Mi trovavo girellando per l'Eudi in
quel di Bologna, e come scritto in precedenza, stavo vistando lo
stand della Marina Militare; ospite fisso di questo spazio, da
qualche anno, è una riproduzione di un SLC, che forse per molti di
voi è più familiare come “Maiale” o “Porco”, l'antenato dei
nostri rover.
Creato per uso squisitamente bellico,
era un siluro modificato per trasportare uomini ed esplosivi dentro
darsene e porti nemici allo scopo di permettere di piazzare cariche
esplosive al naviglio alla fonda.
Qualche anno fa, la sera prima di un
Full Day a Giannutri, la sera ci aggiravamo per il lungomare di Porto
Santo Stefano sul promontorio dell'Argentario, e notai una targa
commemorativa nel vecchio porticciolo mi pare vicino al Lungomare
Navigatori.
In sintesi si parlava di un record di
traversata dall' Isola del Giglio a Porto Santo Stefano, annotai
mentalmente la cosa come curiosità e me ne scordai.
Circa un anno più tardi mi stavo
aggirando questa volta sotto i protici del Pavaglione a Bologna e che
ti vedo nella vetrina di una nota oreficeria? L'esattta riproduzione
in nobile metallo del SLC che avevo diverse volte fotografato in
EUDI, inoltre sotto era riportato che si trattava del mezzo che aveva
stabilito un Record di traversata tra l'isola del Giglio e Porto
Santo Stefano (11 miglia marine) .
SLC "Maiale" all'Eudi |
Ritornando ad oggi, mi ero nuovamente
avvicinato al “Maiale” che chiesi ad uno dei militari della
Marina presenti se si trattava dello stesso tipo di mezzo che aveva
effettuato quell'impresa, il suddetto si girò verso di me con una
sorta di fastidioso sussiego esclamando: “Cosa! Questo è un
maiale!”.
Come appassionato di storia militare,
stavo per rispondergli a tono, penso che chi si manda a fare
pubbliche relazioni per il proprio Corpo di appartenenza dovrebbe
mostrare un po' più di affabilità (forse era abbastanza provato da
tutta quella gente), lasciai perdere e continuai a godermi l'evento.
Non sono comunque qui per parlare di
questo episodio in sé, ma per raccontarvi quanta storia c'è dietro
il Maiale.
schema di posizionamento delle cariche esplosive |
SLC è l'acronimo di “Siluro a Lunga
Corsa” e la sua creazione è direttamente correlata alla genialità
di un uomo: Teseo Tesei.
Teseo Tesei |
Se qualcuno tra voi si ricorda che
esiste un unità di incursori della Marina Militare che porta il suo
nome, non è in difetto, possiamo tranquillamente dire che è stata
una figura leggendaria nell'ambito delle operazioni di
incursione/sabotaggio durante la seconda guerra mondiale, le sue
intuizioni furono geniali e diede l'impulso allo sviluppo di diverse
soluzioni tutt'ora in uso in ambito militare in mare.
Maggiore del Genio Navale nella Regia
Marina italiana, Elbano di Marina di Campo, brevettato palombaro,
allo scoppio della seconda guerra mondiale, venne assegnato alla V
Squadriglia della 1ª Flottiglia MAS, di stanza a La Spezia.
Nell'agosto dello stesso anno, come riconoscimento dei suoi studi sui
mezzi d'assalto, il VLC, ricevette la Medaglia d'Oro di 1ª Classe
per aver ideato invenzioni utili alla Marina.
A dirla tutta l'utilizzo di un siluro
come mezzo propulsivo per portare dei sommozzatori a sabotare del
naviglio avversario non era un idea del tutto nuova, durante il primo
conflitto mondiale, l'Ingegnere del Genio Navale, Raffaele Rossetti,
ideò la Torpedine semovente che porta il suo nome, anche se molti
lo conoscono come Mignatta (sanguisuga).
SLC all'Eudi di Bologna |
Si trattava in sintesi di un siluro ad
aria compressa, autopropulso, che trainava un paio di sommozzatori,
La torpedine semovente Rossetti era lunga 8 metri e aveva un diametro
di 600 mm. Era ideata per trasportare due persone sopra il livello
dell'acqua verso l'obiettivo da attaccare.
Le due persone si dovevano sedere a cavalcioni uno dietro l'altro
sopra l'apparecchio. In pratica però si preferiva farsi trascinare
stando sui due lati e tenendosi a maniglie fissate appositamente sul
cilindro, in quanto, con i due uomini in posizione seduta, il siluro
una volta in moto era troppo appoppato (con il culo più in basso) e
la persona seduta dietro si trovava immersa in acqua fino quasial collo.SLC, si noti il fregio della Cabi Cattaneo |
Da uomini pratici, quali erano, ebbero una geniale intuizione: pensare a un mezzo elettrico di ausilio che ne facilitasse le operazioni in mare. Si dovrà aspettare però l'anno successivo, perchè i due, ostacolati dai loro rispettivi incarichi di bordo, riuscissero a mettere mano al loro progetto. Partirono proprio dall'idea precedentemente sviluppata da Rossetti, la Mignatta, ma a differenza di quest'ultima pensarono a un veicolo che potesse essere cavalcato, che fosse dotato di strumentazione per la navigazione, che potesse immergersi ed essere regolato negli assetti, un minisommergibile a tutti gli effetti. Furono necessari pochi mesi nella prima metà del 1935 per definire le linee guida del progetto che si basava sempre sull’allestimento di un siluro, allora in esercizio, di mm.533 di diametro e lungo metri 7,20 . Superfluo dire che lo Stato Maggiore della Regia Marina ne fu entusiasta approvandolo nel giro di pochi mesi e
autorizzando la costruzione immediata di un prototipo.
