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sabato 6 ottobre 2018

Sembra un fiore ma...: Lo Spirografo


Non capirò mai l’ossessione di Salva per gli spirografi e le gorgonie, no insomma parliamone, belli eh..belli si...ok...no belli… ma dopo un po’ ci hanno rotto… Voglio dire hanno esteticamente il loro gran bel perché, ma io adoro vedere la vita muoversi attorno a me, lo spirografo che come un fiore si dischiude alla corrente e si ritrae non appena sente un movimento vicino a sé può essere affascinante le prime volte, ma poi come tutti i miracoli, nel ripetersi perdono un po’ della loro magia e meraviglia.

Foto di Fabrizio Gandino
Le gorgonie più o meno la stessa cosa, adoro il loro colore rosso acceso quando il fascio di luce le colpisce, ho delle foto spettacolari di Marco Moretti che mi ritraggono con loro e lo ammetto sono uno spettacolo della natura (io rovino la visuale :P), specie in quell’esplosione di colori, ma per trovarle specie a Calafuria, tocca scendere un po’ e si muovono solo se c’è un po’ di corrente.
Ok ok lo so, io ho una mia filosofia, la vita spesso la trovi dai 25 metri in su, sciami alici che si muovono all’unisono, piccoli banchi di saraghi, le sarpe che luccicano tra la posidonia o gli avanotti blu elttrico-viola delle onnipresenti castagnole tanto ben descritte da Elena , i polpi sinuosi sul fondo, le cernie per lo più sfuggenti, le corvine nella loro livrea di pinne gialle...insomma avete capito.

foto di Fabrizio Gandino
Persino i murici (Bulli di mare o bocconi) che si muovono sugli scogli alla ricerca di qualche preda morente o un altro mollusco rivestono più interesse x me, ma ogni tanto mi capita di ricredermi.
5 Ottobre 2018, ero a Calafuria con Florin, io avevo un giorno di ferie inatteso e lui il suo riposo settimanale dal lavoro in feriale, di solito proprio per questo ha difficoltà a trovare un buddy, quindi abbiamo colto la palla al balzo.
Immersione non iniziata benissimo, io che scopro che la bombola è stata caricata a 150 bar… devo fare un discorsetto a qualcuno prima o poi, vabbè ci si arrangia e per fortuna c’è il diving.
Poi l’acqua cristallina nel golfetto da far sperare in un immersione modello Costa Smeralda, sconfessata non appena si arriva alla prima delle targhe all’uscita, vento che spinge da terra verso Quercianella.

Foto di Marco Moretti

Di sotto la visibilità non è il massimo e pare che peggiori più ci si allontana dalla scogliera, non ci allontaneremo molto, la fonte d’aria alternativa di Florin se ne andrà in erogazione continua e non ci sarà verso, se non chiudendo in fretta e furia il rubinetto...immersione finita si rientra.
Tuttavia all’andata, vuoi per i cambi di corrente, vuoi per la quasi totale assenza di natanti in acqua, e la pari penuria di sub che si bagnino i calzari in questa giornata ventosa e coperta, vedo un po’ di pesce muoversi.
Non l’ho cercato, a dire il vero era in traettoria ad alcune Donzelle che volevo filmare, ma eccolo lì, uno spirografo, segnalo a Florin che vorrei riprenderlo, lui male interpreta e capisce che come Salva, voglio riprenderlo con lo spirografo si avvicina e questo...si chiude. Vabbè! Forse uno dei tanti auspici che ci stanno dicendo che era meglio se stavamo a casa? Le donzelle comunque, facendo fede al loro nome vi danzano intorno al tubicino ed io comincio a riprendere, ma ecco sembra che qualcosa si muova, ed eccolo, millimetro dopo millimetro riemergere la corona dello spirografo.
Foto di marco Moretti
Di solito quando succede che si ritraggono ce ne andiamo, l’aria qui sotto è preziosa, e attardarsi seguendo gli umori del parente prossimo di un lombrico non è il caso.
Tuttavia eccolo lì fiorire sotto i nostri occhi e dischiudersi alla corrente, ci si abitua ai miracoli, perdendo la percezione e la bellezza di essi, per fortuna ogni tanto capita che qualcosa ci ricordi di tornare un passo indietro.
Venendo a noi e dando qualche dato a chi legge, lo spirografo, come molte creature marine il cui aspetto può indurre in errore, non è un vegetale, ma un animale, che vive nei nostri mari anche a grandi profondità, questo che vedete nel video era a non più di 18 metri anche meno.
Di solito sono abbarbicati a qualcosa di piuttosto solido e ancorato come un grosso sasso o la parete di roccia di uno scoglio.
Mi ricordo una volta in cui una solerte sub fervente ambientalista, non vide questo tubicino ancorato ad un grosso tubo di plastica, semisepolto sul fondo e decise che quell’oggetto andava rimosso e riportato in superficie per essere conferito come rifiuto, iniziò ad agitarlo per disincagliarlo tra gli sguardi orripilati miei e di Salva che urlavamo negli erogatori sbracciandoci per dirle di smettere…cosa che fece. Quando riemersi più tardi, le spiegammo cosa stava facendo la poverina arrossì fino alla radice dei capelli, speriamo che lo scombussolato spirografo si sia ripreso dal trauma :).

