del Murales che illustra la destinazione finale del Sommergibile



Credo di avervi già parlato in passato, della storia del Gruppo Subacqueo nato a Porretta Terme (BO) e di quanto lontani dal mare, tra gli appennini, pervicacemente non solo prosperi ma diffonda la passione e la conoscenza del mare ad opera dell'infaticabile Roberto Puzzarini, referente locale del “Casio Divers Group”.
 Enzo Chiarullo – (Ottobre 2012)
Il sommergibile dell'Appennino
Quello che non sapete, e che pure io fino a qualche tempo fa ignoravo, era che le le velleità subacquee degli abitanti di questa parte dell'Appennino sono assai più longeve.
Tempo fa aggirandomi per Porretta Terme, vidi un murales comparire sul fianco di un negozio che sono solito frequentare di tanto in tanto; dovete sapere che io sono un appassionato di mercatini e di cose vecchie e in Via Lungoreno, ad Alto reno Terme (Ex Porretta Terme) si trova un antro caotico, un richiamo irresistibile, un qualcosa di altri tempi: il negozio di un rigattiere.
Vi si trova di tutto, io vi ho persino trovato pezzi di attrezzature subacquee, il proprietario è un signore eclettico, forse un po' eccentrico, con il quale passo del tempo a conversare quando posso e quando non gli riompo troppo le scatole, agitato da grandi passioni e come me appassionato del passato.
 Enzo Chiarullo – (Ottobre 2012)
Francesco Guccini e il sommergibile
Il murales...si dicevo...Ah sì! Scusate, mi perdo esattamente come quando giro tra gli scaffali del suo magazzino, il murales è particolare, raffigura alcune delle cose più conosciute del nostro Appennino Tosco-Emiliano ed altre molto meno note.
Tempo fa, allo scopo di reperire qualche testo che approfondisse la mia ricerca, di cui parlerò in un altro pezzo del Blog, ebbi a parlare con lui di mezzi subacquei e di come l'Italia fu pioniera in questo senso.
Lui senza dire una parola mi prese per un braccio, portandomi all'esterno del negozio, dinanzi al murales e mi indicò una parte di esso, sul lato destro.
Raffigurava stilizzata la nostra ferrovia storica, la Ferrovia Porrettana, una delle prime realizzate nel Regno d'italia, di cui cui abbiamo commemorato da poco i 150 anni e sui binari uno strano...”Veicolo” sui binari...che assomigliava ad una barca.
Naufragio del Bourgogne
E così...seraficamente mi fa la fatal domanda: “Conosci la storia del sommergibile dell'Appennino”?
Ok, cado dalle nuvole, con sorriso sornione si gusta la mia sorpresa, ed inizia a raccontare.
Correva l'anno 1901 e Agostino Lenzi, un fabbro di Silla (oggi frazione del comune di Gaggio Montano, confinante con Alto Reno Terme (BO) decide di partecipare ad un prestigioso premio dedicato alla realizzazione di mezzi per il salvataggio in mare.
Il premio è organizzato a Le Havre in Francia ed è intitolato ad Anthony Pollok, facoltoso avvocato americano (di origine ungherese) scomparso insieme alla moglie durante il naufragio del transatlantico La Bourgogne il 4 luglio 1898 al largo delle coste francesi, la nave francese affonda al largo della Nuova Scozia con il tragico bilancio di 549 morti, per lo più emigranti italiani. All'epoca la tragedia fu un fatto mediatico di grande rilievo, che tenne le pagine dei giornali occupate per diverso tempo. 
Una riproduzione
 
Una curiosità, Pollock era un avvocato piuttosto famoso, titolare dello studio legale “Pollock & Bailey”, fu il principale responsabile dell'accreditamento dell'invenzione del telefono a Bell a scapito dell'Italiano Meucci, ma aveva anche cospicui interessi in una società di telecomunicazioni via cavo (telegrafo), la Western Union.
All'epoca Guglielmo Marconi stava muovendo i suoi primi passi verso quell'invenzione che avrebbe cambiato per sempre le telecomunicazioni: La radio.
Le tragedie del Titanic erano ancora da venire, ma il naufragio della Bourgogne aveva scosso gli animi della gente dell'epoca.
il concorso di Le Havre
Fu così che la famiglia Pollock decise di istituire un concorso con premio in denaro, ignoriamo come il nostro fabbro di Silla ne venne a conoscenza, sicuramente ingolosito dal premio messo in palio dalla famiglia Pollok e altrettanto sicuramente pervaso da quella follia che contraddistingue il genio, si cimentò nella costruzione di un veicolo sottomarino. Ne studia e realizza il progetto, ne produce il prototipo, in qualche modo lo collauda e lo invia a Le Havre usando la Ferrovia Porrettana per il primo tratto a concorrere. Paradossalmente, malagrado il ritrovamento di alcuni documenti, molto è andato perduto e non sappiamo che esito ebbe il concorso e se tanta genialità fu mai premiata.
Quel che è certo è che il Sig. Francesco Guccini, omonimo del cantautore di Pavana, lo aveva da decenni nel suo cortile...in un angolo.
Il Signor Guccini ha infatti raccolto molto materiale documentale per ricostruirne la storia, spingendosi nella sua indagine a verificarne funzionalità ed aspetti tecnici del funzionamento e realizzazione. Fondamentale la sua visita a Le Havre dove ha istituito rapporti di collaborazione con i musei del settore portuale e della navigazione, con storici ed esperti .
Elenco partecipanti al concorso
Il mezzo si presenta come una sorta di battello di salvataggio, per un singolo membro dell'equipaggio utile ad ispezionare i relitti sommersi. Della fattura stupisce l'accuratezza ad iniziare delle particolari borchie utilizzate per realizzare la camera stagna dentro cui una persona potesse alloggiare sul fondo del mare, respirando grazie ad un sistema di pompa a doppio effetto molto simile a quella dei primi palombari. La visibilità era data da una lastra di vetro a tenuta stagna. Ciò che appare incredibile di questo “sommergibile porrettano” è l’abilità artigiana del suo inventore considerati i mezzi di cui poteva disporre all'epoca, mi è stato detto che chi è riuscito a vederlo ha parlato delle saldature realizzate in modo pressochè perfetto.
A quanto pare l'Area dell'Alto Reno aveva una vocazione per il mare, molto prima che noi subacquei di superficie ne sentissimo il richiamo, Agostino Lenzi, un geniale fabbro dell'Alta Valle del Reno, aveva risposto.

 
Il sommergibile e la pompa per l'aria




Buone Bolle!



Le foto del sommergibile e del sig Guccini sono di Enzo Chiarullo (Ottobre 2012 ) e provengono da un suo articolo ( si veda link)



Link:

Il sommergibile dell' appennino: https://www.barchedepocaeclassiche.it/marineria/beni-storici-e-culturali/156-il-sommergibile-dell-appennino.html






Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"