Fu nel giugno del 1937 che la Marina prese in considerazione l’impiego operativo di questi tipi di mezzi sotto una luce diversa, non più come mezzi di
assistenza/manutenzione, infatti a Settembre del 1938, venne costituito il comando della Prima Flottiglia MAS a La Spezia, a cui fece capo tutta l’organizzazione, l’impiego e lo sviluppo di questi nuovi mezzi, ideali per l’incursione navale. Venne coniato la sigla “ S.L.C.”, Siluro Lunga Corsa questo perchè l’autonomia del S.L.C. era di circa 15 miglia alla velocità di 2,5 nodi contro le 2,7 miglia a 50 nodi dei siluri per sommergibili da cui lo stesso S.L.C. era stato modificato, ne derivava che la minore velocità aumentava la sua autonomia di più di 5,5 volte. La denominazione S.L.C. fu storpiata in “Siluro a Lenta Corsa” quando la produzione dei mezzi venne appaltata alla C.A.B.I Cattaneo di Milano .
schema di un "Maiale" |
L'anno successivo vide la costruzione del primo prototipo nell'arsenale di La Spezia e visti i risultati promettenti, nel 1938 vennero completati altri quattro mezzi precedentemente commissionati. Tuttavia nel periodo che va dal 1935 al 1936, viene svolta un attività di addestramento all'uso di questa nuova creazione, l'area prescelta è Porto Santo Stefano, area che verrà abbandonata per i venti di guerra incipienti, per motivi di segretezza, in favore della foce del fiume Serchio. Non ci è dato sapere se questo fatto influì sulla scelta della Whitehead di Fiume di costruire una fabbrica di siluri proprio a Porto Santo Stefano, il silurupedio, distrutto dai bombardamenti Alleati nel 1944 .
Sul perchè venne chiamato “Maiale” esistono fondamentalmente due versioni, secondo me non in contrasto tra loro. La prima arriva dalla testimonianza di un ufficiale di Marina di nome Rossetto che ebbe un breve trascorso come ufficiale in addestramento nell'area test, alla bocca del Serchio, che ne attribuisce la paternità ad un marinaio dell’Isola D’elba, Giuseppe Giannoni, addetto al rimessaggio del SLC a Bocca di Serchio, cito : “Un giorno al termine della
Modellino commemorativo della Panerai |
presto dal nostro allenamento perchè c'è bassa marea e temiamo di non arrivare in tempo a passare la barra sabbiosa sul fiume. Infatti la motobarca ce la fa stento, ma l'apparecchio, a rimorchio, semi immerso si infila nella sabbia e non vuole saperne di passare. Lasciamo avanzare libera la motolancia e, scesi in acqua, ci mettiamo noi a trascinare il bestione, verso le acque interne del fiume. Finalmente arriviamo nelle acque calme di un laghetto che il fiume forma prima di sbucare in mare aperto. L'apparecchio è lì che fluttua placido placido facendo uno strano rumore di rigurgito, sotto il muso, per la risacca che l'investe. Teseo, con il suo fiorito parlare toscano, dice al palombaro porgendogli la cima di rimorchio : “Prendi, ormeggia tu il maiale”. L'altro non fa obiezioni, anzi, capisce benissimo e subito esegue. Da quel momento “Il siluro di lunga corsa” che ci è costato quattro anni di fatiche, viene ufficialmente declassato al rango di suino. Nessuno gli toglierà più questo nome.” . Trovo che
La ristampa del Libro di Elios Toschi |
Winston Churchill ebbe a dire: “Sei italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare nel Mediterraneo a vantaggio dell'Asse”.
Tornando all'Eudi, e a quell'eslacmazione, “Cosa! Questo è un maiale!”, non non è “solo” un Maiale, è un bel pezzo di storia della subacquea e del genio italico, saperne di più, se devi fare da cicerone, non guasta.
Per quel che riguarda quella targa a Porto Santo Stefano, è scomparsa nel 2017 ad opera di un massiccio restyling del porticciolo, ho scritto ripetutamente al Comune di Monte Argentario e alla sezione locale marinai d'Italia, ma a tutt'oggi nessuno di loro mi ha risposto, tuttavia qualche residente mi ha detto che non me la sono sognata...beh almeno so di non essere in narcosi d'azoto. La conferma arriva qualche giorno dopo una mia trasferta a Porto Santo Stefano per un immersione, fortunosamente trovo su Youtube un filmato del 2014, prima del restyling del porticciolo di lungomare navigatori, al minuto 4:45 inquadra quella parte del moletto e... indovina indovina, la targa si intravede, purtroppo la definizione dell'immagine m'impedisce di vedere cosa c'è scritto, ma è esattamente dove me la ricordavo.
Frattanto tutti gli enti che ho contattato, ivi compreso il Comune di Monte Argentario al momento non hanno risposto ne tantomeno fornito una risposta circa il destino di quella targa/lapide, di cui ho semplicemente chiesto un immagine da postare qui. Ignoro il perchè di tanta reticenza, perchè non posso definirla in altro modo. So benissimo che quando si va intorno agli argomenti inerenti la seconda guerra mondiale, si tende a fare di tutta l'erba un fascio con il nazifascismo. Tuttavia qui si parla solo di un uomo, del suo genio e del suo coraggio... e nient'altro. Se avrò delel nuove ve ne farò partecipi.
Filmato di un SLC in azione Cliccare qui |
Buone bolle!
Fabrizio Gandino
“Subacqueodisuperficie”