Video di Fabrizio Gandino
clicka sull'immagine per vedere il video della fioritura dello Spirografo



Dominio: Eucaryota

Regno : Animalia

Sottoregno: Eumetazoa

Ramo: Bilateria

Superphylum : Prostomia

Phylum : Anelida

Specie: Sabella spallanzanii (Gmelin, 1791)

Genere: Sabella

Famiglia: Sabellidae

Corpo: Vive all’interno di un tubo di consistenza cartacea, prodotto dall’occupante e nel quale vi si ritrae alla prima avvisaglia di minaccia. Provvisto di branchie filiformi e ghiandole mucose nella zona cefalica, utili alla cattura del placton e detriti di cui si ciba.

Aspetto: Tubo cartilaginoso, da quale emergono alcuni ciuffi concentrici di colorazione giallo-marrone o marrone scuro e bianco.


Bibliografia :

Trainito, Baldracconi, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, Milano, Il Castello, 2014

Attilio Rinaldi, Atlante della fauna e della flora marina dell’Adriatico Nord Occidentale, Imola, La Mandragora, 2017


Fabrizio Gandino
"Subacqueodisuperficie"


venerdì 5 ottobre 2018

Castagnole

Foto di Fabrizio Gandino
Banco di Castagnole Loc. "Punta delle Oche" isola di San Pietro (CI)





La prima volta che mi sono immersa in mare con le bombole era fine agosto 2017.


Di creature marine io so tutt’ora poco o niente, ma all’epoca “niente” era anche troppo. L’unica conoscenza di pesci marini in mio possesso era quella del banco pescheria, e solo perché ogni cesto è regolarmente corredato di una targhetta col nome dell’animale in mostra. Più o meno quello che mi capita coi funghi: ahhhh se c’è scritto il nome li riconosco! Peccato che nel bosco…

In più in mare quei pesci che vedo sempre immobili e quindi assolutamente analizzabili da ogni parte, hanno la tendenza a muoversi: sono dispettosi! E poi la maschera, la luce… insomma mica sembrano gli stessi dei libri e delle descrizioni.

Di pesci di acqua dolce so qualcosa in più, poco, perché ho tenuto un acquario e poi certo le trote sono trote.

Detto questo, scendo in acqua e gironzolo vicino all’istruttore quando vedo dei piccoli pesci blu elettrico. Che caspita ci fanno dei “simil neon” in acqua salata, qui?

Foto di Fabrizio Gandino
avanotti di Castagnole

Naturalmente non erano neon, simpatici pesciolini di acque tropicali, che abitano molti acquari, ma non mi aspettavo proprio di vedere quel colore in mare.

Appena fuori dall’acqua ho subito chiesto chi fossero quelle gocce coloratissime, magnifiche.

Erano avannotti di castagnole, pescetti assai simpatici, numerosi, nei ancora pochi tuffi fatti li ho sempre visti, ma assolutamente insignificanti come colore: la livrea adulta è castano scura con riflessi gialli. Non è raro vedere esemplari che stanno cambiando il colore da blu a marrone, dalla coda verso il capo, che risultano metà di un colore e metà di un altro.

Se poi qualcuno sapesse e volesse raccontarmi perché mai i piccoli siano così sgargianti e quindi immagino più facile preda, gliene sarei grata.

Un’ultima cosa: i miei amici esperti, in un’altra immersione, prima di scendere mi hanno avvisato: se vedi le castagnole, stai attenta che probabilmente ci saranno i barracuda: sono i loro snack preferiti!



Avevano ragione: il branco di Chromis chromis era seguito da alcuni barracuda, i primi che io abbia avuto modo di vedere, ma questo lo racconterò un altra volta.


Foto di Fabrizio Gandino
Castagnole nel parco Marino di Portofino

Specie: Chromis chromis (Linnaeus, 1758)

Genere: Chromis

Famiglia: Pomacentridae


Corpo: ovale, compresso lateralmente, di piccole dimensioni (15 cm)

Testa: corta, bocca obliqua

Pinne: caudale fortemente incisa

Occhi: giallo con pupilla nera

Livrea: avannotto: blu elettrico, blu cobalto

             adulto: castano scura, riflessi gialli

Comportamento: gregario


Foto di Fabrizio Gandino
Castagnola sui fondali di Calafuria (LI)





Bibliografia: Notari, Rivoira Biodiving ambienti e organismi nel Mediterraneo, Magenes Editoriale 2013

Elena


Scarto di Fabrizio Gandino














Galleria Fotografica



Salvatore Fabiano





Fabrizio Gandino











 


Subacquea - MIti e leggende metropolitane


Riprendo a mia volta un articolo di  Michael Ange (Ignoro chi sia costui), a sua volta ripreso da Paolo Ponga sul sito Nautica Report, ancora piuttosto attuali che andiamo a leggere. 

  1. È uno sport da persone mature, molto tranquillo: se l’immagine è quella del subacqueo in acque tropicali, potrebbe riflettere questa (falsa) idea. In realtà ci sono poche attività emozionanti come la subacquea, che si può effettuare nei mari caldi, ma anche sotto i ghiacci, nei fiumi, nelle pass piene di correnti, alla ricerca di relitti sommersi, nei laghi, con gli squali.
    Foto di Fabrizio Gandino
    Scene di ordinaria meraviglia in quel di Portofino (GE)

  2. La subacquea è adatta solo a chi vive vicino al mare: assolutamente no, le immersioni in acqua dolce, nei laghi e nei fiumi, sono emozionanti con le loro difficoltà; poi non esiste niente di più bello dell’organizzare gite e viaggi pensando alle immersioni che faremo.
    Foto di Fabrizio Gandino
    questa foto documenta i chilometri che mi sciroppo in allegra compagnia da Bologna fino a Livorno per immergermi per una notturna

  3. Gli squali presenti nei mari ti mangeranno: ipotesi assolutamente lontana dalla realtà. Per fare un esempio con dati certi, in Nord America muore 1 persona all’anno per l’attacco di uno squalo, di solito un surfista scambiato per una foca, mentre ci sono 30 decessi per l’attacco di una… mucca. Sono rarissimi gli attacchi registrati nei confronti di un subacqueo, una percentuale lontanissima da altri eventi catastrofici con esito mortale.
    Foto di Fabrizio Gandino
    la maglietta fatta dai nipoti per me, perchè sono una persona seria
  4. Per imparare ad immergermi devo comprare una tonnellata di attrezzatura: anche se molti subacquei utilizzano prevalentemente attrezzatura propria, non è in realtà vero. I diving center odierni noleggiano infatti ad un costo relativo tutta l’attrezzatura necessaria, e così le scuole di sub. Di solito presa in convenzione con qualche marca conosciuta, l’attrezzatura a noleggio è nuova od almeno in buone condizioni di utilizzo.
    La bombola se la comprano in pochi, diciamo che se non fai immersioni frequenti o almeno meno di 20 l'anno non ti conviene.
  5. Devi essere un eccellente nuotatore per prendere il brevetto: sicuramente un buon allenamento unito ad una sana forma fisica aiutano durante il nuoto sott’acqua, ma ciò non è indispensabile. Il mio eccezionale istruttore imparò a nuotare per fare riabilitazione dopo un incidente, ed in quella occasione conobbe dei subacquei e ne rimase affascinato, iscrivendosi al corso per ottenere il brevetto. Basta saper nuotare e vincere le prime, ovvie, paure.

  6. È uno sport da uomini e le donne non sono bene accette: sicuramente vera negli anni’40 e probabile nei successivi anni ’50, è oggigiorno un’affermazione nettamente falsa. Le donne ormai sono in percentuale il 30/40% dei subacquei, e ve ne sono di bravissime.


  7. L’immersione fa dolere le orecchie: è assolutamente vero, ma durante il primo corso viene insegnata la semplicissima Manovra di Valsalva (tappi il naso e soffi) per sbloccare le orecchie e riequilibrare il timpano, togliendo l’eventuale dolore.

  8. Il brevetto è molto caro: non è assolutamente vero, informatevi bene da chi vi offre fiducia. Non c’è differenza di prezzo fra mare o città, anche perché di solito i corsi si tengono in piscina con l’uscita finale in acque libere; vedrete che i costi sono in realtà inferiori a quelli di molte altre attività sportive e ludiche. Non lesinate sul tempo: qualche giorno in più serve solo ad imparare meglio.
  9. Non posso immergermi perché ho un problema fisico: informatevi bene, perché molte patologie (per esempio il diabete) sono compatibili con la subacquea. Se volete qualche informazione assolutamente professionale, rivolgetevi al DAN, Divers Alert Network, un’organizzazione no-profit per per i problemi medici legati alla subacquea.
    io aggiungo DDI, Diabete sommerso,HSA Italia

  10. Fare snorkeling è come immergersi: questa attività è a volte una meraviglia, nuotare in superficie con la maschera, il tubo e le pinne guardando cosa ci sia sotto l’acqua. La subacquea è però un’altra cosa: se la prima attività ricorda una meravigliosa gita in auto in montagna, fare immersioni è come fermarsi, scendere dall’auto ed interagire con gli animali, con daini, volpi, ed orsi che girano, innocui, intorno a te. Niente di più meraviglioso.

     Beh che dire un bel po' di luoghi comuni da sfatare, se continuerete a leggere questo blog  capirete il perchè, per ora mi sono divertito a fare un po' di humor con l'ausilio di qualche immagine, nel tempo verranno approfonditi alcuni di questi luoghi comuni e comincerete a capire che la subacquea forse non sarà proprio proprio per tutti, ma di sicuro alla portata di molti. Buone Bolle!

    Fabrizio Gandino
    "Subaqueodisuperficie"
    Foto di Tina Gori